capitini
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- From: "Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini" <capitini at tiscalinet.it>
- Date: Thu, 25 Oct 2001 18:36:47 +0200
LA GUERRA DELL’ON. FASSINO
Sulle risposte date dall’on. Fassino, prossimo segretario dei DS, al giornalista Luigi La Spina che lo intervistava per "La Stampa" del 20 ottobre 2001, avremmo qualche obiezione da porre. Quando il terrorismo diventa sterminio – dice l’on. Fassino – anche "la risposta deve prevedere un salto di qualità e lo strumento della forza è una scelta dolorosa, ma indispensabile. …Il dilemma pace-guerra non va mai visto in astratto: la pace è un valore assoluto se garantisce sicurezza e libertà per tutti, non va solo definita in negativo, come assenza di conflitto. Altrimenti, nella storia del '900, il patto di Monaco che lasciò mano libera a Hitler e Mussolini avrebbe costituito non la svendita dell'Europa, ma la salvezza. Non si capirebbe perché uomini di tutto il mondo, fra cui Hemingway, andarono a combattere per difendere la libertà in Spagna o, dopo l'8 settembre, perché i partigiani, con le armi in pugno, combatterono nazisti e fascisti. Questa guerra è cominciata l'11 settembre a New York e non con i bombardamenti in Afghanistan. E il mondo ha il dovere di difendersi…" Da persone che una volta volevano scalare il cielo e cambiare il mondo fa senso sentire la ripetizione delle vecchie logiche di guerra giusta e ingiusta come leggi eterne e non modificabili. Proprio dopo le carneficine del XX secolo, la Costituzione italiana scrisse nelle sue pagine che l’Italia ripudiava la guerra come metodo di soluzione ai problemi politici. La Tavola della Pace e tante personalità laiche e religiose hanno detto e scritto che ai recenti attacchi terroristici occorreva rispondere senz’altro ma con leggi, interventi, tribunali internazionali, al fine di porre termine alle guerre tradizionali di stati e di interessi particolari. In più noi, insieme a molti altri rappresentanti del mondo di sinistra laico e religioso, chiediamo che venga finalmente scelta la nonviolenza come metodo di vita e di lotta politica. Il che significa impegnarsi alla educazione alla nonviolenza in tutti i paesi, come deciso dall’ONU nel 1999 su richiesta dei Nobel per la pace. Significa lavorare per l’attuazione dei punti della Carta dell’ONU che prevedono i mezzi e gli strumenti per la repressione dei violenti, le leggi e i tribunali internazionali per impedire il finanziamento dei terroristi, gruppi e stati, e per giudicarli una volta catturati. Queste scelte debbono essere finalmente fatte dalla sinistra italiana e mondiale, al governo o all’opposizione, se non vorranno, davanti al fatto compiuto delle guerre, dire le solite cose che si dicono da millenni. Dice poi l’on. Fassino: "…intanto nessuna ingiustizia del mondo può giustificare il terrorismo…" Siamo d’accordo se si riferisce anche al terrorismo dei palestinesi, da decenni giustificati e protetti invece di essere aiutati e invitati a usare le tecniche vincenti della nonviolenza; e meglio ancora aiutati e invitati a seguire l’esempio dei palestinesi di Nevè Shalom, che da decenni vivono in pace e armonia con gli israeliani del loro piccolo villaggio. Prosegue l’on. Fassino "…Abbiamo capito ormai che non esistono più conflitti locali, perché tutti sono tasselli della sicurezza globale. Ogni conflitto diviene il retroterra di frustrazioni, tensioni sulle quali si inserisce il terrorismo internazionale. Ecco perché bisogna bonificare le paludi dell'odio, a partire dal conflitto in Medio Oriente. Ricordiamoci che un miliardo di persone nel mondo non sa, oggi, come potrà arrivare a sopravvivere domani. Questo non giustifica assolutamente il terrorismo, ma si pone urgentemente il problema di una strategia per affrontare le enormi ingiustizie nel mondo e per costruire un nuovo ordine globale…" Siamo d’accordo. Ma allora perché non era a Genova e ad Assisi con i giovani religiosi e laici che dicevano le stesse cose? Dice ancora l’on. Fassino "…Infine, ed è bene ricordarlo a un pezzo della sinistra italiana ancora antiamericana, l'Europa è storicamente alleata degli Stati Uniti. La stabilità europea è dipesa e dipende da questa alleanza. Basti ricordare la storia del '900: per due volte gli europei hanno insanguinato questo Continente combattendosi tra loro e per due volte sono arrivati gli americani per contribuire, in maniera determinante, a restituirci la libertà…" Va bene che la maggioranza degli italiani è nata dopo la fine della 2° guerra e ha fatto – come dice l’on. Berlusconi la terza media e male – ma non vogliamo dimenticare che l’Italia ha dichiarato guerra agli USA, insieme alla Germania e con la Spagna fascista neutrale, e che oggi al governo in Italia ci sono anche politici ex fascisti. Che gli USA sono intervenuti per i loro interessi di stato a mantenere un equilibrio mondiale in pericolo. Che la difesa della libertà l’hanno presa a simbolo del loro intervento molto tardi e molto dopo che il carcere, l’esilio e la morte erano stati inflitti a tanti antifascisti, mentre prima negli USA si festeggiava lo squadrista Balbo e gli italiani residenti in USA ancora oggi accolgono con entusiasmo i nostri ex fascisti. Nonostante il razzismo ancora evidente e da loro stessi denunciato, nonostante il comportamento egemone nell’economia e nella politica mondiale, gli USA sono il più grande paese libero del mondo. Ma per apprezzare al meglio la loro importanza, occorre, secondo noi, accogliere l’invito di Capitini a costruire con la nonviolenza una società nuova che accolga i principi e l’esempio della libertà americana insieme alla giustizia verso i lavoratori, gli esclusi, gli ultimi portata nella storia dalle lotte socialiste. Con questa sintesi e la scelta della nonviolenza l’on. Fassino direbbe parole nuove e convincenti.
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