21/02 Cavriago (RE): Train de vie



"SULLE STRADE DELLA NONVIOLENZA"
Rassegna Cinematografica

Gennaio - Febbraio 2002

NOVECENTO  Cinemateatro
Via del Cristo 5
Cavriago  (RE)

21 Febbraio
ore 21
(Proiezione unica)

TRAIN DE VIE
Regia: Radu Mihaileanu.

Sceneggiatura: Radu Mihaileanu. Fotografia: Yorgos Arvanitis, Laurent
Dailland. Musica: Goran Bregovic.
Personaggi e Interpreti: Schlomo: Lionel Abelanski, Mordechai: Rufus, Il
Rabbino: Clement Harari, Yossi: Michel Muller, Yankele: Bruno
Abraham-Kremer, Esther: Agathe De La Fontaine, Schmecht: Johan Leysen.
Prodotto da: Frederique Dumas, Marc Baschet, Cedomir Kolar, Ludi Boeken
e Eric Dussart.
Origine: Francia, 1998. Durata: 103'. Distribuzione: ACADEMY.

Shoah e commedia, capitolo secondo. A suo tempo si parlò di Train de vie
come di un antagonista di La vita è bella di Benigni; non mancando di
sottolineare che il romeno Radu Mihaileanu lo aveva scritto prima e che
un ruolo era stato offerto a Roberto. Sopite le polemiche artificiose,
resta l'evidenza delle immagini. I due film sono diversissimi: in
pratica, hanno in comune soltanto il progetto di raccontare una favola,
con valore di parabola, sulla tragedia. Nel 1941 gli abitanti di uno
shtetl dell'Est europeo organizzano una straordinaria messa in scena per
sfuggire ai nazisti. Mimetizzano un convoglio ferroviario, comprato
pezzo per pezzo, da treno di deportati e partono per la Terra Promessa.
Ciascun abitante del villaggio ebraico deve recitare una parte: chi il
prigioniero, chi il tedesco; mentre un impiegato delle ferrovie
s'improvvisa manovratore. S'innesca una specie di psicodramma
collettivo, dove ciascuno tende a identificarsi sempre più col proprio
ruolo. Mentre il mercante Mordechai diventa un perfetto ufficiale
nazista, una fazione si converte al marxismo e istituisce il soviet del
treno (prigionieri che valgono il doppio, spiega Mordechai a un nazista
vero: ebrei e comunisti in un colpo solo).
Se La vita è bella è una commedia, il tono prevalente in Train de vie è
invece quello della farsa, il tono temperato da un umorismo tipicamente
yiddish che fa convivere comicità, dramma, malinconia. Malgrado le
caratterizzazioni, un po' macchiettistiche, di certi personaggi e la
scelta di "ingenuità" con cui la storia è raccontata, i riferimenti di
Mihaileanu sono molto più raffinati delle apparenze: da Cioran
all'assurdo di Ionesco, al classico film di Ernest Lubitsch (ebreo
dell'Est come lui) Vogliamo vivere, che nel '42 metteva in commedia
l'incubo nazista giocando proprio sullo scambio tra realtà e
rappresentazione.
Altrettanto raffinate alcune battute (i dialoghi dell'edizione italiana
sono curati da Moni Ovadia): quella ad esempio, che definisce lo yiddish
"una parodia del tedesco, con dentro l'ironia". Dopo infinite peripezie,
incluso l'incontro con un altro treno in maschera su cui viaggiano
gitani alla Kusturica (l'impressione è sottolineata dalle musiche
ossessive di Goran Bregovic), la storia si avvia a un lieto fine. Ma un
secondo finale rilancia l'angoscia, inquadrando tutto del racconto di
Schlomo, matto del villaggio nonché ideatore dello stratagemma. Come se
Mihaileanu dicesse: è l'idea di un pazzo raccontare così l'Olocausto?
Forse, ma non abbiamo affatto dimenticato quel che è accaduto davvero.
(Roberto Nepoti)

Le recensioni dei film sono nel sito: www.multisala900.it

Prezzi dei biglietti:
E 4.00  -  interi
E 3.00  -  ridotti


Informazioni:

NOVECENTO  Cinemateatro
Via del Cristo 5   Cavriago  (RE)
tel. 0522/372015
e-mail: 900 at multisala900.it
sito web: www.multisala900.it


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