lettera da Korogocho, resoconto della CAMPAGNA dei FIORI, 'Bellezza ai fiori, dignita' ai lavoratori'



Vi invio questa  lettera che di p. Alex Zanotelli, p. Daniele Moschetti e fratel
Alberto Parise che parla di come si è svolta la campagna: "No ai fiori per San Valentino"

fonte www.giovaniemissione.it
link diretto:
http://digilander.iol.it/giovaniemissione/sanvalentino2.htm

Davide Passaro
staff del sito
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CAMPAGNA FIORI

'Bellezza ai fiori, dignita' ai lavoratori'


Korogocho, 8.3.2002

'Sappiamo che Davos e' bianca, rifiutiamo l'ordine bianco di Davos.Noi siamo la stonata
polifonia delle voci del Sud e del Nord che rigetta la Marcia funebre del mercato.' Mentre
cosi' cantava  al Forum Sociale di Porto Alegre il grande poeta brasiliano Pedro Tierra,
noi a Nairobi mettevamo gli ultimi tocchi alla campagna a favore dei lavoratori dei fiori
in Kenya.
Eravamo di nuovo in Marcia, una Marcia in favore della vita contro un sistema che
schiaccia ed opprime. Una campagna, questa dei fiori concepita all'indomani della vittoria
ottenuta contro la Del Monte Kenya (oggi Cirio-Del Monte). La preparazione e' durata quasi
due anni: un lungo e duro periodo per ottenere I dati essenziali sulla violazione dei
diritti umani da parte delle aziende Kenyane di floricoltura. Questo processo (l'
esperienza con la Del Monte e' stata magistrale) e' stato pilotato da un piccolo gruppo:
due donne, Maloba e Muthoni, due sindacalisti, Dimoli e Barak, un amico attivista, due
Comboniani, fratel Alberto Parise e padre Daniele Moschetti.
Questo comitato (noto prima come comitato di solidarieta') e' oggi conosciuto come Workers
Rights Alert (Osservatorio dei diritti dei lavoratori). Chi ha tirato le fila e' stato
Stephen Ouma che ora lavora con il Kenya Human Rights Commission, l'organizzazione per I
diritti umani che ha coperto legalmente il lavoro del comitato (altre 8 ONG locali ci
hanno dato il loro appoggio). Una sfida enorme. L'industria dei fiori non e' la Del Monte
ma il settore trainante dell'economia kenyana (al terzo posto dopo te' e caffe'). Questo
settore coinvolge circa 50.000 lavoratori (con commesse di lavoro per altre 70.000
persone). Il 90% di questi sono donne. Il 65% sono lavoratori giornalieri. Chi lavora a
contratto riceve circa 1 $ al giorno. L'uso dei pesticidi sta avendo gravi conseguenze per
molti (abbiamo ascoltato testimonianze agghiaccianti a questo proposito). Pesanti anche le
conseguenze ambientali: Lago Naivasha, acqua.. L'organizzazione sindacale e' seriamente
ostacolata. C'e' un solo sindacato riconosciuto (Plantations) pilotato da Atwoli (attuale
segretario generale dei sindacati Kenyani) legato al governo. E' in atto una politica di
scoraggiare I lavoratori dall'aderire ai sindacati (sono pagati di piu' se si rifiutano di
iscriversi). Il rapporto Beauty and Agony (Bellezza ed agonia) preparato dalla commissione
Kenyana dei diritti umani (rilasciato in questi giorni) offre tutti questi dati e tanti
altri.
Abbiamo avuto una serie di incontri con il consiglio dei fiori (KFC) in rappresentanza dei
proprietari per discutere di queste violazioni. Ma al di la' delle belle parole nulla e'
stato fatto. Per questo il comitato ha deciso di lanciare una campagna Nazionale con una
settimana (10-17 febbraio) piena di attivita' sia a Nairobi come a Naivasha. Le minacce
cominciarono a piovere. Ma decidemmo di procedere. Iniziammo con un incontro a Nairobi
dall'11 al 13 febbraio in cui lavoratori, sindacalisti, esperti si sono ritrovati per
focalizzare e verificare I dati raccolti. Con una conferenza stampa abbiamo lanciato la
campagna. Le minacce si intensificarono. 'Se il governo non fara' nulla per fermare questo
comitato - ha tuonato Atwoli dalle pagine del quotidiano Nation - lo sistemeremo a modo
nostro!' Rispondemmo con una dichiarazione stampa affermando che avremmo proseguito.
Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, abbiamo tenuto un simposio a Naivasha (una
cittadina a 100 km da Nairobi), il cuore della floricoltura Kenyana.
Il 16 febbraio il comitato ha invitato la stampa per fare una visita per vedere alcune
serre di Ruiru (vicino a Nairobi). La polizia ci impedi' di entrare.
Domenica 17 e' stata una giornata campale. Avevamo concordato con il parroco di Naivasha
di fare una preghiera ecumenica in una chiesa cattolica vicino ad una grossa compagnia dei
fiori, la Sulmac. Alla vigilia ci fu detto che non si poteva fare tale preghiera in quella
chiesa (scoprimmo poi che la compagnia aveva fatto pressione sul parroco poiche' quella
chiesa era stata costruita dalla stessa Sulmac sul terreno di sua proprieta'). Mi appellai
al vescovo di Nakuru.ma nulla da fare.
Decidemmo allora il colpo mancino. Con un autobus e varie automobili arrivammo il mattino
presto alla parrocchia di Naivasha e chiedemmo (Daniele ed io) di poter concelebrare. Il
parrocco acconsenti' e alla fine della messa ci permise di parlare.
Sotto I riflettori televisivi di diverse televisioni private e nazionali (venute per
riprendere la Marcia) dissi perche' eravamo venuti per solidarizzare con I lavoratori dei
fiori cosi' pesantemente oppressi. Applausi. Chiesi anche che razza di Dio stavamo
adorando in chiesa se I fedeli presenti non fossero pronti a ricongiungersi con I loro
fratelli in Marcia per difendere I diritti dei lavoratori. Ricordai loro le parole di
Martin Luther King: ' Ho guardato le belle chiese con quei loro alti campanili rivolti al
cielo. Continuamente mi chiedevo: ' quali persone vengono qui a pregare? Qual'e' il loro
Dio? Dov'erano quando il governatore Wallace dava fiato alle trombe della sfida e dell'
odio? Dov'erano quando neri stanchi, picchiati, scoraggiati decidevano di uscire dal loro
stato di inerzia per imboccare la strada della protesta creativa?''
Partimmo poi dalla chiesa cattolica in Marcia verso la zona dei fiori dove nella
Deliverance Church avremmo pregato. E' stata una Marcia bellissima. Preceduti dalla banda
della Chiesa dell'Esercito della Salvezza abbiamo attraverso I ghetti che stanno nascendo
come funghi attorno alle serre. 'Siamo la stonata polifonia..'. Poi arrivati alla chiesa
ci siamo disposti a semicerchio per la celebrazione ecumenica. Un grande cero stretto da
un filo spinato e adornato da un mazzo di garofani carnation, fu acceso da uno dei
lavoratori: segno di lotta, di impegno, di resistenza.
'Ricordati Signore di quanto ci e' accaduto.
 La nostra eredita' e' passata a stranieri..
Orfani siamo diventati, senza padre,
Le nostre madri come vedove.
L'acqua nostra beviamo per denaro,
La nostra legna si acquista a pagamento.
Siamo sfiniti, non c'e' per noi riposo.'
Cosi' corre il libro delle Lamentazioni proclamato nella celebrazione. E' la fotogratifa
della realta' di Naivasha. E la gente lo coglie, lo beve con gli occhi.  E' estatica a tal
punto che quando sente proclamare la Lettera di Giacomo ripete spontaneamente ogni
versetto letto dal pastore della chiesa che ci ospitava. 'Ecco il salario da voi
defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida e le proteste dei
mietitori sono giunte alle orecchie del Signore..' Parola resa ancora piu' forte dale
testimonianze rese dai lavoratori dei fiori (tra di essi potente la testimonianza di una
ragazza diventata cieca per I pesticidi). Il pastore Timothy Njoya (Presbiteriano molto
noto in Kenya per il suo impegno a fianco degli oppressi) ha sottolineato il primato dell'
uomo/donna sull'economia. (Qui la globalizzazione rivela il suo vero volto!)
In quell momento ricordai a tutti che l'unico Dio vivo che possiamo adorare e' il Dio
degli impoveriti e degli oppressi, tutti gli altri sono idoli. Quel Dio ha rivelato quel
suo gran sogno a Mose' quando ha voluto Israele come societa' alternativa agli imperi e
alle citta'-stato. Per realizzare quella societa' alternativa (all'impero dei faraoni come
di Bush) Dio chiede un'economia di uguaglianza che si puo' ottenere solo attraverso una
politica di giustizia. Una visione che puo' essere sostenuta solo da un'esperienza
religiosa dove Dio e' percepito come il Dio degli schiavi e degli emarginati e che
contesta ogni sistema che li riduce cosi'.
Poi tenendoci tutti per mano abbiamo pregato la preghiera che Gesu' ci ha insegnato mentre
la pioggia che iniziava a cadere ci inzuppava. 'E' il segno che Dio ha ascoltato la nostra
preghiera' diceva la gente. E ci lasciammo lanciando all'industria della floricoltura una
sfida: due mesi per sedersi al tavolo delle trattative con gli operai. Se no, a maggio
inviteremo le Organizzazioni Non Governative d'Europa a lanciare un boicottaggio ai fiori
keniani. (Tale incontro e' previsto dal 13 al 16 maggio).
L'impatto di questa campagna e' stato notevole in Kenya. Molte cose si stanno muovendo.
Siamo in Marcia, in cammino... (e' questo il cammino quaresimale!)..verso la Pasqua.
E sulla strada incontriamo il Dio vivo che cammina con I suoi poveri, che lotta al loro
fianco.. 'Continua ad essere il momento e forse lo e' piu' che mai di impegnarsi
profeticamente contro il Dio neoliberista della morte e dell'esclusione, a favore del Dio
del Regno della Vita e della Liberazione - scrive nella sua ultima lettera il vescovo
brasiliano Pedro Casaldaliga, amico di Pedro Tierra - Bisogna spremere dalla fede tutto il
suo succo politico. Bisogna viverla con militanza, con impegno di trasformazione. Fare
della profezia una specie di abito connaturale, di denuncia, di annuncio, di consolazione.
La carita' socio-politica e' la forma di carita' piu' strutturale. Va' alle cause, non
solo agli effetti. Protegge la Vita. Trasforma la storia. Fa il Regno.'
E sia questa la nostra Pasqua!


Alex, Daniele e Alberto