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Fw: Notizie dal campo di Makhmur
- Subject: Fw: Notizie dal campo di Makhmur
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Mon, 31 Mar 2003 18:33:08 +0200
da Luisa Morgantini materiale informativo: Migliaia di donne e bambini del campo rifugiati di Makhmur nel nord dell'Iraq sono intrappolati dal tumulto della guerra. "Il campo di Makhmur, in cui risiedono 10.000 curdi rifugiati dalla Turchia, è situato nel mezzo di Mosul- Kirkuk- Ibilin in cui si stanno svolgendo in questo momento delle violente battaglie. La mattina del 25 marzo 2003, siamo riusciti a contattare telefonicamente un rappresentante del campo rifugiati, la cui amministrazione autogestita ci ha informato che si avvertiva chiaramente il rumore delle granate dell'artiglieria dal campo e che sono intrappolati in un'area in cui a giorni si svolgerà una intensa battaglia corpo a corpo. La maggior parte degli abitanti del campo sono donne e bambini bisognosi che hanno perso le loro case in Turchia durante la campagna svoltasi negli anni novanta per distruggere gli insediamenti curdi. Immediatamente prima dello scoppio della guerra, gli ufficiali americani hanno fatto una dichiarazione incitando le associazioni umanitarie ed i membri delle istituzioni sovranazionali di lasciare il paese. Il personale dell'Onu a Makhmur ha abbandonato il campo improvvisamente senza avvertire la popolazione. Prima dello scoppio della guerra, la popolazione del campo ha presentato una serie di petizioni chiedendo alle autorità dell'Onu garantire la sicurezza ma non ha ricevuto alcuna risposta dallo stesso. Il campo è ormai completamente isolato dal resto del mondo. Gli abitanti non possono lasciare il campo, e nessuno dal di fuori può visitarlo. Non c'é nessuno al di fuori dei rifugiati, condannati a restare in uno stato di incertezza in cui non c'è nessuna garanzia nei confronti della loro sicurezza, nessuno a cui possano indirizzarsi e fare delle richieste. Poiché l'UNHCR procurava gli aiuti alimentari in maniera sistematica prima dello scoppio della guerra, il rifornimento del cibo e delle medicine non è più avvenuto dal momento dell'abbandono da parte del personale dell'Onu, incluso il personale medico nominato dall'UNHCR. In caso di una lunga battaglia, gli abitanti del campo si troveranno a far fronte alla mancanza di cibo. Un portavoce dei rifugiati contattato stamattina ha sottolineato che la gente del campo dovrà essere rifornita di cibo e medicine se la guerra dovesse prolungarsi, ed ha posto l'attenzione sul fatto che l'Onu era obbligato ad ottenere una garanzia dalle parti coinvolte in guerra che nessuno dovesse usare violenza ai civili indifesi nel campo. Il portavoce ha inoltre dichiarato che, nella situazione attuale, avevano solamente due scelte. La prima, di tornare in Turchia, il paese dal quale erano scappati, solo nel caso in cui il governo turco avesse chiarito la sua posizione sul ritorno e la riabilitazione dei rifugiati e avesse preso posizione sulla situazione curda. La seconda, di resistere all'atmosfera di guerra , solo nell'eventualità che venisse assicurata l'incolumità ed i bisogni della popolazione del campo stesso. Il rappresentate ha aggiunto che non avevano né la capacità di difendersi, né la possibilità di fare affidamento su qualcuno che li potesse difendere una volta che la battaglia si svolgesse sul campo rifugiati. E' ormai assolutamente necessario che l'Onu o qualsiasi istituzione umanitaria di rilevo agisca cercando di reperire supporto materiale e morale di cui i rifugiati intrappolati nel tumulto della guerra ed in un paese alieno possano aver bisogno. Conseguentemente noi richiediamo a tali istituzioni di assumersi le proprie responsabilità prima che sia troppo tardi. RICHIESTE URGENTI: - l'Onu deve prontamente ottenere dalle parti coinvolte la garanzia che la sicurezza del campo rifugiati sia rispettata ed il sito messo sotto protezione. - Se le ostilità non dovessero cessare in breve tempo, l'Onu e l'ICRC dovranno provvedere a rifornire cibo e medicine per la popolazione del campo. - Un dottore dovrà essere inviato per occuparsi dei casi più urgenti al più presto possibile.
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