Puglia contro il terrorismo e la guerra



"La vendetta? Non contate su di noi "

"Noi cittadini di Taranto esprimiamo il nostro profondo sdegno per gli attacchi terroristici che hanno insanguinato gli Stati Uniti, causando migliaia di vittime e numerosissimi feriti. Ci sentiamo fraternamente accomunati al dolore del popolo americano e intendiamo manifestare al Presidente degli Stati Uniti il nostro più vivo cordoglio". Così comincia un appello promosso dalle associazioni impegnate localmente per la pace e indirizzato all'ambasciatore statunitense, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio. In questi giorni si stanno raccogliendo firme per unire a questo senso di profonda solidarietà con il popolo americano anche il sostegno ideale al valore primario della pace, in una città che, pur essendo la base navale più importante del Mediterraneo, all'articolo 1 dello statuto comunale è definita "città operatrice di pace". Ma, assieme a Taranto, anche altre città della Puglia stanno manifestando la loro volontà di pace e di giustizia. Lo strumento di coordinamento di questa mobilitazione è diventato Internet e in particolare PeaceLink, una rete telematica nata a Taranto dieci anni fa e che è diventata ora il "portale" più consultato in Italia per le iniziative contro la guerra. Dal sito www.peacelink.it partono e vengono raccolti i volantini pacifisti di tutt'Italia. Via Internet è giunto l'appello di RAWA, l'organizzazione femminista afghana che è una delle poche entità che resistono alla dittatura dei Talebani. Queste donne afghane sono amareggiate: "Sfortunatamente noi dobbiamo dire che è stato il governo degli Stati Uniti a sostenere il dittatore pakistano gen. Zia-ul Haq nel creare migliaia di scuole religiose dalle quali sono emersi i germi dei Talebani. Allo stesso modo, come è evidente per tutti, Osama Bin Laden è stato il pupillo della CIA". Queste donne afhane sono anche preoccupate per la guerra imminente: "Pensano gli USA che attraverso questi attacchi, con migliaia di diseredati, poveri e innocenti afghani come vittime, saranno in grado di cancellare le cause del terrorismo o piuttosto diffonderanno il terrorismo su più larga scala?" Un appello è giunto dagli Stati Uniti, quello dei genitori di una vittima del terrorismo: "Nostro figlio Greg è tra i tanti dispersi dell'attentato al World Trade Center. Vediamo la nostra ferita e la nostra rabbia riflesse in tutte le persone che incontriamo. Il nostro governo va nella direzione della vendetta violenta, e la prospettiva è che altri figli, figlie, genitori, amici, andranno in terre lontane a morire, soffrire e finiranno per portare rancore contro di noi. Non è questo che si deve fare. Morendo, nostro figlio è diventato una vittima dell'ideologia umana. Uniamoci nel lutto. Riflettiamo e preghiamo. Pensiamo ad una risposta razionale che porti vera pace e giustizia nel nostro mondo. Ma non contribuiamo, come nazione, alla disumanità dei nostri tempi". Con questa lettera Phyllis e Orlando Rodriguez hanno lanciato al mondo un messaggio: "La vendetta? Non in nome di nostro figlio". Il messaggio di pace di questi genitori viene ora rilanciato via Internet. In tutte le città della Puglia si stanno mobilitando in queste ore uomini e donne di buona volontà perché la lotta al terrorismo non faccia germinare la cultura dell'intolleranza religiosa, del razzismo e della vendetta. La Puglia è la regione meridionale con il maggior numero di installazioni Nato e ciò la espone al rischio di un maggiore coinvolgimento. E per questo è bene sapere che l'articolo 1 dello statuto della Nato stabilisce che le nazioni aderenti "si impegnano, così come è stabilito nello Statuto dell'ONU, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale". Che si tratti di una controversia è evidente, a partire dal problema di esibire le prove dell'effettivo coinvolgimento di bin Laden. Pertanto nessuna querra può legittimamente coinvolgere la Puglia. Verrebbe violato lo stesso principio fondante della Nato. Dalla Puglia - armata fino ai denti - il popolo della pace griderà forte il suo no alla guerra e il suo fermo appoggio ad una civile ed efficace azione internazionale, coordinata dall'ONU, per combattere il terrorismo e l'abominevole cultura del fanatismo e dell'intolleranza.

Alessandro Marescotti
a.marescotti at peacelink.it
Presidente di PeaceLink
www.peacelink.it