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Tribunale Ramsey Clark contro i CRIMINI NATO
- Subject: Tribunale Ramsey Clark contro i CRIMINI NATO
- From: carlo <pona at casaccia.enea.it>
- Date: Mon, 08 May 2000 11:44:28 +0200
Quello che segue e' l'appello-convocazione per la iniziativa che conclude il ciclo di udienze della sezione intaliana del tribunale internazionale contro i crimini di guerra della NATO in Jugoslavia che si terra' a Roma il 3 giugno VI CHIEDIAMO DI ADERIRE CON UN SEMPLICE REPLY e di far conoscere l'appelo a piu' persone possibile. In questo caso le adesioni vanno comunque mandate a uno di questi indirizzi: ponac at mail.xoom.it sdeangelis at agora.it ============================ ROMA 3 GIUGNO 2000 VIA PIETRO COSSA 40 – SALA UNIVERSITA’ VALDESE DALLE ORE 9.00 PROIEZIONE VIDEO, MOSTRE FOTOGRAFICHE TRIBUNA APERTA TRA I COMITATI E LE ASSOCIAZIONI ORE 15.00 SESSIONE FINALE DELLA SEZIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE INDIPENDENTE CONTRO I CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA Il 31 luglio 1999 hanno avuto inizio a New York le attivita' del "TRIBUNALE INTERNAZIONALE INDIPENDENTE CONTRO I CRIMINI DELLA NATO IN JUGOSLAVIA", promosso da Ramsey Clark, con la stesura di 19 punti di accusa contro la NATO ed i governi occidentali. Le attivita' del "Tribunale" hanno trovato seguito in molti altri paesi del mondo. In Italia il primo novembre 1999 alla presenza di Ramsey Clark ha preso il via la sezione italiana del Tribunale. Nel corso di questi mesi, confortati dal crescente interesse suscitato e dalle numerose iniziative di presentazione del "Tribunale Italiano" in molte citta', abbiamo potuto verificare con dati oggettivi la veridicita' delle nostre accuse. A completamento del lavoro svolto in questi mesi, noi sottoscritti firmatari di questo appello accusiamo le massime autorità della Repubblica in carica nel marzo 1999 - in particolare il presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D'Alema e i ministri del governo per la partecipazione alla guerra illegale e il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per non aver difeso la Costituzione - nonchè i loro successori per quanto attiene ai crimini in continuità con l'aggressione armata, ciascuno secondo la personale responsabilità scaturente dalle diverse competenze, azioni e omissioni: per avere collaborato attivamente all'aggressione contro la Repubblica Federale Jugoslava, paese sovrano da cui non era venuta nessuna minaccia nè all'Italia nè ai suoi alleati; per avere violato tutti i principi del diritto internazionale e in particolare la Carta delle Nazioni Unite, i principi del Tribunale di Norimberga, le Convenzioni di Ginevra e i protocolli aggiuntivi sulla tutela delle popolazioni civili nonchè lo stesso trattato istitutivo della NATO; per aver consentito che dal proprio territorio partissero attacchi contro istallazioni e popolazioni civili, condotti su obiettivi e con armi appositamente studiate per infliggere il massimo danno, anche protratto nel tempo, alle persone e alle loro condizioni di vita (attacchi deliberati contro strutture civili, bombe a grappolo); per aver danneggiato l’economia della costa adriatica con la chiusura degli aeroporti civili; per aver consentito lo smaltimento nelle acque territoriali italiane di ordigni bellici non utilizzati causando danni alle persone, all’ambiente all’economia; per aver consentito l'utilizzo in maniera massiccia di proiettili e missili all'uranio impoverito causando danni incalcolabili e per un tempo indeterminato contro le popolazioni della Federazione Jugoslava e dei paesi limitrofi, con enormi rischi attuali anche per i volontari civili e per i militari italiani impegnati nel Kosovo. per aver partecipato al bombardamento di impianti chimici e farmaceutici causando deliberatamente danni ambientali di enorme rilevanza tali da configurare una vera e propria guerra batteriologica, chimica e nucleare; per aver violato la Costituzione italiana e aggirato le procedure che essa impone in caso di guerra (concepibile solo come difesa da attacchi contro il nostro paese e i suoi alleati); per aver collaborato alla politica della forza di occupazione della NATO che obiettivamente ha portato alla instaurazione di un potere criminale nella provincia jugoslava del Kosmet e alla persecuzione ed espulsione della popolazione di etnia serba e di altre etnie non albanesi, nonchè degli albanesi considerati indesiderabili dal nuovo potere; per avere obiettivamente tollerato l'emergere e il consolidarsi di un potente centro di attività criminali a ridosso del nostro paese nel triangolo Albania-Kosovo-Montenegro; per avere attivamente collaborato ad affamare e sacrificare la popolazione della Jugoslavia con l'imposizione di misure di embargo internazionalmente illeggittime; per avere attivamente collaborato a esercitare pressioni e ingerenze contro un paese sovrano e le sue legittime istituzioni; per avere inviato truppe e personale civile a governare territori ridotti di fatto a nuovi protettorati e colonie in violazione della stessa risoluzione ONU 1244; per aver messo in piedi al fine di giustificare l'intervento militare la scandalosa campagna della MISSIONE ARCOBALENO e per avere mentito al popolo italiano al fine di convincere l'opinione pubblica della necessità di partecipare alla guerra; per avere rinunciato all'esercizio della sovranità del nostro paese e al diritto-dovere di controllo di tutte le attività che vi svolgono comandi, strutture e mezzi militari stranieri; per avere acconsentito a modificare, senza nessuna decisione del Parlamento, lo statuto della NATO. Queste accuse, saranno esposte e ampiamente documentate il 3 giugno a Roma nella sessione plenaria del Tribunale Indipendente contro i crimini NATO costituitosi in Italia che si terrà presso l'Università Valdese (via Pietro Cossa 40) e saranno quindi portate a New York, dove il 10 giugno si riunirà il Tribunale Internazionale Indipendente promosso dall'ex Ministro della Giustizia USA Ramsey Clark. Invitiamo tutti i cittadini, le associazioni, le personalità consapevoli della necessità di impedire che tali crimini siano perpetuati e diventino anzi la norma delle relazioni internazionali, a sostenere l'iniziativa della sezione italiana del Tribunale Clark e la raccolta di testimonianze e documenti e partecipare attivamente all'assemblea del 3 giugno a Roma.
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