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12/03 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- Subject: 12/03 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- From: "norma" <norma.b at libero.it>
- Date: Tue, 11 Mar 2003 00:32:16 +0100
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti Siamo consapevoli che la guerra degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro l'Iraq non è mai terminata: dieci anni di embargo e continui bombardamenti della no fly zone non possono certamente essere considerati dieci anni di pace. Eppure viviamo queste ore di ultimatum con il fiato sospeso: aspettiamo che il conflitto deflagri in maniera immensamente più violenta, aspettiamo di rivedere i servizi televisivi con i traccianti le attraversano il cielo di Bagdad, aspettiamo di rivedere le manovre degli aerei in partenza o in ritorno dalle loro missioni di morte. L'ONU sta probabilmente vivendo le sue ultime ore: se in qualche modo avallerà la politica statuntense perderà ogni residua autorità morale; se non lo farà e gli Stati Uniti attaccheranno ugualmente sarà la dimostrazione evidente che solo Bush ed i suoi finanziatori sono veri padroni del mondo e delle sue risorse. Ma "questa volta" è anche accaduto qualcosa di assolutamente diverso dalle volte precedenti: migliaia di gesti di opposizione alla guerra si sono moltiplicati ovunque: c'è stato chi ha digiunato e chi si è incatenato ai binari ; chi ha marciato e chi ha firmato petizioni; chi ha appeso al balcone la bandiera arcobaleno e chi ha lavorato per lo sciopero generale contro la guerra. Chi si oppone al conflitto, per la prima volta da quando, dieci anni fa, il governo italiano ha iniziato a violare deliberatamente la Costituzione partecipando alla prima guerra del Golfo, è maggioranza. E assolutamente stonati appaiono gli appelli affinchè le manifestazioni antiguerra rimangano nella "legalità" : bloccare i treni che trasportano armi per una guerra inutile, illegale e criminale è un gesto nonviolento e di altissimo valore morale. E' il governo che ha violato la legalità concedendo porti, ferrovie ed infrastrutture per preparare una guerra che la costituzione esplicitamente vieta, e che neppure l'alleanza atlantica, che non è certo un'organizzazione pacifica, nè pacifista, potrebbe giustificare. Incondizionata solidarietà va perciò espressa ai portuali che hanno dichiarato la loro volontà di scendere in sciopero se chiamati a collaborare direttamente o indirettamente alla guerra; ma tutte le organizzazioni sindacali dovrebbero anche porsi il problema di come sostenere l'indisponibilità alla guerra dei lavoratori delle piccole ditte di appalto o subappalto che, a quanto pare, saranno chiamate a movimentare armi nel porto di Livorno. E se armatori marittimi come Grimaldi e Messina metteranno a disposizione i propri traghetti per la guerra, dovranno almeno fare i conti con una pesante caduta di immagine. A Genova, per es. Messina ha finanziato in parte la "bolla" che abbellisce (si fa per dire) l'expò: come concilia questa immagine "buonista e colta" con il trasporto di armi? Tra i mille piccoli gesti di questi giorni si colloca anche l'ora in silenzio per la pace che si tiene ininterrottamente a Genova ogni mercoledì dai giorni successivi all'attacco alle torri gemelle: Si svolgerà anche mercoledì 12 marzo, dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale di Genova info info: Norma Bertullacelli 010 5704871 - 347 3204042 Antonio Bruno 010 6982958 - 339 3442011 Graziella Gaggero 010 594796 - 347 4197646 Pino Parisi 339 2179295 Sergio Tedeschi 010 460483
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