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Dichiarazione su espulsione diplomatici iracheni
- Subject: Dichiarazione su espulsione diplomatici iracheni
- From: "FIEI" <fiei at email.it>
- Date: Mon, 24 Mar 2003 13:13:00 +0100
Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione - fiei at email.it Dichiarazione di Rodolfo Ricci, Segretario della FIEI L'espulsione dei 4 diplomatici iracheni, richiesta venerdì scorso dalle autorità USA ed oggi decretata dalla Farnesina, pone dei seri interrogativi rispetto all'autonomia del Governo e del Ministero Affari Esteri rispetto alla gestione degli eventi legati alla guerra: molti altri paesi, europei e non, hanno risposto agli USA che una decisione del genere è una questione di sovranità nazionale, sia che si sostenga o meno l'operazione militare degli USA in Iraq. La risposta celerissima del Ministro degli Affari Esteri pone invece a noi italiani dei seri dubbi quanto alla capacità di rappresentare gli interessi e l'autonomia politica del nostro Paese. Allo stesso tempo questa decisione dissolve ogni dubbio sulla posizione del governo italiano rispetto alla partecipazione alla guerra, confermandone, a scanso di ogni residuo equivoco, il sostegno diretto e la condivisione degli obiettivi del governo statunitense; è in questo senso allucinante e allo stesso tempo grottesco che il decreto di espulsione venga risparmiato all'incaricato di affari, forse per ipotecare una possibilità di relazioni da giocare nel dopoguerra al momento della ricostruzione ?? D'altra parte la scelta si inserirebbe appieno nel progetto di trasformare il Ministero degli Esteri in una sorta di succursale economica. Ma al di là di queste considerazioni, si pone ora la questione se questo ministro rappresenti, o meno, gli interessi del popolo italiano in questa delicatissima fase politica internazionale. Ed è richiesta un'altra dichiarazione del Ministro Tremaglia, il quale ci ha fatto conoscere in un comunicato emesso venerdì scorso, la sua condivisione della politica del governo, affermando che l'Italia non è paese belligerante, e che ha e deve mantenere una posizione autonoma e non servile. Scelte di questo genere, per il modo e il contesto in cui sono state prese, fanno anche emergere in prospettiva, qualche preoccupazione sulla questione dell'esercizio di voto all'estero. Roma, 23 marzo 2003
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