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I: BOMBE SUL PASSATO
- Subject: I: BOMBE SUL PASSATO
- From: "Associazione Partenia" <partenia at libero.it>
- Date: Sun, 30 Mar 2003 22:12:22 +0200
Una piccola goccia nel mare per riflettere se procedere ancora su quella strada che ci sta conducendo sempre più a diventare "massa informe e indifferenziata, buona solo per produrre e consumare, senza identità e senza memoria", ma per ben riflettere anche sul fatto che chi vuole la PACE ha da impegnarsi ancor più pervicacemente per non perseguire "più solo gli scopi per cui la guerra è stata scatenata." Associazione Partenia http://utenti.tripod.it/partenia BOMBE SUL PASSATO (articolo del prof. Galimberti e lettera del prof. S.Emmanuele pubblicati da La Repubblica "D" del 29.3.03) Scrive Martin Heidegger: "La domanda che ci chiede quando ci sarà finalmente pace non può trovare risposta, non perchè la durata della guera sia imprevedibile, ma perchè la guerra è diventata una sottospecie dell'usura della terra che viene continuata nel tempo di pace." "Cosa avverrà dopo l'Oriente? Truman aveva destinato la prima bomba atomica a Osaka, l'antica Naniwa, la Firenze del Giappone.Per fortuna gli aviatori la conoscevano, si sono ribellati e la sventura del delitto più inumano della storia si è abbattuto su Hiroshima e Nagasaki. Osaka sorge sulle rive del fiume Yodo, che l' attraversa con più di 1400 canali. Nell'ultimo conflitto ha subito massicci bombardamenti. Nella mente ritorna sempre lo scempio di Dresda. Nel caso in cui il conflitto iracheno si dovesse avverare e non prevalesse la saggezza e la coscienza culturale, come è avvenuto nell'anomalo insipiente passato, bombardare antichi siti archeologici come Eriddu, Ur, Uruk, Larsa,Lagsh, Nippur, Kish, Babilonia, Sippar, Assur, Ninive (le mappe sono dense dei segni che indicano i siti e distinguono le varie dinastie regali , per cui non è possibile nominare tutte le città del passato), equivarrebbe a bombardare Luxor in Egitto, il Vaticano a Roma, simboli della cultura dell'umanità. La paura è che, dopo l'Oriente, il pensiero degli amministratori Usa possa rivolgersi all'Europa; la lotta per i mercati orientali è infinita, si è insinuata negli animi e genera l'avversione per l'America che oggi preoccupa i governanti europei. Le basi aeree, nei vari Paesi europei, come in Italia e in Spagna, sono rendite perpetue da poter usare senza chiedere permesso a nessuno. Mari, città mesopotamica, II millennio a.C., scoperta per caso nel 1933, ha dato 20 mila testi cuneiformi, tra i quali quelli sul "profetiamo". Se qualcuno avesse bombardato la collinetta che la ricopriva prima della scoperta, oggi gli studiosi non avrebbero potuto stabilire rapporti tra il profetiamo biblico e il profetiamo letterario di Mari. Sarebbe bene che le prime pagine dei giornali, in questi giorni di agonia spirituale, fossero ricoperte di mappe archeologiche dell'Iraq, chiare, distinte, dense di segni, corredate di brevi articoli indicativi sui disastri spirituali verso cui l'umanità sta per indirizzarsi. Gli uomini di cultura dovrebbero opporsi a questo disastro storico, un vero delitto, contro le origini della nostra civiltà, contro l'intera umanità, la quale potrebbe trovare pace, risalendo al pensiero che le ha generato la coscienza nei termini moderni." Prof. Salvatore Emmanuele emmanuele11 at interfree.it Quando questa lettera verrà pubblicata la guerra sarà forse già stata scatenata e molti dei siti archeologici che lei cita saranno stati danneggiati o non ci saranno semplicemente più. L'Iraq infattiè un'immensa area archeologica, in minima parte dissepolta, da cui sono pervenuti i testi che hanno dato origine alla nostra civiltà, prima di essere filtrata dal pensiero greco. Ogni metro quadrato dei deserti iracheni può nascondere mattonelle cuneiformi, quando non intere biblioteche (come qualle di Mari, Ebla, Ninive, Sippar) che non saranno risparmiate dalle bombe "intelligenti" degli angloamericani, a cui non interessa la memoria del passato, ma solo i profitti del presente e del futuro. Questa cancellazione della storia è quanto di più spaventoso possa accadere all'umanità che, quando viene sradicata dal suo passato, diventa massa informe e indifferenziata, buona solo per produrre e consumare, senza identità e senza memoria. Ma questo non è solo l'effetto della guerra. La guerra, se mai, è a sua volta l'effetto della mentalità occidentale che guarda la terra non come dimora degli uomini, non come radicamento di tradizioni, non come dispiegamento di identità e differenze, ma come pura materia prima da utilizzare, come vuole ormai l'avvenuta riduzione delle possibilità del nostro pensiero a puro e semplice calcolo, regolato dal solo criterio dell'utilità, che conduce, oltre all'uso della terra, alla sua usura. Per questo. come scrive Heidegger, "la differenza tra guerra e pace diventa caduca" perchè la guerra non è che il momento violento per raggiungere gli obbiettivi che incessantemente si perseguonno in tempi di pace. Obbiettivi che noi occidentali ben conosciamo quando guardiamo la terra solo come "fondo a disposizione", per mantenere i nostri privilegi e assicurare i nostri interessi. Arte, cultura, bellezze archeologiche, memorie dell'antichità, se non rientrano nella categoria dell'utilità, sono valori sbiaditi che non sclfiscono il pensiero occidentale ridotto a calcolo, sia in pace che in guerra. Il suo invito "agli uomini di cultura ad opporsi a questo disastro storico", lei al pari di me, sa che è inefficace. Il pensiero che pensa è inaccessibile alle menti che funzionano solo con il pensiero che calcola. E siccome il pensiero che calcola è comune sia a chi ci governa sia a chi è governato, agli uomini di cultura non resta che tentare di aprire qualche spiraglio, qualche fessura a questo chiuso e arroccato pensiero, tipico di noi occidentali, affinchè il tempo di pace che seguirà alla guerra non persegua più solo gli scopi per cui la guerra è stata scatenata. (chi desidera essere depennato dalla ML abbia la cortesia di comunicarlo firmandosi. grazie Associazione Partenia http://utenti.tripod.it/partenia)
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