Il COS in rete



 

Il Centro di Orientamento Sociale fondato da Aldo Capitini nel 1944 offre uno spazio aperto per la riflessione sulle proposte capitiniane del liberalsocialismo, del controllo dal basso e della nonviolenza attiva per costruire una società aperta al potere di tutti, una religione aperta, una educazione aperta.


NONVIOLENZA ATTIVA E DIFESA DELLA PACE

TECNICHE DEL TERRORISMO E DELLA NONVIOLENZA


Davanti al dilagare della violenza terrorista, gli scrivani della destra negano giustamente che la molla scatenante stia soltanto una risposta alle violenze esercitate da chi possiede il potere e ne fa uso tracotante.
Fa un certo effetto ascoltare le prediche in favore delle tecniche nonviolente per la soluzione dei conflitti da persone come Galli della Loggia sul "Corriere della Sera" del 28 ottobre 2002.
Ce le ammannisce con la solita sufficienza come suggerimenti usciti dalle sue profonde riflessioni.
Potremmo sopportarle da una discussione al bar di gente qualunque.
Un professore che insegna storia e politica nell'Università di Perugia non può ignorare che esistono migliaia di studi, di libri, di saggi sul tema delle tecniche nonviolente alternative a quelle violente praticate da sempre dai padroni di turno del mondo.
Ignorare poi a Perugia Aldo Capitini, che, oltre a molti scritti sulla nonviolenza, ha scritto qualche decina di anni fa uno dei primi manuali sulle tecniche della nonviolenza, ci sembra una dimenticanza al limite dell'offesa.
Meglio tardi che mai, si dice in questi casi.
Chiediamo però a persone come il professor Galli della Loggia, possessore con i suoi colleghi di un grande potere mediatico, che la sua perorazione a favore delle tecniche nonviolente non si fermi a un articolo su "Corsera".
Unite la vostra grande forza alla nostra piccola per una grande campagna che costringa il nostro governo e tutti i governi del mondo a rispettare l'impegno sottoscritto all'ONU di dedicare i primi dieci anni del 2000 alla educazione della nonviolenza e ovviamente delle sue tecniche per risolvere i conflitti.
Prendiamo quindi le seguenti righe del professore come un primo invito ai lettori del "Corriere" di approfondire e diffondere le scelte della nonviolenza: prima di tutto la scelta del disarmo unilaterale e della collaborazione massima a un corpo di polizia dell'ONU predisposto alla difesa dei singoli e dei popoli dalle minacce dei violenti e alla repressione con tutti i mezzi necessari del terrorismo ovunque si presenti.

"…In verità, il terrorismo (dai suoi autori sempre sentito come una giusta reazione alle malefatte altrui) non ha per nulla questa natura.
A qualunque male, infatti, si può reagire sempre in molti modi, fra l'altro il più delle volte politicamente più efficaci del terrorismo.
Se i ceceni, per esempio, con l'aiuto dei cospicui fondi della Lega araba, acquistassero pagine di pubblicità sui maggiori quotidiani europei e americani, girassero film sugli orrori dell'occupazione russa e li distribuissero in Occidente, se riuscissero a organizzare scioperi della fame a Roma o a New York, se si incatenassero agli edifici pubblici o occupassero pacificamente ogni settimana qualche importante edificio a Mosca o a San Pietroburgo, non sarebbe tutto ciò più utile alla loro causa?
Non renderebbe tutto ciò la vita più difficile a Putin che non il far saltare interi caseggiati o tentare di sterminare il pubblico di un teatro?…"