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Lo stand dell'amicizia con Israele inaugurato da Fassino alla Festa dell'Unità
- Subject: Lo stand dell'amicizia con Israele inaugurato da Fassino alla Festa dell'Unità
- From: Marco Trotta <mrta at libero.it>
- Date: Thu, 2 Aug 2001 18:49:48 +0200
Fate girare. Ogni commento è superfluo. M. ______________________________________________________________ Fonte: http://www.unpodisinistra.it/dibattito/stand_index.html Lo stand dell'amicizia con Israele inaugurato da Fassino alla Festa dell'Unità. La protesta della Delegazione palestinese in Italia. di Luciano Siamo andati ieri sera alla Festa dell'Unità a Roma; abbiamo doverosamente firmato una petizione contro i combattimenti fra cani e sostenuto economicamente questa giusta causa, abbiamo curiosato fra i vari stands di oggettistica del Nord industrializzato e del Sud del mondo, abbiamo ascoltato un po' di musica e ci siamo rifocillati al ristorante spagnolo. In mezzo a questa grande fiera l'unico punto fortemente politico era lo stand della associazione Italia Israele. Poco folklore, per la verità, e una grande massa di pubblicazioni a disposizione del pubblico. Abbiamo chiesto ad un giovane cortese e piuttosto spaesato il permesso di portarci a casa una bracciata di depliants, da leggere con comodo. Siamo sicuri che per i nostri lettori, abituati alle analisi della associazione pacifista israeliana Gush Shalom e di altri veri pacifisti israeliani, non è necessario nessun commento. La questione è, invece,: dove vanno i DS? Perché, piuttosto, non hanno organizzato un dibattito fra i pacifisti israeliani ed i palestinesi? Vi trascriviamo parte di un depliant della ambasciata israeliana, in distribuzione presso questo stand con altre analoghi pubblicazioni. "Chi è responsabile dell'esplosione della violenza? Š.Yasser Arafat deve essere ritenuto responsabile di questa ondata di violenza che ancora sconvolge i territori. La cosiddetta "rivolta" non è altro che il tentativo calcolato e cinico di Arafat di conseguire con la violenza i fini massimali che non è riuscito a raggiungere al tavolo dei negoziatiŠ" "Perché questa violenza? Contrariamente a quanto è stato affermato da molte parti, la visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio lo scorso settembre non ha scatenato la rivolta: E' stato solo un pretesto per una campagna premeditata di violenzaŠ." "Perché i bambini palestinesi rimangono feriti nel conflitto? I palestinesi mandano i bambini a tirare pietre e bombe a mano ai soldati israelianiŠ..Queste macabre operazioni generalmente hanno un obiettivo: fornire scene di vittime palestinesi che le televisioni possano riprendere in tempo per i notiziari seraliŠ." "Quale è la posizione di Israele in merito alla pretesa palestinese di un diritto al ritorno? Il rientro di milioni di rifugiati in Israele comporterebbe la scomparsa dello StatoŠ Dunque, dal momento che Israele non è né responsabile della nascita del problema dei rifugiati, né del suo perpetuarsi, non si può dichiarare, nemmeno come gesto simbolico, una sua responsabilità perché ciò potrebbe portare drastiche conseguenzeŠ E infine, che senso ha da parte palestinese chiedere uno stato indipendente e poi desiderare che i propri connazionali vadano a vivere in un paese straniero, con lingua, cultura, tradizioni e stili di vita diversi dai loro? Come ha affermato lo scrittore israeliano A.B. Yehoshua, i rifugiati devono tornare alla loro patria, lo stato palestinese che nascerà, e non alle loro case." "Qual è la posizione d'Israele riguardo agli insediamenti ebraici nei territori? Š.La posizione di Israele è che, dal momento che la Giordania non ha mai esercitato la sua sovranità sulla Cisgiordania, e l'Egitto non ha mai esercitato la sovranità su Gaza, non ha senso parlare di "territori occupati" secondo il diritto internazionale." Il testo non merita, evidentemente, nessun commento. O volete farli voi? Oggi, 31 luglio, "il manifesto" ha pubblicato una lettera di protesta della Delegazione palestinese in Italia, che pubblicheremo domani. (31 luglio 2001) Luciano ------------------------------------------------------------------------ da il Manifesto del 31 luglio 2001 La guerra di Piero di ALI RASHID (Primo segretario della Delegazione palestinese in Italia) Sarà ricordata a lungo la data del 25 luglio 2001, il giorno nel quale l'on. Piero Fassino, candidato alla segreteria dei Ds, ha inaugurato lo "Stand dell'amicizia con Israele" alla Festa dell'Unità di Roma a Ponte Milvio, come ha raccontato il manifesto sabato scorso. Uno stand che fino a tre giorni prima (prima di essere richiesto dalla direzione della Festa), ospitava una mostra sulla Palestina. Sarà ricordato con amarezza e rammarico da tutti noi palestinesi che abbiamo conosciuto e amato questo paese e mi auguro che sarà ricordato allo stesso modo anche dai democratici e progressisti italiani con i quali abbiamo condiviso tante battaglie per la libertà e continuiamo a farlo. Ci guardiamo attorno sconvolti, il mondo e le persone cambiano, ma in peggio. Diventa "normale" tutto quello che una volta ci faveva ribellare. Guerre, sfruttamento, morte per fame, occupazioni militari e l'umiliazione dei popoli, tutte "opzioni possibili" e senza nemmeno parole d'indignazione. Come il fatto che il candidato alla segreteria del partito ancora più grande della sinistra italiana offra, in nome di non sappiamo cosa, la sua amicizia e quella del suo partito all'Israele di Ariel Sharon. E' difficile prender atto che la storia si scriva ormai con simile leggerezza, e addirittura che questa scelta possa essere il frutto di una meditazione collettiva o rappresenti il punto d'arrivo d'una storia gloriosa. Cosa può aver fatto il popolo palestinese all'on. Fassino resta un mistero, giacché da parte sua ci arriva una vera dichiarazione di guerra. Cos'è? Un modo per premiare Sharon, quello di Sabra e Chatila, perché continui ad occupare e ad uccidere, e a non sispettare le Risoluzioni internazionali? O forse un apprezzamento per il comportamento "esemplare" d'Israele verso i diritti umani, visto che il governo di centro-sinistra di cui l'on. Fassino era ministro, si è ben guardato dal condannarlo per l'uso eccessivo della violenza? O peggio ancora per incoraggiarlo a continuare la colonizzazione selvaggia e far morire di fame e cannonate i palestinesi affossando il processo di pace? E' ancora più incomprensibile la scelta dell' on. Fassino perché giunge in un momento in cui molti stessi cittadini d'Israele non si sentono più amici del proprio paese per l'imbarazzante figura che li rappresenta, per la violenza che esercita, per le trasformazioni che da lunghi anni subisce e per il razzismo che manifesta. Le persone di buon senso s'aspettano un atteggiamento rigoroso e responsabile verso il governo d'Israele, per indurlo al rispetto della legalità, ma l'iniziativa dell'on. Fassino non fa altro che alimentare l'arroganza di Sharon, radicandone la convinzione d'essere al di sopra di ogni legalità. Se fosse un'ulteriore svolta dei Ds verso il popolo palestinese, finirebbe per indebolire coloro che credono ancora nella politica e nella sua assoluta idoneità come mezzo per risolvere i conflitti. Un atteggiamento simile infatti toglie peso e credibilità alle forze che si aggrappano ancora all'idea laica e democratica della politica e del mondo in questi tempi bui di integralismi. L'amicizia per questo Israele corrisponde ad una idea meschina della politica e ad una farsa del processo di pace, e rischia di rafforzare la disperazione e le tendenze più estremiste. Non credo che l'on. Fassino miri a questo, anche se la sua ascesa ha corrisposto ad un graduale disimpegno di settori del suo partito, fin dal momento in cui l'attuale candidato-segretario ha messo sullo stesso piano le vittime ed il carnefice. Questo mio intervento non vuole essere un'intromissione in vicende italiane, ma una supplica, perché non venga dispersa una lunga, esaltante storia comune, e anche una legittima difesa, perché tali atteggiamenti vengono pagati a caro prezzo, e sulla pelle, dai più deboli. Come noi siamo.
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