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l'ennesima vergogna
- Subject: l'ennesima vergogna
- From: Mattia_Fontanella at adriatica.coop.it (by way of Bibì Bellini <bibi.bellini at radiocittadelcapo.it>)
- Date: Fri, 19 Oct 2001 14:59:34 +0200
Ricevo e reinvio questa lettera piena d'indignazione, in un momento in cui stanno passando sotto silenzio operazioni scandalose bb ///////////////////// E' difficile, molto difficile, non vergognarsi di essere cittadini di questo paese smemorato che si commuove a comando; applaude i feretri dell'ultimo giudice ucciso dalla mafia e il giorno dopo dimentica. Lascia sole le persone per cui vale la pena rimanere ancora in questo paese. Come i magistrati di Milano e di Palermo e i tanti che lavorano nell'ombra con rigore e dedizione. Mentre a Roma si scrive una delle pagine peggiori della nostra storia patria: si cancellano, in un sol colpo, il falso in bilancio e le rogatorie internazionali. Nel fragoroso silenzio della maggioranza dell'opinione pubblica nazionale in tutt'altre faccende affaccendata. A tutto questo io, come privato cittadino, mi ribello con tutte le mie forze e non taccio. Intanto do' la mia disponibilità economica ad autotassarmi mensilmente per garantire una protezione adeguata (una scorta privata?) ai giudici Boccassini, Colombo, Greco.... Mattia Fontanella (Bologna-Italia) *********************************** Palermo, tagliate le scorte ai magistrati dell'antimafia di FRANCESCO VIVIANO ---------------------------------------------------------------------------- ---- PALERMO - Dopo Milano anche a Palermo le scorte ai magistrati sono state tagliate. Nella notte tra mercoledi e giovedi il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Palermo, ha deciso di ridurre uomini e mezzi così come previsto dalla recente circolare ministeriale. Ed è scoppiata la polemica. Soltanto il procuratore di Palermo, Pietro Grasso, manterrà la scorta. Tutti gli altri, procuratori aggiunti compresi, avranno sempre a disposizione un'auto blindata ma senza altre macchine di scorta. Scortato e scorta (tre uomini: un autista e due agenti o carabinieri armati) viaggeranno assieme su una sola auto. La decisione ha messo in allarme i magistrati della direzione distrettuale antimafia che ieri pomeriggio hanno tenuto una lunga riunione convocata dal procuratore Grasso che aveva partecipato alla seduta del Comitato Provinciale per l'ordine e la sicurezza. Molti hanno criticato le nuove disposizioni, qualcuno ha anche ventilato l'ipotesi di abbandonare le inchieste scottanti e chiedere il trasferimento in altre procure più tranquille. "Perché io e la mia famiglia dobbiamo rischiare la vita se lo Stato non ci protegge?" dice un magistrato da anni impegnato in indagini antimafia. Molti altri, prima di prendere una posizione, attendono di sapere nei dettagli come sarà organizzato il nuovo sistema di protezione e chiederanno l'intervento del Consiglio Superiore della Magistratura. La riduzione delle scorte era prevista da tempo, già da qualche mese il comitato per l'ordine e la sicurezza, aveva eliminato quelle che "proteggevano" alcuni sacerdoti antimafia ed alcuni politici che a vario titolo avevano denunciato minacce e che non sono però ritenuti "obiettivi a rischio". Anche la vigilanza fissa davanti alle abitazioni di molti magistrati era stata abolita mentre era rimasta invariata la scorta a giudici e magistrati non soltanto della Direzione Antimafia ma anche dell'ufficio del Gip, del Tribunale e delle corti d'assise. Ma adesso, anche se i nuovi provvedimenti saranno adottati tra qualche giorno, non appena il nuovo piano sarà ratificato dal ministero dell'Interno, le cose sono cambiate. Il prefetto Renato Profili ed il questore Francesco Cirillo avevano previsto le reazioni dei magistrati e sostengono che il sistema di protezione non è stato abolito, anzi, in qualche caso, è stato rafforzato. Per il presidente della Commissione del Csm sulla criminalità organizzata, Gianni Di Cagno, ridurre le scorte ai magistrati palermitani significa dare un messaggio chiarissimo: "Lo Stato non vuole proteggere i propri servitori più esposti. Si tratta della logica conseguenza delle nuove direttive impartite dal ministro dell'Interno, secondo le quali la scorta va assicurata non ai magistrati oggettivamente esposti a rischio in conseguenza delle funzioni esercitate, ma solo a chi sia stato materialmente e recentemente minacciato. Eppure dovrebbe essere noto a tutti che Cosa Nostra ha la memoria lunga, e comunque ha assassinato anche magistrati che mai avevano ricevuto minacce preventive". Per questo il consigliere parla di un "giorno nero per la Repubblica italiana". A fianco dei magistrati palermitani anche il senatore Guido Calvi, capogruppo Ds in commissione Giustizia: "La decisione del governo di ridurre la scorta ai magistrati antimafia di Palermo è irresponsabile". (19 ottobre 2001) da http://www.repubblica.it/online/cronaca/scorte/tagli/tagli.html
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