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ROMPERE L'EMBARGO
- Subject: ROMPERE L'EMBARGO
- From: guerrepace at mclink.it
- Date: Fri, 22 Mar 2002 14:57:24 +0100
GUERRE&PACE via Pichi 1, Milano tel 0289422081 guerrepace at mclink.it Vi inviamo il testo di un appello internazionale contro l'ebargo all'Iraq, pubblicato il 20 marzo su "Herald Tribune International", firmato da oltre 300 soggetti, fra personalità e associazioni, di 38 paesi). La lista completa dei firmatari la potete trovare sul sito degli studenti del CASI-Campaign Against Sanctions on Iraq dell'Università di Cambridge. L'indirizzo è: www.notinournames.org BASTA CON LE SANZIONI ECONOMICHE. IL POPOLO IRACHENO HA SOFFERTO ABBASTANZA! Noi sottoscritti, che rappresentiamo un ampio consenso internazionale, chiediamo la levata immediata delle sanzioni economiche contro l'Iraq. Il regime di sanzioni imposto da più di dieci anni al popolo iracheno è una delle grandi ingiustizie del nostro tempo. Ha portato fame e malattie a milioni di iracheni innocenti. L'UNICEF ha mostrato che le sanzioni economiche hanno contribuito alla morte di mezzo milione di bambini. Nel periodo compreso fra il 1990 e il 2000, l'UNICEF ha verificato che di 188 paesi esaminati, l’Iraq aveva la peggiore variazione dei livelli di mortalità relativi ai bambini sotto i cinque anni. In effetti, in questi dieci anni, il tasso di mortalità infantile in Iraq è più che raddoppiato. Non è solo un crimine contro i bambini iracheni e contro milioni di famiglie irachene. E' una violazione dei diritti umani internazionalmente riconosciuti e degli standard umanitari. Precipitati nella povertà di massa, gli iracheni hanno bisogno di lavoro e di salari che li mettano in condizioni di vivere. La stessa "Commissione Umanitaria" del Consiglio di Sicurezza dell'Onu concludeva, nel 1999, che la crisi umanitaria in Iraq sarebbe continuata fino a quando non ci fosse stata una "ripresa sostenuta dell'economia irachena". Ma le sanzioni sono concepite per danneggiare l'economia irachena e impedire questa ripresa. Le “sanzioni intelligenti" proposte dai governi di Gran Bretagna e Stati Uniti, e dall’ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza sull’Iraq, rimangono sanzioni economiche. Benché si sostenga che esse allentano le restrizioni sulle importazioni a carattere umanitario, non consentono la ripresa economica di cui l’Iraq ha così disperatamente bisogno. Con questa risoluzione, all’Iraq non saranno consentiti né prestiti esteri, né investimenti esteri, né l'accesso a valuta estera né esportazioni diverse dal petrolio. Né ci saranno risorse disponibili per gli insegnanti e gli impiegati statali, o per il ripristino e la manutenzione delle infrastrutture distrutte, di ospedali e scuole. Le “sanzioni intelligenti" proposte non sono la soluzione alla catastrofe economica e sociale che hanno di fronte i cittadini iracheni comuni, ma una spietata continuazione di una politica fallimentare. Chiediamo la fine delle sofferenze. La coscienza mondiale chiede la fine delle sanzioni economiche ADESSO.
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