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I: DON TONINO BELLO: NOI, COSTRUTTORI DI FAME
- Subject: I: DON TONINO BELLO: NOI, COSTRUTTORI DI FAME
- From: "DOMENICO MANARESI" <bon4084 at iperbole.bologna.it>
- Date: Fri, 28 Sep 2001 11:57:48 +0200
INVIO DI NUOVO QUESTO SCRITTO DI DON TONINO BELLO(1992) IL 12 AGOSTO 2001 AVEVO SCRITTO: "Invio per conoscenza questo editoriale poiché - nel clima di questi giorni, dopo il G8 di Genova, dopo le polemiche sulla FAO - mi sembra uno scritto estremamente attuale e che può indurre tutti noi a riflettere, oggi a nove anni di distanza da quando fu pubblicato. Shalom a tutti, ma proprio a tutti...specie a chi non crede al valore della "non violenza" ...a chi crede invece ed enuncia il concetto della "guerra giusta" ...e cosette simili... Domenico Manaresi" OGGI , IN QUESTO CLIMA DI "GUERRA GIUSTA" MI SEMBRA PIU' CHE MAI UNO SCRITTO PROFETICO. E SCRIVO DI NUOVO: Shalom a tutti, ma proprio a tutti...specie a chi non crede al valore della "non violenza" ...a chi crede invece ed enuncia il concetto della "guerra giusta" ...e cosette simili... Domenico Manaresi --------------------- Mittente: Domenico Manaresi Via Pietro Gubellini, 6 I-40141 Bologna Tel&Fax: (39) 051-6233923 cellulare: 333-9082141 oppure 360-588695 e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it ----- Original Message ----- From:DOMENICO MANARESI To:RECIPIENT LIST SUPPRESSED Sent:Sunday, August 12, 2001 1:04 PM Subject:DON TONINO BELLO: NOI, COSTRUTTORI DI FAME Bologna, domenica 12 Agosto 2001 Tra vecchie carte ritrovo, per caso, un ritaglio di giornale di nove anni fa: è la prima pagina de "il Manifesto" con data 20 Agosto 1992. Conservai questo foglio certamente poiché l'editoriale (che "scannerizzo" e riporto qui di seguito-VEDI ANCHE IN ALLEGATO)) ha la firma di un personaggio che da tempo seguivo nei suoi scritti, don Tonino Bello, allora vescovo di Molfetta e presidente di "Pax Christi". Ebbi poi il privilegio di conoscerlo personalmente nel dicembre 1992durante quella abbastanza nota "marcia dei 500" in quel di Sarajevo, organizzata da don Albino Bizzotto, fondatore dell'Associazione "Beati i Costruttori di Pace", marcia di cui don Tonino - assieme a mons. Bettazzi - fu grande sostenitore e animatore. Già allora, durante quella settimana trascorsa in Jugoslavia martoriata dalla guerra, ebbi modo di constatare lo spirito di "profezia"dei cui don Tonino era portatore: mi sembra, che anche in questo editoriale (scritto nove mesi prima del suo "ritorno alla casa del Padre" il 20 Aprile 1993) traspaia questo spirito di "profezia". Come d'altronde in tutte le pagine dell'indimenticabile don Tonino, anche questo editoriale è scritto con la sua solita "mestria", direi forse con "poesia" sebbene tratti argomenti non facili e alquanto tristi. Invio per conoscenza questo editoriale poiché - nel clima di questi giorni, dopo il G8 di Genova, dopo le polemiche sulla FAO - mi sembra uno scritto estremamente attuale e che può indurre tutti noi a riflettere, oggi a nove anni di distanza da quando fu pubblicato. Shalom a tutti, ma proprio a tutti...specie a chi non crede al valore della "non violenza" ...a chi crede invece ed enuncia il concetto della "guerra giusta" ...e cosette simili... Domenico Manaresi ******************************************************************************** NOI,COSTRUTTORI Dl FAME DON TONINO BELLO TRA LE INVOCAZIONI delle litanie dei santi che si cantano ancora oggi in chiesa, ce n'è una che dice così: "A peste, fame et bello, libera nos Domine". Liberaci, o Signore, dalla peste, dalla fame e dalla guerra. Vien da pensare che, più che da un uomo di Dio, sia stata compilata da una commissione di sociologi. Perché, rapida come un telegramma, riassume interminabili trattati sulla fenomenologia delle interconnessioni tra armi, miseria, droga e tutti gli altri accidenti che ci tolgono la pace.Forse dovremmo sorridere meno delle giaculatorie. Di queste frecce veloci, cioè, che vanno verso il cielo. Se non ce la sentiamo di usarle come preghiera potrebbero servirci almeno come modello di analisi. La peste, la fame e la guerra, appunto. Le loro idre stanno funestando, tutte tre assieme, gli ultimi scampoli di ferragosto. E, una volta dribblate le vicende di W.Allen, i problemi di Funari e lo spettro reviviscente di Maradona, atterriscono i lettori da tutte le righe del giornale. Anzitutto la peste. Non quella bubbonica. Ma quella che lascia i segni di ben altri lividi: la droga. In questi giorni, sequestri a quintali in ogni angolo di porto. Turbe di giovani travolti dalla bufera. Genitori distrutti, senza approdi di speranza al loro tormento. Corteggio di violenze, che germogliano su questa libidine dell'assurdo. Esplosione di criminalità legata agli osceni mercati di morte. Rituali tenebrosi, che la diaspora livida delle siringhe evoca all'alba... E poi la guerra. Questa guerra disumana dei Balcaniche, alle consuete scenografie delle madri che si disperano e dei roghi che crepitano sulle macerie di antiche civiltà, aggiunge i fotogrammi dei lager dove la gente viene sterminata con allucinante premeditazione. Questa guerra contro cui le nostre ambiguità riduttive, le approssimazioni di comodo le reticenze dettate dalla paura di apparire troppo ingenui ... non ci hanno fatto gridare con più coraggio, con maggiore tempestività e senza sconti di copertina. E infine la fame. Quando fino a ieri dicevamo che ci sono cinquanta milioni di persone che muoiono ogni anno per mancanza di cibo si poteva anche rimanere indifferenti di fronte a questa aritmetica della miseria. Ma oggi che perfino i rotocalchi rosa riproducono lo smarrimento delle madri della Somalia che stringono figli smagriti a seni senza latte, non possiamo più continuare a vivere come prima. I fantasmi di questi infelici dovrebbero perseguitarci come l'ombra diBanquo perseguitava Macbeth. E le fugaci zoomate dei teleschermi su queste larve di umanità dovrebbero bloccarci la digestione. SOMALIA: terra disperata, dove la bomba "M" (miseria) sta mietendo più vittime della bomba "H". Somalia: pista obbligatoria per l'atterraggio della nostra attenzione sul pianeta della fame. Somalia: provocazione per tutti coloro che si sono comodamente sistemati al banchetto della vita. Perché non sono i coperti che mancano sulla mensa. Sono i posti in più che non si vogliono aggiungere a tavola! E' ora di muoversi. E' già scattata la catena della solidarietà, e va dato atto a tanti organismi umanitari, alla Caritas in primo luogo, del coraggio con cui stanno sfidando le nostre pigrizie balneari. Ma non vorremmo che le nostre fossero risposte date solo agli assalti emotivi, pagando il pedaggio al sentimento con l'"una tantum" di una buona offerta per i diseredati africani. La tragedia della Somalia ci obbliga a prendere sul serio uno slogan di qualche anno fa che diceva: contro la fame, cambia la vita! Convèrtiti, cioè. Metti da parte l'egoismo. Rifiuta l'idolatria del danaro. Guàrdati dal demone perverso dell'accaparramento. Battiti perché cambino certe leggi che regolano il mercato. Favorisci col tuo impegno l'avvento di un nuovo ordine economico internazionale. Ma questa tragedia ci impegna anche a reagire con coraggio nei confronti di tutte quelle forme di cooperazione internazionale in cui non si faccia leva sulla crescita autonoma dei popoli. Se l'epilogo di una lunga storia d'impegno finanziario dell'Italia col governo della Somalia è questo, allora c'è da rivedere criticamente una formula tanto enfatizzata, ma che alla fine non si è discostata gran che dai moduli del più ripetitivo e interessato colonialismo. A questi due cambi di mentalità dobbiamo volgere l'attenzione nel prossimo futuro. Con atteggiamento pensieroso e gravido di progetti, oltre che commosso. Senza questo atteggiamento tutti gli altri discorsi sulla solidarietà risulteranno ambigui. Se pure non si porteranno dentro i germi dell'egoismo, destinati tristemente a produrre "fiori del male" in un deserto di violenza. DON TONINO BELLO* *Vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi Mitt. Domenico Manaresi- via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax 051-6233923 - e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it --------------------- Mittente: Domenico Manaresi Via Pietro Gubellini, 6 I-40141 Bologna Tel&Fax: (39) 051-6233923 cellulare: 333-9082141 oppure 360-588695 e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it
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