Occidentali, non vendeteci più armi! di Farid Adly



Carissime/i,
vi invio questa riflessione per un dialogo tra le culture del Mediterraneo.
La maggior parte di voi non mi conosce, ma possiamo intraprendere insieme
un cammino, non solo utile ma necessario, per uscire dal pantano in cui
vogliono portarci i potenti della terra e del terrore.
Noi non abbiamo nulla da mettere in campo se non le nostre nude mani e le
nostre menti.
Non facciamoci, quindi, annientare la nostra materia grigia sotto il
grigiore di certa informazione e certe arroganze.
Diciamo tutti la nostra, oggi, per non pentirci del silenzio, domani. Sarà
troppo tardi.
Cordialmente!

Farid Adly
ANBAMED


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Occidentali, non vendeteci più armi!
di Farid Adly
ANBAMED, notizie dal Mediterraneo

- Una condanna senza appelli ai terroristi che hanno ideato, organizzato,
finanziato e messo in atto quest'orrendo crimine;
- Nessuno tra i potenti, però, si sogni di ridurre il dissenso al silenzio
o di mettere con le spalle al muro chi si batte per la giustizia, la
libertà, l'uguaglianza tra i popoli e per la fine della povertà;
- C'è una violenza primaria, quella delle nazioni potenti e dominanti, che
bisogna continuare a denunciare e smascherare come origine della
disperazione di una vasta parte dell'umanità;
- Gli orrendi atti di terrorismo non possono essere presi a pretesto per
colpire altre popolazioni civili e mietere altre vittime innocenti.

Sono quattro considerazioni fondamentali per cercare di capire cosa sta
succedendo e tentare di respingere le sollecitazioni all'imbarbarimento,
aizzate in primo luogo dalla macchina di propaganda del governo "Bin"
Sharon, primo interessato a sfruttare la situazione per accentuare il suo
terrorismo di Stato contro la popolazione civile palestinese, sotto gli
occhi ed il silenzio delle cancellerie internazionali. Lo ha ammesso lo
stesso ministro della difesa di Tel Aviv: "abbiamo ucciso a Jenin una
decina di esponenti palestinesi senza ricevere una sola protesta dalle
capitali occidentali".

C'è in atto una nuova campagna di neo-antisemitismo, questa volta contro
gli arabi. E' vomitevole veder ripetersi questa pretesa superiorità degli
esseri occidentali riecheggiata in una stampa di uno stato democratico. Non
cito questi giornali e questi pseudo-commentatori soltanto per non far loro
una pubblicità gratuita.
Nell'arabo e nel musulmano, oggi, si identificano i nemici della civiltà.
L'occidente capitalista, dopo la caduta del muro di Berlino, la sconfitta
dell'esperienza sovietica e la polverizzazione dell'URSS e del Patto di
Varsavia, non ha più nemici e deve assolutamente trovarne uno, nel quale
incarnare l'impero del Male, per poter continuare l'opera di lavaggio del
cervello della sua opinione pubblica.
Il cittadino arabo e musulmano, nella maggior parte dei casi, è succube di
regimi filo statunitensi, sorretti politicamente e militarmente dai paesi
occidentali, che certamente non fanno ciò per un'opera di carità, ma per
poter meglio sfruttare le ricchezze minerarie, finanziarie ed economiche di
quei paesi.

Questa campagna anti araba, che si sta fomentando, mi ricorda
quell'operazione, degli anni ottanta, subito dopo l'attentato al papa,
denominata Bulgarian Connection, orchestrata da media Usa ed Europei
fiancheggiatori della Cia e guidata da una certa giornalista americana di
strette frequentazioni romane. Come si ricorderanno molti lettori,
quell'operazione propagandistica è finita in una bolla di sapone ed i
misteri dell'attentato contro il Papa sono tuttora irrisolti. I Lupi grigi
turchi, fortemente implicati nella vicenda, sono amici dei militari di
destra, legati a doppio filo agli Stati Uniti, al potere ad Ankara da molti
anni, palesemente o dietro le quinte.

Nella campagna attuale tesa a trovare un consenso ed un'egemonia ideologica
che dia all'occidente il semaforo verde per attaccare paesi che vengono
definiti santuari del terrorismo, si dimentica un fatto principale: la
potenza che ha maggiormente addestrato terroristi nel mondo è quella
statunitense. Paradossalmente lo stesso saudita Bin Laden ed i suoi
protettori Talebani, al potere in Afghanistan, sono stati una creatura
della CIA, una ventina di anni fa, quando c'era bisogno di mobilitare
l'islam nella battaglia contro l'Unione Sovietica. Allora era lecito,
adesso non lo è più. A rigore di logica dovrebbero una spiegazione, se non
a noi della sinistra, alla loro opinione pubblica. Invece, un silenzio
assoluto. Ed i guru del giornalismo italiano, tranne qualche eccezione, su
questo punto del passato della Cia, non fanno una bella figura di
indipendenza.

A leggere e sentire certi commenti, sembra che sia ormai certo ed assodato
chi siano i responsabili. Invece non lo sappiamo, fino a quando non ci
saranno le documentazioni inoppugnabili. Le inchieste americane in passato
hanno dimostrato che dare in pasto al pubblico il primo facile bersaglio è
dannoso. Vedi per esempio l'attentato di Oklahoma City, di cui sono stati
accusati gli islamici e poi si è scoperto che era l'opera di un fanatico di
una setta statunitense. E la lista dei misteri irrisolti potrebbe anche
allungarsi: l'assassinio del presidente Kennedy, di Rabin, di Moro e, per
non dimenticare altri stragi dell'Italia, Piazza Fontana ed Ustica.

La vendetta non serve a nessuno e rischia di perpetuare fino all'infinito
il ciclo della rappresaglia e controrappresaglia. I bombardamenti di
Clinton sull'Afghanistan e sul Sudan nel 1998 non hanno risolto nulla.
La violenza crea violenza e l'odio partorisce odio. E' tempo di spezzare
questa catena. Fortunatamente molti nelle cancellerie europee lo sanno e lo
hanno fatto sentire agli orecchi degli statunitensi, anche se nelle
dichiarazioni pubbliche non confessano perplessità, per non incrinare la
compattezza d'immagine dell'Alleanza. Che nessuno creda che si possa così
facilmente dipanare le divergenze fortissime, palesemente dichiarate alla
conclusione del G8 a Genova neanche due mesi fa, soprattutto in materia di
scudo spaziale!

Noi movimenti per la pace e della solidarietà possiamo avanzare una
proposta ai signori potenti di questa terra: Voi sostenete che questa è una
guerra di civiltà, tra l'Occidente (cioè il Nord ricco) e la barbarie
(tutti quelli che non ci stanno a sottomettersi alla logica ed al modo di
vita occidentali, cioè la maggior parte dei paesi del Sud del Mondo)? Va
benissimo, facciamo finta di credere alla vostra menzogna, ma c'è una sola
cosa che vi chiediamo e che pensiamo sia l'unica cosa da fare per vincere
questa guerra: smettetela di vendere ed esportare armi a questi paesi, a
tutti i paesi del Medio Oriente (compresa Israele), ai paesi africani,
asiatici e dell'America Latina. Non un solo fucile, non un solo cannone, né
elicottero Apache, né un cacciabombardiere F 16 deve essere venduto a
questi governi, eserciti e guerriglieri.
Solo così possiamo vedere uno spiraglio di fiducia in un futuro migliore.
Quell'altro mondo possibile che vogliamo costruire con la solidarietà, la
nonviolenza e la caparbietà dei lillipuziani.

Farid Adly
ANBAMED, notizie dal Mediterraneo
13.092001