R: Candidatura generale Angioni



Caro Enrico Peyretti, come ben sai sono tra quelli che non condividono lo tue argomentazioni sul voto politico. Visto che torni in lista sull'argomento riprendo e riporto il mio ultimo msg privato in merito.

""Io sarei d'accordo a votare questo centro-sinistra se avesse un programma che anche solo indicasse come "intenzione" quella di operare nella direzione indicata dal Patto tra i Cittadini del Mondo, dimostrando la serietà delle intenzioni (una vera svolta) con qualche passo concreto anche piccolissimo (hai presente il segreto di stato, per cui l'Italia mantiene segreti documenti storici per tempi lunghissimi rispetto agli stessi Stati Uniti? Ci avesse svelato, questo centro-sinistra, i mandanti di qualche strage, tanto per fare qualche piccolo esempio). Non è successo e non succederà, come non succede che questo centro-sinistra, ma nemmeno i Ds in particolare, metta in dubbio questo liberismo o si spinga ad opporsi alle pratiche di sfruttamento globale, almeno finché non minacceranno seriamente e palesemente i privilegi (veri o presunti) di molta parte del suo corpo elettorale.
Potrebbe succedere dopo una batosta elettorale? Non dipende da me, dipende da loro, è tutta loro questa responsabilità. Io voglio affermare forte e chiaro che è ora di finirla con i ricatti del "o mangi questa minestra o salti dalla finestra".
A questo punto preferisco favorire il criminale (potenziale) peggiore invece del criminale (impunito) minore; se non altro avremo gli amici del secondo dalla nostra parte per combattere il primo e questi, gli amici del secondo, io valuto siano più facilmente redimibili dei loro (criminali) leaders.
Se ammetti che la sinistra deve controllare il potere più che gestirlo, perché dovrebbe poi invece obbligarsi ad assumere il potere? Con quali "criteri migliori" s'è fatta la guerra, forse chiamandola "umanitaria"?
Conosco anch'io politici (forse più donne che uomini) che certamente lavorano sodo, in buonissima fede e sono anche sicuro che soffrono parecchio di questi tempi: non è certamente loro personalmente che io critico. Succede un po' come per la chiesa: ho conosciuto e conosco preti (pochi) che stimo moltissimo, ma ciò non cambia il mio giudizio sulla chiesa, li ho aiutati e li aiuto anche economicamente, ma non darò mai l'otto per mille alla chiesa cattolica.
Secondo te, chi è più pericoloso: chi sbaglia o delinque perché non capisce o chi lo fa sapendo quello che fa? Chi segue false dottrine perché le ritiene veritiere, o chi le abbraccia solo perché lo reputa necessario per accedere al potere?
A me risulta che il fascismo (il regime fascita) sia caduto perché ha perso una guerra tanto crudele quanto inutile, una vera follia, vinta da una alleanza imperial-capitalista contro un'altra alleanza (l'asse) ancor più esplicitamente imperial-capitalista. Non fu la Resistenza ad abbattere il fascismo, la Resistenza ha avuto il grande merito di riscattare il popolo italiano da vent'anni di colpevole sudditanza e quindi il merito di costituire le basi di uno stato democratico, ma se la guerra fosse andata diversamente i partigiani li avremmo dovuti aspettare chissà quanto; probabilmente sarebbe andata come in America Latina con le varie dittature.
Non è strano come molti che votano questo centro-sinistra siano disposti a "comprendere" le ragioni di una guerra imperdonabile e invece siano tanto inflessibili nel condannare il regime cubano di Fidel Castro? Là sì mi sentirei di dover scegliere il barbuto meno peggio, rispetto ad una resa incondizionata e mortifera all'impero del denaro.
Ma anche questo è un giudizio soggettivo, probabilmente condizionato dalla mia esperienza boliviana di trent'anni fa e dal constatare da allora, giorno dopo giorno, anno dopo anno, che le cose per loro, gli ultimi, sono andate e continuano a peggiorare. Sono trent'anni che mi chiedo, io che li ho visti con l'unica camicia addosso, cos'altro gli stiamo togliendo. Non possiamo continuare a promettere loro paradisi e salvezze assolutamente fuori da questa realtà, in spazi immaginari e in tempi incommensurabili. Se la nostra salvezza (della nostra vita materiale nella sua totalità e non solo per qualche privilegiato dettaglio, quella dei nostri figli, delle nostre società e della natura che ci ospita) non è separabile dalla loro, dobbiamo fare presto, perché mai come ora abbiamo poco tempo: dobbiamo agire.
Se i partigiani nel '43 avessero considerato l'impreparazione delle masse e avessero quindi anteposto il problema di doverle educare, la storia sarebbe stata indubbiamente diversa e sostanzialmente non si sarebbe neppure accorta di loro, con quali conseguenze non so immaginare.
Credo sì che ci sia bisogno di maestri ma di vita, cioè persone che insegnano con quello che fanno e oggi si può fare anche con le parole, purché siano parole che impegnano e compromettono, parole che decidono. Sono parole difficili, perché siamo deboli e timorosi; anche per questo le parole del Patto sono molto generiche, anche nella definizione degli impegni personali, perché ciascuno possa trovare e decidere il livello a lui accessibile. Io mi fido della gente, delle persone, una volta che abbiano fatto una scelta sincera, onesta, per la giustizia, la solidarietà e la pace: una scelta che io ritengo il risultato di un sano ed intelligente egoismo. Ma occorre anzitutto scegliere e decidere, partendo da noi. ""

Considera che il mio consenso, il mio voto, al di là delle mie intenzioni e delle mie dichiarazioni (il voto è la politica dei numeri), verrà usato da "loro" come "loro" decideranno e sarà così che milioni di cittadini che non vogliono la guerra si troveranno ad avere avallata a posteriori quella del Kossovo ed a consentire le prossime. Alle vittime potremo dire che comunque hanno avuto un danno ridotto e che poteva andare peggio.
Diverso sarebbe se l'Ulivo si pentisse, riconoscesse il crimine passato e si impegnasse in senso opposto per il futuro. Cosa che però non è avvenuta, nemmeno da parte di chi, come Mauro Guerra, prima di entrare in politica aveva perfino attuato l'obiezione fiscale alle spese militari (campagna OSM) !
Tra quello che propone Angioni sulla sicurezza e quello che affermano di voler attuare gli altri due candidati di Torino, concretamente cosa sceglierà di fare l'Ulivo? Un colpo al cerchio, cioè manganelli, manette e magari carri armati, e un colpo alla botte, cioè qualche obolo (che paghiamo comunque noi) alle vittime di rapine e il resto - solidaretà, non-omertà, coraggio - a esclusivo e diretto carico dei cittadini?
Berlusconi vorrebbe cambiare la Costituzione, il che è gravissimo ma si potrà comunque impedire; l'Ulivo l'ha altrettanto gravemente violata in almeno uno dei suoi principi fondamentali e non l'abbiamo saputo impedire. Dove sta la reale differenza? Forse tra l'essere espliciti o ipocriti, sia nel farlo che nell'impedirlo?
>> Il centrosinistra non ha una cultura di pace, ma il centro-destra ha una ben >> adeguata cultura di guerra, sociale e militare. La differenza c'è, eccome.
Si può sapere com'è la cultura del centrosinistra se non è di pace? Forse è una cultura di guerra, ma non tanto ben adeguata ?
>> ...la vostra guerra è imperdonabile, eppure vi voto, >> perché con la destra sarebbe tutto peggio: la guerra, l'economia, >> la Costituzione, la scuola, la decenza. E aggiungo: badate, molto più di >> prima, di non approfittarne!
Vuoi dire che una guerra fatta dal centrosinistra è meno peggio di una fatta dalla destra? Chiediamolo alle vittime. O che il centrosinistra si inginocchia davanti al Mercato in modo meno grave, o più graduale? O che privatizzerà la scuola con qualche pudore, aiutando così la chiesa cattolica a salvare la faccia (e i privilegi)?
Con che speranza li ammonisci: "non approfittatene"? Dovranno cercare di non fare troppe guerre, o non troppo grosse? Patetico, se non fosse tragico.
Certo, la politica non è il meglio, ma il possibile. La "mia" politica si concretizza nel voto: il meglio sarebbe poter scegliere tra contendenti, tutti con una politica di pace, ma con "diversi modi" di attuarla; il possibile è votare per chi ha una politica di pace, purchessia, oppure astenersi.
>> Oggi occorre evitare ad ogni costo Berlusconi. Lo ha detto anche Bertinotti.
Evidentemente secondo Bertinotti occorre evitare Berlusconi ma non a costo di entrare nell'Ulivo, quindi non ad ogni costo.
Altro sarebbe affermare che occorre fermare Berlusconi ed ogni forma di berlusconismo, anche quello mascherato da centrosinistra (è di oggi la notizia di un ulteriore decreto pro-aziende: niente sanzioni amministrative per danni ambientali e infortuni sul lavoro).
>> Se Berlusconi vincerà, sarà anche grazie a chi non appoggia l'unica >> possibilità di batterlo, e questa responsabilità sarà enorme.
Sarà anzitutto grazie a chi ha fatto una politica "berlusconista" e sua sarà la responsabilità. {HYPERLINK "mailto:peyretti at tiscalinet.it"}Disonesto e ricattatorio, addossare la responsabilità ai cittadini che non l'hanno mai approvata.

Mi stupisce che chi è tanto rigido nel richiedere una scelta chiaramente e assolutamente nonviolenta (una parola sola senza trattino, mi raccomando) ai contestatori del G8, cosa che io condivido pienamente ma per scelta politica e non per principio etico-morale, sia invece così convinto assertore di una real- politik che digerisce la guerra: guerra, non un uso difensivo della forza.

Ciao, a tutti.

Gianni Zampieri, cdm. zampieri.gg at libero.it "...non sussurrate una preghiera, meglio che cantiate un canto alla pace gridando forte. "