"Cosa vuol dire essere pacifisti?



Cosa vuol dire essere pacifisti?

Pacifista è colui che ama la pace, la promuove, la
costruisce.
Non esiste un pacifismo vero ed un pacifismo falso.
Non esiste un pacifismo di prima classe e un pacifismo
"minore".
O ami la pace e ti adoperi per realizzarla, o la tua
collocazione etica/morale/politica è altrove.
In questi giorni si leggono molti articoli che non
avendo una sostanza costruttiva si adoperano nel
tentativo di distruggere.
C'è chi accenna a massimi principi quali "l'etica
della convinzione" e "l'etica della responsabilità",
c'è chi parla in maniera spregiativa dei "pacifisti
alla Gino Strada", c'è chi distingue i pacifisti veri(
o assoluti, quelli dall'"inconsistenza intellettuale")
dai pacifisti falsi (i meri antiamericani).
I toni forti sottolineano, se mai ve ne fosse bisogno,
la drammatica gravità della situazione
storico-politica internazionale.
L'imperatore preme da tempo per attaccare l'Iraq, un
paese in ginocchio per la dittatura e per 12 anni di
occidentale embargo.
Le sue pressioni non hanno molto seguito nè
all'interno del suo paese nè all'esterno.
Hans von Sponeck, ex coordinatore umanitario Onu per
l'Iraq a capo dell'Oil for food dal '98 al 2000, anno
in cui si dimise dall'incarico definendo gli effetti
dell'embargo un genocidio, dichiara: "fermiamo la
guerra del petrolio, è una minaccia per tutti noi".
Scott Ritter era ispettore capo dell'UNSCOM: si è
dimesso nell'estate del 1998 per protesta, perchè tra
gli ispettori della commissione per il disarmo vennero
individuate delle spie.
Perchè è questo il motivo per cui gli ispettori Onu
vennero ritirati dall'Iraq.
Lo stesso Ritter ha dichiarato che l'Iraq è
qualitativamente disarmato e non in grado di
riprendere la produzione di armi non convenzionali.
Le prove della pericolosità mondiale dell'Iraq non
esistono.
Le prove del genocidio terroristico provocato
dall'embargo sono sotto gli occhi di chiunque le
voglia vedere.
L'Iraq non è Saddam. L'Iraq è un popolo martoriato
soggiogato da una dittatura, dittatura non invisa
all'occidente quando questa svolgeva una funzione
anti-iraniana.
L'Iraq è un paese che galleggia sul petrolio.
E il petrolio è essenziale per noi occidentali, per
noi 20% della popolazione mondiale che consumiamo
l'80% della ricchezza globale.
E allora alcuni (pochi ma potentissimi) premono per
fare una guerra preventiva e salvare il mondo da
Saddam.
Tutti sanno che le vittime delle guerre di oggi, le
guerre intelligenti, sono per il 90% civili e per il
30% bambini.
Ne consegue che la guerra è uno strumento non solo
criminale ma stupido. Uno strumento che non funziona.
Chi assumerebbe un farmaco che 90 volte su 100 uccide
e non salva?
Quale senso avrebbe?
Eppure questa e solo questa è la guerra: corpi
dilaniati, viscere per terra, cervelli spappolati,
sangue e merda.
Questi i dannati effetti collaterali che i media si
guardano bene dal mostrarci.
Questa la sporca verità dietro le mille bugie
raccontate a ripetizione per farci il lavaggio del
cervello.
E davanti a tutto questo non si può tacere. Non si può
stare a guardare.
M.L. King diceva: "mi preoccupa il silenzio degli
onesti", "vi sono dei momenti in cui il silenzio è un
tradimento".
Quel momento è adesso.
Pacifista è chi pensa che la giustizia e la pace siano
le uniche risposte.
Pacifista è chi pensa che la giustizia e la pace non
siano sciocche e vane utopie che vagano
nell'iperuranio ma che al contrario siano possibili e
realizzabili e che diversamente nessun mondo sarà
possibile.
Diversamente vi sarò spazio solo per
l'autodistruzione.
Pacifista è chi pensa che il politico non sia il
cinico principe di machiavelliana memoria che ritiene
lecito ogni mezzo pur di raggiungere e mantenere il
potere.
Pacifista è chi pensa che la politica, quella vera,
debba fondarsi su alcuni valori o convinzioni che dir
si voglia.
Il primo e incontrovertibile valore è la vita:
ciascuno di noi ha diritto alla vita per il semplice
fatto di essere venuto al mondo.
La guerra è la negazione della vita e della politica,
la resa ultima e inappellabilmente colpevole.
Il pacifismo alla Gino Strada è il pacifismo di chi ha
visto la guerra e ha capito che l'unica cosa che c'è
di civile in guerra sono le vittime.
E' il pacifismo di chi conosce e convive ogni notte
con la pietà che ti travolge insieme ai conati nel
dover cercare di salvare un esserino che non ha più
alcuna parvenza umana ma rassomiglia piuttosto ad un
fagotto sfilacciato.
E' il pacifismo di chi appunto perchè conosce bene la
guerra la odia dal profondo e per questo ha fondato
un'associazione che per statuto si propone di curare
le vittime delle guerre e di promuovere una cultura di
pace.
E' il pacifismo di chi, insieme a tanti ma tanti
altri, si impegnerà perchè l'Italia resti fuori dalla
guerra all'Iraq.
E' il pacifismo di chi ama e vuole la pace, l'unica
strada possibile.
Il pacifismo vero, quello che fa la storia, quello che
farà in modo che l'Italia resterà fuori da questa
ennesima dannata sporca guerra.
Francesca Fabbri