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«Caro generale, non tirerò il grilletto» - Yigal Bronner - israeliano
- Subject: «Caro generale, non tirerò il grilletto» - Yigal Bronner - israeliano
- From: "Luisa Morgantini" <lmorgantini at europarl.eu.int>
- Date: Thu, 14 Nov 2002 09:16:05 +0100
Buongiorno, Vi pregherei di leggere questa lettera e inviare la vostra solidarietà e protesta. Attualmente sono 12 le persone imprigionate per essersi rifiutate di prestare servizio nei territori occupati della Palestina. Yigal Bronner è stato trasferito ieri da un campo di detenzione alla prigione n. 6. Grazie Luisa Morgantini «Caro generale, non tirerò il grilletto» Lettera dal carcere ai generali israeliani del professore di sanscrito, riservista e «refusenik» Yigal Bronner: «Se i 'bisogni' militari ci inducono ad assediare, dare la caccia, affamare un intero popolo, allora questi 'bisogni' sono terribilmente sbagliati. Quindi disobbedirò alla Vostra chiamata» * * * Il professore israeliano Yigal Bronner, studioso di sanscrito presso l'Università di Tel-Aviv, è ospite nelle patrie galere del suo paese a causa del suo rifiuto di fare la sua parte nella campagna militare interminabile contro i palestinesi, una campagna che vede ormai più di 500 riservisti «mobilitati» a dire Signornò a Sharon, a rifiutare di prestare servizo (refusenik) nei Territori occupati. Dal carcere scrive Ygal Bronner all'amico che è tramite di questo messaggio: «Cari amici, sono stato imprigionato dall'esercito israeliano per aver rifiutato di partecipare all'occupazione della Palestina. Sono stato condannato a ventotto giorni di prigione militare. Le ragioni che mi hanno indotto a dire no all'umiliazione, all'espropriazione, alla riduzione alla fame di un intero popolo saranno forse ovvie a qualcuno di voi. Ciò nonostante ho voluto spiegare le mie motivazioni sotto forma di una lettera indirizzata ai miei superiori militari (...)». E conclude: «Vi prego di far circolare queste informazioni il più possibile. Voglio farvi sapere che sono forte, e che vi ringrazio per il vostro sostegno. Shalom,Yigal». La lettera di Ygal Bronner è introdotta dalla citazione dei versi di Bertolt Brecht: « Generale il tuo carro è un veicolo potente,/ abbatte foreste, schiaccia cento uomini./ Ma ha un sol difetto:/ ha bisogno dell'autista». Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a: Ministry of Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail: mailto:sar at mod.gov.il or mailto:pniot at mod.gov. il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15. Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del «Military Attorney General»: Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military postal code 9605 IDF Israel Fax: 00972-3-569-43-70 Caro Generale, nella Sua lettera mi ha scritto che «data la guerra continua in Giudea, in Samaria e lungo la striscia di Gaza, e in considerazione di bisogni militari», io sono chiamato a «partecipare in operazioni dell'esercito» in Cisgiordania. Scrivo per dirLe che non intendo obbedire alla Sua chiamata. Durante gli anni '80, Ariel Sharon impiantò decine di colonie nel cuore dei territori occupati, una strategia il cui scopo ultimo era la sottomissione del popolo palestinese e l'espropriazione delle sue terre. Oggi queste colonie controllano quasi la metà dei territori occupati e strozzano le città e i villaggi palestinesi, oltre a ostacolare - se non proibire del tutto - gli spostamenti dei residenti. Sharon è ora primo ministro, e durante quest'ultimo anno avanza verso lo stadio definitivo dell'iniziativa che avviò venti anni fa. Infatti, Sharon ha dato l'ordine al suo lacché, il ministro della difesa, e da lì è passato lungo la catena del comando. Il capo di stato maggiore ha annunziato che i palestinesi costituiscono una minaccia cancerogena e ha ordinato che si applichi loro una chemioterapia. Il brigadiere ha imposto coprifuoco senza limiti di tempo, e il colonnello ha ordinato la distruzione dei campi palestinesi. Il comandante di divisione ha collocato dei carri armati sulle colline in mezzo alle loro case, e non ha concesso alle ambulanze di evacuare i loro feriti. Il tenente colonnello ha annunciato che i regolamenti per aprire fuoco sono stati emendati per consentire di aprire il fuoco indiscriminatamente. Il comandante del carro, a sua volta, ha individuato un gruppo di persone e ha ordinato al suo artigliere di lanciare un missile. Io sono quell'artigliere, sono una piccola vite in una perfetta macchina di guerra. Sono l'ultimo annello, il più piccolo, nella catena di comando. Dovrei semplicemente eseguire gli ordini - ridurre la mia esistenza al livello di stimolo e risposta, sentire il comando «fuoco!» e tirare il grilletto, per portare il piano generale a compimento. E dovrei fare tutto ciò con la semplicità e la naturalezza di un robot, che - tutt'alpiù - sente il tremore del carro quando il missile viene lanciato verso il bersaglio. Ma come ha scritto Bertolt Brecht: «Generale, l'uomo è molto utile, sa volare e sa uccidere. Ma ha un sol difetto: sa pensare». E davvero, generale, chiunque tu sia - colonnello, brigadiere, capo di stato maggiore, ministro della difesa, primo ministro, o tutti questi insieme - io so pensare. Forse non sono capace di molto altro. Confesso di non essere un soldato particolarmente dotato o coraggioso, non ho un'ottima mira, e le mie abilità tecniche sono minimali. Non sono neanche molto atletico, e la divisa non si addatta bene al mio corpo. Ma sono capace di pensare. Vedo dove Ella mi sta portando. Comprendo che noi uccideremo, distruggeremo, ci faremo male, moriremo, e che non se ne vedrà la fine di tutto ciò. So che la «guerra continua» della quale Lei parla, andrà avanti sempre. Vedo che, se i «bisogni militari» ci inducono a porre sotto assedio, dare la caccia, ridurre alla fame un intero popolo, allora c'è qualcosa in questi «bisogni» che è terribilmente sbagliato. Quindi sono costretto a disobbedire alla Sua chiamata: non tirerò il grilletto. Non m'illudo, naturalmente: Lei mi scanserà come una mosca, troverà un altro artigliere - uno più obbediente e capace di me. Simili soldati non mancano. Il Suo carro continuerà ad avanzare, un tafano come me non può fermare un carro armato, né una colonna di carri, né tanto meno un'intera marcia di follia. Ma un tafano può ronzare, infastidire, urtare, e a volte mordere anche. Prima o poi altri artiglieri, carristi e comandanti, osservando le uccisioni senza senso e il ciclo senza fine di violenze, cominceranno a pensare, a ronzare. Siamo già centinaia, e alla fine del giorno il nostro ronzio sarà diventato un ruggito assordante, un ruggito che echeggerà nelle Sue orecchie e in quelle dei Suoi figli. La nostra protesta sarà inserita nei libri di storia per le generazioni future. Quindi, generale, prima di scansarmi, forse anche Lei dovrebbe incominciare a pensare. In fede, Yigal Bronner Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a: Ministry of Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail: sar at mod.gov.il or pniot at mod.gov. il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15. Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del «Military Attorney General»: Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military postal code 9605 IDF Israel Fax: 00972-3-569-43-70
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