Lettera al vice direttore del Giornale



Riceviamo e rilanciamo
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Ho scritto questa lettera al vice direttore del Giornale, e gliela spedisco
per conoscenza.


io sono uno di "quelli". Quelli che in questi giorni hanno detto "ma", ne
ho detti molti, e accalorato; uno di quelli che "dovrebbe vergognarsi".
Beh, siamo in guerra del resto, no? Scrivo a lei, poi, che ha perso degli
amici; ma anch'io ho un amico newyorchese che ora abita nella mia città,
che è stato molto indaffarato a verificare che suoi vecchi amici fossero
ancora vivi. Anche lui però dice incazzato "ma". Non tutti gli islamici
sono uguali, e neppure gli americani, per fortuna. Non tutti sono
fondamentalisti, intendo, non tutti pensano di voler combattere per un Bene
Assoluto contro il Male Assoluto per perseguire la Giustizia Infinita.
Altrettanti però, da ambo le parti, purtroppo sì. Mi sembra inevitabile che
ciò comporti una notevole perdità di equilibrio critico. Ad esempio, sui
palestinesi che hanno festeggiato è caduta inappellabile la condanna di
barbarie. Che quelle scene non fossero belle è fuori di dubbio; ma non mi
sembrerebbe sciocco cercare di capire cosa significa convivere con la morte
e la violenza da quando si è nati. Sarebbe stato come chiedere agli
italiani allo stremo del '45 con il loro territorio occupato, bombardati,
razziati, con le famiglie dimezzate, di piangere per l'orrore di Dresda
(agghiacciante paragone durbanese, vero?). Intanto, tanti americani civili,
colti e misericordiosi nel tempo libero si danno alla caccia all'islamico,
bambini compresi, o praticano scherzetti quale il lancio di sangue di
maiale contro le loro abitazioni. Certo, atti condannati da tutti. Ma qui
cominciano gli altri "ma", i vostri. Perché l'America è "esasperata"... ma
Lei sa cosa significa esasperazione? «L'odio chiama odio, la gente chiede
verità e giustizia..», in queste parole, e in tante altre, ecco distinguo
altrettanto sconcertanti, vi si capisce che in fondo quegli americani sì,
sbagliano, certo, "ma".. sono giustificabili. Perché la Giustizia Infinita
è la loro. «La sopraffazione chiama l'odio», Lei lo dice e sembra non
mostrare dubbi che mai gli Americani hanno sopraffatto qualcuno. E allora,
ecco atteggiamenti inquietanti da imbonitori di questo Bene. Gandola mostra
infatti di aver letto il comunicato di Chomsky, ma ne cita una frase
generica liquidandolo come veteromarxista, col che non c'è più bisogno di
sapere cosa altro abbia affermato, ovvero quali siano state le
sopraffazioni che hanno mosso l'odio, chi ha voluto davvero iniziare questo
gioco orribile sulla pelle di tanti innocenti. Non le ripeterò, tanto lei
le conosce benissimo. Allora anche i "silenzi assordanti" non sono tutti
uguali. Su questa via, può diventare un «sacrificio di un nuovo martire»
anche ostinarsi a non annullare la riunione di lavoro mentre migliaia di
persone ti stanno bruciando vive davanti alla finestra (e sarei io, vero,
il cinico?).
Spiegare perché Dio abbia raso al suolo Sodoma e Gomorra è affare da
teologi; giustificare oggi chi fa bombardamenti a tappeto in nome di una
strategia geopolitica che chiama Bene Assoluto, tacendoli perché non si
indaga sul modo di perseguirlo, mi sembra da teocratici impazziti, più che
da giornalisti amanti della libertà.
Sappia infine che ho scoperto con piacere che siamo in tanti, più di quel
che i mass media lasciano pensare, a dire "ma". Persone intelligenti,
colte, che ragionano pacatamente, che fanno una vita normale, di lavoro,
che non devono sfogare odi repressi, che hanno valori civili. Sono rimaste
sconcertate, si augurano che la spirale di morte si fermi, ma hanno tanti
"ma" da dire, senza scrivere frasi con improbabili kappa. E ora hanno
ancora più voglia di alzare la voce.

Daniele De Luigi