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Diliberto alla Camera: una sporca guerra imperialista, neocoloniale
- Subject: Diliberto alla Camera: una sporca guerra imperialista, neocoloniale
- From: "Dipartimento Politiche Internazionali PdCI" <internazionale at comunisti-italiani.org>
- Date: Fri, 7 Feb 2003 19:52:06 +0100
Internazionale.com.it Bollettino elettronico del Dipartimento Politiche Internazionali del PdCI Venerd" 7 febbraio 2003 n¡ 2 Email : internazionale at comunisti-italiani.org Sommario del secondo numero NOI NO! I Comunisti Italiani contro la guerra Una sporca guerra : L'intervento del segretario Diliberto alla Camera La mozione del PdCI e dei Verdi contro l'uso delle basi ed il sorvolo I Mille Colori della Pace : di Nicola Atalmi Il manifesto per il 15 febbraio Diliberto alla Camera: una sporca guerra imperialista, neocoloniale Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del governo, francamente io non so, dopo avere sentito il presidente del Consiglio, se vi sia in voi la consapevolezza della enormità del passo che state compiendo. L'Italia è oggettivamente in guerra, una guerra di fatto già proclamata unilateralmente dagli Stati Uniti, che lungi dal risolvere il terribile problema del terrorismo, lo aggraverà in modo molto serio, anche contro l'Italia, e che ha come unica motivazione quella di occupare i pozzi di petrolio. Una logica neocoloniale, imperialista in senso classico! Così come si destabilizza il Venezuela, produttore anch'esso di petrolio, si intende occupare l'Iraq. Il petrolio: solo quello è il motivo di una guerra di cui non si possono prevedere i tempi, i confini geografici, i costi - sicuramente terribili - in termini di vite umane. Una sporca guerra coloniale! L'Italia è ormai priva di politica estera dopo che per decenni si era tenuta, invece, una linea di equilibrio e di cooperazione: con Israele, ma anche verso il mondo arabo, in particolar modo verso i palestinesi. L'Italia è, ormai, solo una pedina, un servo sciocco dell'Amministrazione americana. Abbiamo già concesso l'uso delle basi ed il permesso di sorvolo del nostro territorio nazionale ed abbiamo già inviato, senza che il parlamento ed il Paese fossero adeguatamente informati dello scopo della missione, i nostri alpini a combattere in Afghanistan. E bene abbiamo fatto - possiamo dirlo a posteriori - noi Comunisti Italiani, allora, a votare recisamente contro quell'invio. Altro che missione di pace! Stiamo entrando in guerra - guerra per giunta "preventiva", di aggressione - senza motivo, senza avere subìto un attacco, e del tutto sproporzionata, per mezzi, per risorse, per apparati, anche mediatici messi a sua disposizione rispetto alle eventuali violazioni dell'Iraq. Guerra contro ogni norma del diritto internazionale, contro il Trattato fondativo dell'ONU, un ente ormai inutile, come ha affermato Powell, se non si piegherà alla volontà degli Stati Uniti. Guerra in palese violazione anche dei principi contenuti nell'articolo 11 della Costituzione, il quale non afferma soltanto che "l'Italia ripudia la guerra", ma anche che può dichiararla, eventualmente, solo per difendersi. Noi, invece, stiamo entrando in guerra. E lo stiamo facendo senza alcuna capacità, da parte vostra, di comprendere la domanda vastissima di pace che viene dal nostro popolo, e certamente non solo da quello di sinistra. Stiamo entrando in guerra, in una guerra che - l'hanno detto gli americani - non esclude l'impiego di armi nucleari. A quale immane catastrofe ci state portando? Siete degli irresponsabili! Vi state assumendo una responsabilità di fronte alla storia di questo Paese, tanto è vero che anche tanti colleghi parlamentari di destra nutrono preoccupazione. Non è retorica, purtroppo: vi state assumendo una responsabilità verso le nuove generazioni, le quali dovranno convivere con una guerra permanente. Ad una guerra globale, preventiva e permanente, si contrappone un terrorismo globale, anch'esso permanente. Questa è la guerra dei ricchi contro i poveri del pianeta, ma ciò aumenterà l'odio dei poveri e la loro disperazione. L'occidente rischia di diventare una sorta di fortezza globale in un mondo di poveri. È la guerra dell'occidente contro tutti! E sento usare termini che, francamente, pensavo consegnati, ormai, solo ai libri di storia: sento parlare di nuova crociata, come se la croce non fosse simbolo di pace e di fratellanza! Non ascoltate minimamente nemmeno le parole coraggiose del Pontefice sui temi della pace. Noi non ci stiamo! Continueremo tenacemente ad operare affinché prevalgano le ragioni della pace. Il nostro presidente, onorevole Cossutta, è in Iraq per incontrare gli ispettori dell'ONU, i quali nulla hanno trovato, sinora, che giustifichi la guerra, e per ricercare soluzioni pacifiche ed equilibrate. Egli è in Iraq con una delegazione del parlamento europeo della quale fanno parte autorevoli rappresentanti anche del Partito Popolare Europeo, il vostro gruppo! Il mondo non può funzionare con la brutalità della legge del più forte! E non può essere il mercato, che presuppone il controllo delle risorse energetiche, cioè del petrolio, a regolare la vita umana e, magari, a condannare a morte milioni di individui, la stragrande maggioranza dei quali sono cittadini inermi, vittime civili. La guerra ha sostituito la politica estera. Noi siamo radicalmente contrari, senza tentennamenti o incertezze, senza distinguo, e chiediamo ai colleghi dell'Ulivo, simbolo di pace: cari colleghi dell'Ulivo, nessuna timidezza nel contrastare la guerra! Ce lo chiede il nostro popolo, che vuole la pace. Comunque e sempre la pace. Cerchiamo allora di essere tutti insieme, uniti, su questa linea, per contrastare la deriva della guerra, perché sono con noi, senza tentennamenti o distinguo, le donne e gli uomini di buona volontà, quelli che manifesteranno a Roma e in tutte le capitali europee il 15 di questo mese: le associazioni per la pace, il volontariato che opera da decenni proprio nei territori di guerra, milioni di cittadini onesti che insieme a noi vi dicono oggi: signori del governo, questa sporca guerra la farete non in nostro nome, perché la vostra politica ci fa semplicemente orrore.
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