Campagna "L'Italia è in guerra. Io no"



Ai politici di Ulivo e Margherita.
L'Italia è in guerra. Date un senso alla vostra esistenza politica, negando
il consenso in Parlamento.
Grazie a Dio, l'Italia non è compatta in questa decisione.
Tutt'altro. Nonostante la retorica conformista e servile che già risuona
dalle grosse trombe.
La guerra è sempre vergogna e fallimento della politica. O la guerra, o la
politica.
Siamo contro la guerra per la stessa identica ragione per cui siamo contro
il terrorismo.
Infatti la guerra imita e incrementa il terrorismo, riaffermandone la logica
sprezzante della vita.
L'intelligenza politica consiste tutta nel vedere e creare alternative
all'uso della morte. Ci sono alternative, se volete vederle!
L'Occidente, con questa guerra insensata - mirante solo al petrolio, per
prolungare nel tempo un modello non universalizzabile, perciò iniquo ed
esplosivo - nega il meglio dei propri valori e ribadisce la somma dei propri
errori e colpe.
Così si prepara il peggio del peggio. Pensateci. Siate liberi.
Vi comunico in calce la lettera a Ciampi scritta ieri pomeriggio e proposta
attraverso le mailing-list.
Già ieri sera diversi altri l'hanno inviata a Ciampi.
Salvate il vostro onore politico.
Enrico Peyretti
peyretti at tiscalinet.it
enrico.peyretti at tin.it

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Torino, 4 novembre 2001
Propongo di scrivere in tanti, in forma personale, al Presidente della
Repubblica on. Carlo Azeglio Ciampi (Palazzo del Quirinale, 00186 Roma; con
francobollo da 800 lire, perché non c'è più la franchigia: oppure
presidenza.repubblica at quirinale.it, con firma completa di indirizzo
stradale, altrimenti il messaggio viene respinto) questa lettera, che
io ho già spedita:


Signor Presidente della Repubblica,
come Le anticipai già il 13 settembre, oggi che l'Italia si dichiara in
guerra, io non sono con questa Italia.
Non è lecito a me cittadino obbedire a questa decisione che non produce
giustizia e sicurezza, ma vendetta indiscriminata e maggiore pericolo.
La guerra non realizza la giusta solidarietà alle vittime dell'11 settembre,
ma causa tante nuove vittime innocenti, nuovi immensi dolori e prolunga la
dannata catena di odio e vendetta.
Il governo non sa vedere le alternative giuste e sagge alla guerra, e cade
nella trappola della violenza.
La guerra, lungi dallo stroncarlo, imita e favorisce il terrorismo.
E' mio primario dovere umano e civile dissociarmi ed oppormi, in tutti i
modi nonviolenti possibili, a questa decisione immorale, illegittima e
folle.
Questa protesta è un nuovo appello fiducioso a Lei in quanto primo
garante della nostra Costituzione giusta e pacifica che obbliga l'Italia,
cioè noi tutti, a "ripudiare la guerra (...) come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali".
Enrico Peyretti
peyretti at tiscalinet.it
enrico.peyretti at tin.it