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un testimone della pace in Comune
- Subject: un testimone della pace in Comune
- From: "lkocci" <lkocci at tiscalinet.it>
- Date: Tue, 8 May 2001 11:03:00 +0200 (added by postmaster at mail.tiscalinet.it)
- Importance: Normal
Avrei voluto rispondere solo a Davide, ma non c'era il suo indirizzo privato... Sulla questione della candidatura di Raniero la Valle al Comune di Roma come indipendente di Rifondazione Comunista (che tuttavia appoggia Veltroni e il centrosinistra): 1) Rifondazione è stata l'unica forza politica ad aver votato in Parlamento contro la guerra in Kossovo (insieme alla Lega Nord!!), quindi semmai il problema non è di La Valle, ma di Rifondazione che, a Roma, ha scelto di appoggiare il centrosinistra. E comunque l'essere "indipendente" garantisce una ulteriore autonomia. 2) Premesso che il tuo problema è anche il mio (appoggiare il centrosinistra bombarolo e guerrafondaio), ti allego di seguito la sintesi di un testo pubblicato su Adista (dove lavoro) firmato dallo stesso La Valle e da Enrico Peyretti sulla questione. 3) Se poi sei ulterioriormente interessato, ti invito a leggere sempre su Adista (www.adista.it) un editoriale di La Valle sul n.31 del 2001. E comunque non voglio convincere nessuno...! Un saluto Luca Kocci (lkocci at tiscalinet.it) FERMARE LA DESTRA: LA VALLE E PEYRETTI INVITANO AD UN VOTO DI RESPONSABILITÀ 30859. ROMA-ADISTA. Cari cittadini, andate a votare e, nei collegi uninominali di Camera e Senato, votate per il candidato di centro-sinistra. Lo chiedono, in una lettera scritta 'a quattro mani' (che verrà pubblicata nel numero di aprile del "foglio", "mensile di alcuni cristiani torinesi"), Raniero La Valle, ex senatore della Sinistra indipendente e candidato alle elezioni comunali di Roma nelle liste di Rifondazione comunista come 'indipendente', ed Enrico Peyretti, direttore del "foglio". Libertà di voto nel proporzionale e appoggio ai candidati indicati dalla coalizione di centro-sinistra, "chiunque essi siano", all'uninominale: così si comporteranno La Valle e Peyretti alle elezioni del prossimo 13 maggio, invitando gli elettori a fare altrettanto. Non si tratta di "avallare l'azione dei governi trascorsi" né esprimere un consenso al centro-sinistra ("molti dei firmatari di questo appello - si legge - non hanno consentito alla guerra, alle scelte di politica sociale, all'inseguimento di quelle politiche di globalizzazione che massimizzando i profitti e distruggendo il lavoro fanno impazzire perfino le mucche"), ma solo di arrestare la corsa della destra al potere nell'unico modo che il sistema elettorale vigente consente. Un sistema elettorale "violento", precisano, "nei confronti del cittadino che al mercato elettorale può scegliere tra due soli articoli, due grandi grumi politici, che spesso tendono a rassomigliarsi"; "nei confronti delle forze politiche, che sono costrette a confluire nell'uno o nell'altro blocco, le destre con tutta la destra, i nazionalisti con i secessionisti, le sinistre, il centro e la destra più moderata con tutto il centro-sinistra, i militaristi con i pacifisti, mediante unioni spesso incestuose, innaturali e con compromessi di programma, di idealità, di prospettive politiche che le deformano, le assoggettano a fini non loro, ne occultano o ne snaturano l'identità; oppure devono chiudersi in orgoglioso isolamento riducendosi a una pura declamazione di intenti e di programmi che non potranno realizzare". E violento anche "nel rapporto interno alle coalizioni, perché la vera ripartizione dei seggi avviene prima delle elezioni, quando essi sono distribuiti dai partiti leaders tra tutti gli altri, come gli antichi feudi". Si può rifiutare il sistema non andando a votare, scrivono La Valle e Peyretti, "ma questa sarebbe una risposta violenta a un sistema violento: perché essa nega il sistema senza cambiarlo, ed anzi lo rende sempre più incondizionato e libero di svilupparsi secondo la sua logica". L'alternativa proposta è "criticare il sistema senza uscire dalla politica" e "votare nei limiti delle possibilità da esso offerte, per impedire che esso degeneri, che esso chiuda i varchi residui e perché altre prospettive restino possibili": cioè un voto al centro-sinistra per "impedire che tutta la destra vada al potere". "Tutta la destra, e solo la destra, con la sua varia nomenclatura politica, con il suo retroterra monetario e industriale, e con il suo insediamento sociale piccolo-borghese e xenofobo, o per meglio dire antixenita (con la n). Questo coagulo in Italia fa paura, perché è quel fascio di forze che già una volta ha preso le forme e ha parlato la lingua del fascismo. La cultura popolare italia na, che già allora non seppe resistergli, è oggi ancora meno resistente di ieri; essa infatti è stata preparata ad accoglierlo negli ultimi anni di imbarbarimento della comunicazione di massa, di crisi della scuola, di diffamazione della politica e dei partiti, di delegittimazione della funzione giurisdizionale e della regola del diritto". Votare centro-sinistra (e continuare ad impegnarsi dopo il voto non necessariamente nei partiti) per bloccare la destra, allora, "è l'estrema possibilità che il sistema elettorale offre, mediante un voto che sarebbe di responsabilità e di liberazione", provvedendo così "al bene politico più essenziale, che è quello di tenere aperto il futuro, contro tutte le chiusure e le ghettizzazioni, delle frontiere, delle fabbriche, dei partiti, della scuola pubblica, del servizio civile, degli uffici dei Pubblici ministeri e dello stesso Parlamento". On Tuesday, May 08, 2001 at 12:16:24 AM, pck-pace at peacelink.it wrote: > Era meglio se ti fermavi a Rifondazione Comunista....:) > A quel punto vorrei sapere come giustifica il suo essere pacifista e > stare in quella stessa coalizione che a livello nazionale ha > sostenuto la guerra nei balcani di due anni fa... > Ciao, > Davide -- TiscaliNet, libero accesso ad Internet. http://www.tiscalinet.it
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