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I partigiani romani contro il comizio razzista di Borghezio. E contro il postfascista Cardini?
- Subject: I partigiani romani contro il comizio razzista di Borghezio. E contro il postfascista Cardini?
- From: "as.miranchito" <miranchitoarci at yahoo.it>
- Date: Thu, 31 Oct 2002 12:39:59 +0100
Care/i compagne/i e amiche/i, perche' il Social Forum di Firenze invita il postfascista prof. Franco CARDINI, ex ordinovista e attivo collaboratore di riviste e movimenti della destra nazionalrivoluzionaria e comunitarista italiana (vedere sotto)? La lotta contro il razzismo e il fascimo e' battaglia permanente, che non si esaurisce nella sola testimonianza (comunque importante) di presidiare una piazza romana contro i nuovi fascisti di turno: a Milano, il 19 ottobre scorso, i fascisti di Forza Nuova e i leghisti di Borghezio hanno potuto tenere un indisturbato comizio in piazza Duomo, senza alcuna opposizione dei vari social forum, centri sociali, sindacati istituzionali e/o di base, partiti, girotondisti, associazioni, ecc.! Quella lotta ha valore non rituale e formale, quando non viene smarrita memoria storica e di pensiero, e si arginano tutte quelle forme di penetrazione delle idee e delle persone (i vari Cardini, Zarelli, Tarchi) che espirmono una visione del mondo contrapposta e conflituale rispetto al diritto al lavoro e alla cittadinanza per tutte/i e ad una societa' senza sessismo, senza classi e senza confini. In questi ultimi anni, lo sgretolamento del pensiero forte di sinistra, attuato da una parte della sinistra, e la seduzione che taluni chierici hanno accusato nei confronti del pensiero neoconservatore e comunitarista, ha spalancato le porte alla perdita di identita' e coscienza. Sono mancate la rielaborazione sistematica e scientifica di un nuovo pensiero critico dell'economia e della politica e una pratica politica coerente: SF sembra essere un bel pasticciaccio. E' ora di darsi da fare. Hasta pronto. Asociacion Intercultural ARCI "MI RANCHITO" Firenze Social Forum by c r Friday October 25, 2002 at 06:13 PM <mailto:> Lettera aperta sul social forum europeo alle autorità e ai cittadini di Firenze NON A NOSTRO NOME Sappiamo della diffusa preoccupazione che nel Forum Sociale Europeo che si terrà fra il 6 e il 10 novembre prossimi, si possano infiltrare degli specialisti della violenza, come è avvenuto a Genova durante le manifestazioni del luglio 2001, anche se questo forum non contiene occasioni di scontro perchè non sono in programma manifestazioni contro nessuna istituzione ufficiale come i G8, la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale. Quasi tutti coloro che verranno hanno in comune la certezza che le politiche socio-economiche attuali minacciano seriamente il nostro futuro insieme alla vita stessa su questo pianeta sempre più malmesso, e credono che queste politiche debbano essere profondamente cambiate. Il Forum Sociale Europeo dovrebbe essere condotto nello stesso spirito dei Social Forum internazionali tenuti in Brasile a Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sur. Ricordiamo che in nessuna delle due occasioni vi è stata traccia di violenze. i responsabili principali delle violenze a Genova, i cosiddetti Black Bloks, non facevano in alcun modo parte del movimento per cui simpatizzano coloro che saranno presenti a Firenze in novembre. Nessuno di noi aveva nemmeno sentito parlare dei Black Bloks prima di Genova. Infatti ancora oggi ignoriamo che cosa esattamente volessero ottenere e pensiamo che soprattutto ci fosse l’intento di screditare ciò che, senza di loro, sarebbe stato un grandissimo evento e un messaggio molto forte proprio perchè totalmente pacifico. Sappiamo che esistono grossi interessi economici nel mondo a cui farebbe comodo distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi che ci preoccupano. Perciò chi, durante il forum sociale europeo, facesse atti di violenza a cose o persone sarà oggettivamente un promotore di quei grossi interessi, non dei nostri, e cioè sarà nostro nemico non alleato. Chiunque giustifica in qualsiasi modo la violenza non parla a nostro nome. (Quanti vogliono veramente combattere e modificare la politica delle banche non vanno a sfasciar vetrine, trasferiscono i propri soldi nelle banche etiche.) Può valere la pena ricordare che anche se c’è una notevole diversità di posizioni fra coloro che hanno partecipato fin qui ai Social Forum, il principale comune denominatore è stato e resta quello di convertire la società dal suo attuale cammino suicida per dirigerla verso un’autonomia molto maggiore delle comunità locali, e verso un’economia che, invece di essere governata da imprese multinazionali incontrollabili e irresponsabili, protette da un mercato unico globale, sia nelle mani di attività economiche piccole e medie, le più congeniali con mercati regionali e locali. Queste attività possono sentirsi veramente parte della società in cui operano e avere per lei un senso di responsabilità, il che sempre meno si può dire delle multinazionali che stanno avviandosi a monopolizzare il mondo. È certo che si può contare su di noi per fare tutto il possibile, in collaborazione con le pubbliche autorità, affinché il Social Forum Europeo sia un evento pacifico e festoso che possa entrare con fierezza fra quelli memorabili che Firenze ha ospitato. Dei seguenti firmatari i portavoce ufficiali sono: Helèna Norberg Hodge, Hanno già aderito: Vandana Shiva (India), Edward Goldsmith (GB), Simon Retallack (GB), Agnès Bertrand (France), Tiziano Terzani (Florence, Italy), Giannozzo Pucci (Florence, Italy), Bittu Sahgal (India), Ashish Fernandez (India), John Cavanagh (USA), Key Weir (New Zealand), Thierry Jaccaud (France), Rejanae Maria Ludwig (Brazil), Nucleo dos Ecojournalistas do Rio Grande do Sul (Porto Alegre, Brazil), Roberta Coimbra (Brazil), Lisa Sfei Cordeiro (Porto Alegre, Brazil), Jaime Carvalho (Brazil), Helèna Norberg Hodge (Sweden), Mark Ritchie (USA), Jiri Tutter (Greenpeace) Sono attese le adesioni di: Franco Cardini, Serge Latouche, Alex Zanotelli, Jeremy Rifkin, Walden Bello, Victor Menotti, Wolfgang Sachs, Josè Bovè, Gianfranco Bologna, Fabrizio Fabbrini, Michele Boato, Gianfranco Zavalloni, Emilio Molinari, Riccardo Petrella, Francois de Ravignan, Jerry Mander, Alfredo Mori, ecc. senzaconfine <senzaconfine at libero.it> wrote: SONO I RAZZISTI GLI UNICI "STRANIERI": NO ALL'ADUNANZA NAZI-LEGHISTA AL CENTRO DI ROMA! Lunedì scorso la Roma democratica si è risvegliata. Duemila antifascisti, italiani e immigrati, hanno costretto cento neonazisti di "Base autonoma" a tenere la loro commemorazione del golpe monarchico-fascista definito ottant'anni fa "Marcia su Roma" stretti, blindati e protetti da centinaia di agenti di polizia in un angolo di piazza Vittorio, la piazza dei popoli per antonomasia nel quartiere "meticcio" dell'Esquilino. Chi li ha visti racconta che le loro urla xenofobe di Boccacci e dei suoi camerati erano abbondantemente coperte dalla musica araba sparatagli addosso a tutto volume da un inquilino del palazzo soprastante. Rimane una vergogna che l'iniziativa nostalgico-razzista di un gruppo esplicitamente neonazista, erede dei disciolti Movimento politico e Fronte skinhead, sia s! tata regolarmente autorizzata dalla questura di Roma (su evidente regia del Viminale), mentre il presidio antifascista era ufficialmente vietato. Rimane una vergogna, ed ha scandalizzato l'intero quartiere, la decisione di chiudere a bambini e anziani i giardini della piazza e di riempirla di polizia per consentire a cento individui di sputare sul fondamento antifascista ed universalista della Costituzione. Tanto più vergognosa questa decisione, dopo il linciaggio e il tentato omicidio del giovane lavoratore marocchimo Abderrahmane Kayi, uscito da una settimana di coma e tuttora ricoverato nell'ospedale San Giacomo a rischio di menomazione permanente. Dopo la richiesta unanime di un divieto venuta non solo dei movimenti antifascisti e antirazzisti, ma dalle associazioni partigiane, da molti parlamentari e consiglieri comunali, dallo stesso sindaco Veltroni. E dagli ex perseguitati e deportati dal nazifascismo, inclusa la comunità ebraica, che proprio nel carcere delle! Ss di via Tasso, a pochi passi da piazza Vittorio, vissero le torture e l'ultimo viaggio verso le Fosse Ardeatine o i campi di sterminio. Forse fu proprio uno degli squadristi riuniti lunedì in piazza Vittorio l'ignoto autore dell'attentato dinamitardo che sventrò, un anno fa, l'ingresso di quello che è oggi il Museo storico della Liberazione. Fra un'invettiva e un canto in urdu o in bengali, i momenti più intensi della manifestazione sono stati infatti l'intervento di un'anziana signora figlia d'un partigiano ucciso, e quello di un giovane lavoratore bengalese il cui fratello rischia di perdere la vista dopo il pestaggio da parte del suo datore di lavoro italiano. Due mondi che si toccavano: le vittime di ieri e quelle di oggi. Dalle leggi razziali alle leggi razziste, dall'odio contro gli ebrei e gli zingari a quello contro gli islamici e tutti gli stranieri (poveri). Il gioco è ormai palese. Si punta a una situazione "tedesca". Lo stesso giorno Bossi tuona! va: "Ora basta, faremo funzionare a pieno regime la legge" (quella che associa il suo nome a quello di Fini). Come in Germania, le violenze xenofobe delle bande fasciste e leghiste possono essere usate non solo per seminare il terrore fra gli immigrati (cosa che già avviene ad opera dei "pattuglioni" di Ps e dei loro rastrellamenti nei quartieri), ma per giustificare ulteriori strette repressive e un controllo ancora più asfissiante e selettivo, "etnico", del territorio metropolitano. E' la formula della cosiddetta "soglia di tolleranza": meno stranieri e meno visibili, per non far crescere il razzismo. In questo senso il quartiere Esquilino di Roma è stato in questi anni un laboratorio della nuova destra xenofoba. Dunque lo squadrismo razzista è destinato a crescere e ad essere in qualche modo legittimato nel gioco politico. E' questo che la sinistra nel suo complesso non ha ancora capito, come dimostra la relativa debolezza delle due manifestazioni nei quartieri del! testaccio e dell'Ostiense. Non è stata casuale l'aggressione a Kayi, punta dell'iceberg della violenza quotidiana non denunciata dai soggetti deboli perchè clandestini (Kayi lavorava da tre anni in nero perchè colpito da un'espulsione: se non l'avessero quasi ucciso non si sarebbe saputo nulla del linciaggio all'Ostiense, peraltro rivendicato implicitamente con cori e striscioni razzisti sugli spalti dell'Olimpico). Non è stato un incidente di percorso l'autorizzazione all'esibizione di Base autonoma, che in realtà era il gradino per preparare la manifestazione nazionale "Stop all'immigrazione" di Forza Nuova con il leghista Mario Borghezio sabato prossimo in piazza Ss. Apostoli, al centro di Roma. Borghezio, ex squadrista di Ordine Nuovo, è oggi europarlamentare. Ha costruito la sua carriera politica sull'incitazione al linciaggio degli stranieri, non solo morale: sei mesi di carcere, con la condizionale, per l'incendio di un dormitorio d'immigrati a Torino. La sald! atura fra la galassia neonazista e il leghismo più aggressivo, già ormai avvenuta nel Triveneto, viene ora proiettata a livello nazionale con queste iniziative comuni prima a Milano ed ora a Roma. E' importante che l'opposizione a questa manifestazione esplicitamente razzista (e dunque illegale, finchè l'istigazione del razzismo resterà un crimine in Italia) sia ora presa in mano dalle organizzazioni dei partigiani e delle vittime del nazifascismo, che rappresentano la memoria più profonda e più nobile della Roma democratica. E' importante anche per il suo potenziale di mobilitazione unitaria, e per la capacità di dare al presente profondità di storia e di memoria. All'annuncio della conferenza stampa che si tiene oggi a Roma, per iniziativa di queste associazioni e di Senzaconfine, è seguita infatti la presa di posizione di venti parlamentari romani (tutti i deputati e senatori del centrosinistra eletti a Roma) con una lettera aperta che chiede al questore di vietare! la manifestazione di sabato prossimo. La presa di posizione è stata sottoscritta dai parlamentari Deiana (Prc), Cento e De Petris (Verdi), Giachetti, Pasetto e Volpini (Margtherita), Amici, Battaglia, D'Antonam Leoni, Lucidi, Melandri, Pisa, Sciacca, Tidei, Tocci, De Zulueta, Falomi e Salvi (Ds). "Non è ammissibile", dicono, "che si concedano spazi per una manifestazione dagli intenti chiaramente xenofobi e fascisti, sopratuttto dopo l'ignobile spettacolo offerto in piazza Vittorio il 28 ottobre dai militanti dell'organizzazione neofascista Base Autonoma". D'altra parte il consiglio comunale romano, rappresentato da quattro consiglieri nel corso della manifestazione di lunedì scorso in piazza Vittorio, è chiamato a dare attuazione pratica all'ordine del giorno approvato il 9 ottobre, in merito alla "sanatoria padronale" in corso ma soprattutto alla decisione di istituire un Osservatorio sul razzismo e la discriminazione, un luogo fisico, telefonico e informat! ico dove confluiscano denunce e segnalazioni per monitorare, insieme alle associazioni e ai loro sportelli, la realtà del razzismo sociale ed istituzionale. E rimane, per sabato, la necessità di dare una risposta di piazza, nel caso assai probabile in cui la questura confermi l'autorizzazione del comizio razzista di Fiore e Borghezio. Il giorno dopo, domenica, gli immigrati saranno in piazza a Roma per il diritto al soggiorno. Ma la risposta ai fascisti e ai razzisti non può essere affidata e delegata solo agli immigrati. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità: i partigiani e gli ex deportati lo fanno oggi. (Dino Frisullo) ---------------------------------------------------------------------- CONFERENZA STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI PARTIGIANE ROMANE A nome delle Associazioni partigiane e degli ex perseguitati e deportati dal nazifascismo, invitiamo le organizzazioni politiche e sindacali antifasciste, l'associazionismo antirazzista ed! ai movimenti della società civile, le associazioni e comunità degli immigrati, la comunità ebraica romana, il sindaco, i gruppi consiliari democratici ed i parlamentari romani ad assistere ed intervenire alla conferenza stampa di cui al testo sottostante. Eravamo già intervenuti senza esito sul ministro dell'Interno e sul Questore di Roma perché non fosse permessa la manifestazione nostalgico-xenofoba (e dunque illegale, come emerso dalle cronache) del gruppo neonazista "Base autonoma" lo scorso 28 ottobre nel quartiere Esquilino. Questo sconcio, più grave all'indomani dell'aggressione a un lavoratore straniero, rischia di ripetersi in piazza Ss. Apostoli il 2 novembre, con la manifestazione "No all'immigrazione" convocata da Forza Nuova con l'europarlamentare leghista, condannato per atti di violenza razzista, Mario Borghezio. Vi chiediamo di unirvi a noi nella richiesta che l'autorizzazione sia revocata e nella più ferma protesta della Roma democratica. ! LA MEMORIA DEL PASSATO, LA VERGOGNA DEL PRESENTE LE VITTIME DI IERI CONTRO IL RAZZISMO OGGI E SEMPRE CONFERENZA STAMPA CONTRO LE MANIFESTAZIONI XENOFOBE E NEOFASCISTE A ROMA Promossa da: Associazioni partigiane ANPI, GIUSTIZIA E LIBERTA', FIAP Associazione dei perseguitati politici antifascisti ANPPIA Associazione degli ex-deportati ANED Associazione familiari dei Martiri della Resistenza ANFIM Associazione LIBEROPENSIERO Gruppo MARTIN BUBER - Ebrei per la pace In collaborazione con l'associazione SENZACONFINE GIOVEDI' 31 OTTOBRE ALLE ORE 12 PRESSO IL CIRCOLO "GIUSTIZIA E LIBERTA'" IN VIA ANDREA DORIA 79 Introducono: Massimo Rendina (presidente Anpi) - Vittorio Cimiotta (presidente Giustizia e Libertà) Guido Caldiron, giornalista, sui gruppi neonazisti e xenofobi oggi in Italia Ferdinando Imposimato, magistrato, sui pr! ofili di illegittimità e incostituzionalità delle manifestazioni razziste e xenofobe Intervengono, fra gli altri: Pietro Amendola (vicepresidente Anppia) - Aldo Pavia (presidente Aned) Marina Astrologo (esponente del "Movimento dei girotondi") Annamaria Rivera, docente, autrice di testi sul razzismo Coordina Dino Frisullo (Senzaconfine) Saranno illustrate le iniziative giuridiche e politiche volte a prevenire una nuova manifestazione razzista a Roma. ------------------------------------------------------- ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA IL 9 OTTOBRE 2002 Il Consiglio comunale TENUTO CONTO dell'indagine su "Immigrazione e lavoro a Roma" svolta e pubblicata dall'Assessorato per il Lavoro, che dimostra una forte e positiva integrazione lavorativa degli immigrati a Roma ma anche una persistente tensione abitativa, legata anche alla forzosa cland! estinità di status, e quindi di lavoro e residenza, di decine di migliaia di cittadini stranieri; PRESO ATTO della volontà di apertura del governo alla legalizzazione del lavoro dipendente straniero, che consentirebbe ai cittadini stranieri in condizione illegale di integrarsi nel mercato del lavoro a Roma o altrove e di accedere ai normali canali di accesso all'abitazione, e della forte volontà espressa in questo senso dalle stesse comunità straniere; PRESO ATTO ALTRESI' dei vincoli legislativi e burocratici che pero' potrebbero, secondo il parere unanime dell'associazionismo, delle Chiese e dei sindacati ma anche di molte associazioni imprenditoriali, limitare fortemente l'accesso alla legalità, facendo precipitare migliaia di lavoratori dalla speranza di legalità nella disperazione, di cui è testimonianza la tragica vicenda del giovane bengalese Kamal Hossain, menomato dal tentato suicidio dopo il rifiuto del suo datore di lavor! o di metterlo in regola; IMPEGNA LA GIUNTA: - ad attivare, in sintonia con l'associazionismo e le organizzazioni sindacali, un Osservatorio sull'immigrazione in grado di monitorare la situazione degli immigrati a Roma sia dal punto di vista sociale e giuridico, sia nel loro impatto con le istituzioni, e di denunciare eventuali atti di discriminazione; - ad intervenire, in collaborazione con la Prefettura e le altre istituzioni interessate, affinché le pratiche pendenti di rilascio e rinnovo del soggiorno siano rapidamente risolte, a fronte di un comprovato inserimento lavorativo, ed affinché le procedure di regolarizzazione in corso abbiano esito il più possibile positivo, anche aprendo spazi all'autodenuncia da parte dei lavoratori stranieri del loro lavoro illegale autonomo o dipendente, specialmente a fronte di licenziamenti strumentali.
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