la pax americana globale nasce nel settembre 2000



                   da "Dominio" di Nafeez M. Ahmed   edizioni. Fazi

Il piano per la creazione di una "pax americana globale", scoperto dal
«Sunday Herald», fu steso da Dick Cheney (ora vicepresidente), Donald
Rumsfeld (segretario alla Difesa), Paul Wolfowitz (il vice di Rumsfeld), Jeb
Bush, fratello minore di George W., e Lewis Libby (il capo di Stato Maggiore
di Cheneyl. Il documento, intitolato "Rebuilding America's De­fences:
Strategies, Forces and Resources for a New Century" 'La rico­struzione delle
difese americane. Strategie, forze e risorse per un nuovo secolo', fu
prodotto nel settembre del 2000 dalla think-tank neo-conser­vatrice Project
for a New American Century (PNAC).
Vale la pena riportare in dettaglio la descrizione fornita dal «Sunday
He­rald» degli sconvolgenti contenuti del documento:

Il piano mostra l'intenzione del gabinetto di Bush di porre la regione del
Golfo sotto il proprio controllo militare, che Saddam sia al potere o me­no.
Vi si afferma: «Per decenni gli Stati Uniti hanno tentato di giocare un
ruolo più costante nella sicurezza regionale del Golfo. Se il conflitto
irri­solto con l'Iraq offre l'immediata giustificazione, il bisogno di un'
impor­tante forza americana nel Golfo trascende il problema del regime di
Sad­dam Hussein».

Il documento del PNAC propone un «piano per il mantenimento dell'ege­monia
globale degli USA, il contenimento delle potenze rivali e la creazio­ne di
una struttura di sicurezza globale in linea con i principi e gli interes­si
americani».

Questa «grande strategia americana» deve essere proiettata «il più in là
possibile nel tempo», afferma il documento. Sostiene inoltre che «obiettivo
primario» degli Stati Uniti è «combattere e vincere con decisione in vari e
simultanei teatri di guerra».

IL documento descrive le forze armate americane come «la cavalleria della
nuova frontiera americana». Il piano del PNAC cita un altro documento di
Wolfowitz e Libby che invita gli Stati Uniti a «scoraggiare i paesi
indu­striali avanzati dal mettere in discussione il nostro potere o anche
solo dall'aspirare a un più ampio ruolo regionale o globale».

Inoltre il documento del PNAC:

parla di alleati chiave quali l'Inghilterra come «il modo più efficace di
esercitare il potere globale americano»;

afferma che le missioni di pace necessitano della «guida politica degli USA
piuttosto che di quella delle Nazioni Unite»;

rivela le preoccupazioni dell'amministrazione che l'Europa possa di­ventare
un rivale degli USA;

dice che «se anche Saddam dovesse scomparire dalla scena politica»  le basi
in Kuwait e in Arabia Saudita continueranno a esistere a tem­po
indeterminato -
nonostante l'opposizione interna dei regimi del Golfo allo stazionamento di
truppe USA - dal momento che «l'Iran potrebbe benissimo rivelarsi una
minaccia agli interessi USA tanto quan­to l'Iraq»;

pone l'accento su un possibile «cambio di regime» in Cina afferman­do che «è
arrivato il momento di incrementare la presenza di forze ar­mate americane
nel Sud-est asiatico». Questo, aggiunge, potrebbe far sì che «le forze
armate americane e alleate forniscano lo sprone al pro­cesso di
democratizzazione della Cina»;

ipotizza la creazione di «forze spaziali USA» per il dominio dello spazio e
il controllo totale del cyberspazio allo scopo di prevenire che i «ne­mici»
possano usare Internet contro gli USA;

descrive la Corea del Nord, la Libia, la Siria e l'Iran come regimi
peri­colosi la cui esistenza giustifica la creazione di un «sistema globale
di comando e controllo».

Tam Dalyell, parlamentare del Partito Laburista, esponente di spicco del­la
Casa dei Comuni, fra i principali oppositori della guerra in Iraq, ha
di­chiarato: «Questo è un piano per il dominio americano del mondo, un nuovo
ordine mondiale di loro creazione. Questi sono i processi mentali di
visionari americani che vogliono controllare il mondo. Sono indignato che un
primo ministro inglese laburista possa aver seguito una banda di tale
statura morale in questa avventura».'