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In risposta a La Stampa - ([LST] «Celerino , ti picchieremo col tuo manganello» )
- Subject: In risposta a La Stampa - ([LST] «Celerino , ti picchieremo col tuo manganello» )
- From: Marco Trotta <mrta at libero.it>
- Date: Wed, 30 May 2001 12:48:32 +0200
Dopo le dichiarazioni dei Centri Sociali della Carta di Milano ed il lancio dell'iniziativa del forum e della consultazione "on line" (su http://www.tutebianche.org) c'era da aspettarsi che la stampa nazionale, in mancanza di altro, andasse a fare capolino e tirasse fuori l'ennesimo esempio di giornalismo fazioso, complice un contesto dove anonimato ed accesso non vincolato danno l'opportunità a chiunque di contribuire esacerbando toni e opinioni in un clima già teso. Evidentemente, come già successo, è un situazione particolarmente utile a certo modo di fare giornalismo che, nella difficoltà oggettiva di sapere dagli organizzatori del G8 di cosa parleranno (o più semplicemente nell'impossibilità di poter dar fastidio, per diritto di cronaca, alla spaventosa arroganza di chi crede di decidere delle sorti di tutti blindando la città ed i temi del vertice ospitato), non trova di meglio che rilanciare notizie che ancorché essere un racconto fedele alla realtà dei fatti, servono solo ad amplificare la percezione del problema come mera questione di ordine pubblico. A favore di chi? Audience o vendite di giornali e l'illegittima aspettativa di chi ha voluto un vertice rappresentativo, con quanta vergogna !!!, solo di chi è il principale artefice dei problemi che i grandi 8 vorrebbero "risolvere": squilibri nord-sud, sviluppo economico insostenibile socialmente ed ecologicamente, un mercato come modello unico di relazione, socialità, pensiero e produzione culturale. Per fortuna, e non solo questa volta, le fonti sono accessibili e così mi duole dirvi che, forse per carenze tecniche e culturali del vostro giornalista Renato Rizzo, parlare di un dibattito tra celerini e giovani dei centri sociali in un forum pubblico dove chiunque può accedere e fingersi ciò che vuole, è esercizio di scarsa deteontologia se non malafede dichiarata. Tanto più se come titolo viene citata una frase non presente in nessuno dei contributi elencati: un gravissimo esempio di faziosità. In questo caso poi, esistono gli accorgimenti tecnici e così, se la vostra preparazione tecnica ve l'avesse consentito (con un minimo di attenzione visto anche il fatto che veniva citato da altri nello stesso forum - http://www.qwerg.com/tutebianche/phorum/read.php?f=2&i=78&t=60) avreste scoperto che è stato un tentativo maldestro di avvelenare un dibattito da parte di qualche ragazzino che scriveva da una scuola media superiore bolognese (libero accesso sì, ma in ottemperanza alla privacy viene mantenuta una registrazione degli accessi tramite IP, un identificatore univoco di provenienza ed identità, lo stesso meccanismo che evita di inficiare il referendum facendo in modo che lo stesso utente voti più volte). Ma del resto questo pressuponeva che il vostro giornalista di fosse preso la briga di leggersi qualche messaggio in più. Avrebbe così scoperto e raccontato un dibattito più profondo ed articolato che parte da una analisi del passato recente (dagli anni '60 in po), con errori annessi (di Jacopo Fo segnalo "Berlusca sarebbe felice se ci fosse un ps morto a Genova? " - http://www.qwerg.com/tutebianche/phorum/read.php?f=1&i=481&t=481 - ma anche "A proposito dei fascisti in questo forum" - http://www.qwerg.com/tutebianche/phorum/read.php?f=1&i=476&t=476), ed un insieme di opinioni e proposte che trascendono dalla presenza in piazza. Se Renato Rizzo avesse letto meglio avrebbe trovato anche i messaggi che parlano di disobbedienza civile (SULLA VIOLENZA di Wu-ming Si' - http://www.qwerg.com/tutebianche/phorum/read.php?f=1&i=468&t=468), di un rappresentazione di corpi ed intenzioni che faccia il verso alla "guerra" contro chi la guerra vera la fomenta ogni giorni per squallidi interessi economici e a Genova proverà a mettere tutti d'accordo dietro un progetto scellerato come lo scudo stellare ("Dichiarazione di guerra" di di Wu-ming Sì - http://www.qwerg.com/tutebianche/phorum/read.php?f=1&i=541&t=541). Se Renato Rizzo avesse fatto più correttamente il suo mestiere di giornalista avrebbe citato un dibattito infinitamente più interessante ed equilibrato della stucchevole e sterile diatriba sul post-elettorale e sulle sorti della sinistra sullo schema Bertinotti vs Centro-sinistra (mentre Ruggeri prossimo ministro degli esteri ed ex presidente WTO, col benestare del vostro azionista di maggioranza, Giovanni Agnelli, non è esso assolutamente in discussione). Si sarebbe accorto che questo forum, nel bene o nel male, rappresenta lo spaccato di una società civile che sta dimostrando una capacità di protagonismo e di analisi molto più responsabile ed importante dei tanti e troppi rappresentanti istituzionali e non, che in questi giorni hanno dispensato "moderazione" dagli schermi delle tv mentre partecipano a pieno titolo a dinamiche politiche che espropriano interi popoli di diritti e dignità. Il dibattito sulla contestazione a Genova è in pieno svolgimento, e meriterebbe di essere raccontato con più lungimiranza ed attenzione soprattutto perché rappresenta un contesto eterogeneo di motivazioni ed opinioni che in questo momento stanno cercando di superare una contrapposizione "violenza-nonviolenza", utile solo a chi gli eserciti veri ce li ha e li usa contro la miseria e la disperazione, per costruire, impegnandosi ogni giorno, un'alternativa reale, credibile, condivisa, plurale, dignitosa, trasparente, l'unica possibile nei confronti di una minoranza di persone che senza alcun mandato vogliono decidere del futuro di tutte/i. Cordialmente. Marco Trotta. PS: questa lettera verrà inviata ad altre testate, mailing lists e forum pubblici, per chi della rete fa uno strumento di collegamento orizzontale e democratico _[Ripostato da: La Stampa - http://www.lastampa.it ]______________________ [http://www.lastampa.it/Redazione/Ultima/Redazione/Menu/Principale/tute.stm] Mercoledi' 30.5.2001 Lo scontro per il G8 genovese è iniziato con le «e-mail» «Celerino, ti picchieremo col tuo manganello» di Renato Rizzo GENOVA Lo chiamano Forum, luogo virtuale dove dar vita ad un «antagonismo propositivo». Ma a volte, protetto e mascherato dietro lo schermo del computer, il confronto si trasforma in sgorgo di fiele, oltraggio sanguinoso. Quasi a evocare una miserabile speranza o una sciagurata profezia di violenza per quei giorni roventi che saranno cornice al summit genovese degli otto Grandi, in luglio. La rissa mediatica s'impenna nel sito che le tute bianche dei centri sociali hanno aperto ai commenti per stabilire, in una sorta di referendum, se e quale uso della forza sia tollerabile negli scontri con i tutori dell'ordine. «Ciao, compagni di m...Non vedo l'ora che arrivi il G8 perchè sono un poliziotto della Celere che sarà a Genova. E vi spaccherò il c..., brutti figli di...Userò il manganello non dalla parte normale, ma da quella con il gancio. Vi aspetterò a braccia aperte. Benito». Il tappo è saltato. Nè basta a trattenerlo l'intervento d'un carabiniere: «Idiota d'un collega, sei pagato per difendere i cittadini, non per godere delle sofferenze altrui...». La brutalità prende il largo. «Ma quale celerino, tu sei un frustrato di m..., abituato a vivere all'ombra dei potenti. Ti schieri con il più forte, come con la Germania nel '43, ma oggi come allora quel manganello che sventoli te lo infileremo... senza guardarne il verso». E Benito, di rimando: «Il fatto che veniamo pagati per manganellare teste come le vostre è un onore e un piacere. Spacciandovi per pacifisti non violenti andate in piazza con sassi, pugni di ferro, spranghe o, magari, molotov...». Avanti così all'insegna dello «speriamo che vi massacrino». O con l'augurio di Roma Fan che «i parà della Folgore o i San Marco vi diano tante legnate che neanche vostra madre vi possa riconoscere. Almeno la smettereste di rompere chi lavora». Considerazioni da «ricovero psichiatrico» secondo Nea che getta benzina sul fuoco: chi parla così è un« virus della società da eliminare». Dialoghi di rabbia che, spesso, si rivoltano in cosiddette rivincite politiche. Meo, irridente: «Sì, andate pure a farvi rompere le teste, tanto ormai governiamo noi. Spaccate qualche negozio, l'opinione pubblica indignata darà più forza a noi che siamo l'alternativa liberale. Vi rode... tornate all'opposizione. E grazie Bertinotti: sei un grande». Mario ribatte dalla sponda opposta: «Berlusconi sarebbe contentissimo se spaccassimo vetrine e forzassimo la zona rossa». Davide schiuma intransigenza: «L'impero deve cadere e se non cade con la forza non cadrà più. Vi odio, violenza sarà per i diritti violati». Sbancor dispensa consigli di guerriglia come un'incarnazione del Che: «Mai essere dove il nemico vi aspetta; non attaccare se il rapporto non è almeno cinque a uno; usare la potenza del nemico per sbilanciarlo; l'imprevisto è rivoluzionario: il già visto, no». Toni allarmati, inneschi di paure dopo la «dichiarazione di guerra al G8» fatta sabato dalle Tute Bianche. All'interno del Genoa Social Forum, il cartello che oltre agli stessi centri sociali riunisce 330 associazioni e organizzazioni non governative, divampa il dibattito sui mezzi e sui sistemi con cui graduare i livelli della contestazione. Per evitare che diventi solo uno sterile atto di ribellismo. Sono apprensioni, che, accanto alle baruffe verbali, emergono anche nel Forum pur se il «referendum» sul possibile uso della violenza s'incanala verso chiare indicazioni. Su 2600 contatti l'87 per cento ha risposto che «è giusto praticare la disobbedienza civile», il 66,5 per cento che è legittimo «esprimerla con l'invasione dei propri corpi nelle zone off-limits», il 73,4 per cento che è doveroso «pensare a forme di autodifesa se la polizia cercherà di massacrarci e violerà i diritti umani». Nel bosco delle e-mail ecco quella di Michele che si interroga se sia più «antagonista» depositare i risparmi in Banca Etica o sfasciare una vetrina, e quella di Guido che suggerisce alternative alla forzatura dei blocchi: «Convincere i genovesi a evacuare la città per dimostrare quanto i G8 siano isolati, occupare per tre giorni i comuni di tutta Italia». Giuseppe Guastella: «Propongo un corteo a mani legate». Jacopo Fo va oltre: invita a «sfilare nudi, così nessuno potrà dire che nascondiamo armi. Raggiungiamo una piazza a cinquecento metri dalla polizia e mettiamoci a fare sesso tantrico intonando meravigliosi mantra». Un «fate l'amore non la guerra» in salsa indiana. (30 maggio 2001) __________________________________________________________________________
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