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R: Una giornata contro le guerre
- Subject: R: Una giornata contro le guerre
- From: "Zampieri Gianni" <zampieri.gg at libero.it>
- Date: Thu, 1 Jun 2000 19:08:12 +0200
Mi riferisco a quanto Paolo Nerozzi scrive e riporta (vedi sotto), ma sono molte le occasioni che avrei potuto e forse dovuto cogliere per ri-proporre alla riflessione/discussione il "Patto dei cittadini del mondo per la pace e i diritti umani" che segue. Caro amico, in quest'ultimo anno del XX° secolo diverse guerre sciagurate continuano ad aggiungere morti e sofferenze alle numerose altre violenze e ingiustizie che in tutto il mondo affliggono milioni di persone; guerre, violenze e ingiustizie generate da un sistema di rapporti politici ed economici fondato, in nome del libero mercato globale, sulla legge del più forte e su un modello di sviluppo violento e insostenibile, con scarso rispetto sia dei diritti umani che dell'ambiente. Contro questi orrori e pericoli lottano e lavorano con grande impegno e sacrificio tante ammirevoli persone e associazioni, ma la loro azione evidentemente non basta. I governi sono pressoché sordi a tutto ciò che non metta veramente in discussione il loro potere. A volte molto parzialmente, o provvisoriamente e strumentalmente, fanno mostra di aderire alle richieste dei movimenti di opinione che di volta in volta si esprimono su casi o problemi eclatanti, ma non affrontano i problemi alla radice e lasciano immutata la situazione strutturale che genera sempre nuove catastrofi umane e ambientali. Solo una permanente e crescente mobilitazione di molte persone, di cittadini del mondo, di quelli che votano e pagano le tasse, potrà imporre un cambiamento reale e duraturo. Siamo noi quindi, che abbiamo questa responsabilità e questo potere. Il "Patto tra i Cittadini del Mondo per la Pace e i Diritti Umani" è un impegno personale che si fa gesto pubblico e collettivo per obbligare i governi di tutto il mondo a riconoscere priorità concrete alla pace, ai diritti umani, alla giustizia, allo sviluppo e all'ambiente. Un gesto di per se minimo e facile, com'è sottoscrivere una dichiarazione e spedirla una volta all'anno ad uno o più indirizzi, che può caricarsi però di una grande forza, perché sostenuto da convinzioni personali profonde e perché condiviso da un grande numero di cittadini. Non è stata costituita nessuna nuova associazione o comitato, perché sono già molte le organizzazioni impegnate in diverse e indispensabili opere umanitarie e solidali che possono fare propria e promuovere questa mobilitazione, sapendo che da questa trarrà maggiore forza ed efficacia anche la loro azione e attività specifica. Siamo comunque noi cittadini i protagonisti insostituibili di questa iniziativa. Possiamo e forse sarà bene non avere centri organizzativi e decisionali: continuare, cambiare o smettere sarà per responsabile decisione personale e assolutamente personale sarà anche la verifica della coerente attuazione degli impegni sottoscritti. Se decidi di aderire al Patto, i consigli operativi sono i seguenti : 1 - fotocopia separatamente i testi del Patto, in italiano e in inglese; 2 - completa le fotocopie con i tuoi dati anagrafici, la data e la firma (la prima volta cancella con un tratto di penna le parole "e rinnovo" - "and renew" all'inizio dei testi); 3 - spediscile per lettera al Presidente del Consiglio e al Segretario Generale dell'ONU; si possono usare altri mezzi (fax, modem, ...) ma ovviamente bisogna evitare i duplicati; 4 - ripeti la stessa procedura ogni anno, ad una scadenza qualsiasi; Se ti sembra utile possiamo tenerci in contatto per aggiornarci sugli sviluppi dell'iniziativa, ricordarci la scadenza annuale, proporre modifiche alla procedura o al testo; possiamo dar vita ad una rete autogestita della quale ciascuno può decidere di essere un "nodo", come io cerco di fare. Se vorrai mi farai sapere. Cordiali saluti. Gianni Giovanni Zampieri - Via Figliodoni, 2 - 23891 Barzanò (Lc) - Tel. 039-958264 e-mail: zampieri.gg at libero.it Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi - Piazza Colonna 370 - 00187 Roma The Secretary-General of United Nations, United Nations Plaza, 1 - New York, NY 10017 - USA Io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , residente a . . . . . . . . . . . . . . .(cap. . . . . ) via . . . . . . . . . . . . . . . . n . . . , per ribadire la mia volontà di pace ed affinché i governi adempiano con il loro dovere e le loro promesse, sottoscrivo e rinnovo il seguente PATTO TRA I CITTADINI DEL MONDO, PER LA PACE E I DIRITTI UMANI. Mi impegno a non partecipare personalmente ad azioni di guerra e mi oppongo che altri lo faccia o si prepari a farlo, anche per difendere veri o presunti diritti e interessi miei o della collettività cui appartengo. Consento con un uso della forza, personale od organizzata, non intenzionalmente omicida, per scopi strettamente difensivi della vita e dei diritti fondamentali delle persone e dei popoli. Secondo le mie forze, capacità e mezzi, attuerò e sosterrò ogni forma di resistenza civile contro la guerra, di azione nonviolenta e di cooperazione solidale, per stabilire e mantenere la pace e il rispetto dei diritti umani, nella giustizia e nella sicurezza comune. Mi impegno a dare il mio consenso politico solo a chi operi concretamente per la pace e contro ogni forma di violenza e ingiustizia, con coerenti atti di governo, legislativi e diplomatici, anche unilaterali, tra i quali considero prioritari ed essenziali: - riformare o rifondare l'ONU in senso democratico, con l'abolizione del diritto di veto e la definizione di più ampi ed equi criteri di rappresentanza di tutti i cittadini; riconoscere piena ed effettiva autorità sovranazionale all'ONU, alla Corte Internazionale di Giustizia ed al Tribunale Penale Internazionale, fornendoli dei fondi e dei mezzi necessari per esercitarla e possano concretamente operare per la pace e la tutela dei diritti umani; - avviare un concreto programma di disarmo generale, a partire dagli armamenti nucleari e da quelli che provocano uccisioni, ferimenti e distruzioni indiscriminate, di massa o particolarmente disumane; convertire gli apparati militari nazionali in organismi per la prevenzione anti-bellica, la protezione civile e ambientale; abolire i tribunali militari; porre sotto il rigido controllo degli stati e la supervisione dell'ONU la produzione ed il commercio delle armi, da destinare esclusivamente alle polizie nazionali ed all'ONU, per i loro scopi istituzionali; - affermare nei fatti la priorità dei diritti e dei bisogni delle persone rispetto ad ogni altra esigenza o legge pseudo-naturale, ideologica o religiosa, etnica o nazionalistica, economica o finanziaria; stabilire più giusti rapporti economici tra le nazioni, in particolare tra le più ricche del Nord e le più povere del Sud del mondo, con l'applicazione di criteri di equità negli scambi commerciali e di clausole sociali per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, delle culture autoctone e degli ambienti naturali, per la difesa dei più deboli e la sicurezza di tutti; - abolire il segreto di stato e gli infidi servizi segreti, che poco o nulla hanno a che vedere con l'opportunità di temporanei e limitati segreti operativi, e sono motivo di sospetto e sfiducia tra le nazioni, oltre che frequente strumento di trame incontrollabili, antidemocratiche e antisociali; fondare invece la sicurezza comune sulla trasparenza e sulla lealtà; - garantire libertà e pluralismo di cultura e di informazione, affinché la verità prevalga sulla menzogna, e le diversità non siano motivo di divisione e di scontro, ma di arricchimento per tutti. Conseguentemente, in occasione delle scadenze elettorali, eserciterò il mio diritto di voto esclusivamente in favore di candidati e forze politiche che esplicitamente assumeranno questi punti programmatici e si confermeranno seriamente impegnati a realizzarli. Basta guerre! Per cominciare. (data) . . . . . . . . . . . (firma) . . . . . . . . . . . . . . . . . . The Secretary-General of United Nations, United Nations Plaza, 1 - New York, NY 10017 - USA Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi - Piazza Colonna 370 - 00187 Roma To reaffirm my will of peace and to ensure that governments give effect to what is their duty and they have solemnly pledged, I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , resident in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , hereby sign and renew the following WORLD CITIZENS' PACT, FOR PEACE AND HUMAN RIGHTS I undertake not to participate in acts of war and I shall stand out against the actions of those who do or who prepare to do so, even when the defence of rights and interests - real or presumed - of myself or the community to which I belong is at stake. I approve of the use of force, individual or collective, without homicidal intent, strictly for the aims of defending the lives and fundamental rights of individuals and populations. Within the bounds of my strength, ability and every means, I shall give effect and support every form of civil resistance against war, of non-violent action, and of mutual co-operation, so as to establish and maintain peace and the respect of the human rights, that is attended by justice and safety for all. I undertake to give my political support only to those who work actively for peace and against any form of violence through governmental, legislative, and diplomatic action consistent with this endeavour, including such as is unilateral, the essential priorities in which action I consider to be : - reforming or re-founding the UN along democratic lines through the abolition of the right of veto, or a change to the rules governing it, and the definition of broader and fairer criteria of representation for all citizens; giving full and effective recognition to the supranational authority of the UN, the International Court of Justice and the International Criminal Court, providing them with the funding and resources to exercise it so that they can work constantly for peace and in defence of human rights; - initiating a meaningful programme of general disarmament, starting with nuclear weapons and those causing killing, injury, and destruction that are indiscriminate, are on a mass scale, or are particularly inhuman; converting the military establishment in each nation into a body charged with preventing war, with emergency service functions, and with environmental protection; abolishing military tribunals; placing the production and sale of arms under the rigid control of each state and the supervision of the UN so that they are solely at the service of national police forces and of the UN for their officially approved aims; - reaffirm effectively the priority of the rights and the needs of all persons over any other demand or pseudo-natural law, ideologic or religious, ethnic or nationalist, economic or financial; establishing fairer economic relations between nations, especially between the richer nations of the North and the poorer ones of the South, by applying the principles of equity to trade as well as through social clauses that protect workers' rights, indigenous cultures, and the natural environment, so as to defend the weakest and to ensure the safety of all; - abolishing official state secrets and the inherent perfidy of secret services, these having little or nothing to do with the effectiveness of short-term limited operational secrecy while provoking suspicion and distrust between nations and being often instrumental in anti-democratic and socially de-stabilising manoeuvres that escapes control; founding, by contrast, the mutual safety of all on openness and sincerity; - guaranteeing freedom and pluralism in matters of information and culture, so that truth prevails over falsehood and diversity brings not division and antagonism but rather enrichment for all. Accordingly, at elections I shall cast my vote solely in favour of those candidates and political forces who explicitly subscribe to the points in this pact and who demonstrate a genuine commitment to implementing them. An end to war! ...as a first step. (date) . . . . . . . . . . . (signature) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scusate la lunghezza del messaggio. Ciao a tutti. > Assopace nazionale wrote: > Roma, 10/05/2000 Ai soggetti del mondo pacifista e della cooperazione internazionale Il tanto decantato nuovo millennio si apre con un mondo sempre più devastato da guerre ....Per quanto ci riguarda, come movimento pacifista italiano ed europeo, ci stiamo accorgendo, dopo la drammatica esperienza del Kosovo, che la nostra azione appare del tutto inadeguata rispetto alle esigenze attuali. Crediamo sia giunto il momento di riprendere una riflessione collettiva e trovare sempre più, pur nel rispetto di culture ed esperienze diverse, temi ed iniziative unitarie, in particolare contro le guerre e per il disarmo. Per questo vorremmo proporre l'avvio di un comune percorso di riflessione ed azione pacifista. Dopo queste righe fate anche una proposta concreta, quella di mobilitarsi per il 2 giugno. Oltre a lanciare una buona idea come avete fatto voi e come si fa generalmente per altre iniziative, dobbiamo sentirci dentro di noi l'importanza primaria per quel gesto su tutte le altre cose che già stiamo facendo. Dato che di impegni ne abbiamo anche fin troppi e tutti urgenti, diventa difficile poi riuscire a trovare un intento comune. Ma la necessità di trovarlo, come voi scrivete in questa lettera sta diventando sempre più impellente. Di esperimenti unitari se ne stanno già facendo e anche con un discreto successo (lilliput, le varie campagne, la tavola della pace, ecc), ma il ns cammino di vita può essere paragonato ad un neonato e dobbiamo ancora crescere (non intendo come numero ma come maturazione) tanto per riuscire ad avere una grande strategia comune. Un appuntamento che va in questa direzione unitaria (sembrerà un paradosso per qualcuno) é la marcia della nonviolenza Perugia-Assisi promossa dal Movimento Nonviolento e dal Mir. A qualcuno può essere sembrato che la proposta di una marcia straordinaria per il settembre 2000 fatta un po' fuori dal contesto della tavola della pace, sia un modo per contestare e rompere il lavoro unitario tanto prezioso della tavola della pace. C'é il dubbio pure che sia stata pensata in contrapposizione al fatto che alla marcia del Sett. '99 aveva partecipato D'Alema. Chi sente questo pericolo di minaccia verso un lavoro tanto faticoso di unità ha tutte le ragioni di crederlo, ma dobbiamo anche pensare che non possiamo non fare una iniziativa simbolicamente forte nell'anno 2000. L'anno in cui i premi Nobel hanno ottenuto che fosse dedicato alla nonviolenza e che chiedono che il mondo si impegni per una educazione alla nv per i prossimi 10 anni. Un anno pieno di significati in cui sentiamo l'esigenza di riuscire ad essere più efficaci con la nv nei confronti delle strategie di violenze economiche-politiche-militari. Non sono del Mir o del Mnv, sono aderente a Px e all'interno del movimento non ho alcuna responsabilità particolare. Parlo quindi da semplice partecipante del variegato ambiente degli (come diceva Capitini) "Amici della nonviolenza". Io (per questo desiderio di avere un strategia nazionale comune verso le guerre e il disarmo) sento il bisogno di ribadire e crescere con una coscienza e una consapevolezza collettiva più matura verso la scelta della nonviolenza, anche appunto attraverso una marcia (di passaggio tra un millennio e l'altro) della nonviolenza. Secondo me la ns coscienza nv é ancora un po' ingenua e si fa un po' fatica ad elaborare dei veri piani efficaci che vadano al di là della classica manifestazione. Qualche cosa si sta muovendo, ma sono i primi passi e per questo anno simbolico (che i premi Nobel hanno scelto) dobbiamo dare risalto ad una scelta che il mondo e quindi anche l'Italia deve fare con più convinzione. Questa ns specie di "giubileo" laico, dove deve essere fatto se non nel percorso che Capitini ha iniziato? Sarebbe bello poi (e qui probabilmente sogno troppo.) che da questa ns marcia scaturisse una analisi comune che ricerchi la ns "campagna del sale" per risvegliare e rilanciare l'azione diretta nonviolenta. Ciao, paolo. .nerozzi bologna Il primo passo potrebbe essere una giornata di mobilitazione contro le guerre da tenersi in tutte le città italiane, nelle forme che ognuno riterrà opportune, per il giorno 2 giugno, una data simbolo nella storia repubblicana. Nel passato il suo significato di costruzione della pace e della democrazia dopo la catastrofe del fascismo e della guerra mondiale è stato inquinato da una simbologia militaresca, sino a cadere nel dimenticatoio. Oggi potrebbe diventare l'occasione per incontrare migliaia e migliaia di cittadini e raccontare il dramma delle guerre nascoste e dei milioni di morti nel corso di questi anni. Guerre lontane dalla spettacolarità ideologica e menzognera impostaci dalla nato durante la guerra "umanitaria" contro la Yugoslavia e che continua ancora oggi a seminare devastazione in quell'area. Altre occasioni di dibattito ed iniziativa comune potranno scaturire dal confronto di questi giorni. Associazione per la Pace
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