Libro: "Alex Langer, non siate tristi continuate"



CARISSIMI Amici
Helmut, Edi, Alessandro
tre mesi dopo la morte di Alex...nel settembre dello stesso anno è
uscito un libriccino ....forse non molto curato ma fatto col cuore da
due persone che ....volevano semplicemente trattenere la memoria
dell'Amico e della stima altissima che le legava a lui

e'
"Alex Langer,non siate tristi continuate"
a cura di
Nadia Scardeoni Palumbo
Edizioni della Battaglia

Letizia a Palermo ne ha una scorta immobile nel magazzino

Abbiamo il desiderio che sia citato nelle vostre note bibliografiche e
soprattutto che utilizziate questa circostanza per sottrarvi al gioco
speculativo di chi ha utilizzato la memoria di Alex per fini personali
e per le proprie ambizioni politiche.
In politica occorre saper distinguere le energie negative da quelle
positive , all'interno dello stesso movimento o partito, per non
perseguire questo triste e inconcludente progetto di autoazzeramento
algebrico.
Con affetto e stima
nadia scardeoni
http://www.edscuola.com/interlinea.html


allegato


Titolo

Non state a guardare...
di Nadia Scardeoni Palumbo


Dalle pagine di INTERLINEA, in questi anni, ho cercato di costruire,
attraverso testi, articoli e riflessioni, un'attenzione costante verso il
"primato della persona" nella interdipendenza dei problemi di ordine
ambientale-economico-finanziario, sociale, culturale, legale e politico".
Hanno sorretto il mio progetto con la loro massima disponibilità e con l'
apporto di esemplare coerenza intellettuale :

Angelo Tartaglia, Serge Latouche, Nino Caponnetto, Pasquale Palmeri, Rita
Bartoli Costa, Maria Falcone, Francesca Vassallo, Giuseppe Casarrubea,
Franca De Mauro, Riccardo Petrella, Nicola Cuomo, Gianguido Palumbo, Mario
Lodi, Tullio di Mauro, Eugenio Turri, , Angelo Lombardi, Luicio Russo, Anna
Finocchiaro , Jane Toby, Gian Luigi Verzellesi, Elio Franzini, Bernardo
Rossi Doria, Maria Antonietta Spadaro, Maria Filippone Colonna.,Svetlana
Broz

A tutti un grazie di cuore per aver contribuito alla costruzione di un

messaggio forte chiaro e coerente.
Nadia Scardeoni Palumbo
Comitato Scientifico di Edscuola.com
redattrice di INTERLINEA
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/adige2701.html



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da televideo 08/07 15:06
IL PAPA: ASCOLTATE GRIDO DEI POVERI
"I popoli più ricchi e tecnologicamente avanzati devono saper ascoltare il
grido di tanti popoli poveri del mondo:essi chiedono, semplicemente, ciò
che è loro sacrosanto diritto".E'il messaggio del
Papa,all'Angelus.Ripetendo le parole di un anno fa a Tor Vergata,saluta i
giovani a Genova. La fede "sprona a interpellare, con spirito propositivo,
i responsabili della politica e dell'economia".Nella globalizzazione,
giustizia e solidarietà sono esigenze irrinunciabili.Unendosi ai vescovi
liguri, il Papa chiede un "sussulto di nuova moralità". Ai G8,assicura che
la Chiesa si adopera per garantire che vinca l'umanità tutta e per i lavori
auspica un clima sereno.

da rai news
Città del Vaticano, 9 luglio
Papa Wojtyla ha lanciato un appello ai potenti del mondo affinchè, nel
vertice del G8 di Genova, abbiano un sussulto di "nuova moralità" e
sappiano ascoltare "il grido di tanti Paesi poveri del mondo" che chiedono
"ciò che è loro sacrosanto diritto". Il Pontefice ha anche esortato a fare
in modo che il summit si svolga in un clima "di concordia e serenità".

Una speranza nei giovani Ai giovani cattolici, che ieri si sono riuniti a
Genova, Giovanni Paolo II ha dato tutto il suo sostegno ed ha ripetuto
quanto disse durante la Giornata mondiale della Gioventù a Tor Vergata lo
scorso agosto: "Voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri
umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi
difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete
con ogni energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti".

La fede non può lasciare indifferenti Un discorso forte ed estremamente
chiaro quello fatto dall'anziano pontefice stamane, prima della
tradizionale preghiera dell'Angelus in piazza San Pietro. "La fede - ha
spiegato - non può lasciare il cristiano indifferente di fronte a simili
questioni di rilevanza mondiale. Essa lo sprona ad interpellare, con
spirito propositivo, i responsabili della politica e dell'economia,
chiedendo che l'attuale processo di globalizzazione sia fortemente
governato dalle ragioni del bene comune dei cittadini del mondo intero,
sulla base delle irrinunciabili esigenze della giustizia e della
solidarietà".

I ricchi devono saper ascoltare il grido dei poveri Il Papa si è voluto
unire ai vescovi liguri che hanno recentemente espresso "l'urgenza di
risvegliare in tutti, a partire dai responsabili della cosa pubblica, un
sussulto di nuova nuova moralità di fronte ai gravi e talvolta drammatici
problemi di ordine economico-finanziario, sanitario, sociale, culturale,
ambientale e politico". "I popoli più ricchi e tecnologicamente avanzati",
ha ammonito Giovanni Paolo II, "devono saper ascoltare il grido di tanti
popoli poveri del mondo: essi chiedono semplicemente ciò che è loro
sacrosanto diritto". "Ai responsabili dei Governi di tutto il mondo, e, in
particolare, a quelli che si riuniranno a Genova, desidero assicurare - ha
sottolineato - che la Chiesa si adopera con le persone di buona volontà per
garantire che in questo processo vinca l'umanità intera. La destinazione
dei beni universali della Chiesa è, infatti, uno dei cardini della dottrina
sociale della Chiesa".

Che sia un G8 a favore dell'intera umanità
Giovanni Paolo II si è poi rivolto all'Italia perchè sappia "mostrare la
sua tipica e squisita ospitalità verso tutti coloro che si recheranno a
Genova, per questa circostanza, in un clima di concordia e serenità".
"Chiediamo - ha concluso - alla Vergine Santissima di infondere nel cuore
di ciascuno sentimenti di pace e di solidarietà, così che l'incontro
previsto possa maturare decisioni favorevoli al vero bene dell'intera
umanità".
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DA la Repubblica
http://www.repubblica.it/online/politica/gottoquattro/papa/papa.html
l Papa ai potenti del mondo "Ascoltate il grido dei poveri
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da l'AVVENIRE del 9 luglio 2001
Il cardinale indica tre strade: volontariato, partecipazione alla vita
politica e testimonianza personale «Impegnatevi, non state a
guardare»Tettamanzi: riscoprire la dottrina sociale della Chiesa GENOVA.
(U.Fo.) Proteste, richieste, pretese... No. O almeno non soltanto né
principalmente. Siamo qui per assumerci le nostre responsabilità. E solo a
quel punto chiedere agli altri, potenti compresi, di essere responsabili e
scoprire, sotto la carta di credito, un cuore che batte. L'arcivescovo di
Genova, cardinale Dionigi Tettamanzi, parla per ultimo, a un soffio dalle
14. Parla a braccio, ripercorrendo a memoria il testo scritto affidato
all'organizzazione. Deve fermarsi spesso, colpa degli applausi. La gente
gradisce e lo dimostra, la sintonia è alta e si sente. Piacciono i
riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa. Piacciono le frasi che
suonano come slogan: «Non è l'uomo per la globalizzazione, ma la
globalizzazione per l'uomo», e ancora: «I diritti dei deboli non sono
diritti "deboli"». Le proteste, le richieste, le pressioni. Non che siano
indebite, tutt'altro. Tettamanzi conosce chi lo ascolta, ne intuisce i
desideri, e glieli rivela: «Nell'abituale discorso sulla globalizzazione la
tendenza prevalente, se non esclusiva, è quella di esercitare una pressione
sugli altri. E' lecito, anzi è doveroso, perché tutti siamo responsabili di
tutti». Responsabili: non sarà la prima volta che userà questo termine. «Di
qui le richieste rivolte in particolare agli operatori economici e
finanziari, e ancor più, nonostante la loro debolezza, ai responsabili
della politica. Ed è in questa direzione che si muove anche il manifesto ai
leader del G8». Ma c'è un ma. Una premessa. Una condizione: «E' necessario
però premere su noi stessi: noi per primi siamo interpellati, sfidati nella
nostra libertà, che deve pertanto farsi responsabile. Occorre il coraggio
di investire in pienezza ciascuno la propria libertà, che il Concilio
definisce segno altissimo dell'immagine di Dio nell'uomo». Ecco, queste
sono parole che piacciono. Solo chi è responsabile può invitare gli altri a
esserlo. Ed eccole le «responsabilità che toccano ciascuno di noi come
cittadini del mondo». Tettamanzi indica tre strade: «Quella del
volontariato, destinato alla costruzione del villaggio globale; quella
della partecipazione coraggiosa alla vita politica, come forma privilegiata
di carità sociale; quella della testimonianza personale di vita, vita
sobria, fatta di condivisione delle situazioni più varie di povertà».
Tettamanzi si merita un'altra graguola di applausi quando ricorda la
«funzione sociale della proprietà privata: la destinazione universale dei
beni è uno dei cardini della dottrina sociale della Chiesa». Sono strade,
insiste in cardinale,da «percorrere con energia». Potrebbe bastare? No, non
basta. Non bisogna dimenticare la «qualità aggiunta cristiana": «C'è un
«perché» e c'è un «come», tipici e originali per i cristiani, in forza
della fede e della carità. Ai cristiani viene affidato da Dio stesso, in
Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, per mezzo dello Spirito, il compito
di costruire un mondo più unito e solidale». La strada è appunto quella
della dottrina sociale, «che chiede di essere riscoperta e vissuta, non
solo a livello di conoscenza, ma anche a livello di realizzazione
coraggiosa e profetica, nel segno della speranza, secondo quanto dice la
«Gaudium et spes": «Chiunque segue Cristo, uomo perfetto, si fa lui pure
più uomo"». Negli applausi convinti, forti, insistiti, sembra di cogliere
un pizzico di rimpianto. Non state a guardare, ma studiate, impegnatevi,
fate politica, dice l'arcivescovo... Magari. Così ricca e così poco
«praticata», la dottrina sociale. Tettamanzi finisce come aveva cominciato,
dalla dottrina sociale e dal suo cuore, «la persona umana, con la sua
dignità incommensurabile e inviolabile». Proprio la persona umana, aveva
esordito l'arcivescovo di Genova, è «il filo rosso che lega Tor Vergata e
questo incontro». Il cuore della dottrina sociale, che Tettamanzi ricorda
di aver visto sintetizzata in uno striscione appeso alla Cattedrale di St
Dénis in occasione di un pellegrinaggio del papa: «Un giovane lavoratore
vale più dell'universo». Anche un bambino ammalato di Aids... Una qualsiasi
persona umana. Se volete, chiamatela pure «pretesa».
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da PAGINE DI RESISTENZA
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/interlinea09.html
in INTERLINEA

SOPRAVVIVENZA, RESISTENZA, DISSIDENZA Serge Latouche
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/sopravvivenza.html
................Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare
di cambiare la direzione se è ancora possibile.
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http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/interlinea02.html