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R: un testimone della pace in Comune
- Subject: R: un testimone della pace in Comune
- From: "Giuseppe Ricciardi" <velarossa at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 16 May 2001 17:07:05 +0200
----- Original Message ----- From: lkocci <lkocci at tiscalinet.it> To: <pck-pace at peacelink.it> Sent: Tuesday, May 08, 2001 11:03 AM Subject: un testimone della pace in Comune > Avrei voluto rispondere solo a Davide, ma non c'era il suo indirizzo privato... Io penso sia stato utile coinvolgere la lista cosi' come lo ha fatto Davide. > 1) Rifondazione è stata l'unica forza politica ad aver votato in Parlamento contro la guerra in > Kossovo (insieme alla Lega Nord!!), quindi semmai il problema non è di La Valle, ma di > Rifondazione che, a Roma, ha scelto di appoggiare il centrosinistra. Io direi che due torti non realizzano una ragione e credo che male abbia fatto Rifondazione Comunista a non essere coerente fino in fondo e che male abbia fatto La Valle a fare altrettanto. > Libertà di voto nel proporzionale e appoggio ai candidati indicati dalla coalizione di centro-sinistra, > "chiunque essi siano", all'uninominale: così si comporteranno La Valle e Peyretti alle elezioni del > prossimo 13 maggio, invitando gli elettori a fare altrettanto. Non si tratta di "avallare l'azione dei > governi trascorsi" né esprimere un consenso al centro-sinistra ("molti dei firmatari di questo appello > - si legge - non hanno consentito alla guerra, alle scelte di politica sociale, all'inseguimento di quelle > politiche di globalizzazione che massimizzando i profitti e distruggendo il lavoro fanno impazzire > perfino le mucche"), ma solo di arrestare la corsa della destra al potere nell'unico modo che il > sistema elettorale vigente consente. A me non convince l'idea di disapprovare l'azione di una coalizione politica conferendole il voto: non comprendo quale sia l'effetto di disapprovazione. E non comprendo nemmeno perche' mai ci si debba sentire in obbligo di scegliere tra la ghigliottina e il cappio quando si intende condannare entrambi. Io credo che il solo modo di arrestare la corsa di una forza politica sia quella di non votarla, e volendo arrestare la corsa dell'Ulivo, e volendo arrestare la corsa della Casa, io credo non si debba votare ne' per gli uni ne' per gli altri. L'ho sostenuto prima delle votazioni e continuo a sostenerlo ora. > Un sistema elettorale "violento", precisano, "nei confronti del cittadino che al mercato elettorale può > scegliere tra due soli articoli, due grandi grumi politici, che spesso tendono a rassomigliarsi"; "nei > confronti delle forze politiche,! che sono costrette a confluire nell'uno o nell'altro blocco, Questo vorrebbero entrambi i blocchi, ma fintanto che avremo ancora la liberta' di non votarli, potremo dissociarci da tale modello impositivo. Altrimenti ne diventiamo complici. > Si può rifiutare il sistema non andando a votare, scrivono La Valle e Peyretti, "ma questa sarebbe > una risposta violenta a un sistema violento: perché essa nega il sistema senza cambiarlo, E' la sola risposta non violenta che il sistema consente. Il sistema non consente, con le elezioni, di essere cambiato. Consente pero' di dare indicazioni in merito: qualora esistano partiti politici che ne propongano il cambiamento, conferire ad essi il proprio voto significa approvarne il programma contrario a quello dei due blocchi; qualora tali partiti non siano presenti, non votare per i sostenitori del sistema significa disapprovarlo. > L'alternativa proposta è "criticare il sistema senza uscire dalla politica" e "votare nei limiti delle > possibilità da esso offerte, E' un'alternativa del tutto succube al sistema. Non uscire da una politica che non preveda il cambiamento significa confermare tale politica. Votare nei limiti delle possibilita' elemosinate significa accettare tali limiti. Ma poi perche' mai non votare dovrebbe significare uscire dalla politica? Questa affermazione e' del tutto in sintonia appunto con un modo di vedere la politica tutto delegato nel momento del voto. Invece il voto e' solo una, anche se la piu' immediata, delle modalita' esistenti di fare politica, e quella di rimettere in discussione tutto il mondo politico attuale e' la modalita' che maggiormente puo' condurre al cambiamento. > un voto al centro-sinistra per "impedire che tutta la destra vada al potere". Un voto alla sinistra lo impedirebbe. Il voto al cosiddetto centro-sinistra sposterebbe appena un po' meno a destra il panorama molto omogeneo che ci viene imposto dal bipolarismo. E' con questo modo di procedere che e' stato dato via libera a tutti i partiti di sinistra affinche' si spostassero via via sempre piu' verso destra: liberali, repubblicani, socialdemocratici, socialisti e infine comunisti dell'ex PCI sono andati ad inseguire un elettorato di destra anziche' promuoverne lo spostamento a sinistra, e cosi' siamo giunti ad un Ulivo che ha perso a sinistra guadagnando al centro, pur senza riuscire a superare la Casa. E questo rafforzamento del centro, io temo, spingera' l'Ulivo ancora piu' a destra. Prova ne sia che nelle passate elezioni si e' partiti da un rapporto con Rifondazione Comunista, poi scissasi, mentre oggi lo si esclude esplicitamente. Quando l'Ulivo sara' totalmente una coalizione di destra, un po' meno a destra della Casa, sara' soddisfattissimo di vincere le elezioni: io no. Giuseppe Ricciardi Capo d'Orlando (ME) e-mail: velarossa at tiscalinet.it nickname: cau
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