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OLTRE il MURO
- Subject: OLTRE il MURO
- From: "Palestina Libera" <palestina_libera at libero.it>
- Date: Fri, 4 Apr 2003 18:27:21 +0200
PALESTINA: UNO. DOMANI a PISA: Le voci di chi non si rassegna DUE. IL 10 APRILE a BOLOGNA: PALESTINA, UNO SGUARDO OLTRE IL MURO TRE. Aggiornamenti ZMAG QUATTRO. Da Roberto (ASSOPACE) IRAQ: CINQUE. Ultimora di CNNItalia.it SEI. Noam Chomsky SETTE. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: IRAQ: I SOLDATI CHE SI FINGONO CIVILI METTONO A RISCHIO LA POPOLAZIONE OTTO. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: GUERRA IN IRAQ: GLI USA DEVONO INVESTIGARE SULLE UCCISIONI DI CIVILI NOVE. Vespa War Show (CARTA) DIECI. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L'USO DELLE BOMBE A GRAPPOLO: E' LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO ****************************** UNO. DOMANI a PISA: Le voci di chi non si rassegna Sabato 5 APRILE 2003 ore 17:00 AULA MAGNA STORICA DELLA SCUOLA SUPERIORE DI STUDI E DI PERFEZIONAMENTO - Sant'ANNA Piazza Martiri della liberta' 33 ISRAELE E PALESTINA Le voci di chi non si rassegna INTERVENGONO : Michele Battini - Universita' di Pisa Wodlek Goltkorn - L'Espresso Nabel Kahiz - Al Fatah, Italia Rodolfo Ragionieri - Universita' di Sassari Asher salah - Universita' di Gerusalemme A proposito del libro LA BANDIERA NERA, editrice Una Citta' L'iniziativa e' promossa da : Socialismo Europeo - Libera associazione dei Riformisti Pisani. il circolo "La citta' futura" (studenti e ricercatori della Scuola Normale Superiore, del S. Anna, e dell'Universita' di Pisa). ****************************** DUE. IL 10 APRILE a BOLOGNA: PALESTINA, UNO SGUARDO OLTRE IL MURO GIURISTI DEMOCRATICI BERRETTI BIANCHI DONNE IN NERO Invitano la cittadinanza alla conferenza dibattito che si terra' il 10 Aprile alle ore 20:30 nella Sala Benjamin in via del Pratello, 53 a Bologna. PALESTINA, UNO SGUARDO OLTRE IL MURO Il muro della West Bank completa l'architettura della prigione a cielo aperto che e', oggi, la Palestina. Ma anche per i palestinesi, il carcere e' un buco piu' profondo. Un aggiornamento sulla vita dei palestinesi nei Territ averso il resoconto di alcuni osservatori italiani. Quali azioni concrete per una speranza di pace in Palestina? Informazioni sui progetti di solidarieta' con il popolo palestinese, le missioni degli osservatori internazionali e le azioni a sostegno dei refusenik israeliani. ------------------ Il Muro della West Bank proiezione di diapositive di Maurizio Cucci www.mcfoto.net Detenuti Palestinesi e il Caso di Marwan Barghouti Desi Bruno www.giuristidemocratici.it Tende di Pace a Rafah Miriam Garavaglia, Stefano Orlando, Giulia Palego Servizio Civile Internazionale www.sci-italia.it Donne di Jenin Patricia Tough Donne in Nero Bologna www.donneinnero.org Corpi Civili di Pace in Palestina Maria Carla Biavati Berretti Bianchi www.peacelink.it/users/berrettibianchi ****************************** TRE. Aggiornamenti ZMAG OSSERVATORIO MEDIORIENTALE -------------------------- Hass: Orrore che si materializza http://www.zmag.org/Italy/hass-horrorscenarios.htm " Questi scenari erano stati tracciati da singoli individui e portavoce ufficiali o attivisti di varie organizzazioni. Ammonivano che l'attenzione internazionale si sarebbe appuntata su cio' che sta accadendo in Iraq e che, sotto questa copertura, Israele avrebbe sfruttato l'occasione per rafforzare il suo attacco." GUERRA AL TERRORE -------------------------- Chomsky, Roy et al.: Per la pace e la giustizia http://www.zmag.org/Italy/wspjart-it.htm "'Per sfidare con successo chi detiene il potere, il nostro movimento deve costantemente crescere di dimensioni oltre che di consapevolezza e d'impegno. Dobbiamo coinvolgere quelle persone che sono contro la guerra, ma che ancora non hanno agito di conseguenza. Dobbiamo coinvolgere quelle persone che sono turbate da quello che vedono, ma che non hanno ancora deciso di opporsi alla guerra e alle politiche che vi stanno dietro. Dobbiamo anche coinvolgere quelle persone che adesso sono a favore della guerra, ma senza una piena comprensione del contesto, della m, Albert: Organizziamoci! http://www.zmag.org/Italy/albert_shalom-rejectdefeatism.htm " La lotta per il cambiamento non dovrebbe essere apocalittica. Il compito e' quello di incrementare con costanza l'impegno per prevenire gli attacchi imperiali, antidemocratici, illegali e immorali degli USA alle nazioni indifese del terzo mondo. Dobbiamo perseverare nel nostro rifiuto della guerra contro l'Iraq, l'Iran, la Siria, il Venezuela, la Corea del Nord." (paola) ****************************** QUATTRO. Da Roberto (ASSOPACE) Tra le tante situazioni oltre il limite della dignita' e della violazione dei diritti umani a cui sono soggetti i civili palestinesi, quello che succede agli abitanti di al-Mawasi e' certamente una delle forme piu' gravi. Situata nel sud della Striscia della di Gaza a pochi chilometri dalla citta' di Khan Yunis, la zona di al-Mawasi e' diventata da due anni a questa parte una enclave palestinese circondata dall'insediamento israeliano di Gush-Katif e dal relativo esercito che lo 'protegge'. La zona di al-Mawasi e' la zona e' ricca di acqua dolce e le sue terre sono tra le piu' fertili di tutta Gaza, forse a causa di questo al-Mawasi deve i suoi problemi. I circa 6000 abitanti, in prevalenza agricoltori e pescatori, sono alla merce' dei coloni, i quali in passato hanno compiuto incursioni vandaliche nei terreni coltivati, che oltre provocare notevoli danni economici hanno terrorizzato la popolazione forse con lo scopo di far andare via gli abitanti. In generale le condizioni di vita sono estremamente disagiate, le infrastrutture sono carenti: ci sono due cliniche mediche che provvedono solo servizi di base, mentre per tutte la altre cure bisogna andare a Khan Yunis, check-point permettendo, al-Mawasi e' isolata anche anche per le organizzazioni umanitarie, infatti sia la Croce Rossa internazionale che all' UNRWA (l'organizzazione delle Nazione Unite che si occupa dei profughi palestinesi) non possono entrare nonostante le ripetute richieste fatte; le due scuo egnanti che venendo da fuori rimangono bloccati al check-point, inoltre a volte e' anche proibito l'uso di veicoli all' interno dell'area, in questi casi i bambini devono camminare anche sei chilometri per poter raggiungere la propria scuola; la corrente elettrica nella maggioranza delle case e' assente, (c'e' solo quando il generatore riesce ad essere rifornito di gasolio proveniente dall'esterno). Gli abitanti di al-Mawasi sono soggetti ad estreme limitazioni della liberta' di movimento, per esempio agli uomini sotto i 50 anni non e' piu' consentito di lasciare la zona, cosi' se si trovavavo fuori al momento dell' imposizione del divieto non hanno piu'la possibilita' di rientrare alle proprie case e dalle proprie famiglie. In pratica il passaggio al check-point di Tufakh (l'unico modo per uscire da al-Mawasi) e' consentito solo alle donne ed ai bambini, se accompagnati. La pratica del passaggio del check-point e' a totale discrezione dei soldati israeliani, (durante il 2002 e' stato chiuso anche per 50 giorni di seguito), normalmente e'aperto solo a determinate ore, ma e? prassi normale che venga chiuso senza avviso preventivo, lasciando le donne ad aspettare per ore sotto il sole, solo per raggiungere Khan Yunis che dista pochi chilometri. Chiudere il check-point significa anche impedire alle donne di al-Mawasi di guadagnare il necessario per il sostentamento della famiglia, visto che i prodotti che vengono coltivati devono essere portati al mercato di Khan Yunis per essere venduti. Con questa politica del check-point l'esercito israeliano in teoria vuole controllare la sicurezza delle sue colonie abusive, ma in pratica e' solo un modo per vessare tutta la popolazione civille, umiliarla nello svolgimento delle piu' basilari esigenze umane. ****************************** CINQUE. Ultimora di CNNItalia.it -- Sahaf: "qualcosa di non convenzionale verra' messo in atto questa notte" ****************************** SEI. Noam Chomsky http://www.ecn.org/ponte (Da Peacelink MPA AMNESTY INT. CS46-2003 IRAQ: I SOLDATI CHE SI FINGONO CIVILI METTONO A RISCHIO LA POPOLAZIONE Amnesty International ha chiesto alle autorita' irachene di ordinare la fine degli atti di perfidia mediante i quali i soldati iracheni si fingono civili per arrivare abbastanza vicino da attaccare le forze nemiche. L'organizzazione e' particolarmente preoccupata per le affermazioni rilasciate dalle autorita' irachene a seguito dell'attentato suicida del 29 marzo contro un posto di blocco militare che ha causato la morte di quattro soldati statunitensi. Il vicepresidente Taha Yassin Ramadan, nel corso di una conferenza stampa ha affermato: "Questo e' solo l'inizio e voi sentirete notizie migliori nei giorni seguenti. Useremo ogni mezzo per uccidere il nostro nemico nella nostra terra e lo seguiremo nella sua terra." "Un'azione in cui i militari si fingono civili per portare avanti un attacco contro i soldati nemici e' chiaramente illegale" ha sottolineato Amnesty International. "Rendendo confusa la distinzione tra combattenti e civili, questi attacchi mettono a rischio tutti i civili iracheni. Tali azioni sono classificate come atti di perfidia e, secondo quanto prevede lo Statuto della Corte penale internazionale, si tratta di crimini di guerra. Chiediamo alle autorita' irachene di condannare pubblicamente questi attacchi e di rendere noto a tutti coloro che prendono parte ai combattimenti che queste violazioni sono inaccettabili." Ulteriori informazioni L'Articolo 37 del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali, stabilisce che: 1. e' vietato uccidere, ferire o catturare un avversario ricorrendo alla perfidia. Costituiscono perfidia gli atti che fanno appello, con l'intenzione di tradirla, alla buona fede di un avversario per fargli credere che ha il diritto di ricevere o il dovere di accordare la protezione prevista dalle regole del diritto internazionale applicabile nei conflitti arm re di voler negoziare sotto una bandiera di armistizio o di resa … simulare una incapacita' per ferite o malattia … simulare di avere lo status di civile e di non combattente … simulare di avere uno status protetto facendo uso di segni, emblemi o uniformi delle Nazioni Unite, di uno Stato neutrale o di altri Stati non Parti in conflitto. 2. Gli stratagemmi di guerra non sono vietati. Tali stratagemmi sono atti che intendono indurre in errore un avversario o di fargli commettere imprudenze, ma che non violano alcuna regola del diritto internazionale applicabile nei conflitti armati e che, non facendo appello alla protezione dell'avversario circa la protezione prevista da detto diritto, non sono perfidi. Sono esempi di stratagemmi di guerra gli atti seguenti: mascheramenti, inganni, operazioni simulate e false informazioni. FINE DEL COMUNICATO Roma, 1 aprile 2003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it www.amnesty.it/crisi/iraq ****************************** OTTO. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT. CS47-2003 GUERRA IN IRAQ: GLI USA DEVONO INVESTIGARE SULLE UCCISIONI DI CIVILI Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione per il crescente numero di episodi che, nel corso della guerra in Iraq, stanno causando la morte di civili. "Le autorita' statunitensi devono avviare un'indagine indipendente ed esauriente sull'attacco del 31 marzo nei confronti di un veicolo civile che ha causato la morte di sette fra donne e bambini", ha dichiarato l'organizzazione per i diritti umani. "Chiunque sia sospettato di aver compiuto uccisioni illegali di civili deve essere consegnato alla giustizia", ha sottolineato Amnesty International, ribadendo che le forze statunitensi e britanniche devono assumere tutti i provvedimenti necessari a proteggere i civili, indipendentemente dalle violazioni commesse dagli iracheni. "Il dovere di proteggere I propri sold violazione del diritto internazionale umanitario. I comandi militari devono adottare misure che tutelino le vite dei civili e di altri non combattenti e assicurare che episodi come questo non si ripetano mai piu'". Secondo il Washington Post, il 31 marzo soldati della III divisione della Fanteria statunitense hanno aperto il fuoco su un veicolo non identificato che si stava avvicinando a un posto di blocco nei pressi di al-Najaf. Il quotidiano ha riferito che un comandante ha dapprima ordinato ai soldati di esplodere dei colpi di avvertimento; quando il veicolo si e' ulteriormente avvicinato al posto di blocco, egli ha ordinato ai soldati di fermarlo. Non e' chiaro se i soldati abbiano esploso uno o piu' colpi di avvertimento prima di uccidere a colpi di artiglieria sette dei 15 passeggeri. Il dipartimento della Difesa statunitense ha affermato che i colpi sono stati esplosi dopo che l'autista del veicolo aveva ignorato grida e colpi di avvertimento. Questa ricostruzione appare diversa da quella riportata dal Washington Post. FINE DEL COMUNICATO Roma, 2 aprile 2003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it www.amnesty.it/crisi/iraq ****************************** NOVE. Vespa War Show (CARTA) A proposito di boicottaggi: perche' non adoperarsi per far scendere lo "share" di "Porta a porta" di una buona percentuale? Perche' non decidere, tutti coloro che sono per la pace, di non accettare mai piu' inviti a partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa, come ha deciso di fare, e lo spiega a Carta, Giulietto Chiesa? Sul nuovo numero di Carta, una inchiesta racconta lo straordinario attivismo e le tecniche di disinformazione dell'uomo piu' potente della televisione "pubblica". La Rai, con ogni probabilita', rifiutera' di nuovo di trasmettere la diretta della manifestazione nazionale del 12 aprile: in cambio, tutti i coordinamenti pacifisti potrebbero manif l boicottaggio di Bruno Vespa, agente principale dell'informazione con l'elmetto. http://WWW.carta.org/rivista/settimanale/2003/12/sommario.htm ****************************** DIECI. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT. CS49-2003 GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L ' USO DELLE BOMBE A GRAPPOLO: E ' LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per l ' alto numero di vittime civili che la guerra in Iraq sta provocando e per il ricorso alle bombe a grappolo nel corso di attacchi militari contro aree densamente popolate. Il 1° aprile almeno 35 civili - tra cui molti bambini - sono stati uccisi ed altri 300 sono rimasti feriti a seguito di un attacco militare lanciato dalle forze statunitensi contro la citta ' di al-Hilla. Amnesty International e ' sconcertata per le notizie secondo le quali, durante l ' attacco, sono state utilizzate bombe a grappolo. " L ' uso delle bombe a grappolo ad al-Hilla costituisce un attacco indiscriminato e una grave violazione del diritto internazionale umanitario " - ha accusato l ' organizzazione per i diritti umani. " Se gli USA parlano seriamente quando dicono di voler proteggere la popolazione civile, allora devono impegnarsi pubblicamente a sospendere l ' uso delle bombe a grappolo. Continuare a usarle significhera ' causare indiscriminatamente morti e feriti tra la popolazione civile " . Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, ad al- Hilla sono state usate bombe a grappolo del tipo BLU97 A/B. Ognuna di esse contiene 202 ordigni - denominati BLU 97 - di dimensioni simili a una lattina da bibita. Le bombe a grappolo si spargono su un ' area pari a quella di due campi da calcio. In almeno il 5% dei casi, gli ordigni contenuti al loro interno non esplodono all ' impatto al suolo, trasformandosi in mine anti-persona e prolungando nel tempo il rischio di morte FINE DEL COMUNICATO Roma, 2 aprile 2003 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International - Ufficio stampa Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it www.amnesty.it/crisi/iraq/
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