Libro sul Conflitto in Palestina



Il libro di Umberto Romano " Palestina-Diario di Guerra", rappresenta una
testimonianza delle atrocità commesse da Israele contro il popolo
palestinese, dalla provocazione di Sharon, con la sua presenza nella
spianata delle moschee, del 26 settembre 2000 fino ad oggi. L'attuale
tragedia, costata finora centinaia di vittime e migliaia di feriti, non è
un fatto isolato nell'ambito dell'aggressione israeliana contro il popolo
palestinese, che ha già compiuto decine di massacri con mezzi terroristici
per ottenere un obiettivo: quello di costringere il popolo palestinese o
all'emigrazione o ad affrontare uno sterminio. E' vero che oggi non siamo
nel 1948, quando la catastrofe palestinese, la "makba", è quasi passata
sotto il silenzio internazionale, ma, dopo le centinaia di risoluzioni
delle Nazioni Unite, mai rispettate da parte di Israele, la domanda dei
palestinesi, dei democratici e anche di Umberto Romano è la seguente:
quando la Comunità Internazionale deciderà di dare giustizia al popolo
palestinese, che non ha alcuna responsabilità storica dell'olocausto e cui
la lotta non ha niente a che fare con l'antisemitismo? Il libro di Umberto
Romano è un contributo alla conoscenza della tragica realtà della vita del
popolo palestinese, vittima del peggior terrorismo di stato da parte di
Israele, ma che, ironia della sorte, viene accusato sempre di terrorismo.

Nemer Hammad

(Delegato Generale Palestinese in Italia)

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Diario di Guerra
di Umberto Romano
(Aisir Abadallah)
pag. 140 - Euro 11,00
ISBN - 88-87897-26-3
Per Inf. e Prenotazioni - roro3 at libero.it

Il libro di Umberto Romano " Palestina-Diario di Guerra", rappresenta una
testimonianza delle atrocità commesse da Israele contro il popolo
palestinese, dalla provocazione di Sharon, con la sua presenza nella
spianata delle moschee, del 26 settembre 2000 fino ad oggi. L'attuale
tragedia, costata finora centinaia di vittime e migliaia di feriti, non è
un fatto isolato nell'ambito dell'aggressione israeliana contro il popolo
palestinese, che ha già compiuto decine di massacri con mezzi terroristici
per ottenere un obiettivo: quello di costringere il popolo palestinese o
all'emigrazione o ad affrontare uno sterminio. E' vero che oggi non siamo
nel 1948, quando la catastrofe palestinese, la "makba", è quasi passata
sotto il silenzio internazionale, ma, dopo le centinaia di risoluzioni
delle Nazioni Unite, mai rispettate da parte di Israele, la domanda dei
palestinesi, dei democratici e anche di Umberto Romano è la seguente:
quando la Comunità Internazionale deciderà di dare giustizia al popolo
palestinese, che non ha alcuna responsabilità storica dell'olocausto e cui
la lotta non ha niente a che fare con l'antisemitismo? Il libro di Umberto
Romano è un contributo alla conoscenza della tragica realtà della vita del
popolo palestinese, vittima del peggior terrorismo di stato da parte di
Israele, ma che, ironia della sorte, viene accusato sempre di
terrorismo.                                           
Nemer Hammad
             (Delegato Generale Palestinese in Italia)



 DALLA CRONACA ALLA STORIA
Umberto Romano, che molti conoscono come cantore del popolo sahrawi, questa
volta ci porta all'estremità opposta del Mediterraneo, in quella "Terra
Santa", che è un intreccio quasi inestricabile di contraddizioni, di
conflitti, di "diritti" rivendicati e violati, i quali si scontrano tra di
loro, sostenuti da due parti, ciascuna forte della sua certezza assoluta e,
perciò, poco o nulla disposta a pensare, ad accettare che "l'altra" possa
avere le stesse certezze e, magari, lo stesso diritto, od un parallelo,
speculare al proprio.
In fondo, era quanto intendeva sottolineare, una volta il compianto Itzakh
Rabin, il primo ministro israeliano firmatario degli Accordi di Washington,
quando mi disse, con un gioco di parole comprensibile, forse, solo in
inglese: "Ci sono le terre del petrolio (oil lands), ma noi siamo
"soltanto" la Terra Santa (holy land), per questo le cose da noi sono così
difficili".
E quanto lo siano, stanno lì a dimostrarlo quasi un secolo di scontri,
cinquantacinque anni di guerre vere e proprie ed, ora, un anno e mezzo di
Intifada- Al Aqsa, con le sue migliaia di morti e decine migliaia di
feriti. Ma quanti siano, davvero, questi morti, rientra, a sua volta, nella
propaganda contrapposta. Le pur sanguinose statistiche ufficiali, di fonte
israeliana, normalmente utilizzate dai giornali in Europa e negli Stati
Uniti, parlano nel momento in cui scriviamo di 1300 morti palestinesi e
quasi quattrocento israeliani, ma con un escalation che, nel solo mese di
febbraio sfiora le quattrocento perdite irreparabili. Però, a sua volta, il
Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat, in questi
giorni, parlando con una delegazione italiana dell'Internazionale
Socialista, che è riuscita, con difficoltà che lasciamo immaginare al
lettore, a raggiungerlo a Ramallah, calcolava in duemila la cifra degli
uccisi, tra i soli Arabi, perché, quanto meno, Israele occulterebbe le
cifre o, quanto meno, non terrebbe conto dei deceduti in ospedale, qualche
tempo dopo gli scontri in cui sono stati coinvolti, ospedali che
spessissimo si trovano in Giordania o in Egitto.
Sia ben chiaro che, mentre ci attardiamo in questa macabra statistica, non
intendiamo fare assolutamente distinzione tra una parte e l'altra: le
vittime, comunque, da una parte e dall'altra, sono tante, sono troppe e
sono tutte egualmente deprecabili ed ad esse va il nostro cordoglio.
Ma altrettanto, non v'è dubbio che, di fronte uno all'altro, stanno, da un
lato, coloro che sono aggrediti e si difendono, dall'altro coloro che
aggrediscono, invadono ed opprimono. E' ora che si faccia ogni sforzo, da
ogni parte, per mettere fine alla carneficina, scatenata e prolungata da
chi non capisce che, specie da quelle parti, "sangue chiama sangue" e che è
una folle illusione pensare di bloccare la spirale della violenza con più
carri armati, più bombardamenti, più azioni militari, più vittime tra la
parte avversa. Lo ha scritto persino Bill Clinton, e scusate se è poco! Il
lavoro di Umberto Romano ci fornisce una parziale (come quantità), ma
emblematica testimonianza diretta di che cosa sta davvero accadendo,
attingendo a materiale mandato direttamente, via e-mail  a lui, dalle
mailing list di questo o quel gruppo palestinese e ONG che ne sostengono la
causa. Il materiale disponibile è immenso e qualche futuro storico,
riteniamo, avrà molto lavoro da fare per recuperarlo, sistemarlo ed
utilizzarlo. In questa selezione operata da Umberto Romano, necessariamente
ridotta, può darsi che, nella mole del materiale disponibile, siano
"saltati" dei pezzi significativi, che il nostro storico futuro reperirà e
pubblicherà, ma certamente vengono esaltati due aspetti positivamente:
-l'emblematicità, in quanto ognuno degli episodi, delle situazioni, delle
violenze, ma anche delle riflessioni qui riportate, è il simbolo di altre
decine e decine di casi analoghi, cui basterebbe cambiare solo nomi, luogo,
data, cifre;
-l'immediatezza di una cronaca, di una testimonianza "in diretta" di una
situazione che, dopo un anno e mezzo, sembra ancora, come dicevamo senza
speranza,
Ma siccome a questa è sempre necessario, per continuare a vivere, offrire
sempre un'altra chance ci auguriamo che la frenetica attività diplomatica
internazionale in corso mentre scriviamo, possa creare le condizioni
perché, da amara cronaca quotidiana, questo instant book possa diventare al
più presto la testimonianza di una pagina di storia superata positivamente.
Gianfranco Brusasco
(Segretario Ass. Naz. Italia Palestina)


Umberto Romano, calabrese, ama definirsi Cittadino Mediterraneo, non
riconosce frontiere tra i popoli, ribadendo così il concetto di "nomadismo"
e "libertà", di vivere tutti i luoghi in ogni tempo.

Hanno scritto sulle sue opere: Abba Danna, Antonio Catalfamo Luciano
Ardesi, Gianfranco Brusasco, Sandro Curzi, Giuseppe Cotturri, , Ichem Ben
Ammar, Giorgio Fornoni, Valerio Massimo Manfredi, Dante Maffia, Gennaro
Mercogliano, Marisa  Rodano, Salvador Pallares Garì, Giovanni Sapia,
Mohammed Sidati, Najette Kacem.

Altre opere di Umberto Romano
Spalle al Muro - (poesie) 1992
La Casa senza Tetto - (poesie) 1993
I Guardiani delle Scimmie - (romanzo) 1995
Oltre I veli del Silenzio - (romanzo) 1998
Il Ladro delle Stelle - (poesie) 1998
Saharawi Memorie di Libertà - (diar. di viaggio) 1999
Rabbia di Sabbia - (diario di viaggio) 2000
La meridiana di Qumran  - (romanzo) 2000
D'amor y Dolor - (poesie) 2001

Le opere: Oltre i Veli del silenzio - Il ladro delle stelle,
 Rabbia di sabbia  sono pubblicate anche in lingua spagnolo / - 
Per inf. e prenotazioni -roro3 at libero.it