Alba (Cn): contro la guerra



Informo di queste iniziative contro la guerra ad Alba (Cn)

Mercoledì 7 ottobre, ad Alba in via Maestra (davanti a S. Damiano), dalle 10
alle 19 si potrà firmare una dichiarazione di opposizione alla guerra in
corso e alla partecipazione dell'Italia, il cui testo è riportato in fondo a
questo messaggio.
Le firme raccolte saranno inviate a Ciampi, Berlusconi e Rutelli e
consegnate al Sindaco.
Altre iniziative sono in cantiere. Al tavolo si troverà un documento di
riflessione e una lettera (da un testo di Enrico Peyretti) da inviare
personalmente al Presidente Ciampi (allegati dopo il testo per la raccolta
firme)
Venerdì 9 manifestazione degli studenti, aperta a tutti; segue, al
pomeriggio presso la scuola elementare di via fratelli Ambrogio,
un'assemblea con Beppe Marasso.

Saluti di pace
Alvise Alba


---------------------------TESTO PER LA RACCOLTA FIRME----------------

Al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi
Al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi
Al Capo dell'opposizione, Francesco Rutelli

5 novembre 2001

Non potete fare la guerra a nome dell'Italia.
L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
è scritto nella Costituzione alla quale avete giurato fedeltà.

Proprio per il rispetto che portiamo alla Patria (e a tutte le Patrie)
diciamo NO ALLA GUERRA
con la stessa convinzione con cui diciamo NO AL TERRORISMO.

Se farete la guerra non avrete da noi
NE' CONSENSO NE' COLLABORAZIONE
- non accetteremo restrizioni dei diritti civili
- vi riterremo responsabili dei lutti e delle distruzioni che dovremo subire
e di quelli che infliggerete allo sventurato popolo afgano.

Se farete la guerra,
NON SARA' A NOSTRO NOME.

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DOCUMENTO DI RIFLESSIONE:

CONTRO IL TERRORISMO SENZA GUERRA

Ci sono molti buoni motivi per dire no alla guerra

1. Non è una guerra di legittima difesa; le vittime di questa guerra sono
-come sempre ormai- quasi tutti civili innocenti (come quelli morti l'11
settembre!): è una vendetta?
2. Stiamo assistendo all'accanimento dell'esercito più forte del mondo
contro uno dei paesi più poveri, mentre gli straricchi mandanti della strage
di New York, che hanno mandato dei disperati a morire uccidendo, restano
indenni: è un conflitto fra ricchi e forti che si combattono uccidendo e
mandando a morire i poveri e i disperati.
3. Violenza chiama violenza: la guerra contro l'Afganistan sta scatenando
violente reazioni contro "l'occidente" in molti altri paesi: se si continua
a rispondere nello stesso modo c'è il rischio di avviarsi ad un conflitto
generalizzato, dagli sviluppi inimmaginabili.
4. La difficoltà oggettiva di vincere questa guerra richiede l'aumento di
intensità degli attacchi; c'è il rischio reale di passare all'uso di armi
nucleari, che è già stato ipotizzato anche ad alti livelli: un conflitto
nucleare generalizzato sembra un prezzo ragionevole da pagare per fermare i
terroristi?
5. Il fondamentalismo islamico, sentendosi attaccato, si sta compattando e
quindi si rafforza e diventa più minaccioso; per reazione si fortificano
spinte integraliste anche nell'occidente. C'è il rischio di una pericolosa
contrapposizione fra religioni.
6. Sembra che i terroristi siano presenti e ben protetti in molti paesi del
mondo (compreso il nostro, e gli USA): una guerra non può sconfiggere un
fenomeno così diffuso e nascosto.
7. Fin dall'inizio dei bombardamenti è stato detto che molti fatti sarebbero
rimasti segreti o comunicati in modo distorto. Tuttora non sono state rese
note le "prove" della colpevolezza dell'Afganistan che viene bombardato.
Un'opinione pubblica democratica e laica non può sostenere una guerra
semplicemente "per fede".
8. Per fare la guerra occorre demonizzare l'avversario: ci stiamo
condannando a non conoscere, a non capire, a odiare una gran parte
dell'umanità (e in essa noi stessi e l'umanità intera).


MA DI FRONTE AD UN ATTACCO BRUTALE COME QUELLO DELL'11 SETTEMBRE
 BISOGNA REAGIRE SUBITO!
E' VERO: ma la guerra è l'unico strumento che abbiamo?
No, per fortuna ci sono...

molti modi per lottare contro il terrorismo
impegnando in modo alternativo le enormi risorse umane ed economiche oggi
assorbite dalla guerra

1. Ratificare tutti immediatamente la convenzione per un tribunale
internazionale che persegua e giudichi i responsabili di crimini
terroristici e contro l'umanità. E renderlo operativo con la collaborazione
delle forze di polizia di tutti i paesi.
2. Applicare con coraggio e rigore le leggi esistenti, per combattere in
modo democratico le varie mafie, che sono i principali fiancheggiatori del
terrorismo.
3. Limitare drasticamente la vendita di armi (pesanti e leggere) sia agli
stati che ai privati, applicando la legge 185 e impedendo traffici illeciti;
e riconvertire l'industria bellica.
4. Abolire subito il segreto bancario e i "paradisi fiscali" per individuare
e "congelare" tutte le risorse economiche delle mafie e dei terroristi.
5. Impegnarsi per l'abolizione dei servizi segreti, per i legami storici con
varie forme di terrorismo e totalitarismo: una vera democrazia è del tutto
trasparente.
6. Ricordiamo che ogni giorno 35000 bambini muoiono di fame: dall'11
settembre sono più di due milioni! Occorre togliere al terrorismo il
pretesto di lottare per la giustizia e il consenso di popolazioni disperate.
Per far questo si può agire, nei paesi che "favoriscono il terrorismo", in
vari modi:
- smettere di sostenere e riverire le classi dirigenti corrotte ed
ultraricche, legate agli interessi della grande economia mondiale;
- favorire l'alfabetizzazione e la coscientizzazione dei poveri
- sostenere le organizzazioni umanitarie locali, le lotte di liberazione
delle donne, i partiti democratici sovente perseguitati (anche dando rifugio
politico ai loro leader)
- finanziare progetti di sviluppo locali, decentrati, con forti ricadute
sociali, creando a questo scopo un fondo costituito attraverso la tassazione
di tutte le transazioni e speculazioni finanziarie.
- smettere le politiche di embargo che si ritorcono drammaticamente sulle
popolazioni.
7. Impegnarsi per la soluzione del conflitto arabo-israeliano, fonte di
profonde umiliazioni e disperazione, terreno di coltura  di fanatismo e
terrorismo
8. Far funzionare l'ONU, riformandola in modo da sottrarla al ricatto delle
nazioni più forti e dotandola di effettive forze di polizia internazionale.
9. Promuovere scambi culturali, dialogo, conoscenza, nel rispetto delle
differenze.

Alba, 5 novembre 2001
Documento in fase di discussione nel "Coordinamento Gruppi per una Giustizia
Solidale"
c/o Cooperativa Quetzal, Corso Langhe 17
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LETTERA A CIAMPI
Al Presidente della Repubblica on. Carlo Azeglio Ciampi
Palazzo del Quirinale,
00186 Roma

Signor Presidente della Repubblica,
se l'Italia si dichiara in guerra, io non sono con questa Italia.

Non è lecito a me cittadino obbedire a questa decisione che non produce
giustizia e sicurezza, ma vendetta indiscriminata e maggiore pericolo.

La guerra non realizza la giusta solidarietà alle vittime dell'11 settembre,
ma causa tante nuove vittime innocenti, nuovi immensi dolori e prolunga la
dannata catena di odio e vendetta.

Il governo non sa vedere le alternative giuste e sagge alla guerra, e cade
nella trappola della violenza.
La guerra, lungi dallo stroncarlo, imita e favorisce il terrorismo.

E' mio primario dovere umano e civile dissociarmi ed oppormi, in tutti i
modi nonviolenti possibili, a questa decisione immorale, illegittima e folle.

Questa protesta è un nuovo appello fiducioso a Lei in quanto primo garante
della nostra Costituzione giusta e pacifica che obbliga l'Italia, cioè noi
tutti, a "ripudiare la guerra (...) come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali".

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