annuario - giugno 2000



GIUGNO 2000


3 giugno a Padova

Beati i Costruttori di Pace organizzano un seminario su "NUOVI SCENARI PER LE FORZE ARMATE E IL SERVIZIO CIVILE" Informazioni: Giampaolo Drosi,<gpdrosi at tin.it> (049/8070522).


6 giugno campagna sulle armi leggere

Armi: nei conflitti africani spopola il "made in Italy". La Campagna Italiana sulle Armi Leggere richiama l'attenzione del governo sul ruolo delle armi italiane in questi conflitti per sollecitare misure che garantiscano maggiore trasparenza e più rigidi controlli. L'Italia e' stata negli ultimi anni uno dei principali esportatori di armi leggere, munizioni ed esplosivi in Sierra Leone e negli Stati (Burkina Faso e Guinea) accusati di trasferire armi in questo conflitto in violazione dell'embargo delle Nazioni Unite. "E' stata gravemente elusa la legge 185/90 nei trasferimenti di armamenti", sostiene la Campagna. Le organizzazioni che partecipano alla Campagna Italiana sulle Armi Leggere (composta da Amnesty International, Archivio Disarmo, Arci, Asal, Associazione Animalisti Italiani, Associazione Obiettori Non Violenti, Assopace, Banca Popolare Etica, Campagna Chiama l'Africa, Comunita' di S.Egidio, CTM-Altromercato, Lega Obiettori di Coscienza, Missionari Comboniani di Padova, Nigrizia, Pax Christi, Redazione di "C'era una volta" RAI TRE, Tavola della Pace) ritengono indifferibile l'adozione di misure per fermare i trasferimenti di armi in queste regioni. Tra le iniziative della Coalizione vi è la presentazione della mozione parlamentare proposta da "Chiama l'Africa" per impegnare il Governo con una moratoria unilaterale di 5 anni sulla vendita di armi leggere ai paesi africani.
Per informazioni:
Amnesty International, 06.44901, campagna.armi at amnesty.it
Archivio Disarmo, 06.36000343/4, archidis at pml.it


3 giugno Roma Tribunale Clark


SESSIONE FINALE DELLA SEZIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE INDIPENDENTE CONTRO
I CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA promosso dall'ex ministro della giustizia americano Ramsey Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i governi occidentali.
Informazioni:
ponac at mail.xoom.it
sdeangelis at agora.it

4 GIUGNO/ASSOCIAZIONE OBIETTORI NONVIOLENTI: "PARATA? NO GRAZIE!"

"La decisione del Ministro Mattarella di ripristinare la parata militare per le vie di Roma è indecente e fuori dalla storia, quindi merita dai cittadini un secco no grazie!" E' quanto dichiarato Massimo Paolicelli Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti. "La parata militare per commemorare la festa della Repubblica è quanto di più anacronistico si possa immaginare ". E' il commento perentorio di don Albino Bizzotto, presidente di Beati i Costruttori di Pace. Presente il capo dello Stato Carlo Azelio Ciampi, questa sfilata militare è la prima dopo 12 anni. Era infatti il 1988, e il Muro di Berlino era ancora una tragica realtà, quando mezzi bellici italiani sfilarono per l'ultima
volta a una festa nazionale.
Pax Christi, l'Associazione Obiettori Nonviolenti e i Beati i Costruttori di Pace chiedono invano la revoca della sfilata, ritenendo "gravemente inopportuno esprimere il senso della festa facendo sfilare strumenti di morte" Pax Christi dichiara: " Riteniamo che tutto questo costituisca un disvalore sul piano pedagogico per le generazioni più giovani e lanci un segnale fortemente preoccupante circa i valori su cui si regge la nostra convivenza, intende collocare in primo piano le forze armate piuttosto che i segni della pacifica vocazione e convivenza della nostra nazione".


9 giugno Brescia

A Brescia un opuscolo ricostruisce le vicende, giudiziarie e non, relative all'uccisione dei pacifisti Guido Puletti, Fabio Moreni e Sergio Lana, avvenuta esattamente sette anni prima nei pressi di Gornji Vakuf, In Bosnia. "Guido, Sergio e Fabio - vi è scritto - furono uccisi a sangue freddo. La valutazione che in generale venne data all'epoca e' che si tratto' di un "atto di banditismo", e di null'altro. La realta' era ben diversa, come si seppe fin da quasi subito - ma la stampa e i mass media nazionali dopo i giorni in cui venne scoperto l'eccidio non si occuparono piu' della vicenda. Quanto e' avvenuto da allora e' stato conosciuto da un numero ristretto di persone. Per questo abbiamo deciso di fare questa "Cronaca di sette anni di impunità".

I responsabili vennero immediatamente individuati, ma ancora oggi - a sette anni di distanza, e con tre magistrature investite del caso (quella italiana, quella bosniaca e quella dell'Aja) - i responsabili sono legalmente liberi. Nessun mandato di arresto e' stato mai spiccato nei loro confronti. Nessun processo e' stato mai aperto.

L'opuscolo e' stato scritto da tre associazioni:

Comitato Guido Puletti
Ambasciata Locale della Democrazia a Zavidovici
Associazione "Una Penna per la Pace"

Chi fosse interessato a qualsiasi informazione o a ricevere l'opuscolo integrale in formato PDF lo puo' richiedere a:
Ilario Salucci
Comitato Guido Puletti (Brescia)
e-mail: salucci at eco.unibs.it


Amnesty International : "I CRIMINI DELLA NATO IN SERBIA E IN KOSOVO"

'La NATO ha in piu' occasioni violato i principi umanitari da applicare in
ogni conflitto armato". Questo e', in sostanza, il messaggio contenuto in un rapporto che Amnesty International divulga a un anno di distanza dalla fine dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale della Jugoslavia. 'Il non aver rispettato le regole fondamentali sancite nelle convenzioni di Ginevra del 1949, ha causato la morte di numerosi civili', dichiara Amnesty International.

Il rapporto, dal titolo "Danni collaterali" o Uccisioni illegittime?" contiene l'analisi dettagliata di eventi in cui le Forze Alleate del Patto Atlantico hanno agito senza tenere conto del diritto umanitario internazionale nel selezionare i bersagli e scegliere i modi con cui condurre gli attacchi.

Campagna Pax Christi

Pacifisti filo-serbi? Non è il caso di Pax Christi che avvia una campagna per la liberazione dei prigionieri albanesi in Serbia affermando: "Pochi sanno che, al contrario di quello che avviene all'indomani di ogni conflitto, dopo la guerra in Kosovo non è stato né previsto, né attuato alcun rilascio dei prigionieri. Non se ne conoscono con precisione le cifre ma si tratterebbe di non meno di 2.000 persone tuttora trattenute nelle carceri serbe. Solitamente subiscono un processo farsa nel quale rischiano una condanna fino a venti anni di carcere. A tutto questo si aggiunge il disagio dei familiari che spesso non conoscono il luogo di reclusione dei propri congiunti".

Viaggio Morgantini in Irak

Luisa Morgantini, europarlamentare indipendentre eletta nelle liste del Prc, è di ritorno da un viaggio in Iraq in cui si è recata insieme ai due eurodeputati Bashir Khanbai, conservatore britannico e Niall Andrews del
Fianna Fail irlandese. Sollecitata sulla questione dell'embargo, risponde così.

Quali sono le motivazioni che hanno spinto te e gli altri deputati ad intraprendere questo viaggio?

All'epoca della guerra del Golfo, insieme al movimento pacifista italiano, mi sono espressa contro la guerra e anche contro l'invasione del Kuwait, e in favore della trattativa per una soluzione pacifica. A dire il vero in quel momento chiedevamo l'embargo nei confronti dell'Iraq. In seguito nel movimento pacifista questa posizione è stata rivista dopo molte riflessioni sull'opportunità, in generale, dell'embargo. In realtà l'embargo, ogni embargo, fatto salvo quello sulle armi colpisce le popolazioni civili e non i regimi. Ciò che ha animato me e gli altri deputati è stata la considerazione che dieci anni di embargo sono insostenibili per l'Iraq e che è ora di dire basta

Nel 1996 è scattato il piano "oil for food", il programma di scambio di petrolio contro cibi e farmaci. Il denaro dei proventi della vendita di petrolio non viene depositato presso banche irachene: il 53% va al governo; un 30% copre i danni della guerra; il 13% alle province settentrionali dell'Iraq oggi indipendenti popolate da curdi e il resto copre le spese del personale Onu. Ma la cosa inverosimile è che la commissione per le sanzioni, blocca centinaia e centinaia di contratti per attrezzature sanitarie o farmaci con il pretesto, addotto principalmente dai rappresentanti Usa nella commissione dell'Onu, che certi prodotti servano a scopi militari. Clamoroso: mancano le matite perché anche la grafite in esse contenuta è considerata sospetta!

28 giugno Dini dichiara che "la situazione in Cecenia è migliorata"

Scrive Carlo Gubitosa su PeaceLink: "Oggi, 28 giugno, mentre i campi di filtraggio russi sono ancora pieni di prigionieri, ho letto sul giornale una notizia che mi ha fatto rabbrividire e vergognare di essere italiano. Grazie al ministro degli Esteri Lamberto Dini la Russia non sara' sospesa dal Consiglio d'Europa, contrariamente a quanto richiesto da una raccomandazione presentata il 6 aprile, in cui si subordinava l'appartenenza della Russia al Consiglio alla ricerca di una soluzione politica per la Cecenia e alla sospensione delle ostilita'. Il Comitato dei ministri del Consiglio ha approvato la risoluzione proposta a Strasburgo da Dini, in cui afferma che la situazione in Cecenia "e' migliorata in modo incontestabile". Signor Dini, mi permetto di contestare la sua affermazione. La situazione in Cecenia non e' affatto migliorata, e da domani tutte le vittime inutili di questa guerra assurda peseranno molto sulla sua coscienza, e in parte anche sulla mia, per aver incautamente regalato il mio voto alla coalizione politica che le ha permesso di diventare ministro, dandole il potere di gettare al vento l'unica opportunita' che avevano gli stati europei per mettere un freno al massacro di civili in Cecenia. Mi chiedo quali siano le sue fonti di informazione sulla Cecenia, dal momento che qual territorio e' praticamente off-limits anche per i giornalisti e gli operatori dei mass-media. Per loro e' praticamente impossibile lavorare liberamente al di fuori delle rare "visite guidate" in Cecenia organizzate dai militari russi per accontentare la sete di informazioni delle agenzie internazionali. A causa di questa difficolta' oggettiva incontrata dagli operatori dell'informazione, in occidente arrivano informazioni scarse e distorte, prodotte utilizzando fonti polarizzate che non sono in grado di garantire una effettiva obiettivita' ed equidistanza dalle parti in conflitto, una obiettivita' ed una equidistanza che potrebbero essere garantite dalla presenza di giornalisti indipendenti in grado di muoversi con un sufficiente grado di liberta'. Signor Dini, se non crede a me che ho visto Grozny con i miei occhi, creda almeno alle Nazioni Unite. Le gravi violazioni dei diritti umani avvenute nel corso della seconda guerra in Cecenia sono state documentate in un rapporto del 5 aprile 2000 presentato da Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, un rapporto passato inosservato sui mezzi di informazione italiani. In questo rapporto, disponibile in rete all'indirizzo www.reliefweb.int, sono documentati gli abusi e le violenze compiuti dall'esercito federale russo e dalle milizie cecene. Per quanto riguarda i russi, nel rapporto vengono raccolte testimonianze dettagliate su esecuzioni di massa in cui hanno perso la vita bambini e anziani, bombardamenti a tappeto su colonne di profughi in fuga, fosse comuni, torture. Parlando con i profughi ceceni mi vergognavo dell'indifferenza dimostrata dal mio paese verso la loro tragedia. Tornando in Italia la mia vergogna e' aumentata perche' mentre mettevo a repentaglio la mia sicurezza per entrare in Cecenia, il mio Paese organizzava affari con la Russia, nonostante la ferma condanna da parte della Commissione Onu per i diritti umani. L'Eni, Ente Nazionale Idrocarburi, e' attualmente il principale partner industriale e commerciale della Russia, con un flusso annuo di capitali pari a circa 2 miliardi di dollari. Vladimir Putin ha appena firmato a nome del governo russo un accordo con Mediobanca per la concessione di una linea di credito da 1 miliardo e mezzo di dollari, destinato a finanziare la creazione di societa' a capitale misto. Il 7 giugno scorso Putin ha incontrato a Roma anche Gianni Agnelli, Paolo Fresco e Paolo Cantarella per discutere degli accordi commerciali relativi alla produzione di tre modelli Fiat (Palio, Siena e Palio Weekend) nelle fabbriche russe di Nizhnj Novgorod. A questo bisogna aggiungere gli accordi di cooperazione militare con la Russia ratificati nel 1999 dalla Camera dei Deputati, proprio mentre erano in corso i bombardamenti con cui la Russia ha devastato Grozny e molte altre zone della Cecenia, causando migliaia di vittime civili e centinaia di migliaia di profughi. Non e' ammissibile subordinare il rispetto dei diritti umani alla forza militare ed economica di chi li calpesta. Non e' ammissibile fare la voce grossa solo con Milosevic chiudendo gli occhi davanti alle fosse comuni e ai campi di concentramento che Putin ha realizzato a nome della Federazione Russa. Non e' ammissibile che la politica estera dell'Italia si riduca a giochi economici tra imprenditori, dando al mercato un primato assoluto anche quando il valore degli scambi economici internazionali e' in aperto contrasto con il valore della vita, con il valore di migliaia di vite calpestate dalla guerra in Cecenia. Signor Dini, mi restituisca l'orgoglio di essere italiano. Verifichi le sue fonti di informazioni e se proprio non se la sente di contrapporsi da solo al grande potere economico e militare della Russia. si dimetta dalla presidenza del Consiglio d'Europa e lasci a qualcun altro il peso di questa grave complicità".


Giugno TARANTO E IL RISCHIO ATOMICO

"NOI CITTADINI ABBIAMO IL DIRITTO DIRITTO DI CONOSCERE IL PIANO DI EMERGENZA NUCLEARE"

Prima che il governo D'Alema si dimettesse vengono ottenute importanti informazioni sul rischio atomico a Taranto, rischio che e' connesso al transito e alla sosta di navi e sottomarini a propulsione nucleare.Il Ministero della Difesa, rispondendo ad un'interrogazione dell'on.Angelici dichiara che "gli accordi esistenti tra l'Italia e i Paesi dell'Alleanza Atlantica prevedono la possibilita' di sosta delle unita' militari a propulsione nucleare in alcuni porti nazionali" e che "nel porto di Taranto l'ultima occasione di attracco di unita' navali a propulsione nucleare risale al settembre del 1994". La risposta all'interrogazione dell'onorevole Angelici giunge dopo l'iniziativa promossa dalla rete telematica PeaceLink finalizzata all'informazione e sensibilizzazione sul rischio atomico a Taranto. PeaceLink aveva diffuso su Internet e sulla stampa informazioni circa l'esistenza a Taranto di un piano riservato sul rischio atomico. Il Ministero della Difesa conferma (per la prima volta) l'esistenza di un "Piano di emergenza per la sosta in porto di navi a propulsione nucleare" e specifica: "Il piano, contrassegnato da una prudente riservatezza adeguata alle notizie trattate, e' diffuso in tutti gli ambienti militari e civili interessati a conoscere per le loro funzioni e responsabilita'". La conferma del Ministero della Difesa giunge anche in merito all'esercitazione navale "a rischio nucleare" Dog Fish che PeaceLink aveva "rivelato" su Internet: "Per quanto attiene invece all'esercitazione Nato, denominata "Dog Fish", svoltasi in acque internazionali, alla stessa hanno partecipato due unita' a propulsione nucleare: il sottomarino statunitense "Jacksonville" e l'omologo francese "Casa Bianca". Le unita' non hanno, nell'occasione, attraccato nel porto di Taranto". PeaceLink richiede nuovamente alla Prefettura di Taranto di poter ottenere una copia del piano di emergenza nucleare per i civili. La Prefettura risponde che il piano esiste dal 1982 ma che non e' possibile divulgarlo. PeaceLink comunica: "In caso di fuoriuscita di uranio avremmo una contaminazione radioattiva praticamente perpetua dell'ambiente marino, con conseguenze dirette e indirette sulla popolazione che vi entra a contatto. Taranto, citta' di mare, subirebbe conseguenze catastrofiche e il mare, da fonte di vita diventerebbe fonte di morte, con un'impennata "alla Cernobyl" del gia' alto tasso di tumori esistente". Il Ministero della Difesa rassicura che non vi sarebbero mai stati incidenti alle unità a propulsione nucleare ma PeaceLink risponde: "Se le rassicurazioni del Ministero della Difesa fossero solide e se i mezzi a propulsione nucleare fossero cosi' sicuri perche' allora le compagnie di assicurazione rifiutano ad una qualsiasi persona di stipulare contratti assicurativi di risarcimento in caso di incidente nucleare? Attendiamo che il Ministero della Difesa indichi una sola compagnia di assicurazione che risarcisca il cittadino dei danni derivanti da incidente nucleare. Se l'Italia ha messo al bando le centrali nucleari in quanto pericolose, perche' continua a tollerare che un rischio di simile natura debba continuare a persistere nelle acque del nostro mare? Viviamo una strana contraddizione. Il decreto legislativo 230/95 non solo permette l'accesso alle informazioni del piano di emergenza nucleare ma ne impone la pubblicita', pena le sanzioni previste nella stessa normativa. Dall'altra parte pero' il piano di emergenza e' segreto per volere della Marina Militare e la Prefettura per ora non puo' fornirlo a PeaceLink. La situazione e' paradossale: un vincolo di segretezza imposto nel 1982 (quando non era ancora in vigore il decreto legislativo 230/95) blocca l'attuazione di tutta la parte del decreto del 1995 relativa al diritto all'informazione per i cittadini circa il piano di emergenza nucleare. Pertanto saremo costretti - mediante istanza formale - a rivendicare il rispetto della legge che non tollera piu' segreti militari ma unicamente la pubblicizzazione del piano stesso".




--------- NOTA BENE -----------

Queste informazioni
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a pubblicazione.

Si prega di segnalare
eventuali inesattezze
e omissioni.
Grazie!

   Alessandro Marescotti