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nuovo numero del bollettino
- Subject: nuovo numero del bollettino
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus at tin.it>
- Date: Mon, 7 Apr 2003 15:55:03 +0200
Del mondo kurdo n. 17 Apertura del nuovo processo a Leyla Zana e ai suoi tre colleghi kurdi estratti articolo per Liberazione di Luigi Vinci - Milano, 31 marzo 2003 Il nostro giornale ha già riferito dell'inizio, venerdì 28 marzo, del nuovo processo a Leyla Zana e agli altri tre parlamentari curdi in carcere da nove anni per aver espresso in curdo il loro giuramento di fedeltà allo stato turco, all'atto del loro insediamento, nel 1991, e ha riferito di come la prima seduta del processo si sia conclusa con il rifiuto della loro scarcerazione. La prossima seduta sarà il 25 aprile. Sarò presente anche ad essa, assieme ad altri parlamentari europei. Il processo è stato riaperto a seguito della sentenza della Corte di Strasburgo (tribunale incaricato di giudicare in materia di diritti umani, legato al Consiglio d'Europa, organismo del quale anche la Turchia è membro) che ha condannato, qualcosa come un paio di anni fa, la Turchia in quanto il precedente processo non era stato equo, per la presenza nel consesso giudicante, il Tribunale per la sicurezza dello stato, di giudici militari, inoltre le accuse (nientemeno che di separatismo e terrorismo) non erano state provate e i diritti della difesa erano stati violati. Dopo avere rifiutato a lungo la Turchia, con il nuovo Governo islamico, ha modificato le sue leggi appunto per consentire la riapertura del processo. Tuttavia l'attuale Tribunale per la sicurezza dello stato, pur ora costituito da giudici civili, ha rifiutato la scarcerazione degli imputati, esattamente come se la sentenza precedente continuasse a essere valida. In questo esso ha anche violato una parte della sentenza di condanna della Corte di Strasburgo, che intimava alla Turchia di rimettere i condannati nelle condizioni nelle quali essi erano precedentemente alla condanna ingiusta subita, cioè in sostanza di scarcerarli. (Š) Ancor meno nota qui da noi del fatto della ripresa del processo ai quattro parlamentari curdi e della storia che la precede è la condanna delle scorse settimane, sempre da parte della Corte di Strasburgo, della Turchia a proposito del processo a Öcalan. La Corte ha cioè stabilito che anche in questa circostanza il processo non è stato equo e che i diritti della difesa sono stati violati. Inoltre ha stabilito che il trattamento subito dopo la cattura da Öcalan è stato lesivo dei suoi diritti, sia perché egli non ha potuto accedere ad un giudice (in Kenia), sia per la brutalità del trattamento. La Corte non ha invece stabilito che la cattura stessa è stata illegale. Ma ciò che è più importante è che essa ha stabilito che anche questo processo andrà rifatto. Contro la parte negativa di questa sentenza gli avvocati di Öcalan faranno ricorso, e a sua volta farà ricorso contro il complesso della sentenza il Governo turco. Quindi la Corte di Strasburgo dovrà riesaminare la questione e ripronunciarsi. Non ho idea di quanto tempo questo richiederà. Ritengo assai probabile, in ogni caso, che la sentenza verrà confermata. E quindi che anche questo processo andrà, prima o poi, rifatto. (Š) Amministratori del Dehap picchiati e minacciati KurdishObserver, 3 aprile 2003 Nazif Koparal, amministratore del distretto di Samsat del partito Dehap, ha affermato di essere stato oggetto di violenze da parte della polizia della gendarmeria locale mentre si stava recando a ritirare la sua carta verde (tessera sanitaria, ndt). Per denunciare l'accaduto Koparal ha presentato un esposto alla IHD (Associazione per i diritti umani). L'amministratore ha esposto nel seguente modo quanto accadutogli: "La gendarmeria è venuta nel mio villaggio, Uzuntepe, e mi ha convocato alla stazione per ritirare la mia carta verde. Mi sono recato in gendarmeria il 28 marzo. Mi hanno fatto attendere per ore. Poi sono stato portato dal comandante. Appena entrato nella sala il comandante, che si chiama Adnan Girgin, mi ha chiesto dove fosse mio fratello, poi hanno iniziato a picchiarmi e mi hanno dato del terrorista dandomi 48 ore di tempo per portare mio fratello da loro". Anche 10 giovani membri dell'Hadep (Sevket Yildiz, Yucel Genc, Baris Kimsesiz, Mesut Yilmaz, Ramazan Kaya, Rezan Yagmakan, Abdulbaki Yusufoglu, Bahattin Ozen, Haci Dogan e Mehmet Yarer) sono stati arrestati ad Izmir e portati davanti la Corte per la Sicurezza dello Stato (DGM) con l'accusa di "sostegno" e "complicità" ad una "organizzazione illegale". I giovani hanno respinto l'accusa. La discussione è stata rinviata al 21 maggio ma, sino a quel momento, gli esponenti del partito Hadep dovranno rimanere in prigione. Altri fermi sono stati denunciati a Yuksekova dove 20 persone sono state arrestate dopo un raid della polizia nelle loro case. Il quotidiano Yenidem Ozgur Gundem chiuso per 5 giorni Kurdish Observer, 3 aprile 2003 Il quotidiano Gundem è stato chiuso per 5 giorni, dietro ordine del DGM Nr.3, per aver pubblicato delle notizie riguardanti Ocalan ("Ocalan: attenzione alla volontà popolare" e "Ocalan incontra i suoi avvocati"). Il tribunale ha affermato che "il giornale diffonde propaganda per le organizzazione armate mezzo stampa" e che il giornale "disturba la sicurezza nazionale". Oltre alla chiusura temporanea i proprietari del giornale sono stati condannati a pagare una multa. Puniti i partecipanti al Newroz KurdishObserver, 3 aprile 2003 Un istituto superiore di Batman ha deciso di espellere Burhan Gunes, che tra l'altro aveva ottenuto il punteggio migliore nel test d'ingresso, a causa della sua partecipazione alle recenti celebrazioni del Newroz. Il Preside ha giustificato l'espulsione affermando che Gunes incoraggerebbe gli studenti alla ribellione e alla protesta contro le decisioni prese dalla scuola (raccolte di firme, banchetti,Š). Il Preside, comunicando alla famiglia del ragazzo la sua decisione, si è detto disposto a riammetterlo solo se avesse ammesso pubblicamente la sua colpa, cosa che Gunes ha chiaramente rifiutato: "A queste condizioni non sono interessato a tornare a scuola". Un incidente simile è accaduto a Sultanciftiligi dove 4 donne, impiegate in una bottega tessile, sono state licenziate per aver partecipato al Newroz: "Ogni anno chiediamo al datore di lavoro di avere, a turno, un giorno di riposo tra l'8 marzo, il Newroz e il 1 maggio. Quest'anno il padrone non ci ha concesso l'autorizzazione ma noi abbiamo deciso di recarci in 2 alle celebrazioni mentre altre 2 sono rimaste al lavoro. Siamo state licenziate tutte e 4." Le 4 donne, tre sorelle tra i 32 e i 15 anni e la loro zia di 20, hanno denunciato il razzismo del loro ex-datore di lavoro che le ha costrette a lavorare per anni sottopagate e senza assicurazione e che, invece, aveva dato l'autorizzazione agli altri lavoratori a prendersi un giorno libero per vedere un match della nazionale turca di calcio in televisione. Riprende la cooperazione tra USA e Turchia Flash Bulletin, 4 aprile 2003 La recente tensione tra Turchia e USA sembra allentarsi anche a seguito della visita del Segretario di Stato Usa, Colin Powell ad Ankara. Il nuovo corso sembra essere stato sancito dalla decisione turca di offrire assistenza alle forze USA operanti nell'Iraq del nord in cambio del rispetto, da parte americana, degli interessi turchi nella regione. Il dettaglio dell'accordo prevede l'autorizzazione al trasporto, da parte degli americani, di materiale non da guerra (materiale umanitario, cibo, carburante), attraverso il territorio turco confinante con l'Iraq del nord e l'apertura dello spazio aereo turco per gli aerei in emergenza e per quelli trasportanti feriti. Il cuore dell'accordo, per la Turchia, è la creazione di un "Gruppo unito di monitoraggio per l'Iraq del nord" che avrebbe il compito di prevenire situazioni che potrebbero portare la Turchia a dispiegare le sue truppe nell'Iraq del nord (cosa che avverrebbe solo se si paventasse il rischio della creazione di uno Stato kurdo autonomo nell'Iraq del nord). La Turchia criticata dagli USA per le violazioni dei diritti umani Flash Bulletin, 1 aprile 2003 Secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato degli USA la tortura e la censura dei media sono delle violazioni dei diritti umani che, in Turchia, sono ancora praticate. Il documento sulle violazioni dei diritti umani comprende anche la Cina, la Russia e l'Iraq. Nel rapporto si afferma che sebbene la Turchia abbia approntato una legislazione per la tutela dei diritti umani, nella pratica la situazione non è affatto migliorata. Il Ministro degli Esteri iraniano in visita ad Ankara per discutere la questione kurda KurdishMedia, 4 aprile 2003 Tra pochi giorni è prevista la visita del Ministro degli Esteri iraniano, Kemal Harrazi, ad Ankara per discutere della situazione nell'Iraq del nord e della questione kurda. L'agenda prevede l'incontro di Harrazi col Presidente turco, Sezer, col PM, Erdogan e col Ministro degli Esteri, Gul. L'iniziativa è nata dalla proposta iraniano di un'azione comune tra Iran, Siria e Turchia per discutere, insieme, la questione kurda. Nord Iraq: allarme per il campo profughi di Mahmura Ass. AZAD, 7 aprile 2003 La colonna di militari americani e peshmerga del Pdk tragicamente bombardata ieri da "fuoco amico" si trovava nell'area di Mekhmour, in kurdo Mahmura, a pochi chilometri dall'omonimo campo profughi che è ormai sulla linea del fronte. (Š) Si tratta infatti di famiglie fuggite oltre confine nel '93 dopo la distruzione dei loro villaggi nel Kurdistan turco, e sospinte sempre più a sud, fino a dover passare le linee irakene, dalle continue incursioni turche e dall'inimicizia delle milizie kurde allora vicine alla Turchia. Oggi il patto tripartito fra Usa, Turchia e kurdi non dà maggior fiducia ai profughi, che chiedono la protezione dell'Onu. (Š) I pochi funzionari e medici delle Nazioni unite in effetti, secondo il responsabile del campo e la Mezzaluna Rossa kurda, avevano abbandonato il campo di Mahmura subito dopo l'ordine di evacuazione degli Usa senza neppure avvertire la popolazione, e sospendendo le forniture di medicinali e derrate alimentari senza le quali si rischia carestia ed epidemie. L'associazione Azad chiede, in questo senso, anche l'intervento del Tavolo delle Ong e dei loro operatori sul campo. A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Via Quintino Sella 41, 00187 Roma Tel 0642013576 / Fax. 0642013799 / uiki.onlus at tin.it / http://www.kurdistan.it C/C bancario n. 12257 intestato a UIKI-Onlus, Banca Popolare di Milano, ag. 252
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