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Oggi inizia un percorso di riflessione proposto dal Movimento Nonviolento
- Subject: Oggi inizia un percorso di riflessione proposto dal Movimento Nonviolento
- From: "Filippo Ciardi" <filciar at inwind.it>
- Date: Wed, 13 Nov 2002 07:41:06 +0100
Il Movimento Nonviolento propone un cammino di riflessione, con tappe mensili, su parole legate alla nonviolenza, e un incontro conclusivo a Gubbio, a fine agosto 2003. Oggi inizia il percorso con la parola "Satyagraha, la Forza della Verità", sulla quale trovate di seguito un articolo apparso su Azione Nonviolenta di ottobre, preceduto da un altro pezzo contenuto nel numero di settembre che spiega l'intera iniziativa. Se ci organizziamo, siamo ancora in tempo a riflettere personalmente ma anche in gruppo sulla parola di novembre, a maggior ragione su quella di dicembre, per la quale possiamo pensare anche ad un gesto comune di testimonianza, di cui il digiuno è solo un esempio. Buona lettura e buona riflessione. Filippo Ciardi. Prato. ---------------------------------------------------------------- Le dieci parole della nonviolenza, in cammino verso il lupo di Gubbio. di Daniele Lugli e Mao Valpiana Il Congresso del Movimento Nonviolento ha promosso, in continuità e sviluppo della Marcia del 2000 Perugia e Assisi "Mai più eserciti e guerre", un appuntamento per tutti gli amici della nonviolenza a fine agosto 2003 (29, 30 e 31). Un cammino, un incontro. Tema centrale sarà il conflitto, nelle sue diverse manifestazioni e modalità di affrontarlo. Approfondire e diffondere la proposta nonviolenta ci è sembrato infatti necessario ed urgente, nella convinzione che "La nonviolenza è il varco attuale della storia". Come luogo significativo abbiamo indicato Gubbio (la conversione del Lupo), ma molto resta ancora da definire su modalità e caratteristiche dell'iniziativa. Contiamo anche per questo importante aspetto sul contributo di tutti gli amici della nonviolenza. Pagine della Rivista, sito del Movimento www.nonviolenti.org, componenti il Comitato di coordinamento sono a disposizione per illustrare la proposta, mano a mano che verrà precisandosi ed arricchendo, e raccogliere e confrontare idee e suggerimenti. Ci piace immaginare un cammino laico accessibile a tutti, un momento da vivere insieme per più giorni, e un appuntamento finale, al quale possa intervenire anche il "lupo" per un dialogo davvero aperto. Abbiamo pensato ad un percorso che ci porti a quell'appuntamento: 10 parole, una al mese, che ci accompagnino da ottobre 2002 ad agosto 2003. Ogni mese proporremo un tema di riflessione, illustrato da Azione Nonviolenta con articoli, citazioni di autori della nonviolenza, indicazioni bibliografiche. Le "parole" si rifanno alla tradizione laica e religiosa della nonviolenza in Francesco, Gandhi, Capitini e indicano degli ideali di riferimento. E' un materiale che pensiamo possa essere utile a singoli e gruppi, che intendono prendere parte a questo percorso ed apportare il proprio contributo. Il collegamento sarà assicurato, oltre che dalla rivista, dal sito del Movimento, al quale si invita a comunicare le iniziative ispirate al tema del mese, che saranno intraprese . Ulteriore collegamento tra i partecipanti può essere l'effettuazione di un giorno di digiuno (dal cibo, dalla televisione) al mese (il secondo mercoledì), che sottolinei il comune impegno. Confidiamo che la proposta sia accolta, arricchita, tradotta in concrete iniziative, tra loro comunicanti. Questo percorso, pensiamo, ci consentirà di precisare modalità e contenuti della manifestazione conclusiva e ne costituirà assieme la miglior preparazione. Le parole che ci accompagneranno sono (tra parentesi la data indicata per il digiuno ed eventuali iniziative pubbliche legate a quel tema): Forza della verità (numero di ottobre 2002) digiuno e iniziativa il mercoledì 13 novembre Coscienza (numero di novembre 2002) digiuno e iniziativa il mercoledì 11 dicembre Amore (numero di dicembre 2002) digiuno e iniziativa il mercoledì 8 gennaio Festa (numero di genn-febb 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 12 febbraio Sobrietà (numero di genn-febb 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 12 marzo Giustizia (numero di marzo 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 9 aprile Liberazione (numero di aprile 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 14 maggio Potere di tutti (numero di maggio 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 11 giugno Bellezza (numero di giugno 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 9 luglio Persuasione (numero di luglio 2003) digiuno e iniziativa il mercoledì 13 agosto Dal prossimo numero di Azione nonviolenta, e per i nove successivi, dedicheremo almeno una pagina al tema del mese, così da fornire adeguato materiale di approfondimento che ognuno potrà utilizzare per una iniziativa specifica, che potrà essere privata o pubblica (una riunione fra amici, una banchetto in piazza, un cartello esposto per strada, un messaggio al finestrino della macchina, ecc.) che abbia come titolo la parola del mese Inizieremo il mese prossimo con la riflessione su "La forza della verità" per la quale si propone digiuno e iniziative il mercoledì 13 novembre, concluderemo il 13 agosto con la "persuasione", per poi incontrarci tutti insieme a Gubbio a fine agosto 2003. Ognuno di noi, ogni lettore di Azione nonviolenta, ogni iscritto al Movimento, è chiamato in questa occasione a "farsi centro" e promotore di una iniziativa, di una azione nonviolenta, anche se piccola e personale, o impegnativa e collettiva. Come diceva il titolo di una nostra Marcia: ".A ognuno di fare qualcosa". Un modo per sentirsi uniti, in movimento, e per far crescere la nonviolenza dentro e fuori di noi. Mai più eserciti e guerre: la nonviolenza è il varco attuale della storia ---------------------------------------------------------------------------- ---- Le 10 parole della nonviolenza, per fare un cammino comune. Proponiamo digiuno e iniziativa per mercoledì 13 novembre La parola del mese: "Satyagraha, la Forza della Verità" Di Daniele Lugli (segretario del Movimento Nonviolento) "Forza della verità" è il modo usuale di tradurre il termine "satyagraha". E' stato scelto da Gandhi, in Sud Africa, per indicare la forza dispiegata dagli indiani immigrati, che lo seguirono in otto anni di campagne per il riconoscimento dei loro diritti. " A mio parere - scrive Gandhi - la bellezza e l'efficacia del satyagraha sono grandiose e la dottrina è così semplice da poter essere insegnata anche a un bambino". La lettura di testi gandhiani può essere un buon consiglio. A me è stata utile la bella antologia "Teoria e pratica della nonviolenza", riedita da Einaudi, con l'ottima prefazione di Giuliano Pontara. Il nome di Einaudi mi sollecita a riprendere due opportuni avvertimenti di Luigi Einaudi, affidati alle sue Prediche inutili. "Il solo fondamento della verità è la possibilità di negarla. Il giorno che la verità o quello che noi riteniamo tale fosse accettata da tutti senza contrasto, dovremmo cominciare a temere di essere caduti in errore" e ancora "Il male politico e sociale nasce quando gli uomini d'azione sono persuasi di avere scoperta una verità, di possederla e di avere il dovere di attuarla". I danni, aggiungo, sono tanto maggiori quanto più potere hanno i detentori della verità e sono tanto più durevoli, sicuri e crescenti quanto più a loro si oppongono altri detentori di verità assoluta. La verità che ci è dato conoscere non è fuori di noi, nè può essere imposta. E' quella che scambiamo, confrontiamo, incrementiamo, perdiamo nella nostra esperienza di vita. A questa, consapevoli della nostra fallibilità, dobbiamo testimonianza e assunzione di responsabilità. "Gli disse Pilato: 'Che cosa è la verità?'. Uscì poi di nuovo...". Non aspettò la risposta Pilato, ma non ne aveva bisogno. "Non trovo contro di lui alcun capo d'accusa" era la verità che Pilato possedeva. Rimettersi al giudizio del popolo è stato non dare spazio alla forza della propria verità. Non ha usato una forza, non invincibile, ma importante (come non infallibile, ma decisivo, era il giudizio della sua coscienza ). Vi è una forza nell'adesione risoluta alle convinzioni, ai valori che siamo giunti a ritenere veri per noi. E' una forza che si accresce, se riusciamo ad essere sinceri con noi stessi e con gli altri, che ci sono necessari. "Bisogna essere in due per dire la verità: uno per parlare, uno per ascoltare" secondo Thoreau. Chi può parlare ascolta più profondamente, ci diceva Capitini. Il confronto, ed anche il conflitto più aspro, può avere miglior soluzione in termini di nuova verità, raggiunta e condivisa, se è fatto di parola e di ascolto, se almeno una parte fa appello alla capacità, che è anche dell'altro, di giungere ad una soluzione razionale e per tutti accettabile. Si apre qui la strada del satyagraha, dell'azione nonviolenta, della quale oggi si sente spesso parlare. E' diretta a diminuire la violenza, grande e piccola, nei comportamenti, nella cultura, nelle strutture della società. La forza, che si fa violenza in favore del privilegio, ha una verità, realtà, evidenza di fronte alla quale la forza della verità appare impotente. Qui sta il banco di prova decisivo. "La verità esige una dimostrazione costante" riteneva Gandhi ed esperimenti con la verità chiamava le sue grandi campagne. Non c'è alcuna garanzia di successo, ma è la sola modalità che non alimenti il circuito della violenza. Il circuito della violenza - diretta, strutturale, culturale - si regge sulla collaborazione, più o meno convinta, talora entusiasta, di chi ne è, in diverso modo, vittima. E' difficile che non ci sia altra scelta, sia pure difficile. Tant'è vero che c'è chi fa altre scelte, che sono addirittura eroiche, quanto più individuali, non comprese, non sostenute. La maggior parte si adatta e, poichè vive male nella consapevolezza della propria viltà, finisce per l'accettare, come inevitabile e vero, ciò che aveva stimato falso e da combattere. Chi ha cervello e stomaco adeguati trova spazio e valorizzazione nella produzione del consenso. Questa connessione tra forza e verità è limpidamente espressa da Giovanni Gentile: "Ogni forza è forza morale, perchè si rivolge sempre alla volontà; e qualunque sia l'argomento adoperato - dalla predica al manganello - la sua efficacia non può essere altra che quella che sollecita infine interiormente l'uomo e lo persuade a consentire". Da Direttore della Scuola Normale di Pisa, sollecitò il giovane Aldo Capitini, che ne era segretario, a prendere la tessera del partito fascista per mantenere l'impiego. Capitini non consentì. Fu licenziato, schedato come antifascista. Seguitò ad attenersi alla verità della quale veniva mano a mano persuadendosi. Nei paesi privilegiati si usano la televisione e i mass media piuttosto che il manganello (anche se non vi si rinuncia per non perderci la mano) per sollecitare interiormente, persuadere a consentire all'ingiustizia quotidiana ed alla prossima guerra. Leggo però (Sole 24 Ore del 15 settembre) di un film, Clown in Kabul, che documenta il lavoro del gruppo di medici diretti da Hunter "Patch" Adams, perchè bimbi, feriti, mutilati, bruciati, atterriti siano, oltre che curati, riportati al sorriso. "Una grossa ciliegia rossa in mezzo alla faccia, qualche sberleffo, e poi tanta capacità di sentire il dolore dell'altro...contrario umano di ciò che pratica ogni terrorista, ogni fanatico della morte al lavoro. Il quale infatti non sente e non vede l'altro e il suo dolore, ma solo vede e sente una propria cieca verità assoluta". C'è molto da lavorare per vedere e sentire, ed aiutare a vedere e sentire, la verità che sta in quel dolore e nell'intervento dei medici clown. Ciechi e sordi non sono solo i terroristi e i fanatici della morte, ma tanta brava gente, come noi e i nostri capi di stato democraticamente eletti. La verità di quel dolore e dell'intervento che risarcisce, condivisa e partecipata, costituisce la nostra forza. E' nonviolenza in azione.
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