MA NON SIAMO TROPPO GRANDI PER GIOCARE ANCORA AI SOLDATINI?



MA NON SIAMO TROPPO GRANDI
PER GIOCARE ANCORA AI SOLDATINI?


 Siamo rimasti piuttosto perplessi per i toni enfatici
e davvero acriticamente entusiastici che buona parte
dell' informazione locale ha dedicato alla "Giornata
Azzurra", l'annuale festa dell'aeronautica militare
italiana in scena quest'anno nella base di Amendola
con pattuglie acrobatiche, sfilate di aerei da
combattimento, modelli e reperti bellici vari.
Commenti esaltanti la "bellezza del volo" di
luccicanti aerei da guerra mostrati alla pubblica
ammirazione e capaci persino di far rievocare a
qualcuno "le discese ardite e le risalite" di
luciobattistiana memoria.
 Si tratta proprio di quegli aerei protagonisti
assoluti - a partire dalla Guerra del Golfo - delle
"guerre celesti" di questo ultimo decennio, combattute
a migliaia di metri da terra con missili dal quoziente
intellettivo più o meno robusto, che però non hanno
mai trascurato di colpire copiosamente anche obiettivi
civili (e quando diciamo civili, intendiamo anziani,
uomini, donne, bambini...).
 Sembra ormai passato tanto tempo dalla guerra NATO in
Jugoslavia, eppure solo tre anni fa, e per mesi, la
Puglia è stata trincea di guerra e l'aeroporto di
Amendola avamposto di morte e distruzione.  Per mesi
il sinistro rombo dei caccia ha accompagnato le nostre
giornate, facendo riaffiorare in molti foggiani il
ricordo dell'orrore che piovve dal cielo nell'estate
del 1943, quando, grazie alla "bellezza" di altri
voli, decine di migliaia di nostri concittadini
persero la vita, la casa e l'orizzonte del proprio
destino.
 Un mese fa mi trovavo a Belgrado, davanti alle rovine
della sede della TV jugoslava, colpita da aerei
partiti allora forse anche dalla base di Amendola. Una
lapide recava incisa, prima dei nomi dei tanti
giornalisti uccisi durante i bombardamenti, una
domanda: "Zasto?" ("Perchè?"). Perchè colpire le sedi
dell'informazione? Un atto, ci dicono, che va definito
"crimine di guerra"...
 No, noi oggi non andremo ad Amendola, a guardare le
evoluzioni dei piloti (che pur nella loro
spettacolarità non ci fanno dimenticare le origini
della guida acrobatica, nata per meglio addestrare a
colpire) e a sussultare per il rombo dei motori. Sarà
perchè lo sguardo futurista sul mondo ci pare un po'
superato, sarà perchè verso quell'aeroporto ci siamo
già tante volte indirizzati in questi anni - l'ultima,
a marzo, per la Marcia Emmaus-Amendola - non per
visitarlo devotamente, ma per protestare il nostro
civile dissenso e l'auspicio che la Puglia diventi
ponte di pace e non arco di guerra.
 E mentre, pensieroso, leggevo i commenti di cui
sopra, mi ha colto una reminiscenza scolastica, una
nota poesia di Quasimodo che parla appunto, in maniera
un po' meno gioiosa e ludica, di carlinghe di aerei e
di carri armati:






UOMO DEL MIO TEMPO

Sei ancora quello della pietra e della fionda
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
- Andiamo ai campi. - E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

           (S. Quasimodo)







 P.S. Un'ultima considerazione, che vorrebbe non
essere retorica: da chi onestamente ritiene che gli
aerei da combattimento - pur con il loro enorme
fardello di costi anche economici - siano come la
guerra una ineludibile necessità, ci aspetteremmo un
atteggiamento più composto e sofferto, non uno
spensierato offrirli come sofisticati giocattoli
all'ammirata contemplazione di grandi e piccini.


             


           Giuseppe La Porta
Coordinamento per la Difesa Popolare Nonviolenta
             Foggia


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