Fw: firme verso ONU



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From: "Marie-France Maurin" <m.france.m at virgilio.it>
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Sent: Tuesday, March 04, 2003 6:16 PM
Subject: firme verso ONU


> Carissimi e carissime amiche, è urgente. Con amicizia marie-france
>
> Care e cari amici,
>
> ho già riportato altre volte notizie da MoveOn che partecipa al cartello
di
> movimenti di opposizione alla guerra che ha per slogan win without war -
> vincere senza guerra. Giunge ora un appello di emergenza per raccogliere
> firme da tutto il mondo in calce ad una lettera che sarà presentata ai
> rappresentanti dei 15 paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU
> GIOVEDI' 6 MARZO, in vista delle decisioni che il Consiglio dovrà prendere
> in merito alla richiesta degli USA di un "via libera" per bombardare e
> invadere l'Iraq. Se il Consiglio di sicurezza vota accettando una seconda
> risoluzione - scrive Eli Pariser, direttore di MoveOn - sarà molto
difficile
> scongiurare una guerra. Ma se la risoluzione non ottiene voti sufficienti,
> questo significherà un importante intralcio nei piani di invasione
> dell'amministrazione Bush. Questa settimana può essere la nostra ultima
> chance per "vincere senza guerra". Ecco il testo della lettera:
>
> Egregio Membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
> siamo cittadini di paesi di ogni parte del mondo. Parliamo insieme perché
su
> tutti noi inciderà la decisione nella quale il suo paese ha una parte
> rilevante - la decisione su come disarmare l'Iraq.
> Il primo motivo per l'esistenza delle Nazioni Unite è indicato nel
Preambolo
> della Carta dell'ONU: "salvare le future generazioni dal flagello della
> guerra che per due volte nel tempo della nostra vita ha portato indicibili
> sofferenze all'umanità". Se il suo paese sostiene una risoluzione del
> Consiglio di Sicurezza che autorizzi una guerracontro l'Iraq, lei
> contraddirà direttamente quella Carta. Lei sosterrà una guerra non
> necessaria, una guerra che immediatamente e nelle sue imprevedibili
> conseguenze, potrebbe portare di nuovo "indicibili sofferenze
all'umanità".
> L'ONU è stata creata perpermettere alternative pacifiche alla guerra. Le
> ispezioni sugli armamenti che si stanno svolgendo sono un perfetto esempio
> appunto di tale alternativa, e il loro crescente successo è una
> testimonianza del potere potenziale che l'ONU detiene. Sostenendo rigorose
> ispezioni invece della guerra, lei può indicare al mondo una reale via di
> risoluzione dei conflitti senza spargimento di sangue. Ma se lei sostiene
> una guerra, ciò pregiudicherà la ragion d'essere stessa su cui le Nazioni
> Unite sono fondate.
> Il presidente Bush sostiene che solo dando il loro appoggio ad una guerra
in
> Iraq l'ONU può provare la propria rilevanza. Noi sosteniamo il contrario:
Se
> il Consiglio di Sicurezza acconsente ad essere completamente dominato da
una
> nazione membro, di fronte ad alternative percorribili, al buon senso e
> all'opinione pubblica mondiale, allora le Nazioni Unite si troveranno si
> troveranno sminuite nel loro ruolo ed efficacia e nella considerazione
> dell'umanità.
> Non sosteniamo questa guerra. Per miliardi di cittadini in centinaia di
> paesi e per le genrazioni future le cui vite saranno determinate dalla
> scelta a cui lei è chiamato a partecipare, le chiediamo di opporsi
> fermamente alle pressioni dell'Amministrazione Bush e di sostenere
rigorose
> ispezioni per l'Iraq. Gli occhi del mondo sono su di lei.
> In fede,
> [numero] cittadini del mondo.
>
> Sottoscrivi OGGI e passa ad altri questa petizione.
> Per sottoscrivere vai al sito www.moveon.org/emergency inserisci i tuoi
dati
> nelle apposite caselle e premi il sottostante invio (send).
>
> GLI ISPETTORI IN CASA BUSH
>
> Mi è stato segnalato il resoconto apparso su "Liberazione" dell'iniziativa
> lanciata a Porto Alegre di inviare ispettori negli Stati Uniti per
> controllare le armi di distruzione di massa (chimiche e biologiche)
detenute
> dagli Stati Uniti. L'ispezione, o meglio un ben organizzato tentativo, è
> stato tentato e, naturalmente, respinto dalle autorità statunitensi. Ma
> sotto le telecamere delle grandi catene televisive e in presenza di
> giornalisti. La notizia, doppiata da un devastante (per l'Amministrazione)
> confronto televisivo organizzato dalla CNN, ha percorso gli Stati Uniti ed
> ha costituito uno straordinario successo mediatico. L'articolo che
contiene
> numerosi interessanti dettagli è contenuto nella pagina archivio della
> Commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione Chiese
Evangeliche
> in Italia al numero glam49.
>
> DUE BOICOTTAGGI IMPORTANTI
>
> Le notizie sono già circolate da qualche tempo, ma è bene allargare il più
> possibile l'informazione:
> ESSO - L'appello al boicottaggio della ESSO, diffuso tra l'altro da Pax
> Christi, si basa sul fatto che la EXXON, che in Europa è proprietaria del
> marchio ESSO, ha l'appalto di fornitura del carburante per l'esercito
> statunitense. Informa l'agenzia di stampa Defense Logistic che la EXXON ha
> vinto l'appalto di 48 milioni di dollari per la fornitura di benzina,
> gasolio e oli lubrificanti per esercito, marina, aviazione USA, NATO e
altre
> agenzie collegate. La EXXON è già al centro di una campagna di
boicottaggio
> internazionale che coinvolge Gran Bretagna, USA, Francia, Austria,
Germania
> e Australia. Oggi persino la Deutsche Bank giudica a rischio investire
nella
> multinazionale petrolifera più grande del mondo. Non è necessario
ricordare
> i legami tra l'Amministrazione Bush (Bush, Cheney, Rice, ecc.) e la
potente
> lobby legata all'industria petrolifera. Nel 2000 la EXXON ha contribuito
> alla campagna elettorale del partito repubblicano con oltre un milione di
> dollari. L'Amministrazione Bush ha prontamente ripagato il debito
rifiutando
> la ratifica del protocollo di Kyoto per la diminuzione dei gas serra
> provocati dall'uso dei combustibili fossili che causano i rilevanti
> cambiamenti climatici che rischiano di diventare irreversibili.
> L'invito a non rifornirnirsi più alla ESSO è diffuso in Italia da
> Greenpeace, I bilanci di giustizia, Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo,
> l'Associazione Botteghe del Mondo e la Rete Lilliput.
> NESTLE' - A causa di una nazionalizzazione di un'azienda della potente
> multinazionale, avvenuta nel 1975 in Etiopia a causa di un colpo di stato,
> la Nestlé ha intentato causa a quel paese il cui Prodotto interno lordo è
> pari ad un ottavo del fatturato della multinazionale che chiede un
> risarcimento di 6 milioni di dollari: Per principio, afferma: e cioè
perché
> il suo potere non sia minimamente scalfito dal minimo cedimento. La
proposta
> è di non consumare più, per un certo tempo, ma al più a lungo possibile,
> prodotti della Nestlé come Nescafé e Nesquick. Ma nell'appello che è
> riportato nella pagina archivio al numero glam50 è contenuto l'elenco
> dell'impressionante gamma di prodotti che fanno capo alla Nestlé. La
> proposta è diffusa da "consumo critico" e cioè, se non sbaglio, dal Centro
> Nuovo Modello di Sviluppo.
>
> Quello che possiamo fare è molto poco. Ma quel poco, facciamolo.
>
> Un caro saluto a tutti e a tutte,
> Franco Giampiccoli
>
> L'accesso alla pagina archivio si ha tramite il sito della Federazione
> www.fcei.it oppure direttamente all'indirizzo
> www.fedevangelica.it/glam/glam03.asp
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