12/02 ROma: Iniz.ital. "Libert x Ocalan Pace in Kurdistan": INVITO



Invito alla riunione costitutiva dell'iniziativa italiana
"Libertà per Ocalan - pace in Kurdistan",
12 febbraio 2003

Da parte di:
"Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia"
uiki.onlus at tin.it

Care/i amiche/i,

da tre mesi non si hanno notizie del leader kurdo Abdullah Ocalan. Si
tratta di una situazione che angoscia non solo i kurdi ma tutti coloro che
hanno a cuore la pace. La salvaguardia della vita di Ocalan, infatti, tanto
più nella drammatica vigilia di guerra in Medio Oriente, è indispensabile
per garantire la convivenza pacifica  fra kurdi e turchi ed una soluzione
del problema kurdo basata sul riconoscimento dei diritti fondamentali di
questo popolo.

Siamo convinti che la richiesta turca di accedere all'Ue debba fondarsi su
una tutela effettiva dei diritti della persona e delle minoranze e su un
dialogo costruttivo con la popolazione kurda, e che la persona di Abdullah
Ocalan e la sua proposta di pace e dignità costituiscano una risorsa
fondamentale in questo senso. D'altra parte all'Italia compete una speciale
responsabilità per il riconoscimento, pur tardivo, del suo diritto
all'asilo politico.

Convenuti a Roma il 29 gennaio 2003, su invito degli avvocati italiani di
Abdullah Ocalan, abbiamo quindi deciso di promuovere in Italia una campagna
permanente dal titolo "LIBERTA' PER OCALAN - PACE IN KURDISTAN" sulla base
della piattaforma programmatica che segue, alla quale invitiamo ad aderire
intellettuali, parlamentari, giuristi, artisti e personalità
rappresentative delle forze sociali e politiche democratiche.

Una campagna simile è attiva in Germania dal 1999, con un comitato
promotore che include, con gli italiani Dario Fo, Franca Rame, Domenico
Gallo, Livio Pepino, Giovanni Palombarini e Gianna Nannini, personaggi come
i premi Nobel Adolfo Perez Esquivel, Nairéad Maguire, Jose Ramos-Horta e
José Saramago, Uri Avnery, Noam Chomsky, Tony Benn, Danielle Mitterrand,
Geraldine Chaplin, Jean Ziegler, Lord Avebury e molti altri.

Vi sottoponiamo questo testo, contando sulla vostra adesione, e vi
informiamo che mercoledì 12 febbraio alle ore 18 a Roma, nella sala Blu del
Comune in Lungotevere Cenci 6, si terrà l'incontro costitutivo al quale, se
possibile, siete tutti/e invitati/e.

Tom Benettollo (Arci), avv. Arturo Salerni e Fabio Marcelli (Giuristi
democratici), Vincenzo Miliucci (Conf. Cobas), Carmine Malinconico e Dino
Frisullo (Azad),  Davide Berruti (Assopace), Anna Marconi (Un ponte per),
Teresa Quattrociocchi (Donne in nero)

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LIBERTA' PER OCALAN - PACE IN KURDISTAN

Il destino di Abdullah Ocalan, simbolo per un ventennio dell'identità e
dell'ansia di riscatto di un popolo negato, è oggi inseparabile dalla
speranza di una soluzione pacifica e democratica della questione kurda in
Turchia e in tutto il Medio Oriente.

E' impensabile l'ingresso della Turchia nell'Unione europea senza
un'amnistia generale per i prigionieri politici, di cui Ocalan è il più
rappresentativo e il più pesantemente isolato dal mondo, e senza un vero
dialogo con la popolazione kurda, di cui Ocalan è il leader riconosciuto
non solo in Turchia.

In altri termini, l'incolumità e la libertà di Abdullah Ocalan sono la
condizione fondamentale per il successo della sua proposta di pace e
dignità e per ogni sviluppo positivo per il popolo kurdo e per il popolo
urco. Viceversa, ogni peggioramento della sua situazione rischia di
precipitare nuovamente l'Anatolia in una drammatica guerra civile.

La figura di Ocalan è la chiave di volta della pace e della guerra oggi
come quattro anni fa, quando a Roma chiese asilo per sé e un'iniziativa di
pace per il suo popolo, ed ottenne dalla magistratura il riconoscimento
dell'asilo politico dopo l'illegale sequestro e la condanna a morte in
Turchia, poi commutata nel carcere a vita.

Le forze politiche italiane che, al tempo della permanenza di Ocalan a
Roma, assunsero unanimemente impegni volti a permettere una giusta pace nel
Kurdistan turco, sono portatrici di una particolare responsabilità, anche
per aver a suo tempo dichiarato che avrebbero garantito in ogni caso
l'incolumità del leader kurdo. Questo attribuisce il dovere giuridico di
vegliare sull'incolumità e di rivendicare la liberazione di Abdullah
Ocalan, a tutte le forze e le personalità rappresentative della società
italiana una particolare responsabilità nei confronti di Ocalan e del
popolo dell'esodo, che tuttora guarda all'Italia con fiducia.

Queste responsabilità intendiamo assumerci in prima persona.

La responsabilità di difendere dalla criminalizzazione e dalla rimozione un
processo di liberazione che ha rifondato l'identità negata di un popolo.

La responsabilità di rompere quotidianamente il muro di silenzio che
vorrebbe blindare le mura della cella di Imrali e di tutte le carceri ed i
tribunali speciali.

La responsabilità di difendere ed affermare, insieme al diritto d'asilo
degli esuli kurdi, la loro identità linguistica e culturale e il diritto al
ritorno in sicurezza e democrazia.

La responsabilità di rilanciare quel processo di dialogo e di pace, cui
l'Italia s'impegnò anche con atti parlamentari prima della partenza da Roma