Incontro con Arafat



Riceviamo e rigiriamo:

Invio cronaca dell'incontro con Arafat.
Cari saluti
Letizia

> GERUSALEMME, 1 GENNAIO 2002
>
> Ieri sera a Ramallah abbiamo incontrato Arafat.
> Tutta la delegazione internazionale di ACTION FOR PEACE, circa 400 fra

> europei (italiani, francesi, inglesi, olandesi, belgi, spagnoli)
> statunitensi e canadesi, e' stata ricevuta da Arafat nella sua
> residenza di Ramallah, in cui e' confinato dal governo israeliano da
> diverse settimane, con i carri armati israeliani a qualche centinaio
di
> metri.
> Ci ha colpito entrare in quello che la stampa definisce il bunker di
> Arafat" e trovare invece un edificio chiuso da un normale muro di
> cinta, con un normale cancello sorvegliato da due giovani soldati
> palestinesi.
> Nessun blindato, nessuna postazione militare. Poco distante l'antenna
> della radio-tv palestinese, abbattuta qualche settimana fa dagli
> israeliani.
> Ci sembra una realta' indifesa e insieme forte, della forza che deriva

> dalla consapevolezza di essere a casa propria e di avere diritto alla
> propria sicurezza.
> E' stato un incontro emozionante. Oltre ad Arafat erano presenti
> diversi esponenti dell'ANP (Autorita' Nazionale Palestinese),
Moustapha
> Barghouti, responsabile del Centro palestinese per i diritti umani, e
> Marwan Barghouti, leader della seconda Intifada.
> Luisa Morgantini, a nome della delegazione italiana(la piu' numerosa
> con quasi 200 persone) e i rappresentanti belga e francese, hanno
> testimoniato la solidarieta' al popolo palestinese, il suo diritto a
> lottare contro l'occupazione israeliana e la necessita' che tutta la
> comunita' internazionale intervenga per far riprendere il processo di
> pace e imporre ad Israele il rispetto del diritto internazionale
> violato.
> Arafat ci ha parlato a lungo, in modo diretto, spontaneo, con grande
> calore.
> Ha parlato degli ultimi difficilissimi mesi, della durezza
> dell'occupazione israeliana che si e' fatta feroce con il governo
> Sharon.
> Ci ha parlato delle violenze quotidiane, dei bambini e ragazzi uccisi
> ai check point perche' lanciano pietre contro i carri armati, delle
> quotidiane vessazioni che impediscono ai palestinesi di lavorare, di
> studiare, di andare in ospedale, di muoversi liberamente sul loro
> territorio.
> Ha parlato dello sforzo dell'ANP contro il terrorismo, rifiutato dalla

> stragrande maggioranza della popolazione palestinese.
> Ha ricordato piu' volte Rabin, "il mio amico Rabin" come lo ha
> definito, e del processo di pace interrotto dopo il suo assassinio da
> parte di un estremista israeliano.
> Ha ricordato la solidarieta' che gli e' arrivata persino dal
presidente
> dello Stato israeliano, quando Sharon gli ha impedito di partecipare
> alla messa di Natale a Betlemme, e ci ha detto di avere invitato il
> presidente israeliano ad incontrare il consiglio nazionale palestinese

> per riaprire il dialogo di pace.
> Ci ha chiamato ad essere testimoni del fatto che conferma e rinnova
> questa proposta di ripresa del dialogo.
> Ha insistito piu' volte, con calore, e con la voce emozionata, sulla
> necessita' di costruire un futuro di pace e di convivenza "per i
> bambini palestinesi e per i bambini israeliani", in questa terra, la
> Terra Santa, che, ha detto, "e' patrimonio di tutta l'umanita' e non
> solo dei palestinesi o degli israeliani".
> Ha sottolineato la drammaticita' della situazione attuale,
> dell'isolamento in cui il governo Sharon costringe i palestinesi e la
> loro ANP, del tentativo di screditare la loro lotta come "terrorismo",

> e della necessita' vitale che la comunita' internazionale intervenga.
> "Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di voi" ha ripetuto piu'
> volte, quasi come una invocazione di aiuto.
> E tutte le 400 persone, uomini e donne presenti, abbiamo promesso, a
> noi stessi prima ancora che a lui e i palestinesi, che questo aiuto
> vogliamo portarlo, costringendo i nostri governi ad inviare una forza
> di protezione e interposizione.
> Al termine dell'incontro andiamo in piazza a Ramallah a festeggiare
con
> i palestinesi l'anno nuovo e l'anniversario della nascita di Al Fatah
> (oggi 1 gennaio).
> E' una folla di uomini, donne, ragazze e ragazzi, bambine e bambini.
> Qualche fuoco d'artificio e tante candele in mano. Ci si abbraccia e
ci
> si augura buon anno in arabo, italiano, inglese, francese. Un anno di
> pace.
>
> Valda Busani, Donne in Nero

--
Associazione Resistenza e Pace
c/o Mag 6
Via Vittorangeli 7/d
42100 Reggio Emilia
telefax. 0522/454832
e-mail: ass-rep at libero.it