R: 17 marzo, Gaza: chi ha paura delle formiche bianche?



Che Dio benedica e protegga tutte le "formiche bianche", farfalle delicate, 
aironi che volano nella tempesta,  aquile solitarie e libere! Contro la
violenza che domina oggi nel mondo non resta altro che il sogno e la
speranza. Sono esse, le anime semplici e coraggiose, che rendono per tutti
la vita degna d'essere vissuta.  Grazie! Grazie a voi che  con la vostra
magnanimità  mettete in  ludibrio le tracotanze dei potenti.   
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> Da: "mc.foto" <mc.foto at libero.it>
> A: peace link <pck-pace at peacelink.it> 
> Oggetto: FW: 17 marzo, Gaza: chi ha paura delle formiche bianche?
> Data: Tue, 18 Mar 2003 10:59:04 +0100 
> 
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>Da: fabio c <notinmyname at gmx.net>
>Data: Mon, 17 Mar 2003 17:21:42 +0100 (MET)
>Oggetto: 17 marzo, Gaza: chi ha paura delle formiche bianche?
>
>"as we come marching in the beauty of the day, hearts starve as well as
>bodies. yes, it is for bread we fight, but we fight for roses too"
>"mentre noi arriviamo marciando nella bellezza del giorno, anche i cuori,
>come i corpi soffrono la fame. si, è per il pane che lottiamo, ma lottiamo
>anche per le rose"
>
>nel giorno piu' amaro scoppio.
>tante volte in queste notti ho cercato di raccattare tutti i pensieri
>fermati di sfuggita su qualche foglio, sul quaderno perche' non rimanessero
>soltanto appunti sparsi ma anche una testimonianza per chi e' lontano dai
>cingoli
>dei carri armati che occupano la terra di palestina.
>oggi e' un giorno amaro.
>e' il giorno migliore per scoppiare.
>ho abbastanza forza per trattenere le lacrime per quello che e' successo
>ieri e per quello che mi arriva dal resto del mondo.
>rachel aveva ventitre anni.
>da qualche mese era a rafah dove cercava di fare quello che ogni persona
con
>un po' di senno e di coraggio dovrebbe fare, cercare di fermare le
>ingiustizie.
>rafah e' l'estremo sud della striscia di gaza, la prigione piu' grande del
>mondo, una delle aree piu' densamente popolate del mondo.
>rafah e' la fine del mondo, il posto dove muoiono le speranze, in una
>tormenta di sabbia, la sabbia del deserto. in una tormenta di rabbia, la
>rabbia
>della palestina. 
>la tormenta, il tormento.
>la terra trema ai cingoli dei carri armati e non scoppia.
>tremo ai cingoli dei carri armati e scoppio.
>a rafah, la fine del mondo, il paesaggio cambia giorno dopo giorno e ci si
>perde a guardare questa decadente scenografia mutare.
>cambiano le forme e i colori.
>e tutto mi sembra grigio.
>a rafah i bulldozer dei forti demoliscono le case, per millantate ragioni
di
>sicurezza.
>centinaia di case ora sono macerie, quelle grigie.
>centinaia di famiglie sono senza casa, se per assurdo si puo' chiamare casa
>quattro mura di mattoni in un campo profughi, uno dei tanti.
>c'e' qualcuno, qui in palestina, che resiste alle tormente e ai tormenti,
>quelli che affliggono i palestinesi fino a farli scoppiare. e loro
scoppiano
>davvero e qualcuno non ne capisce i motivi.
>ma questa non e' una giustificazione.
>nella striscia di gaza ci sono delle formiche. delle formiche bianche.
>piccole formiche bianche.
>sono persone che lasciano le loro case, laddove non rumoreggiano cannoni, e
>se stanno sotto il sole di palestina che gia' a marzo scotta. e se ne
stanno
>sotto il sole, davanti ai bulldozer, davanti ai carri armati dei forti
>mentre
>distruggono una casa o abbattono un aranceto.
>"e dove fanno deserto quella chiamano pace"
>ce ne stavamo cosi', sotto un sole di marzo, a pochi metri da quei
>bulldozer, spaventosi alla vista, che incuranti del mondo pattinavano su un
>aranceto.
>ce ne stavamo li', piccole formiche bianche.
>perche' sembravamo delle formiche difronte a quel mastodonte di metallo
>verdastro.
>ce ne stavamo li' sotto il sole di marzo e cercare di capire perche'.
>avremmo voluto chiedere a loro perche' e per cosa ma non ci hanno permesso
>di avvicinarci.
>ci hanno fatto 'no' con il cannone del carro armato e hanno sparato in
aria.
>ce ne siamo rimasti li', col passaporto in mano e quelle casacchine chiare
>che ci rendevano formiche bianche.
>non c'e' stato verso di fermarli, non c'e' stato verso di parlare.
>hanno spianato e sparato.
>tornando a casa mi convincevo dell'ennesimo fallimento.
>niente sembra fermarli, niente.
>o forse si. un'ora dopo essere andati via i mastodonti dei forti si sono
>ritirati lasciandosi dietro tronchi sradicati e arance morte.
>la gente pensa che sia stata la nostra silenziosa presenza a dissuaderli.
>ci piace pensare che i mastodonti verdi abbiano avuto paura delle formiche
>bianche.
>chi ha paura delle formiche bianche?
>ieri una formica bianca e' rimasta schiacciata.
>a rafah ieri i mastodonti verdi stavano demolendo una casa e le formiche,
>che sono piccole e camminano piano, si sono messe in mezzo.
>il mastodonte, il bulldozer dell'esercito israeliano, dice di non averla
>vista ed ha tirato avanti seppellendola coi detriti. i detriti grigi che
>fanno
>il paesaggio di rafah grigio, come in bianco e nero.
>l'ho vista una sola volta rachel, coi capelli biondi che spuntavano dal
velo
>che aveva deciso di mettere, per rispetto alla gente del posto.
>da gennaio rachel era in palestina, e faceva quello che una formica bianca
>puo' fare, mettersi in mezzo.
>ma il mastodonte l'ha seppellita.
>non so dire se in quel momento qualcuno ha avuto paura di quella formica
>bianca.
>so soltanto che forte della sua stazza il mastodonte ha tirato avanti
>uccidendola.
>e ripenso a me, formica tra le altre sei formiche bianche, qualche giorno
>prima davanti agli stessi mastodonti.
>e gli occhi inciampano su un pensiero:
>eravamo formiche uguali, bianche.
>dove volano le formiche bianche quando muoiono?
>e chi ha paura delle formiche bianche?
>forse piu' nessuno ora.
>i carri armati cigolano, i bulldozer pattinano su case e campi coltivati.
>e' la quotidianita' palestinese, dove se esci di casa non sai se ci
>tornerai.
>non solo perche' forse avrai da passare una notte fermo ad un check-point
ma
>perche' forse il bulldozer la sta tirando giu'.
>e non c'e' preavviso.
>solo "ragioni di sicurezza". o la ragione del piu' forte, di chi sa di
>rimanere impunito.
>la quotidianita' della striscia di gaza sono le torrette e gli avamposti
>militari, sono le strade dei coloni e i muri di cemento, sono i tetti rossi
>degli insediamenti e i muri smitragliati delle case nei campi profughi.
>la quotidianita' della striscia di gaza sono i bambini scalzi e smoccioloni
>che scalano collinette di macerie di case demolite, sono i piedi nella
>sabbia
>di un campo di calcio troppo vicino ad un insediamento israeliano. dove si
>gioca una doppia partita. col pallone e con la vita.
>ieri a khan yunis un'altro ragazzino e' stato ammazzato dal fuoco
>israeliano, mentre giocava a calcio.
>e ieri a rafah una formica bianca e' stata ammazzata.
>forse davvero nessuno ha paura delle formiche bianche.
>abbiamo deciso ugualmente di restare qui, anche se nessuno ha paura delle
>formiche bianche.
>abbiamo occhi e voce.
>ma a volte non abbiamo lacrime e parole.
>abbiamo un biglietto di ritorno, per poter raccontare quello che succede
>qui, in questa terra che agli occhi dei media sembra essere silente. ed
>invece
>non c'e' un minuto di silenzio.
>non si parla piu' della palestina, come se fosse scoppiata la pace.
>ma forse davvero la pace e' il deserto.
>e' un giorno amaro. e mi sono scoppiati i pensieri.
>
>chi ha paura delle formiche bianche?
>
>"per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti"
>
>fabio
>
>ps. Israeli bulldozer driver murders American peace activist
>http://electronicintifada.net/v2/article1248.shtml
>
>-- 
>+++ GMX - Mail, Messaging & more  http://www.gmx.net +++
>Bitte lächeln! Fotogalerie online mit GMX ohne eigene Homepage!
>
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