Re: Sudan, the United States and Allegations of Biological Weapons



Mi spiace di non poter apprezzare l'ottima analisi, perché con il 
mio inglese mi ci vorrebbe qualche giornata per venirne a capo.

Del Sudan so che da molti anni, forse decenni, è in corso una 
guerra interna tra potere centrale e ribelli del sud (mi sembra tra i 
Nuba); naturalmente a farne le spese sono soprattutto le 
popolazioni e probabilmente si strumentalizzano le differenze 
religiose, come sempre, quando conviene ai signori della guerra di 
tutte le parti. 

Ho letto che nel Sudan si verificano ancora casi, non sporadici, di 
schiavismo, per il resto non ho notizie che il Sudan sia un qualche 
paradiso socialista. 

Quello che segue comunque è il Rapporto 2001 di Amnesty 
International. 
{PRIVATE "TYPE=PICT;ALT=Map of Sudan (the Republic of the)"}
Ciao, 
Gianni Zampieri - cdm
{  \d  \z "/immagini/maps/Sudamap.gif"}
Rapporto Annuale 2001  Sudan (the Republic of the).
La guerra civile ha continuato a sconvolgere la vita di innumerevoli 
civili per tutto il 2000. I più colpiti sono stati coloro che vivono nelle 
vicinanze dei giacimenti di petrolio, là dove le forze pro-governative 
e l'opposizione armata si sono scontrate per il controllo della 
produzione petrolifera e delle relative aree. Tutte le parti in conflitto 
hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani contro i civili che 
vivono nelle zone contese, fra cui bombardamenti indiscriminati, 
rapimenti, riduzione in schiavitù, reclutamento forzato, torture e 
uccisioni. Decine di migliaia di persone sono state costrette ad 
abbandonare le proprie case. Nonostante il governo affermi che la 
situazione dei diritti umani nelle zone sotto il suo controllo stia 
migliorando, avvocati, giornalisti, studenti e difensori dei diritti 
umani hanno subito vessazioni e intimidazioni. A decine sono stati 
arrestati e torturati. I responsabili di violazioni dei diritti umani non 
sono stati messi sotto processo. Nelle città sotto il controllo del 
governo, le limitazioni alla libertà di espressione e associazione 
continuano. Contesto Alla fine del 2000, la guerra civile, ripresa nel 
1983, era costata la vita a quasi 2.000.000 di persone ed era stata 
la causa dello sfollamento forzato di altre 4.500.000 persone. 
Inoltre, si ritiene che circa 500.000 persone abbiano cercato asilo 
all'estero. Le principali parti in conflitto dal 1983 sono quelle che 
sostengono il governo - che comprendono le forze armate del 
popolo sudanese (l'esercito regolare), le milizie di difesa popolare e 
vari altri gruppi di milizie conosciuti come i murahaleen - e le forze 
dell'opposizione, composte dall'Esercito di liberazione del popolo 
sudanese (Spla) insieme a varie milizie alleate. La spinta per il 
controllo del petrolio e delle zone dove si trovano i giacimenti 
petroliferi ha avuto un'importanza centrale nella guerra fra le forze 
armate del governo e dell'opposizione, oltre che nelle lotte in corso 
fra fazioni delle varie milizie. Per esempio, i 1600 km di oleodotto 
entrati in funzione nell'agosto del 1999 hanno continuato a essere 
l'obiettivo di ripetuti attacchi delle forze di opposizione. Oltre al 
conflitto fra l'esercito regolare e lo Spla, è esploso un altro conflitto 
fra le varie milizie alleate col governo o con lo Spla. Queste forze 
cambiano spesso di campo. é stato stimato che negli ultimi anni, 
in seguito alle lotte interne alle fazioni hanno perso la vita più 
persone di quante siano morte negli scontri con le forze del 
governo. Il governo ha perseguito la politica di fornire sostegno e 
armi ai comandanti delle varie milizie e ha incoraggiato lo scontro 
interno fra le fazioni, il che ha avuto come conseguenza vaste 
distruzioni e povertà per la popolazione civile. é venuto meno in 
luglio il cessate il fuoco umanitario, concordato a Bahr el-Ghazal 
fra Spla, Nazioni Unite e associazioni umanitarie riunite sotto la 
sigla Operation Lifeline Sudan (Ols), per fornire cibo ai civili 
coinvolti nel conflitto. Tuttavia, è stato in seguito raggiunto un nuovo 
accordo fra l'Ols e il governo, che ha consentito ai soccorsi di 
riprendere. Anche se il cessate il fuoco non è stato ristabilito, è 
stata concordata una tregua di dodici giorni in ottobre per 
consentire all'Unicef di eseguire le vaccinazioni antipolio. Alcune 
Ong hanno accusato il governo di non rispettare questa tregua e di 
aver bombardato le città. Lo stato di emergenza dichiarato nel 
dicembre 1999 è rimasto in vigore per la maggior parte dell'anno. In 
dicembre si sono tenute le elezioni del presidente e del 
parlamento. Sia gli osservatori delle Nazioni Unite sia quelli 
dell'Unione Europea hanno respinto gli inviti a seguire le elezioni, 
che secondo un'opinione diffusa presentavano gravi elementi 
d'irregolarità. Gli arresti di giornalisti, oppositori politici e attivisti per 
i diritti umani si sono intensificati con l'avvicinarsi delle elezioni, 
che i principali partiti dell'opposizione hanno invitato a boicottare. 
La popolazione delle zone sotto il controllo dei ribelli non ha preso 
parte alle elezioni. Il presidente Omar al-Bashir, al potere dal 1989, 
è stato dichiarato vincitore delle elezioni. Sfollati Decine di migliaia 
di persone sono state spinte col terrore a lasciare le proprie case 
nell'area del Nilo superiore ricca di petrolio in seguito a 
bombardamenti aerei, esecuzioni in massa e torture. La vasta 
evacuazione è stata seguita dal dispiegamento di ulteriori armi e 
forze per proteggere i pozzi petroliferi. Raccolti e bestiame sono 
stati dati alle fiamme e saccheggiati per impedire alla popolazione 
di tornare nelle proprie case. Anche i bombardamenti nella zona 
nord di Bahr-el-Ghazal hanno portato allo sfollamento massiccio 
della popolazione civile. Bombardamenti di civili È continuato il 
bombardamento indiscriminato dei civili nel sud del paese. La 
protesta internazionale per il bombardamento di ospedali e scuole 
in febbraio e marzo ha indotto il presidente al-Bashir a ordinare alle 
sue forze di interrompere le azioni di bombardamento aereo se non 
giustificati per autodifesa o durante operazioni militari per 
"proteggere la vita e la proprietà". Tuttavia, in seguito al fallimento 
del cessate il fuoco umanitario di Bahr el-Ghazal si sono 
intensificati i bombardamenti, in particolare da settembre e sembra 
che siano stati colpiti obiettivi civili in altre zone del paese, fra cui 
Equatoria orientale, il Nilo superiore e il Nilo Blu meridionale. *Solo 
in luglio, si ritiene che più di 250 bombe abbiano colpito obiettivi 
civili in almeno 30 diversi casi, provocando morti e sconvolgendo i 
raccolti e la consegna degli aiuti a Bahr-el-Ghazal. Bambini soldato 
L'arruolamento nelle forze armate è obbligatorio sia per gli uomini 
che per le donne e la legge dispone che l'addestramento militare 
sia condizione preliminare per l'accesso all'educazione superiore e 
universitaria, oltre che per alcuni lavori. Ci sono state prove 
crescenti dell'impiego di bambini soldato da parte di varie fazioni in 
conflitto. Ci sono stati rapporti di bambini rapiti per le strade di 
Khartum e reclutati a forza nelle forze di difesa popolare. I genitori 
non sono stati informati e la maggior parte delle giovani reclute 
sono state inviate sul fronte. Sono stati riferiti maltrattamenti di 
reclute bambini. *Il 29 maggio il corpo del diciassettenne Ghassan 
Ahmed Al Amin Haroun è stato portato all'obitorio di Khartum dal 
campo di addestramento militare congiunto di Jabal Awlia. Era 
entrato nell'esercito due giorni prima. L'autopsia ha evidenziato 
ferite sulle mani, la schiena, il piede e l'occhio destri e lividi in altre 
parti del corpo e ha accertato la causa della morte come "collasso 
respiratorio". Le autorità non hanno commentato i risultati 
dell'autopsia ma poco dopo hanno posto la famiglia sotto 
sorveglianza da parte delle forze di sicurezza. *Il sedicenne 
Mohanad Abdelrahman M. Zakana è morto nel campo 
d'addestramento militare di Aljouli in maggio. Si ritiene che la sua 
morte sia stata causata dal duro trattamento riservato alle giovani 
reclute. Sembra che gli sia stato negato un trattamento medico 
adeguato, dopo che era crollato per un colpo di sole. I bambini 
hanno continuato a essere reclutati a forza dallo Spla, nonostante 
esso avesse informato l'Unicef dell'intenzione di smobilitare tutti i 
bambini all'interno delle sue forze e interrompere il reclutamento di 
minori. Schiavitù Sebbene il governo abbia continuato a negare 
l'esistenza della schiavitù, si ritiene che migliaia di persone in 
Sudan siano tenute in condizioni di lavoro forzato o schiavitù. Le 
stime variano sul numero di persone tenute in schiavitù; alcune 
organizzazioni non governative ne valutano il numero fino a 
100.000, mentre le fonti governative stimano una cifra di 5000. Ci 
sono numerosi notizie di schiavitù sessuale, specialmente nelle 
aree coinvolte nel conflitto armato. Quanti sfuggono alla schiavitù 
riferiscono di diffuse torture, compreso lo stupro, e matrimoni 
forzati. Tortura e maltrattamenti Continuano a giungere denunce 
sulla diffusione della tortura e dei maltrattamenti in molte città 
controllate dal governo. I timori maggiori riguardavano gli oppositori 
politici le denunce di tortura non vengono indagate e i responsabili 
non vengono consegnati alla giustizia. Ci sono stati anche denunce 
di tortura che si riferiscono ai territori controllati dallo Spla. *Non vi 
sono state indagini sulla morte in detenzione di Joseph Adhiang 
Langlang, Abdallah Col, Hassan Abu Adhan e Gladino Sam 
Okieny. Pare siano morti per le torture subite. I 4 uomini erano 
stati detenuti con Hillary Boma e altre 25 persone, accusate di aver 
piazzato bombe a Khartum nel 1998. Dopo che Hillary Boma e i 
suoi compagni di prigionia erano stati graziati e rilasciati nel 
dicembre del 1999, non vi sono state indagini sulle loro denunce di 
tortura. *A dicembre 8 membri dell'opposizione sono stati arrestati 
durante un incontro con un diplomatico statunitense. Sono stati 
accusati di progettare un colpo di stato. Qualche giorno dopo sono 
stati arrestati due avvocati, Ghazi Suleiman e Ali Mohammud 
Hasanain, per aver firmato una petizione contro il loro arresto. 
Ghazi Suleiman ha subito una ferita alla testa ed è stato ricoverato 
due volte mentre era detenuto, facendo temere che fosse stato 
torturato. I 10 detenuti sono stati trattenuti in luoghi di prigionia 
segreti, in isolamento e senza accesso a cure mediche, né alla 
famiglia o agli avvocati. Amputazioni Durante il 2000 almeno 12 
persone sono state condannate all'amputazione di parti del corpo. 
Almeno un'amputazione è stata eseguita. *In marzo Al Salik Obeid 
ha subito l'amputazione della mano destra e del piede sinistro nel 
carcere di Kober. Stupri e altre violenze contro le donne La violenza 
contro le donne da parte di combattenti di entrambe le fazioni, da 
sempre una caratteristica del conflitto in Sudan, si è intensificata 
nel corso dell'anno. Sono stati riportati numerosi casi di abuso 
sessuale, fra cui schiavitù sessuale, stupro e gravidanze forzate. 
Lo stupro è stato usato come tattica di guerra sia dal governo sia 
dalle forze dell'opposizione, per degradare e umiliare i civili nelle 
zone di conflitto. Tuttavia, a causa del tabù e dello stigma 
associato allo stupro, le denunce sono rare e l'impunità per i 
violentatori è la norma. Sono stati segnalati diversi casi di donne 
rapite mentre raccoglievano legna o acqua e costrette a portare 
pesanti carichi di merci, sequestrate nei villaggi saccheggiati. Le 
donne sono anche state costrette a pulire, cucinare e fornire servizi 
domestici nelle caserme e nei campi militari. I diritti delle donne Le 
violazioni dei diritti delle donne sono state numerose. Nel Sudan 
centrale, specialmente a Khartum, le donne hanno dovuto subire 
severe restrizioni alla loro libertà di movimento. *A settembre il 
governatore di Khartum ha emesso un decreto che proibisce alle 
donne di lavorare in luoghi pubblici. Alcuni giorni dopo, 26 donne 
sono state arrestate e tre ferite quando la polizia ha usato gas 
lacrimogeno e sfollagente per disperdere una manifestazione 
pacifica contro il decreto. Il decreto è stato contestato presso la 
corte costituzione che in ottobre ha sospeso temporaneamente il 
divieto. La decisione finale della corte non era stata ancora 
emanata alla fine dell'anno. Studenti e difensori per i diritti umani 
Durante il 2000 studenti e attivisti per i diritti umani hanno subito 
vessazioni e intimidazioni, particolarmente a Khartum e nelle zone 
vicine. Le forze di sicurezza hanno impedito o interrotto attività 
studentesche e gli studenti coinvolti sono stati arrestati e torturati; 
uno è stato ucciso. *In giugno i soldati hanno aperto il fuoco contro 
gli studenti riuniti in seminario sulla crisi in Sudan alla università di 
Senna. Un partecipante, 'Mirghami Mahmoud al-Norman, è stato 
ucciso e molti altri feriti. Nei giorni seguenti alla sparatoria, si sono 
svolte diverse manifestazioni a sostegno degli studenti. Almeno 
undici uomini, fra cui sette studenti, sono stati arrestati e accusati 
di disordini e disturbo dell'ordine pubblico. Si ritiene che tutti siano 
stati torturati e la maggior parte sono stati ricoverati in ospedale 
per le conseguenze. Avvocati e parenti che cercavano di seguire 
casi di violazioni dei diritti umani hanno spesso dovuto subire 
persecuzioni e ripetuti ordini di comparizione presso le stazioni di 
polizia o le sedi delle forze di sicurezza. I colpevoli di violazioni dei 
diritti umani, al contrario, non sono stati perseguiti dal sistema 
giudiziario. *Alcuni parenti che chiedevano giustizia per una 
ragazza undicenne violentata da un agente di polizia nel maggio 
1999 sono stati minacciati e vessati. Le autorità hanno cercato 
ripetutamente di sottoporre la ragazza a ulteriori esami medici 
intrusivi. Tuttavia, invece di perseguire l'accusa di stupro, le autorità 
sudanesi hanno scelto di considerare il caso una questione di 
"sicurezza". I membri della famiglia e gli avvocati che li 
rappresentavano sono stati invitare a presentarsi al Dipartimento 
federale di investigazione criminale e le forze di sicurezza hanno 
sequestrato documenti dagli uffici degli avvocati. Né i parenti né gli 
avvocati sono stati accusati di un reato definito.  
La guerra civile ha continuato a sconvolgere la vita di innumerevoli 
civili per tutto il 2000. I più colpiti sono stati coloro che vivono nelle 
vicinanze dei giacimenti di petrolio, là dove le forze pro-governative 
e l'opposizione armata si sono scontrate per il controllo della 
produzione petrolifera e delle relative aree. Tutte le parti in conflitto 
hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani contro i civili che 
vivono nelle zone contese, fra cui bombardamenti indiscriminati, 
rapimenti, riduzione in schiavitù, reclutamento forzato, torture e 
uccisioni. Decine di migliaia di persone sono state costrette ad 
abbandonare le proprie case. Nonostante il governo affermi che la 
situazione dei diritti umani nelle zone sotto il suo controllo stia 
migliorando, avvocati, giornalisti, studenti e difensori dei diritti 
umani hanno subito vessazioni e intimidazioni. A decine sono stati 
arrestati e torturati. I responsabili di violazioni dei diritti umani non 
sono stati messi sotto processo. Nelle città sotto il controllo del 
governo, le limitazioni alla libertà di espressione e associazione 
continuano.
Contesto
Alla fine del 2000, la guerra civile, ripresa nel 1983, era costata la 
vita a quasi 2.000.000 di persone ed era stata la causa dello 
sfollamento forzato di altre 4.500.000 persone. Inoltre, si ritiene che 
circa 500.000 persone abbiano cercato asilo all'estero. Le principali 
parti in conflitto dal 1983 sono quelle che sostengono il governo - 
che comprendono le forze armate del popolo sudanese (l'esercito 
regolare), le milizie di difesa popolare e vari altri gruppi di milizie 
conosciuti come i murahaleen - e le forze dell'opposizione, 
composte dall'Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla) 
insieme a varie milizie alleate. La spinta per il controllo del petrolio 
e delle zone dove si trovano i giacimenti petroliferi ha avuto 
un'importanza centrale nella guerra fra le forze armate del governo 
e dell'opposizione, oltre che nelle lotte in corso fra fazioni delle 
varie milizie. Per esempio, i 1600 km di oleodotto entrati in 
funzione nell'agosto del 1999 hanno continuato a essere l'obiettivo 
di ripetuti attacchi delle forze di opposizione. 
Oltre al conflitto fra l'esercito regolare e lo Spla, è esploso un altro 
conflitto fra le varie milizie alleate col governo o con lo Spla. 
Queste forze cambiano spesso di campo. é stato stimato che negli 
ultimi anni, in seguito alle lotte interne alle fazioni hanno perso la 
vita più persone di quante siano morte negli scontri con le forze del 
governo. Il governo ha perseguito la politica di fornire sostegno e 
armi ai comandanti delle varie milizie e ha incoraggiato lo scontro 
interno fra le fazioni, il che ha avuto come conseguenza vaste 
distruzioni e povertà per la popolazione civile. é venuto meno in 
luglio il cessate il fuoco umanitario, concordato a Bahr el-Ghazal 
fra Spla, Nazioni Unite e associazioni umanitarie riunite sotto la 
sigla Operation Lifeline Sudan (Ols), per fornire cibo ai civili 
coinvolti nel conflitto. Tuttavia, è stato in seguito raggiunto un nuovo 
accordo fra l'Ols e il governo, che ha consentito ai soccorsi di 
riprendere. Anche se il cessate il fuoco non è stato ristabilito, è 
stata concordata una tregua di dodici giorni in ottobre per 
consentire all'Unicef di eseguire le vaccinazioni antipolio. Alcune 
Ong hanno accusato il governo di non rispettare questa tregua e di 
aver bombardato le città. 
Lo stato di emergenza dichiarato nel dicembre 1999 è rimasto in 
vigore per la maggior parte dell'anno. In dicembre si sono tenute le 
elezioni del presidente e del parlamento. Sia gli osservatori delle 
Nazioni Unite sia quelli dell'Unione Europea hanno respinto gli inviti 
a seguire le elezioni, che secondo un'opinione diffusa presentavano 
gravi elementi d'irregolarità. Gli arresti di giornalisti, oppositori 
politici e attivisti per i diritti umani si sono intensificati con 
l'avvicinarsi delle elezioni, che i principali partiti dell'opposizione 
hanno invitato a boicottare. La popolazione delle zone sotto il 
controllo dei ribelli non ha preso parte alle elezioni. Il presidente 
Omar al-Bashir, al potere dal 1989, è stato dichiarato vincitore delle 
elezioni.
Sfollati 
Decine di migliaia di persone sono state spinte col terrore a 
lasciare le proprie case nell'area del Nilo superiore ricca di petrolio 
in seguito a bombardamenti aerei, esecuzioni in massa e torture. 
La vasta evacuazione è stata seguita dal dispiegamento di ulteriori 
armi e forze per proteggere i pozzi petroliferi. Raccolti e bestiame 
sono stati dati alle fiamme e saccheggiati per impedire alla 
popolazione di tornare nelle proprie case. Anche i bombardamenti 
nella zona nord di Bahr-el-Ghazal hanno portato allo sfollamento 
massiccio della popolazione civile.
Bombardamenti di civili
È continuato il bombardamento indiscriminato dei civili nel sud del 
paese. La protesta internazionale per il bombardamento di ospedali 
e scuole in febbraio e marzo ha indotto il presidente al-Bashir a 
ordinare alle sue forze di interrompere le azioni di bombardamento 
aereo se non giustificati per autodifesa o durante operazioni militari 
per "proteggere la vita e la proprietà". Tuttavia, in seguito al 
fallimento del cessate il fuoco umanitario di Bahr el-Ghazal si sono 
intensificati i bombardamenti, in particolare da settembre e sembra 
che siano stati colpiti obiettivi civili in altre zone del paese, fra cui 
Equatoria orientale, il Nilo superiore e il Nilo Blu meridionale.
*Solo in luglio, si ritiene che più di 250 bombe abbiano colpito 
obiettivi civili in almeno 30 diversi casi, provocando morti e 
sconvolgendo i raccolti e la consegna degli aiuti a Bahr-el-Ghazal.
Bambini soldato
L'arruolamento nelle forze armate è obbligatorio sia per gli uomini 
che per le donne e la legge dispone che l'addestramento militare 
sia condizione preliminare per l'accesso all'educazione superiore e 
universitaria, oltre che per alcuni lavori. Ci sono state prove 
crescenti dell'impiego di bambini soldato da parte di varie fazioni in 
conflitto. Ci sono stati rapporti di bambini rapiti per le strade di 
Khartum e reclutati a forza nelle forze di difesa popolare. I genitori 
non sono stati informati e la maggior parte delle giovani reclute 
sono state inviate sul fronte. Sono stati riferiti maltrattamenti di 
reclute bambini.
*Il 29 maggio il corpo del diciassettenne Ghassan Ahmed Al Amin 
Haroun è stato portato all'obitorio di Khartum dal campo di 
addestramento militare congiunto di Jabal Awlia. Era entrato 
nell'esercito due giorni prima. L'autopsia ha evidenziato ferite sulle 
mani, la schiena, il piede e l'occhio destri e lividi in altre parti del 
corpo e ha accertato la causa della morte come "collasso 
respiratorio". Le autorità non hanno commentato i risultati 
dell'autopsia ma poco dopo hanno posto la famiglia sotto 
sorveglianza da parte delle forze di sicurezza.
*Il sedicenne Mohanad Abdelrahman M. Zakana è morto nel campo 
d'addestramento militare di Aljouli in maggio. Si ritiene che la sua 
morte sia stata causata dal duro trattamento riservato alle giovani 
reclute. Sembra che gli sia stato negato un trattamento medico 
adeguato, dopo che era crollato per un colpo di sole.
I bambini hanno continuato a essere reclutati a forza dallo Spla, 
nonostante esso avesse informato l'Unicef dell'intenzione di 
smobilitare tutti i bambini all'interno delle sue forze e interrompere il 
reclutamento di minori.
Schiavitù
Sebbene il governo abbia continuato a negare l'esistenza della 
schiavitù, si ritiene che migliaia di persone in Sudan siano tenute in 
condizioni di lavoro forzato o schiavitù. Le stime variano sul numero 
di persone tenute in schiavitù; alcune organizzazioni non 
governative ne valutano il numero fino a 100.000, mentre le fonti 
governative stimano una cifra di 5000. Ci sono numerosi notizie di 
schiavitù sessuale, specialmente nelle aree coinvolte nel conflitto 
armato. Quanti sfuggono alla schiavitù riferiscono di diffuse torture, 
compreso lo stupro, e matrimoni forzati.
Tortura e maltrattamenti
Continuano a giungere denunce sulla diffusione della tortura e dei 
maltrattamenti in molte città controllate dal governo. I timori 
maggiori riguardavano gli oppositori politici le denunce di tortura 
non vengono indagate e i responsabili non vengono consegnati alla 
giustizia. Ci sono stati anche denunce di tortura che si riferiscono 
ai territori controllati dallo Spla.
*Non vi sono state indagini sulla morte in detenzione di Joseph 
Adhiang Langlang, Abdallah Col, Hassan Abu Adhan e Gladino 
Sam Okieny. Pare siano morti per le torture subite. I 4 uomini 
erano stati detenuti con Hillary Boma e altre 25 persone, accusate 
di aver piazzato bombe a Khartum nel 1998. Dopo che Hillary 
Boma e i suoi compagni di prigionia erano stati graziati e rilasciati 
nel dicembre del 1999, non vi sono state indagini sulle loro 
denunce di tortura.
*A dicembre 8 membri dell'opposizione sono stati arrestati durante 
un incontro con un diplomatico statunitense. Sono stati accusati di 
progettare un colpo di stato. Qualche giorno dopo sono stati 
arrestati due avvocati, Ghazi Suleiman e Ali Mohammud Hasanain, 
per aver firmato una petizione contro il loro arresto. Ghazi Suleiman 
ha subito una ferita alla testa ed è stato ricoverato due volte mentre 
era detenuto, facendo temere che fosse stato torturato. I 10 
detenuti sono stati trattenuti in luoghi di prigionia segreti, in 
isolamento e senza accesso a cure mediche, né alla famiglia o agli 
avvocati.
Amputazioni 
Durante il 2000 almeno 12 persone sono state condannate 
all'amputazione di parti del corpo. Almeno un'amputazione è stata 
eseguita.
*In marzo Al Salik Obeid ha subito l'amputazione della mano 
destra e del piede sinistro nel carcere di Kober.
Stupri e altre violenze contro le donne
La violenza contro le donne da parte di combattenti di entrambe le 
fazioni, da sempre una caratteristica del conflitto in Sudan, si è 
intensificata nel corso dell'anno. Sono stati riportati numerosi casi 
di abuso sessuale, fra cui schiavitù sessuale, stupro e gravidanze 
forzate. Lo stupro è stato usato come tattica di guerra sia dal 
governo sia dalle forze dell'opposizione, per degradare e umiliare i 
civili nelle zone di conflitto. Tuttavia, a causa del tabù e dello 
stigma associato allo stupro, le denunce sono rare e l'impunità per 
i violentatori è la norma. Sono stati segnalati diversi casi di donne 
rapite mentre raccoglievano legna o acqua e costrette a portare 
pesanti carichi di merci, sequestrate nei villaggi saccheggiati. Le 
donne sono anche state costrette a pulire, cucinare e fornire servizi 
domestici nelle caserme e nei campi militari. 
I diritti delle donne
Le violazioni dei diritti delle donne sono state numerose. Nel Sudan 
centrale, specialmente a Khartum, le donne hanno dovuto subire 
severe restrizioni alla loro libertà di movimento.
*A settembre il governatore di Khartum ha emesso un decreto che 
proibisce alle donne di lavorare in luoghi pubblici. Alcuni giorni 
dopo, 26 donne sono state arrestate e tre ferite quando la polizia 
ha usato gas lacrimogeno e sfollagente per disperdere una 
manifestazione pacifica contro il decreto.
Il decreto è stato contestato presso la corte costituzione che in 
ottobre ha sospeso temporaneamente il divieto. La decisione finale 
della corte non era stata ancora emanata alla fine dell'anno.
Studenti e difensori per i diritti umani 
Durante il 2000 studenti e attivisti per i diritti umani hanno subito 
vessazioni e intimidazioni, particolarmente a Khartum e nelle zone 
vicine. Le forze di sicurezza hanno impedito o interrotto attività 
studentesche e gli studenti coinvolti sono stati arrestati e torturati; 
uno è stato ucciso.
*In giugno i soldati hanno aperto il fuoco contro gli studenti riuniti in 
seminario sulla crisi in Sudan alla università di Senna. Un 
partecipante, 'Mirghami Mahmoud al-Norman, è stato ucciso e 
molti altri feriti. Nei giorni seguenti alla sparatoria, si sono svolte 
diverse manifestazioni a sostegno degli studenti. Almeno undici 
uomini, fra cui sette studenti, sono stati arrestati e accusati di 
disordini e disturbo dell'ordine pubblico. Si ritiene che tutti siano 
stati torturati e la maggior parte sono stati ricoverati in ospedale 
per le conseguenze. 
Avvocati e parenti che cercavano di seguire casi di violazioni dei 
diritti umani hanno spesso dovuto subire persecuzioni e ripetuti 
ordini di comparizione presso le stazioni di polizia o le sedi delle 
forze di sicurezza. I colpevoli di violazioni dei diritti umani, al 
contrario, non sono stati perseguiti dal sistema giudiziario. 
*Alcuni parenti che chiedevano giustizia per una ragazza 
undicenne violentata da un agente di polizia nel maggio 1999 sono 
stati minacciati e vessati. Le autorità hanno cercato ripetutamente 
di sottoporre la ragazza a ulteriori esami medici intrusivi. Tuttavia, 
invece di perseguire l'accusa di stupro, le autorità sudanesi hanno 
scelto di considerare il caso una questione di "sicurezza". I 
membri della famiglia e gli avvocati che li rappresentavano sono 
stati invitare a presentarsi al Dipartimento federale di investigazione 
criminale e le forze di sicurezza hanno sequestrato documenti 
dagli uffici degli avvocati. Né i parenti né gli avvocati sono stati 
accusati di un reato definito.

Date forwarded: 	Tue, 11 Dec 2001 05:31:35 +0100
From:           	"Fulvio Grimaldi" <bassottovic at libero.it>
To:             	<pck-pace at peacelink.it>
Subject:        	Re: Sudan, the United States and Allegations of Biological Weapons
Date sent:      	Tue, 11 Dec 2001 05:30:09 +0100
Forwarded by:   	pace at peacelink.it
Send reply to:  	pace at peacelink.it

> Ottima analisi. Grazie per avercela inoltrata. Estremamente
> illuminante, anche in relazione alle ricorrenti campagne antisudanesi
> di ambienti vaticani. Ciao, Fulvio ----- Original Message ----- From:
> "Nello Margiotta" <animarg at tin.it> To: <pck-pace at peacelink.it> Sent:
> Tuesday, December 11, 2001 12:13 AM Subject: Fw: Sudan, the United
> States and Allegations of Biological Weapons
> 
> 
> >
> >
> > ----- Original Message -----
> > From: "ESPAC" <director at espac.org>
> > Sent: Monday, December 10, 2001 1:34 PM
> > Subject: Sudan, the United States and Allegations of Biological
> > Weapons
> >
> >
> > > The European-Sudanese Public Affairs Council
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> > > Date of Publication:  10 December 2001
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> > > SUDAN, THE UNITED STATES AND ALLEGATIONS OF BIOLOGICAL WEAPONS:
> > > IRRESPONSIBLE AND UNSUSTAINABLE
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Zac ....
"Non temo le parole dei violenti,
mi preoccupa molto il silenzio degli onesti" (M.L.King)