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Straordinario Galtung
- Subject: Straordinario Galtung
- From: Mario Pianta <pianta at isrds.rm.cnr.it>
- Date: Mon, 27 May 2002 11:55:18 +0200
Venerdì scorso Johan Galtung ha tenuto all'Università di Roma, Villa Mirafiori una conferenza su "La nonviolenza e il mondo dopo l'11 settembre" organizzata dagli studenti del Cantiere per la pace e da Lunaria, con 150 partecipanti. E' la cosa più illuminante e stimolante che abbia sentito nell'ultimo anno. Analoga a quella di Chomsky tenuta a Porto Alegre. Sarebbe bello avere Galtung al Forum europeo. Per questo voglio ringraziare i ragazzi del Cantiere e Sergio Andreis che ha curato i rapporti con Galtung. Allego sotto una sintesi scritta da Gianluca Baccanico per un'agenzia di stampa. Un'intervista lunga dovrebbe uscire nei prossimi giorni sul manifesto. A Lunaria si può richiedere un dossier con gli ultimi articoli di Galtung. ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI" Parla il "guru mondiale" dei conflitti, Galtung Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - Popolo eletto contro popolo eletto. L'attacco dell'11 settembre compiuto da quello saudita contro l'altro, quello dell'elite statunitense. E' l'opinione di Joan Galtung, norvegese, uno dei massimi esperti di risoluzione dei conflitti, considerato dai leader del pianeta come il guru da consultare, quando non si sa più che fare. Galtung ha parlato ieri a Roma in una conferenza tenuta alla facoltà di Filosofia e Lingue della Sapienza, organizzata dal Cantiere per la Pace della facoltà. Le due "sette patologiche", Wahabi e Puritana, sono basate su una stessa visione fondamentalista e durante la conferenza il professore norvegese ha elencato i quattro punti principali di ciascuna. Secondo la religione Wahabi, culto di stato dell'Arabia Saudita, il popolo che vive nella penisola arabica è il popolo eletto, e il suo territorio è la terra Santa, scelta da Allah per far nascere il suo profeta Maometto. Tutti coloro che non si convertono all'Islam sono inoltre considerati peccatori e chi non rispetta i dogmi è punibile con la pena capitale. I marines in Arabia Saudita, quindi, infedeli sulla terra santa, da cacciare e punire con la pena capitale. L'11 settembre, nell'analisi del professor Galtung, come 'logica' conseguenza della setta fondamentalista di cui fa parte il saudita Osama Bin Laden nonché i Talebani. Gli aerei dirottati come la spada che porta la giustizia di Allah agli infedeli e irrispettosi statunitensi. La religione dei Puritiani, che è anche del presidente Usa, George W. Bush, dal canto suo, sostiene che i puritani, che arrivarono in piccoli gruppi negli Stati Uniti circa quattro secoli fa, sono il popolo eletto e che possono chiamarsi con il nome di Santi, professano l'ascetismo come vera strada indicata dal profeta Gesu Cristo e dividono il mondo in due spiriti: il bene che loro rappresentano e il male, tutti gli altri. "Sindrome da megalomania paranoica", il nome della patologia, spiega il professore norvegese, che insegna ad Oslo e all'Università delle Hawaii e dirige l'organizzazione Transcend per l'elaborazione di soluzioni ai conflitti. La comunità puritana, decise inoltre di meritare la terra promessa di Zion, quella dei sionisti, e la stabilì nel Massachusset dove fondò nel 1600 la città di New Canah e l'Università e centro religioso di Harvard, oggi l'università più ricca e prestigiosa d'occidente e fucina per i rampolli dell'elite politica economica e culturale degli Stati Uniti. La penetrazione economica e militare degli Usa sul territorio dell'Arabia Saudita è iniziata con gli accordi del febbraio 1945 tra Franklin D.Roosvelt e Ibn Saud, che aiutarono a quest'ultimo a fondare la casa regnante dell'Arabia Saudita, creando un legame di reciproca convenienza, che pare oggi stia presentando il conto. Segue B-Gba ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI"-2- Il guru della pace cui si rivolgono i capi di stato del pianeta Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - La violenta e ottusa logica fondamentalista Wahabi, sprigionata negli attacchi dell'11 settembre, si sta oggi scontrando, sostiene il professor Joan Galtung, con la sorda risposta della 'setta' dei Santi, quella religione puritana cui la famiglia Bush appartiene, e che irradia la propria visione manicheistica del mondo dalle cattedre di Harvard. L'"asse del male", l'invito a stare o con gli Usa o contro gli Usa, e quella che doveva essere la missione di 'Giustizia infinita', poi tramutata in 'Libertà duratura', apparterrebbero quindi alla retorica puritana di chi si ritiene un santo che sta giustamente governando il mondo in nome di Dio in persona. Nel corso della conferenza, il direttore di Transcend, ha citato un sondaggio fatto dalla Cia in Arabia Saudita, subito dopo la fine del regime talebano in Afghanistan. Il 95% dei giovani sauditi si sono detti d'accordo con le rivendicazioni di Al-Qaida. Joan Galtung ha poi presentato le possibilità di soluzione non violenta del confliltto. La premessa del teorico è stata: "non sono contro la violenza per una questione morale, ma perché scientificamente è dimostrato che non funziona e non risolve". Le possibilità di intervento per gli Stati Uniti, sono secondo l'esperto norvegese: 1 - Riconoscimento della Palestina, e facilitare la creazione di una comunità multinazionale per il medioriente, sul modello della comunità europea del dopoguerra. 2 - Ritirare le proprie truppe dall'Arabia Saudita 3 - Apertura di un dialogo con l'Iraq che porti alla democrazia nel paese. Un conflitto secondo l'esperto potrebbe durare anche due secoli. 4 - Dialogo con l'Iran, accettando le critiche che da questo paese vengono per le reiterate interferenze statunitensi nel proprio territorio 5 - Ritirare le truppe dal territorio afgano. La base militare costruita dagli Usa nei pressi di Kandahar e il corridoio di dominio territoriale riservato agli statunitensi, secondo Galtung, non fanno che confermare le accuse dei fondamentalisti wahabiti, inasprendo lo scontro, prolungando all'infinito la spirale. B-Gba ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI"-3- Il protrarsi della tensione potrebbe stancare alleati europei Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - "L'Italia culturalmente non è fedele, e la vicinanza agli Stati Uniti è dettata più da una logica di rischi-benefici, che da una convinzione politica", sono le parole di Joan Galtug, che ha tenuto ieri una conferenza sullo scenario iternazionale dopo l'11 settembre, alla facoltà di Filosofia della Sapienza di Roma, organizzata dal Cantiere per la Pace della Facoltà. Secondo il grande esperto norvegese, solo Spagna e Italia, tra i paesi europei, stanno seguendo alla lettera la politica di Washington, ma l'Italia potrebbe cambiare rotta entro tre anni, stancandosi del protrarsi della mobilitazionione militare. Le previsioni di Galtung si sono spesso avverate; nel 1980 in articoli e conferenze aveva dichiarato che entro 10 anni il sistema sovietico si sarebbe sbriciolato. Quando nell'ottobre 1989 cadde il muro di Berlino, alcuni commentatori osservarono scherzando che il professore aveva sbagliato di ben due mesi. "L'Europa ha paura della follia della religione Wahabi, e appare contenta che gli Usa stiano compiendo il lavoro sporco", ha sostenuto Galtung. Secondo l'idea guida della conferenza, l'11 settembre si può leggere come scontro tra due sette che si considerano elette da Dio per governare la terra; se questo fosse vero, porterebbe, secondo l'esperto in soluzione dei conflitti, ad un progressivo allontanamento dell'Europa dalle posizioni statunitensi. Galtung ha citato un sondaggio pubblicato quest'inverno dal settimanale tedesco Der Spiegel; alla domanda, "l'11 settembre è stato un attacco contro gli Stati Uniti o contro l'Occidente", Francia, Spagna, Germania e Inghilterra hanno indicato gli Usa. Solo i cittadini italiani hanno risposto che l'attacco è stato contro l'intero Occidente. B-Gba *********************************************************************** IMPORTANT : NEW ADDRESS AND PHONE * NUOVO INDIRIZZO E TELEFONO *********************************************************************** Mario Pianta, Universita' di Urbino e ISPRI-CNR, Via dei Taurini 19, 00185 Roma, Italy tel. (39) 06 49937844, fax 06 4463836, e-mail pianta at isrds.rm.cnr.it
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