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Molise: Consiglio regionale dibatte sulla guerra
- Subject: Molise: Consiglio regionale dibatte sulla guerra
- From: "italo.disabato at libero.it" <italo.disabato at libero.it>
- Date: Fri, 7 Feb 2003 21:26:34 +0100
Care/i compagne/i, amiche/i, martedi 11 febbraio alle ore 16 in Consiglio regionale si dibatterà delle mozioni a firma Di Sabato e Di Fabio (presentate l'8 ttobre 2002), la mozione a firma di Di Lisa, Di Sabato, D'Ascanio, Caterina e Di Fabio (presentata il 4 febbraio) e l'interrogazione presentata da Di Sabato, tutte tese a dire No alla guerra senza se e senza ma. Vi invitiamo ad essere presenti martedi in consiglio regionale anche con uno staccio bianco oppure con una bandiera della pace, affinchè si possa ribadire il desiderio di pace e di solidarietà fra i popoli. Fraterni saluti. Alleghiamo testi dei documenti in discussione ----------------- ORDINE DEL GIORNO IL CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE CONSIDERATO l'ultimatum lanciato dal Presidente degli Stati Uniti d'America Bush all'Iraq attraverso il quale si chiede che il governo di Baghdad permetta "incondizionatamente" l'ingresso nel Paese degli ispettori delle Nazioni Unite con il compito di controllare l'esistenza o meno sul territorio iracheno di armi di distruzione di massa; CONSIDERATO che in caso di inottemperanza da parte del governo iracheno il Presidente americano ha paventato esplicitamente il ricorso alla guerra, con o senza copertura delle Nazioni Unite; CONSIDERATO che la possibilità di ricorrere all'azione bellica sta incontrando la contrarietà esplicita di molti governi europei (Russia e Germania), arabi (Arabia Saudita) ed asiatici (Cina), preoccupati delle possibili conseguenze di un intervento di questo tipo sugli assetti geo-politici del mondo e sul controllo delle risorse energetiche; TENUTO CONTO della disponibilità del regime di Baghdad ad accettare l'invio "subito e senza condizioni" di ispettori ONU sul proprio territorio; TENUTO CONTO che il ricorso ad una nuova guerra, oltreché provocare immani sofferenze e lutti alla popolazione civile irachena, già stremata da un embargo decennale, rischia di alimentare ulteriormente la spirale di odio e violenza di cui si nutre il terrorismo internazionale; TENUTO CONTO che un'eventuale coinvolgimento dell'Italia nell'avventura bellica violerebbe l'art. 11 della Costituzione Italiana che recita testualmente "Š l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"; ESPRIME assoluta contrarietà verso il ricorso alla violenza, al terrorismo e alla guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati; CHIEDE che il Governo Italiano si faccia promotore di una iniziativa politica e diplomatica all'interno dell'Unione Europea con l'obiettivo di contrastare la nuova avventura bellica; CHIEDE che l'Italia, di fronte alla minaccia di un attacco militare, non partecipi ad alcun atto di guerra, nel rispetto della Costituzione. Campobasso 8 ottobre 2002 Italo Di Sabato Giuseppe Di Fabio ----------------- ORDINE DEL GIORNO Il Consiglio Regionale del Molise riaffermando la convinta adesione ai principi e ai fini della Carta delle Nazioni Unite e della Costituzione Italiana che escludono la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che impegnano il nostro paese e tutte le sue istituzioni ad operare per la pace e la giustizia nel mondo; allarmato per il rischio che la comunità internazionale si ritrovi presto coinvolta in una nuova drammatica guerra annunciata dal governo degli Stati Uniti contro l'Iraq; fortemente preoccupato per la decisione degli Stati Uniti di abbandonare la dottrina della legittima difesa per adottare la dottrina della "guerra preventiva" in base alla quale la guerra all'Iraq non sarebbe che la prima di una serie di azioni militari unilaterali contro tutti i paesi sospettati di minacciare gli Stati Uniti; convinto che una strategia così destabilizzante mette fine al tabù della guerra e infligge un durissimo colpo al diritto, alla pace e alla sicurezza nel mondo; sottolineando come la guerra comporti sempre maggiori perdite di vite umane e di beni materiali, calpesti ogni diritto umano, produca immani sofferenze a popolazioni inermi, provochi la distruzione indiscriminata e sovente deliberata di monumenti di inestimabile valore per la storia e l´identità civile e religiosa dei popoli coinvolti nella guerra; consapevole del fatto che una nuova guerra di queste proporzioni rappresenterebbe un pericolo anche per noi e per i nostri interessi, per l'Italia e per l'Europa, ci esporrebbe al rischio di violenze e azioni terroristiche, accrescerebbe i sentimenti di odio contro gli americani e i loro alleati allargando il fossato che separa l'occidente e il mondo islamico, allontanerebbe ancora di più la possibilità di mettere fine al conflitto arabo-israeliano e di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente che è la vera priorità dell'Onu e dell'Europa, indebolirebbe i cosiddetti regimi arabi moderati e bloccherebbe ogni possibile evoluzione democratica di quei paesi; ritenendo che il regime di Saddam Hussein - come tutti quelli che nel mondo si rendono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale - vada contrastato dalle Nazioni Unite e dall'intera comunità internazionale con i numerosi strumenti del diritto, della legalità e della giustizia penale internazionale già oggi disponibili; esprimendo piena soddisfazione per il successo diplomatico ottenuto dalle Nazioni Unite che ha portato il governo iracheno ad accettare la ripresa incondizionata delle ispezioni sul proprio territorio; sottolineando l'urgenza di rafforzare e democratizzare l'Organizzazione delle Nazioni Unite (unica casa comune di tutti i popoli del mondo) e tutte le altre istituzioni internazionali, attraverso le quali occorre finalmente mettere in funzione un sistema di sicurezza collettiva dotato di tutte le risorse necessarie; ribadendo la necessità di operare per la costruzione di un´Europa che sia strumento di pace e di giustizia nel mondo; richiamando il solenne impegno di pace pronunciato ad Assisi lo scorso 24 gennaio dal Papa, Giovanni Paolo II, e dai capi di tutte le religioni: "Mai più violenza. Mai più guerra. Mai più terrorismo"; CHIEDE al Parlamento e al Governo italiano, all'Europa, all'ONU e a tutti i responsabili della politica nazionale e internazionale di: 1. svolgere una incessante opera di mediazione, dialogo e persuasione tesa ad evitare lo scoppio di una nuova disastrosa guerra, senza cedere alla logica dell'ultimatum; 2. negare ogni forma di assenso e di coinvolgimento militare nell'organizzazione di un possibile attacco armato contro l'Iraq; 3. esercitare ogni forma di pressione politica sul governo iracheno affinché non ponga ulteriori ostacoli alla missione degli ispettori dell'ONU impegnata a promuovere e a verificare il disarmo dell'Iraq; 4. mettere fine all'embargo che da dodici anni colpisce mortalmente la popolazione irachena; 5. mettere fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessarie per fermare l'escalation della violenza, assicurare la protezione delle popolazioni civili e riavviare il processo di pace (due popoli, due Stati); 6. promuovere la giustizia penale internazionale accelerando l'insediamento della Corte Penale Internazionale; 7. convocare, nell'ambito delle Nazioni Unite, una Conferenza e un negoziato per l´eliminazione di tutte le armi di distruzione di massa a partire dal Medio Oriente e dal Mediterraneo; 8. affrontare i conflitti e le gravi tensioni che si concentrano in particolar modo nel Mediterraneo con una progettualità lungimirante e una coerente iniziativa politica, economica e culturale; 9. dare all'Organizzazione delle Nazioni Unite, debitamente democratizzata, gli strumenti necessari per garantire, senza distinzioni, il pieno rispetto di tutte le risoluzioni approvate nel rispetto della Carta e del Diritto internazionale dei diritti umani. Domenico Di Lisa Italo Di Sabato Nicola D'Ascanio Giuseppe Di Fabio Giuseppe Caterina ------------------------------------ PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA Gruppo Consiliare Regione Molise Via IV Novembre,87 - 86100 CAMPOBASSO Tel. 0874.618575 - fax 0874. 699135 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Il sottoscritto consigliere Italo Di Sabato; Premesso - che s'accrescono ogni giorno le minacce americane d'aggressione militare all'Irak, nonostante a tutt'oggi non sia stato dimostrato il possesso di armi di distruzione di massa da parte di questo Paese e nonostante la posizione contraria alla guerra di Russia, Cina e Parlamento europeo; - che l'intervento militare si giustifica esclusivamente per il controllo delle risorse petrolifere irakene da parte degli USA; - che gli Stati Uniti d'America sono il Paese che detiene il maggior numero di armi (nucleari, chimiche e batteriologiche) di distruzione di massa del pianeta; - che l'Irak subisce da oltre un decennio un barbaro embargo che ha causato oltre un milione di innocenti vittime civili; - che il Governo italiano ha già annunciato l'impegno a fianco di Usa e Gran Bretagna, concedendo l'uso dello spazio aereo nazionale ed il supporto logistico delle basi a terra; - che il sostegno militare del Governo italiano all'intervento anti-irakeno è assolutamente incostituzionale; - che nelle Regioni vicine al Molise vi sono basi militari controllate dalle forze armate degli Stati Uniti, o che vedono comunque la presenza di militari USA; - che si ravvisa quindi il pericolo di esporre la popolazione del Molise alle conseguenze del conflitto; Interroga la Giunta e l'Assessore competente per sapere - quale sia la propria opinione in merito all'aggressione anglo-americana nei confronti dell'Irak e le valutazioni rispetto l'operato del Governo italiano; - se intenda prendere posizione ed intervenire pubblicamente contro l'imminente guerra e per il rispetto del dettato costituzionale; - se sono a conoscenza di quali siano le basi militari americane o della Nato presenti sul territorio delle regioni limitrofe al Molise che potrebbero essere coinvolte nel conflitto; - se hanno notizie che in tali basi siano presenti, anche solo in transito, armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche o batteriologiche; - se la Regione intenda verificare con propri rappresentanti la situazione all'interno delle sopra citate basi militari. Campobasso, 3 febbraio 2003 Il Consigliere
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