intervento del CPTI all'ONU



Cari amici, vi invio la bozza della traduzione del resoconto di Dirk Panhuis
dell'intervento del CPTI all'ONU di  Ginevra la scorsa primavera
sull'obiezione di coscienza alle spese militari. Questo resoconto uscirà
prossimamente su Formiche di Pace (chi lo volesse e non lo ricevesse può
richiederlo alla LOC di Milano (locosm at tin.it)
Pace Forza e Gioia
Cosimo

Il CPTI alla Commissione sui Diritti Umani di Ginevra

Conscience and Peace Tax International (CPTI) è una ONG con statuto
consultativo speciale al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle
Nazioni Unite. Mentre il Consiglio di Sicurezza e le guerre (spesso chiamate
i "intervento umanitario") fanno più spesso notizia, il lavoro più
importante dell'ONU viene fatto all'ECOSOC e nei suoi numerosi organi. Uno
di questi organi è la Commissione ONU sui Diritti Umani (Da ora CHR). CPTI
ha l'obiettivo di ottenere il riconoscimento del diritto all'obiezione di
coscienza alla tasse militari (COMT) nel forum internazionale.
Il CHR si riunisce ogni anno per sei settimane in Marzo-Aprile a Ginevra per
discutere una serie di argomenti relativi ai diritti umani. Appositi
relatori presentano i risultati dei loro studi su un aspetto particolare
della situazione dei diritti umani in un particolare paese o gruppo di
paesi; i delegati degli stati membri illustrano i progressi fatti in questa
area nel loro paese; altri delegati evidenziano le violazioni dei diritti
umani in altri paesi; vengono scritte, dibattute e votate risoluzioni per
migliorare lo standard dei diritti umani; organizzazioni non governative
(ONG) presentano relazioni scritte (prima della sessione annuale) ed
espongono relazioni orali (5 minuti, durante la sessione), accusando certi
paesi di violazioni dei diritti umani o più costruttivamente chiedendo dei
miglioramenti. Fuori dalla sala dell'incontro i delegati dei governi e le
ONG organizzano sessioni informative aperte su argomenti specifici e
incontri chiusi per elaborare i documenti.

Per un lungo periodo, uno degli argomenti dell'agenda annuale è stato:
"Diritti Civili e Politici, inclusi: a) tortura e detenzione arbitraria b)
sparizioni ed esecuzioni sommarie c) libertà di espressione d) indipendenza
della magistratura, amministrazione della giustizia, impunità e)
intolleranza religiosa f) situazioni di emergenza  g) obiezione di coscienza
al servizio militare" (argomento 11). Per la 57° Sessione del CHR nel Marzo
Aprile del 2001, il CPTI ha inviato un documento scritto (nel Dicembre del
2000) con il titolo "Il diritto umano di non pagare per la guerra e il
dovere umano di pagare per la pace". Questo documento può essere trovato al
sito web dell'ONU www.unhchr.ch\huridocda\ tra i documenti delle ONG sui
diritti civili e politici come E/CN.4/2001/NGO/101. Questo documento scritto
è riportato più avanti in questo articolo.

L'argomento 11 dell'agenda fu fissato per la prima settimana di Aprile. Il
CPTI inviò due rappresentanti a Ginevra per spiegare il nostro punto di
vista sull'obiezione di coscienza a pagare per il militare con le tasse.
Bart Horeman (del movimento Olandese Euro's voor Vrede, specialista
nell'Obiezione di Coscienza (CO) al servizio militare/alla tassazione per il
militare) e Dirk Panhuis (segretario del CPTI) parteciparono una settimana
alla 57° sessione del CHR. Gli incontri giornalieri erano: 10-13, 15-18,
18-21 e due volte 21-24.

All'inizio della settimana l'argomento 10 (Diritti economici, sociali e
culturali) era ancora in discussione. Nello stesso tempo noi (Bart e Dirk)
partecipammo a qualche altro incontro. Ci siamo incontrati con i
rappresentanti di WRI (War Resisters' International) IFOR (International
Fellowship of Reconciliation), QUNO (Ufficio dei Quaccheri alle Nazioni
Unite, Ginevra) e PCI (Pax Christi International) per discutere la CO al
servizio militare e le prossime mosse su questo tema al CHR, così come le
bozze del CHR di un "libro delle migliori prassi" riguardo al servizio
civile alternativo.

Abbiamo anche partecipato a due incontro del CONGO (Conferenza delle ONG
all'ONU, del quale il CPTI è membro. Il primo fu nell'Ufficio del CHR per
migliorare la collaborazione tra il CHR e i suoi membri ufficiali (le
nazioni) da un lato e le ONG dall'altro. L'altro piccolo incontro era
dedicato ai nuovi arrivati in questo mondo del CHR e diede qualche buon
consiglio. Per il resto del tempo cercammo di prendere contatto con le
ONG/persone che potrebbero essere interessate al nostro tema.

Da Mercoledì pomeriggio a Venerdì pomeriggio fu trattato l'argomento 11 a-g
(tutti i sotto argomenti mescolati insieme). Non ci fu un dibattito reale,
ma piuttosto una lunga successione di relatori: circa 20 delegati dei membri
del CHR (1/3 degli stati membri dell'ONU hanno parlato per un massimo di 15
minuti, circa 20 osservatori (altri stati membri dell'ONU e organismi non
governativi) per 10 minuti, tre relatori per 15 minuti, quattro ministri
governativi per 15 minuti, e finalmente 79 ONG per 5-7 minuti. Aggiungete a
questo qualche replica (3 minuti) per qualche stato membro che si lamentava
delle accuse, dell'immagine negativa, segno di cattiva fede, etc. fatta da
qualche altro stato o ONG.

Bisogna dire che un incontro di questo tipo è nello stesso tempo eclettico e
noioso. Alcuni discorsi sono prevedibili. Molti degli argomenti elencati
sotto 11°-g sono in agenda per molti anni e sono ben noti alla gente
informata: libertà di espressione, tortura, squadre della morte
paramilitari, persecuzione religiosa, impunità per i militari, e più in
particolare violazione dei diritti umani in Indonesia, Cecenia, Timor, Cina,
Kashmir, Messico, Turchia, etc. (per citarne solo alcuni). Inoltre ci sono
accuse e repliche tra Cipro-Turchia, Libano-Israele, Cina-ONG, USA-Irak,
USA-Cuba, Armenia-Arzebajan, ONG-Russia (sulla Cecenia). Alcuni relatori di
ONG non sono molto diplomatici, ma la loro voce dovrebbe essere ascoltata
perchè siano denunciate quelle violazioni. Il lavoro costruttivo comunque va
avanti lentamente: nei corridoi, nelle sessioni di lavoro, e nelle bozze di
risoluzioni. Nella grande sala degli incontri la gente entra ed esce
continuamente, parla nel fondo della stanza, scambia documenti, prende
appuntamenti con un delegato, mentre centinaia di altre persone (delegati
delle nazioni e rappresentanti delle ONG) ascolta un relatore in una delle
sei lingue ufficiali dell'ONU. Un costante brusio di voci accompagna gli
incontri tutto il giorno.

Givedì 5 Aprile Bart parlò per 6 minuti per conto del CPTI. Le idee espresse
erano nuove per i delegati e le OGN. È difficile conoscere l'effetto del
discorso. Dopo il discorso diversa gente si avvicinò al relatore per avere
una copia della sua comunicazione orale. Trenta copie del suo testo e
altrettante del documento scritto vennero distribuite rapidamente. Abbiamo
lasciato qualche altra copia sul fondo della stanza. Il testo della
comunicazione orale  è riportato più avanti in questo articolo ed entrambi i
documenti scritto e orale possono essere trovati sul nostro sito web:
www.cpti.ws.
Con il nostro documento scritto e quello orale abbiamo chiaramente iniziato
bene e abbiamo in qualche modo preso confidenza con la metodologia del CHR.
Abbiamo sollevato il problema e abbiamo preso contatto con WRI, IFOR, PCI e
QUNO. Dovremmo trovare altri alleati simpatetici tra le centinaia di ONG.
Mentre questo lavoro va avanti, dovremmo anche informare le ONG e i governi
sulla nostra obiezione alle tasse militari e il nostro desiderio/dovere di
pagare per la pace, e rimuovere ogni tipo di incomprensione. Dopo aver
sostenuto il nostro argomento per qualche anno cercheremo di entrare in
discussione con i delegati dei governi e di elaborare testi sulla COMT.
Perciò  noi abbiamo bisogno di una visione e programmazione di lungo
termine. Da questa missione a Ginevra e le esperienze precedenti dei nostri
rappresentanti a New York il comitato e i rappresentanti del CPTI devono
trarre delle lezioni per il futuro. Dovremmo fare attenzione alle molte
possibilità per azione,rapporti, informazione, sostegno, elaborazione di
testi, etc. tutto questo dovrebbe essere fatto via e mail o in incontri dei
sette membri del comitato e i tra rappresentanti dei sete paesi. Prossimo
incontro del CHR: Marzo-Aprile 2002.

Ultimo ma non minore, dobbiamo tenere in mente che questo lavoro ha due
direzioni: una va verso l'alto, l'altra va verso il basso. Molti CO
individuali e movimenti hanno mostrato il loro interesse per la COMT a
parole e nei fatti a livello di base. Il CPTI porta la questione al livello
più alto: l'ONU. L'ONU riconosce già il diritto alla CO (al servizio
militare) e un giorno potrà anche riconoscere il nostro dirittto a non
pagare per la guerra ma per la pace. Tale decisione sarà un segno per i
governi per prendere seriamente la nostra obiezione di coscienza alle tasse
militari. Nello stesso tempo la nostra richiesta agli attivisti di base e ai
movimenti nazionali sarebbe di proseguire con la loro azione e di portare
all'attenzione del CPTI rapporti sulla violazione della COMT come diritto
umano. In particolare sequestri di beni o salari, casi legali ad ogni
livello, e casi legali portati al Comitato per i Diritti Umani (un organismo
del CHR che controlla il rispetto dei trattati) costituisce una
testimonianza potente e uno strumento strategico per sostenere le richieste
del CPTI al CHR.

Di Dirk Panhuis, segretario del CPTI
(traduzione di Cosimo Tomaselli,  membro del comitato CPTI, alleato
dell'Arca)


Documento scritto del CPTI E/CN.4/2001/NGO/101

Il diritto umano a non pagare per la guerra e il dovere umano di pagare per
la pace

1. molte legislazioni nazionali perseguono la gente che uccide. Anche coloro
che pagano altri per uccidere verrano probabilmente peseguiti. In questo
modo il diritto umano di base alla vita è protetto con la forza della legge.
2. le Nazioni Unite riconoscono il diritto di ciascuno all'obiezione di
coscienza al servizio militare come esercizio legittimo del diritto alla
libertà di pensiero, coscienza e religione.
3. sebbene molti stati riconoscano il diritto all'obiezione di coscienza al
servizio militare , essi addestrano e mantengono le forze militari con il
sostegno delle tasse dei loro cittadini. In questo modo un obiettore di
coscienza può essere libero dall'obbligo di essere addestrato e di
partecipare ad uccisioni, ma l'obiettore di coscienza viene ancora forzato a
pagare per la partecipazione di altri in uccisioni.
4. Conscience and Peace Tax International (CPTI) è una associazione
internazionale di persone che non possono sostenere alcuna iniziativa volta
a preparare la guerra e ad addestrare i cittadini ad uccidere. Le nostre
coscienze non ci permettono di sostenerlo. Anche se ci viene garantito il
diritto di non entrare nell'esercito con i nostri corpi, siamo obbligati a
partecipare al militare con il nostro contributo in tasse. Noi non
discutiamo il diritto di uno stato di imporre tasse ai suoi cittadini. Ma
sosteniamo che, spendendo le nostre tasse obbligatorie nella guerra e nella
preparazione alla guerra, gli Stati ci stanno facendo complici di omicidi.
5. il CPTI sostiene che questa complicità individuale è riconosciuta
esplicitamente nell'art.6 della Carta di Norimberga. Questa Carta sostiene
che "i capi, gli organizzatori, gli istigatori e i complici che partecipano
nella formulazione o esecuzione di un piano o cospirazione comune per
commettere uno dei seguenti crimini sono responsabili per tutti gli atti
compiuti da ogni persona in esecuzione di tale piano". Il CPTI crede che un
contribuente dovrebbe avere il diritto di non essere reso complice dell'uso
di una forza letale, nell'uccisione di amici esseri umani.
6. l'ONU ha recentemente dichiarato la prima decade del nuovo millennio il
Decennio per una Cultura di Pace e Non-violenza per i Bambini del Mondo. Il
CPTI sostiene con forza che il diritto di non pagare per la guerra e la
preparazione della guerra dovrebbe essere fortemente connesso con la volontà
dei contribuenti di pagare per la promozione della pace. Sebbene il CPTI
riconosca che spetta alle strutture decisionali democratiche di ogni Stato
la scelta di come allocare le tasse raccolte, il CPTI osserva che il budget
di spese militari e molto maggiore della quantità di soldi spesi per
attività di costruzione della pace da parte di civili.
7. perciò il CPTI pensa che il diritto all'obiezione di coscienza alle tasse
utilizzate per scopi militari dovrebbe essere riconosciuto da ogni stato. Il
CPTI chiede alla Commissione per i Diritti Umani di riconoscere il diritto
all'obiezione di coscienza alle tasse militari come una espressione
legittima e una manifestazione della libertà di pensiero, coscienza e
religione.


Intervento orale del CPTI alla Commissione per i Diritti Umani dell'ONU, 57°
sessione, argomento 11 dell'agenda, di Bart Horeman, il 4 Aprile 2001, ore
19.26

Sig.Presidente
Il mio nome è Bart Horeman e parlo per conto di Conscience and Peace Tax
International. Questa è la prima volta che un rappresentante di Conscience
and Peace Tax International ha la possibilità di parlare alla Commissione
per i Diritti Umani. Ringrazio per questa possibilità.

Quando parlo per conto di Conscience and Peace Tax International,
rappresento diverse migliaia di persone sparse per il mondo, le quali hanno
una cosa in comune: noi obiettiamo a pagare per la guerra. Noi siamo
obiettori di coscienza. Noi siamo obiettori di coscienza perché siamo
obbligati dai nostri governi a pagare tasse che vengono spese per scopi
militari. I nostri governi ci obbligano a prendere parte alla preparazione
della guerra. Noi non possiamo prendere parte alla preparazione della
guerra, né con i nostri corpi né con i nostri soldi. Questa è una questione
di coscienza, delle nostre convinzioni più profonde. Comunque a noi non è
concessa la libertà di coscienza a questo proposito, non ci è concesso di
vivere in accordo alle nostre convinzioni più profonde e di impegnarci ad
essere completamente pacifici. I Governi ci obbligano a pagare per la guerra
e la preparazione della guerra. Siamo obbligati a contribuire
finanziariamente ai bombardamenti, agli omicidi, alla costruzione e
all'ulteriore sviluppo di mezzi di distruzione di massa.. così noi veniamo
resi complici nell'uccisione di esseri umani e il nostro diritto di essere
pacifici e di vivere in accordo con la nostra coscienza viene negato.

Se noi obiettiamo a pagare le tasse per la guerra e la preparazione della
guerra, possiamo essere imprigionati, i nostri conti bancari e le nostre
proprietà possono essere confiscate, e anche le nostre case possono essere
sequestrate. Non si tratta di fantasia. Diversi obiettori di coscienza sono
stati imprigionate per il rifiuto di pagare tasse di guerra. Roger Franklin
del Regno Unito è stato imprigionato due volte. A diversi obiettori di
coscienza sono state confiscate le proprietà e hanno dovuto acquistarle di
nuovo. A Mr e Mrs Kehler negli Stati Uniti l'Internal Revenue Service ha
sequestrato la casa. Solo grazie ad un grande supporto locale essi hanno
potuto riacquistarla  e cercare di rimanere a vivere in accordo alle loro
convinzioni più profonde.

Noi non contestiamo il diritto di uno stato di imporre tasse ai suoi
cittadini. Noi contestiamo il diritto di uno stato di fare dei suoi
cittadini dei complici in omicidi e nella preparazione della guerra. Noi
vogliamo sostenere il nostro diritto come esseri umani a non essere
obbligati a pagare per la guerra, perché è il nostro più sincero
convincimento che né noi abbiamo il diritto di uccidere, né abbiamo i
diritto di pagare altri perché uccidano a nome nostro.

Noi non solo vediamo questo come un diritto umano, noi sentiamo anche che
questo è una parte del nostro dovere di lavorare per la pace e di pagare per
la pace. Davanti alla Commissione per i Diritti Umani vogliamo sostenere
l'importanza del legame tra i diritti umani e i doveri umani. Noi abbiamo
accolto con favore la risoluzione dell'ONU di dichiarare il primo decennio
del nuovo millennio Decennio per una Cultura di Pace e di Nonviolenza per i
Bambini del Mondo. Infatti noi tutti abbiamo il dovere di insegnare ai
nostri bambini come vivere pacificamente. Comunque dobbiamo essere sicuri
che questa chiamata per una Cultura di Pace e Nonviolenza non è una frase
vuota. Noi non possiamo insegnare ai nostri bambini ad essere nonviolenti e
nello stesso tempo obbligarli a prendere parte all'addestramento militare e
altre preparazioni della guerra. Come possiamo dire a nostri bambini che è
loro dovere umano essere pacifici, quando nello stesso tempo i nostri
governi negano loro il diritto di essere completamente pacifici?

Sig.Presidente, noi accogliamo con favore la risoluzione che la Commissione
ha adottato sull'obiezione di coscienza al servizio militare. Accogliamo
anche con favore la decisione della Commissione di avere un rapporto sulle
pratiche migliori nelle legislazioni nazionali. Noi speriamo che questo
incoraggerà i paesi a portare la loro legislazione in linea con gli standard
della Commissione sull'obiezione di coscienza la servizio militare. Noi
sentiamo che questo probabilmente darà spazio alle persone determinate ad
essere pacifiche, a non essere obbligate contro la propria coscienza a
prendere parte alla guerra e alla preparazione della guerra.
Tuttavia non c'è un solo paese al mondo che abbia riconosciuto il diritto
dei suoi cittadini a non pagare per la guerra.
Perciò Conscience and Peace Tax International si volge alla Commissione  sui
Diritti Umani  affinchè richieda il riconoscimento legale completo del
nostro diritto a non pagare per la guerra e a non essere complici in
omicidi.

Grazie sig.Presidente per avermi ascoltato.