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ceffoni e Sorini
- Subject: ceffoni e Sorini
- From: "Fulvio" <bassottovic at tiscalinet.it>
- Date: Sat, 13 Oct 2001 22:24:17 +0200
| Segnalo un articolo di Fausto Sorini su Liberazione del 13 
ottobre che fa un quadro sintetico ed esauriente del perchè della guerra 
imperialista statunitense, dei suoi obiettivi strategici, dei documenti e dati 
che ne illustrano le origini e la natura. E' uno scritto che demolisce 
efficacemente le teorie negriane e tutabianchiste dell'"Impero" consolidato e 
globale e illustra la superficalità di una visione dello scenario mondiale 
ridotto a un blocco capitalista omogeneo dal quale sono scomparse sia le 
contraddizioni interimperialistiche, oggi invece più virulente che mai, seppure 
momentaneamente ricondotte all'obbedienza alla massima potenza militare e 
tecnologica del mondo, sia l'evoluzione in vari scacchieri di potenze regionali 
antagoniste che gli USA puntano a sopprimere sul nascere, a partire dalla guerra 
contro l'Iraq. Viene anche polverizzata l'affermazione della scomparsa degli 
stati-nazione a favore di organismi internazionali invece sempre più indeboliti 
(ONU, WTO, G7) e di una globalizzazione neoliberista in cui spadroneggerebbero 
le compagnie anazionali transnazionali. Se un rilievo si può muovere 
all'articolo è la mancata sottolineatura, forse per mancanza di spazio, della 
sempre più scoperta contraddizione tra gli USA, impegnati a mantenere in piedi e 
fedeli i gruppi vassalli dei paesi arabi del petrolio, anche a costo di 
concessioni parziali ai palestinesi, e Israele che non rinuncia al suo 
progetto espansionista e di dominio regionale nel quadro di un'egemonia sul 
mondo occidentale. Una contraddizione accentuata dai legami del gruppo dirigente 
USA con le compagnie petrolifere e delle grandi infrastrutture (da anni 
propense a un "accomodamento" con l'Iraq), dalla competizione tra finanza 
ebraica e finanza arabo-statunitense (vedi gli intrecci Bin 
Laden-Bush-City), e dall'ormai travolgente spinta USA verso la conquista delle 
risorse energetiche dell'Eurasia. E' evidente che il successo di questa 
strategia ridurrebbe drasticamente il peso di Israele come cane da 
guardia degli interessi capitalistici in Medio Oriente. Quanto ai soggetti politico-sociali delle cui teorie 
Sorini ha una volta di più evidenziato la debolezza analitica e progettuale, mi 
preme rivolgere a tutti una semplice domanda: ma con chi diavolo abbiamo a che 
fare? Abbiamo dovuto subire nella mesata prima di Genova le carnevalate 
provocatorie di Casarini e delle tutebianche con quei proclami di guerra e 
quelle sceneggiate di finti scontri, medievali catapulte, testuggini, 
quadrilateri, scudi e bardature, che sono servite ai media per allestire 
una campagna allarmistica funzionale alla militarizzazione dell'evento, con le 
note conseguenze. Abbiamo dovuto subire il nonsense dell'ottocentesca 
"disobbedienza civile" che sfonda verso la zona rossa, vanificata 
dalla sorpresa berlusconian-statunitense dei carabinieri non disposti alle 
pastette e coronata da totale fallimento, gommepiume, cartoni e giubbotti 
nautici polverizzati nel primo fugone, teste di ignari fracassate. A 
Napoli, poi, Agnoletto e Casarini, con più sicumera che mai, hanno 
sentenziato che "il movimento non deve fare nessuna autocritica", affermazione 
che suonerebbe proterva e sciocca addirittura in bocca a San 
Francesco. Ne ha tratto incoraggiamento il giovane Caruso che, ripetendo 
l'impresa  per tutti catastrofica (salvo per il regime) delle tutebianche a 
Genova, ha promesso "ceffoni" ai gurrafondai che avrebbero marciato nella 
Perugia-Assisi. Naturalmente, una volta raggiunto l'effetto - il 
terrorismo allarmista e la criminalizzazione degli anti-guerra da parte di media 
ed autorità, lo spappolamento e le diatribe all'interno del movimento - anche 
questa operazione "non-violenta" si è tramutata in "metafora". Qui di 
metafora in metafora finisce che anche l'imperialismo USA che cannibalizza il 
mondo diventa una metafora della reprimenda ai discoletti. Vorrei che mi si 
spiegasse se tutto questo è infantilismo o provocazione e, inoltre, se non vi è 
sufficiente maturità e serietà politica nel movimento per rendere innocui questi 
autoproclamati portavoce che mi pare abbiano causato danni a sufficienza, a 
partire dalla "globalizzazione dal basso" e dalla "democrazia municipale" 
criptoleghista (ricordo sempre la loro condanna della nostra difesa della scuola 
pubblica e la proposta di una "scuola territoriale"), funzionale 
all'antistatalismo imperialista, fino all'uso costante di provocazioni che 
si tramutano in metafore e ridicolizzano il più importante movimento di lotta 
degli ultimi decenni. Avremmo potuto seppellire Dalema, Fassino, Dini, Rutelli e 
bombaroli vari sotto un Vajont di fischi e improperi sacrosanti. Ora, quella 
metafora che da giorni alleggia sulla marcia, ha irrobustito i tonfa, caricato 
le armi "non letali", ribadito l'esistenza dei "cattivi" (no, non le 
tutebianche, care ai media. Gli antimperialisti e i comunisti) e 
dato fiato alle trombe dei criminalizzatori e repressori. E noi partiamo di 
nuovo con ai piedi una zavorra che ci potrà "tagliare le gambe"un'altra 
volta. Complimenti e, per favore, basta con la violenza dei non-violenti 
che agevola la violenza dei violenti in grisaglia e divisa. Siamo 
seri. Fulvio Grimaldi  . | 
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