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G8: Rompere le vetrine? E' troppo poco
- Subject: G8: Rompere le vetrine? E' troppo poco
- From: "jan" <pkdick at fastmail.it>
- Date: Fri, 6 Jul 2001 14:44:14 +0200
Rompere le vetrine? E' troppo poco. Bisogna invece ignorarle, svuotarle, cancellarle dalla nostra testa. Poche cose fanno incazzare i padroni più di un negozio devastato e noi le faremo tutte: non compreremo, non guarderemo le vetrine e non ci faremo più spiare da loro (come ben spiega "Le monde diplomatique" i prodotti ti osservano il più spesso possibile per capire come fregarti meglio). Cantava anni fa Gianfranco Manfredi che la merce ci è entrata nei polmoni; beh buttiamola fuori. Se siamo-siete in gruppi organizzatiŠ alleniamoci da subito: stacchiamoci di corsa dai cortei e mettiamoci immobili davanti alle vetrineŠ senza vederle. Se si è da soli, ognuno si eserciti a guardare un negozio (a un singolo manifestante non occorre permesso) così a lungo da creare imbarazzo; e naturalmente sulla maglietta chiunque avrà scritto: "meno compri, meglio stai" o qualcosa del genere. Siccome sarà una svolta epocale, bisognerà fare un po' di esercizio a casa, nel centro sociale, nella sede, nel Gim o dovunque siate (scusate se vi diamo del voi ma visto che in questo momento non siamo insieme). Ecco la prima lezione di vetrine-yoga. Dunque se potete mettervi comodi, seguite le istruzioni; altrimenti chiudete "Carta" e leggete dopo. Sdraiatevi per terra, su una stuoia o una coperta. Tirate su le gambe e tenetevele con le mani. Cercate una posizione comoda. Trovatela. Non pensate a Fassino o altre sciocchezze. Respirate a fondo. Tenete separate le mascelle. Respirate col ventre. E' difficile battere il G8 (ma è difficile fare qualsiasi cosa) se non si respira bene. Adesso rilassate tutto il rilassabile. Sorridete, se possibile. Magari alcuni di voi sono così concentrati a sorridere e rilassarvi (non eravate abituati eh?) che non respirano più, oppure hanno serrato le mascelle stile schiaccia-noci. Dai, ritentate: si possono fare 4 e più cose insieme, no? Non abbiate fretta. Se volete, se state più comodi ora stendete le gambe; trovate la posizione migliore per voi. Fin qui avete fatto all'incirca lo yoga con voi stessi. Ora provate a inserire il movimento anti-G8, a rilassare l'altromondopossibile. Pensate allora ai nostri piedi, a cinque fra le possibile dita: tute bianche, lilliput, missionari antiliberisti, sindacati di base, commercio equo. Provate a pensarle, guardarle come se le vedeste per la prima volta. A cosa servono? Come funzionano? Sono abbastanza amiche? Sono consapevoli che ci servono tutte e 5 per camminare? Provate a rilassare una per una queste cinque dita del vostro piede. Se avete raggiunto un soddisfacente grado di rilassamento con le "strutture di base", salite più su: ginocchia, cosce, ventre. Pensate alle possibili forme di organizzazione che esistono e al loro rapporto con la spontaneità necessaria. Chiedetevi se fra la trippa e il cuore bisogna inserire più p meno dibattiti, maggior studio o invece parlare spesso con la gente che vi capita di incrociare, oppureŠ. Ascoltate le lamentele e gli scricchiolii dei vostri polpacci e delle vostre costole come scrutate quelli (ci sono e come!) di Wto, Ocse, G8. Se il corpo vi fa male non basta un'aspirina; scrivete subito (8 metri per 1,15 minimo) su un muro "Tutti a Genova", "Chi non protesta è perduto", "Riprendiamoci il mondo". Però dovete essere convinti che sia proprio così. Noi non siamo nemici del G8, come continuano a dire gli schiocchi giornalisti, è il contrario: il G8 è nemico del mondo e di tutti noi. Bene, se l'esperimento è soddisfacente, proseguitelo (qualche minuto al giorno) da soli su fino al 19, 20, 21 luglio, fino al dopo Genova. Rilassate occhi, gola, denti, tutto il volto. Tenete sgombra la mente. Impegnatevi: ci sono milioni di vetrine da svuotare, migliaia di merci da cancellare, tanti sbirri da far sloggiare dalle nostre teste assai prima che dalle strade. Soprattutto cominciate a sentire i vostri corpi con tutta l'attenzione necessaria: la rivoluzione è l'amore più grande che c'è. Bisogna amarsi assai per battere un G1 o un G2 figuriamoci un G8. C'è un mondo da riconquistare e ricostruire, corpi e teste da liberare. Che aspettate? Che aspettiamo ancora? Dibbì Per gentile concessione del settimanale Carta [http://www.carta.org]
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