[Nonviolenza] Ebdomadario. 36



UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 36 (speciale) del 20 novembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Altre 41 testimonianze in ricordo di Alfio Pannega raccolte nei mesi di settembre-novembre 2025 (parte prima)
2. La "Carta" del Movimento Nonviolento
3. Per saperne di piu'

1. MATERIALI. ALTRE 41 TESTIMONIANZE IN RICORDO DI ALFIO PANNEGA RACCOLTE NEI MESI DI SETTEMBRE-NOVEMBRE 2025 (PARTE PRIMA)

Presentiamo qui altre 41 testimonianze in ricordo di Alfio Pannega raccolte nei mesi di settembre-novembre 2025 che si aggiugono a quelle pubblicate nel libro "Alfio 100" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2025) e all'opuscolo in cui sono stati raccolti tutti i testi da cui infine e' stata ricavata l'epigrafe che verra' incisa sulla lapide che verra' collocata sulla "casa di Alfio" a Valle Faul.
Altre testimonianze ancora, raccolte nei mesi precedenti e non riportate nelle sillogi gia' diffuse, contiamo di mettere insieme e presentare in un nuovo opuscolo prossimamente.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 18 novembre 2025

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Indice:
Marco Brama ricorda Alfio Pannega
Andrea Pascucci ricorda Alfio Pannega
Se Alfio fosse qui. Osvaldo Caffianchi ricorda Alfio Pannega
Tristano Malaccorsi ricorda Alfio Pannega
Gennaro Sabbiosi ricorda Alfio Pannega
Monaldo Scorticossi ricorda Alfio Pannega
Un vecchio amico ricorda Alfio Pannega approssimandosi il centesimo anniversario della nascita
Un messaggio di saluto di Giulio Vittorangeli a nome dell'Associazione Italia-Nicaragua al convegno del 21 settembre
Un messaggio di saluto di Valentina Bruno a nome dell'Associazione di donne contro la violenza sulla donne "Erinna" al convegno del 21 settembre
Un ricordo di Alfio Pannega da parte di Memmo Sceccaspiri
Una testimonianza di Luciano Dottarelli
Un messaggio di saluto di Sergio Giovagnoli a nome dell'Arci
Un messaggio di saluto di Rita Sisterkaya
Una lettera di ringraziamento del Prefetto di Viterbo
Il messaggio di saluto di Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, al convegno del 21 settembre 2025 in memoria di Alfio Pannega
Il messaggio di saluto di Enrico Panunzi, vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio, al convegno che si svolgera' a Viterbo il 21 settembre 2025 nel centenario della nascita del poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega
Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo" al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Il testo dell'intervento di Arianna Marullo al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini
Mariella Zadro: Viterbo ricorda Alfio Pannega a 100 anni dalla nascita
Giovanni Maria Arena ricorda Alfio Pannega
Eusebio Defori ricorda Alfio Pannega
Alcuni frammenti del ricordo di Alfio Pannega da parte di Luciano Bernabei il 21 settembre 2025 a Palazzo dei Priori
Tomasso Scotolatori: Un commento al convegno per il centenario della nascita di Alfio Pannega
Lucrezio Aruetti: La Viterbo sognata e inverata di Alfio Pannega
Tristano Timandri ricorda Alfio Pannega
Bastiano Chitoni ricorda Alfio Pannega
Teseo Scaramacchi ricorda Alfio Pannega
Ulisse Utissi ricorda Alfio Pannega
Giuliana Rossi ricorda Alfio Pannega
Luca Serafini ricorda Alfio Pannega
Girolamo Ulliusi ricorda Alfio Pannega
Erasmo Baccaglioni ricorda Alfio Pannega
Fedele Panciafichi ricorda Alfio Pannega
Terenzio Scatolari ricorda Alfio Pannega
Berto Tressordi ricorda Alfio Pannega
Ottaviano Focaroni ricorda Alfio Pannega
Luciano Bonfrate ricorda Alfio Pannega
Galliano Scarcassacci ricorda Alfio Pannega
Alceste Strapponi ricorda Alfio Pannega
Clementino Cucchiaroni ricorda Alfio Pannega

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MARCO BRAMA RICORDA ALFIO PANNEGA

Ho incontrato piu' volte Alfio Pannega al centro sociale quando ero adolescente.
Ricordo quelle sere come momenti magici, in cui si respirava un'atmosfera speciale e un'energia che ancora oggi riesco a percepire.
In queste settimane ho pensato e ripensato molto a quel periodo della mia vita e ho cercato di riaprire qualche cassetto della memoria.
Una sera in particolare e' riemersa vivida: nell'aria risuonava la musica di un'arpa eolica, creando in me un senso di meraviglia e magia. Il chiarore della Luna nel cortile disordinato ma vivo, i suoni e gli odori densi e speziati trasportati dal vento, tutto e' ancora al suo posto, nella mia memoria.
Una mia composizione musicale, intitolata "... e la Luna disse ...", nata per celebrare le Fiabe di Italo Calvino nella mia collaborazione con Lidia Scalzo, mi ricorda profondamente Alfio in quella sera al gazometro e per questo ho deciso di aggiungere al titolo il suo nome, trasformandolo in "... e la Luna disse: 'Alfio Pannega'".
Alfio fu protagonista del centro sociale occupato a Viterbo fino alla fine della sua vita, consapevole di essere un monumento vivente della Viterbo popolare. La sua storia e il suo spirito che sopravvive nella memoria di molti viterbesi, mi hanno profondamente colpito ed e' per questo che oggi presento questa nuova veste del brano come tributo a un uomo straordinario, capace di far risuonare chiunque incontrasse la sua presenza.

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ANDREA PASCUCCI RICORDA ALFIO PANNEGA

Ho conosciuto il centro sociale nel 1995 all'età di 16 anni in un periodo della mia vita particolarmente difficile a causa di episodi di bullismo che subivo da diverso tempo da quelli che in quel periodo ritenevo fossero miei amici. È proprio in questo buio periodo che al centro sociale ho trovato amicizia, comprensione, empatia e senso di appartenenza.
Il centro sociale mi ha ispirato nelle scelte fondamentali che ho fatto per la mia crescita personale (etica e morale) e professionale e per questo sarò sempre grato a tutte le persone che ho incontrato in quegli anni. Le tante iniziative musicali e culturali che si sono susseguite in quegli anni mi hanno insegnato moltissimo riguardo la progettazione, la programmazione e l'organizzazione di eventi che poi per mio conto ho potuto rimembrare.
E poi a proposito di ispirazione: l'orto di Alfio (e non solo quello). Purtroppo mio nonno che era un agricoltore diretto, morì troppo presto per poter condividere con me le sue tante competenze e la sua saggezza. Faceva parte di una famiglia molto povera, fu spedito in Yugoslavia a combattere una guerra che non voleva fare e che poi disertò, ma che lo segnò come tutti quelli che vi parteciparono. Tuttavia ebbi al centro sociale la possibilità di fare un piccolo orto ed un pollaio in ricordo di quello che avevo visto fare dai miei cari nonni, dando inoltre un concreto (seppur piccolo) contributo a chi al centro sociale ci viveva (qualche uovo, qualche ortaggio e una fantastica conserva di passata di pomodoro). Alfio faceva il suo orto ed io il mio, ma ricordo con grande tenerezza le tante chiacchiere in quei momenti di vicinanza fisica e morale con quello che era diventato il nonno che non avevo più.
Alfio fino a quando non lo conobbi personalmente al centro sociale era per me un pover'uomo ai margini della società denigrato e sbeffeggiato da chi pensava di essere meglio di lui. Ma in pochissimo tempo diventò per me un amico, un compagno, un punto di riferimento di cui parlare anche in famiglia, tranquillizzando chi (anche giustamente) si preoccupava per quel ragazzino che a 16 anni aveva mollato i vecchi "amici" per andare in un posto visto da tutti con sospetto e pregiudizio.
Alfio con gli altri era magico perché sapeva accogliere le differenze rimanendo se stesso, virtù dei grandi e di chi disconosce la meschinità della sopraffazione.
Uno dei ricordi più belli che ho di Alfio e che rimarrà scolpito per sempre nel mio cuore, fu quando in uno dei suoi ultimi meravigliosi compleanni, durante la festa mentre salutava e abbracciava le tante persone che lo erano venute a festeggiare, lasciò senza guardare tra le mie mani e quelle di Alessandra (cugina di Mario Onofri) forse un regalo o comunque qualcosa di prezioso (non ricordo cosa) con una fiducia che io ed Alessandra forse non avremmo avuto, perché un attimo dopo in lacrime di dolcezza capimmo ancora una volta quanto era grande Alfio e quanta fiducia e speranza riponeva nel Prossimo.
Un insegnamento che faccio fatica ad assimilare ma che porto dentro di me come esempio di grande umanità.
Grazie Alfio.

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SE ALFIO FOSSE QUI. OSVALDO CAFFIANCHI RICORDA ALFIO PANNEGA

Viterbo sta onorando il suo figlio Alfio Pannega nel centenario della nascita con una serie di iniziative che dimostrano quanto profondo fosse l'affetto che legava l'intera popolazione a quel concittadino dalla vita travagliata e dalla generosita' infinita, che pur vivendo in un'estrema poverta' (ma forse anche proprio per questo) seppe essere l'umanita' come dovrebbe essere.
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Sul finire di aprile nella commemorazione tenuta al cimitero monumentale di Viterbo Alfio e' stato ricordato non solo dai rappresentanti di alcune delle piu' autorevoli associazioni democratiche, organizzazioni di volontariato, espressioni della societa' civile, ma anche da numerosi pubblici amministratori cittadini, tra cui due sindaci emeriti.
E nel quindicesimo anniversario della sua scomparsa, il 30 aprile, la sindaca attuale lo ha ricordato con un messaggio di intensa commozione pubblicato nel sito istituzionale del Comune.
Successivamente, l'8 maggio, ad Alfio e' stato intitolato l'"Emporio solidale" di Viterbo, una delle piu' rilevanti esperienze a Viterbo di aiuto a chi di aiuto ha piu' bisogno.
Il 3 settembre, poi, i facchini di Santa Rosa gli hanno dedicato la "girata" in piazza del Comune durante il trasporto della Macchina, l'evento piu' importante della vita cittadina. E' l'omaggio piu' grande che il popolo di Viterbo riserva ai suoi figli e ai suoi fratelli.
E il 21 settembre, nel giorno del centesimo genetliaco, in una storica sala dello storico Palazzo dei Priori, sede del Comune di Viterbo e testimonianza della longeva storia della citta', un convegno sara' dedicato al ricordo del poeta antifascista nonviolento viterbese.
E sarebbero da ricordare anche le tante altre iniziative gia' realizzate e che si realizzeranno nei prossimi mesi: le repliche dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti; la lapide che verra' collocata su quella che tutti i viterbesi chiamano "la casa di Alfio" nella Valle di Faul; la nuova edizione assai ampliata del libro che raccoglie gran parte dell'opera poetica di Alfio; il festival del volontariato in cui il suo ricordo e' stato centrale; la festa popolare nell'anniversario della fondazione del centro sociale di cui Alfio fu anima e cuore...
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Se Alfio fosse qui a veder tutto questo, l'intera citta' che si mobilita per ricordarlo e rendergli omaggio, che penserebbe, che direbbe, lui che visse come ultimo degli ultimi, lui che e' stato l'ultimo dei grandi personaggi assurti a leggenda e mito scaturiti dalle viscere del popolo viterbese, lui autentico emblema della citta' e della sua storia di sofferenze e di lotte, di umiliazioni e riscatto, di miserie e grandezza?
Non so cosa avrebbe detto ma so che sarebbe stato felice.
So che sarebbe stato felice, ma so anche che subito avrebbe aggiunto: e adesso che avete onorato un morto, e va bene, adesso dovete pensare anche ai vivi, dovete pensare a salvare le vite di tutti quelli che la guerra sta uccidendo; dovete opporvi alla guerra, alle armi, al militarismo e a tutte le strutture, le ideologie e le pratiche assassine; dovete pensare a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; dovete pensare a costruire pace e solidarieta', giustizia e liberta', una vita degna per tutte le persone.
E lo avrebbe detto con la sua consueta, affilata ironia che usava anche i toni del sarcasmo e il lessico delle taverne per controllare la commozione: era un animo gentile e generoso, finissimo e vibratile, che per pudore cercava di nascondere la struggente tenerezza e l'empatica malinconia che tutto lo pervadeva. E quindi usava sovente le parole secche e ardite come quelle che il suo amatissimo Dante evocava nell'incipit del XXXII canto dell'Inferno; per poi sciogliersi nell'intimita' con gli amici piu' cari nel piu' lirico intenerimento, nell'emozione piu' intensa, fino alle lacrime, come quando ad esprimere una subitanea gioia non aveva bisogno di parole, sciogliendosi in una danza come gli eroi biblici, o della Grecia antica.
Perche' cosi' era Alfio il poeta, Alfio l'antifascista, Alfio il comunista libertario, Alfio il nonviolento, Alfio che sapeva recitare a memoria i canti della Divina commedia, Alfio che improvvisava fluenti ottave a braccio, Alfio il militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', Alfio che educo' al vero e al bene tutti i giovani e tutte le giovani - e furono centinaia e forse migliaia - che lo frequentarono negli anni del centro sociale in cui lui anziano e saggio fu punto di riferimento e pietra di paragone, maestro di buoni pensieri, di buone parole, di buone azioni per la migliore gioventu' viterbese.
Era un uomo senza rancore, di una generosita' assoluta, sapeva amare l'umanita' e il mondo, sapeva dire grazie alla vita; ed era segno di contraddizione, denunciatore della violenza della societa' divisa in classi, lottatore adamantino contro tutte le oppressioni e le menzogne, militante per la causa della solidarieta' e della liberazione dell'umanita' intera, nessuna persona esclusa.
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Ebbi la fortuna di conoscerlo in anni lontani, negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, molto prima della nascita del centro sociale; ed ebbi lunghe conversazioni con lui, in un tempo in cui moltissime persone gli volevano bene ma pochissime - forse solo io - passavano delle ore a ragionare con lui della vita e della morte, dei massimi sistemi, dei compiti del movimento operaio, della nostra comune militanza nel movimento delle oppresse e degli oppressi, delle ragioni della nostra lotta; e ci soccorrevano certo le riflessioni abissali e ineludibili dei tragici greci e di Platone, di Lucrezio e Dante, di Leopardi e Marx, ma anche di Orwell e Camus, di Tolstoj e Gandhi, di Rosa Luxemburg e Hannah Arendt, di Virginia Woolf e di Simone Weil, di Gramsci e di Croce, riflessioni che per cosi' dire rivivevamo e quindi resuscitavamo nell'analizzare l'ora presente, i nostri doveri, le complessita' e le contraddizioni di cui venire a capo. Ricordo quei nostri conversari con struggente nostalgia.
E ricordo che gia' allora eravamo amici della nonviolenza e sapevamo che il primo compito era opporsi alla guerra.
Mezzo secolo dopo e' ancora il nostro primo dovere.
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Difendere quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi; quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Salvare tutte le vite.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta comune per la salvezza e la liberazione dell'umanita' intera.

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TRISTANO MALACCORSI RICORDA ALFIO PANNEGA

Alfio Pannega visse molte vite
di grande sofferenza e grande gioia
di solitudine miseria e noia
di umiliazioni ed angherie subite

a tutte resistette le ferite
percossa l'anima e l'epa croia
dalla violenza la boria e la foia
del lurco e dell'inetto resto' mite

sempre si oppose all'odio e alla violenza
sempre lotto' per liberare tutti
sempre fu amico della nonviolenza

ed ormai vecchio e colmo di sapienza
ebbe nei giovani compagni e frutti
donando a ognuno verita' e coscienza.

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GENNARO SABBIOSI RICORDA ALFIO PANNEGA

Il primo Alfio Pannega che ricordo
girava per le strade col carretto
all'alba per raccogliere il cartone
i cani lo seguivano e il rispetto
di quanti ne sapevano la storia

Conobbi poi quell'uomo quando ebbi
di dialogarci a lungo l'occasione
giu' a Valle Faul che allora era un deserto
o nelle notti di Pratogiardino
tra noi comunisti e proletari

Sapeva tutto di Viterbo e tutto
di Dante e tutto dei nostri doveri
la poverta' non l'aveva spezzato
con le armi della poesia lottava
per la giustizia e per la liberta'

Poi venne la mattina in cui i ragazzi
restituirono alla citta'
l'area dismessa dell'ex-officina
del gas e fecero il centro sociale
risorse Alfio e fu di tutti il padre

Da quindici anni e' morto e tante volte
nell'ora del dolore vengo a dirmi
che nelle lotte da condurre ancora
avrei bisogno di sentirlo al fianco
a contrastare la guerra e il fascismo

Ora che finalmente lo ricorda
intera la citta' di cui fu figlio
e ricordandolo - lo sappia o meno -
la lotta ne prosegue nonviolenta
mi dico che Alfio vive ancora e ancora

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MONALDO SCORTICOSSI RICORDA ALFIO PANNEGA

Mi chiedi cosa io ricordi di Alfio che gia' altri non abbiano rievocato.

La bonta', il candore, la capacita' di accendersi subitaneamente sia d'indignazione che di felicita'
son tutte cose che altri hanno gia' detto.

La militanza comunista libertaria, l'antifascismo che era in tutte le sue fibre
la coscienza di classe del proletario, l'impegno nonviolento per la pace
la solidarieta' con tutte e tutti
anche queste sono cose a tutti note.

L'amore per la poesia e per Dante
l'amore accudente ed infinito
per tutte le persone che gli furono vicine
nell'esperienza del centro sociale
si sa bene anche questo.

La denuncia costante e intransigente
della violenza del fascismo
della rapina del capitale
del sistema di potere dei vampiri
l'orrore per tutti i carnefici
e per tutti quelli che stanno silenti a guardare i carnefici all'opera
anche queste sono cose risapute.

La gioia che si esprime nella danza
il piacere infinito della parola
che come un fiume impetuoso scorre
a dire il mondo e a crearlo il mondo
la tenerezza di figlio per sua madre
la capacita' di avere compassione di tutto
e insieme la fermezza nel bene nel vero nel giusto
sono cose di lui che so io come sai tu.

Cosa posso quindi aggiungere di Alfio
che non sia stato gia' detto piu' e piu' volte?
Forse questo: che sapeva ascoltare
e ascoltando ti guariva le ferite.

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UN VECCHIO AMICO RICORDA ALFIO PANNEGA APPROSSIMANDOSI IL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

Quest'anno l'intera citta' di Viterbo ha voluto rendere un corale, commosso omaggio ad Alfio Pannega.
Tra molte altre iniziative bastera' ricordare la "girata" della Macchina di Santa Rosa dedicata dai facchini anche ad Alfio durante il trasporto del 3 settembre, dedica che costituisce il massimo onore che il popolo di Viterbo rende ai suoi figli piu' amati.
O ancora l'intitolazione ad Alfio dell'emporio solidale realizzato da "Viterbo con amore".
E il 21 settembre, nella centesima ricorrenza del genetliaco (Alfio nacque il 21 settembre 1925 ed e' scomparso il 30 aprile 2010), un convegno commemorativo si svolgera' a Palazzo dei Priori, il palazzo sede del Comune di Viterbo e cuore della storia plurisecolare della citta'.
Sono cose che scaldano il cuore ad ogni vecchio amico e compagno di lotte di Alfio.
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E la cosa piu' importante e' che finalmente e' stato universalmente riconosciuto chi Alfio fosse.
Non solo una figura pittoresca di una Viterbo che fu ed e' ormai scomparsa, e non solo il povero dal cuore immenso e dall'immensa dignita'.
Ma un uomo che lungo l'intera sua vita pratico' la solidarieta'; che condusse fino alla fine dei suoi giorni la sua lotta nonviolenta contro il fascismo e tutte le oppressioni, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro la devastazione del mondo vivente.
Un uomo che ormai avanti negli anni fu cuore e simbolo dell'esperienza del "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" nato con l'occupazione dell'area abbandonata dell'ex-gazometro nel 1993 da parte di un gruppo di giovani che in Alfio trovarono un autentico maestro; e lui li colmo' del suo amore e della sua sapienza, educandoli al bene, al giusto, al vero; convocandoli all'impegno nonviolento contro tutte le ingiustizie e le violenze; a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; a condividere tutto il bene e tutti i beni con tutte le altre persone. Dando sempre l'esempio con i suoi buoni pensieri, le sue buone parole, le sue buone azioni: testimone nitido e costante della misericordia che sola illumina la nostra umana esistenza.
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E' scritto in un antico testo che quell'uomo infinitamente saggio e buono che fu Gamaliele fosse solito dire che su tre cose si regge il mondo: la giustizia, la verita' e la pace. Era anche il convincimento di Alfio, e per la giustizia, la verita' e la pace lotto' nonviolentemente per l'intera sua vita.
E massimamente oggi, mentre la guerra e le stragi infuriano nel mondo ed estendono il loro contagio che puo' portare fino alla guerra atomica che puo' mettere fine all'intera civilta', all'intera famiglia umana, ricordare Alfio significa proseguirne la lotta nonviolenta per salvare tutte le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

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UN MESSAGGIO DI SALUTO DI GIULIO VITTORANGELI A NOME DELL'ASSOCIAZIONE ITALIA-NICARAGUA AL CONVEGNO DEL 21 SETTEMBRE

Nella impossibilita', come Associazione Italia-Nicaragua, di partecipare a questa importantissima cerimonia, inviamo questo brevissimo saluto.
Come prima cosa ringraziamo tutte le persone, associazioni, strutture, ecc., che hanno permesso la realizzazione delle numerose iniziative che da mesi si svolgono a Viterbo e in provincia, per celebrare i cento anni della nascita di Alfio.
In particolare inviamo i migliori auguri di buon lavoro a tutti i partecipanti al Convegno di studio odierno, augurando un buon successo all'iniziativa.
Come Associazione Italia-Nicaragua abbiamo un ricordo "parziale" di Alfio che abbraccia all'incirca i primi anni, dalla nascita nel 1993, del Centro Sociale Occupato Autogestito "Valle Faul" nell'ex gazometro, quando si consolido' nel corso del tempo la collaborazione con la nostra Associazione.
Non passava fine settimana, che per un motivo o per l'altro, non si passasse al CSOA Valle Faul. Per organizzare una iniziativa, per scambiarsi opinioni, o semplicemente per il piacere di incontrarsi.
Al margine di una riunione, di un'assemblea, capitava di fermarsi sempre piu' spesso, con Giuliano e Tony, a parlare con Alfio.
La sua era una storia orale, racconti di un'epoca che apparteneva alla generazione che ci aveva preceduto, all'incirca quella dei nostri genitori, di chi era nato negli anni venti e trenta del secolo scorso. Di quella generazione che aveva vissuto sulla propria pelle l'orrore della guerra e della dittatura, le conseguenti sofferenze e privazioni.
Gente umile, per la maggioranza, che avrebbe dato un contributo determinante alla nuova Italia antifascista, consapevoli che quegli orrori (dalla shoah, alla bomba atomica) nascevano proprio all'interno della guerra, e che avrebbe scritto nella nostra Costituzione l'Articolo 11 per ripudiare appunto la guerra.
Racconto dopo racconto abbiamo conosciuto le vicende della difficile vita di Alfio, fatta di lavori umili (da pastore a operaio, da contadino ad artigiano), ma anche la sua straordinaria cultura, Dante e Ariosto appunto, come altri hanno gia' ricordato; poi l'amore per i libri e per la poesia (anche noi come Associazione Italia-Nicaragua non scherzavamo, perche' la rivoluzione sandinista era conosciuta come la rivoluzione dei poeti), lui stesso bravissimo poeta a braccio.
Forse alla fine la poesia e' una delle poche compagnie sicure e cosi' ci piace di pensare anche per l'antifascista e nonviolento Alfio.
"Giuro che io salvero' la delicatezza mia
la delicatezza del poco e del niente
del poco poco, salvero' il poco e il niente
il colore sfumato, l'ombra piccola
l'impercettibile che viene alla luce
il seme dentro il seme, il niente dentro
quel seme. Perche' da quel niente
nasce ogni frutto. Da quel niente
tutto viene"
(Mariangela Gualtieri).
E' importante cio' che rimane nella memoria. Quel che rimane e' cio' che conta davvero.
Gli ideali per cui visse Alfio possono apparire utopici, di fronte alla situazione mondiale pessima e inquietante, tanto piu' devono essere tenuti fermi come riferimenti per il nostro agire politico.
Cosi' mentre scriviamo per celebrare il centenario della nascita di Alfio, compagno di lotte, spunta un sorriso tenero e nostalgico.

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UN MESSAGGIO DI SALUTO DI VALENTINA BRUNO A NOME DELL'ASSOCIAZIONE DI DONNE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE "ERINNA" AL CONVEGNO DEL 21 SETTEMBRE

Care tutte e tutti, ci spiace molto non poter essere presenti oggi in questa occasione importante.
Importante per tante ragioni: per la passione con cui questa giornata e' stata costruita, per l'urgenza di restituire parole e storie, per il respiro collettivo che questo progetto ha avuto fin dall'inizio e che tanto somiglia a quello che le persone ricordano e raccontano di Alfio.
Parole, ricordi e commozioni condivise.
Ho seguito il percorso che ha portato fino a oggi attraverso le parole scritte, senza poter essere presente. Sento di aver perso qualcosa.
Degli uomini, cosi' come delle donne, spesso si raccontano storie legate al nome, alla genealogia, al successo materiale.
Di Alfio, un nome proprio, una genealogia di madre, una gentilezza eversiva. Quiete e presenza alle altri e agli altri, oltre che alle piante dell'orto e a se stesso. Alla musica, alle risate. Ai sogni e alla gioia. Alla memoria.
Grazie, un abbraccio
Valentina per Erinna

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UN RICORDO DI ALFIO PANNEGA DA PARTE DI MEMMO SCECCASPIRI

Di Alfio ricordo l'amore infinito per sua madre, la sua prima maestra di dignita' umana e di lotta nonviolenta.
Di Alfio ricordo i molti durissimi anni di estrema poverta' ed estrema solitudine, pur essendo conosciuto ed amato da tutti i viterbesi.
Di Alfio ricordo la luminosa militanza comunista e libertaria affinche' ogni essere umano potesse vivere una vita degna e felice e tutto il bene e tutti i beni fossero condivisi in fraternita' e sorellanza da tutti gli esseri umani.
Di Alfio ricordo la generosita' senza riserve nei confronti di chiunque avesse bisogno di aiuto.
Di Alfio ricordo l'amore immenso per la poesia come forma di liberazione e di solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene.
Di Alfio ricordo la grande cultura: la profonda cultura del popolo e la conoscenza finissima dei classici della poesia italiana, da Dante ai poemi cavallereschi ai lirici del Novecento.
Di Alfio ricordo come con la nascita del centro sociale Valle Faul sia divenuto autentico maestro per innumerevoli giovani che da lui hanno appreso la buona politica, l'amore per la verita', la lotta nonviolenta, la dignita' e la solidarieta' che si oppone ad ogni violenza, ad ogni menzogna, ad ogni potere corrotto e corruttore, ad ogni rapina e devastazione, al sistema di potere che vampirizza gli esseri umani e la natura.
Di Alfio ricordo il costante impegno per la pace, per la giustizia e per la liberta', per la condivisione e per la misericordia: aveva conosciuto la violenza del fascismo e della guerra e si era opposto al fascismo e alla guerra allora e per tutto il resto della sua vita.
Di Alfio ricordo l'allegria quando era con le persone amiche, la gioia per la musica e la danza, la felicita' quando lottava per il bene comune.
Di Alfio ricordo l'amicizia che ci univa, e ne sento una struggente nostalgia.

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UNA TESTIMONIANZA DI LUCIANO DOTTARELLI

... scrivo a te perche' so quanto della tua generosita' e della tua determinazione c'e' nelle iniziative per onorare la persona di Alfio Pannega e quello che ha rappresentato.
Domani avevo previsto di partecipare alla commemorazione a Palazzo dei Priori ma non potro' farlo perche' la malattia con cui convivo da alcuni anni, entrata in una nuova fase, mi costringe a limitare molto i miei impegni.
La mia conoscenza di Alfio non andava oltre un'istintiva simpatia per quella figura che mi capitava di incontrare per le vie di Viterbo e che contribuiva a rendermela una citta' meno "straniera", per riecheggiare un verso di Mario Luzi.
Il tuo impegno gli ha restituito la forza di un'icona di umilta', sobrieta', solidarieta', giustizia.
Di quel sentimento di giustizia che si deve declinare non solo al presente e al futuro ma anche al passato, onorando la memoria delle persone buone e risarcendole della pena che spesso hanno conosciuto in vita.
La nobilta' del tuo impegno nell'onorare Alfio, dice molto di lui, ma anche di te.
Te ne sono grato.
Un abbraccio.
Luciano

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UN MESSAGGIO DI SALUTO DI SERGIO GIOVAGNOLI A NOME DELL'ARCI

... purtroppo credo di non riuscire a passare domenica, ma se non e' troppo tardi ti direi di riprendere il messaggio che avevo gia' inviato qualche tempo fa. Non saprei dire cose diverse da quello che ho gia' scritto.
Voglio solo lasciarti un pensiero innanzitutto di ringraziamento a te, a Pietro Benedetti ad Antonello Ricci e a tutti quelli che hanno voluto contribuire a tenere viva la memoria di Alfio. Non era scontato tanto impegno e tanta dedizione in un'epoca di superficialita' ed indifferenza diffusa. Mi ha ricordato il tuo grande impegno per la campagna per Mandela e quella piu' recente per Peltier con lo stesso spirito di condivisione e la stessa determinazione a raccogliere anche l'ultima briciola di energia per una giusta causa.
Io, non essendo viterbese, non ho avuto molta frequentazione di Alfio, ma me lo ricordo bene in quelle lunghe serate alla Feste de L'Unita' a Pratogiardino, quando si tratteneva, anche dopo la fine di tutte le attivita', con i compagni che facevano le pulizie e la vigilanza notturna. Alfio era una di quelle figure che nobilitavano il popolo comunista, alla stessa stregua di tanti intellettuali, professionisti, dirigenti e lavoratori che affollavano le sezioni e le battaglie politiche del partito. Figure come Alfio, che oggi scompaiono dalla vita viva del ceto politico e vengono derubricate nella categoria dei soggetti "svantaggiati" presi in carico, se va bene, dai servizi sociali, allora, nella vita del movimento operaio erano ancora soggetti degni di attenzione, relazione ed ascolto.
La storia umana, culturale e politica di Alfio e' una testimonianza incarnata di una sfida ai paradossi della modernita', al mondo dominato dalle merci e dalla mercificazione delle relazioni umane, dal possesso materiale e dal consumo. La sua vena poetica, le sue frequentazioni con la poesia alta mi ricorda il mondo delle osterie che frequentavo, appresso a mio padre, da bambino dove scoprivo con meraviglia la convivenza tra l’analfabetismo di tanti contadini ed operai, la sapienza materiale e le competenze versificatorie dei poeti a braccio, oltre alla conoscenza dei canti dell'inferno o dell'Orlando furioso. Un mondo magico, scomparso nel giro di pochi anni insieme ai canti popolari di contadini e braccianti e al sapere materiale di quel mondo di fatiche.
Con Alfio mi rimane il ricordo di una serata alla Festa de L’Unità in cui era previsto una spettacolo di Roberto Benigni. Una serata preceduta da un temporale, con meno persone di quelle previste. Ad un certo punto Benigni cominciò ad affabulare chiedendo al pubblico di lanciare parole a caso con cui lui poi costruiva rime e canzoni, ma dal pubblico vi furono reazioni molto timide. Finalmente ad un certo punto si fece avanti Alfio che salì sul palco ed iniziò un simpatico duetto con Benigni e la serata preso un altro verso.
Mi fa piacere ricordarlo cosi', dalla sua delicata discrezione alla luce della ribalta sul palco, insieme ad un artista famoso. Un momento, seppure breve, di umile, ma luminosa celebrita'.
Grazie

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UN MESSAGGIO DI SALUTO DI RITA SISTERKAYA

... spero che stai bene e che tutto proceda per il meglio.
Ti scrivo per comunicare che purtroppo non riusciro' a venire domenica per onorare il centenario dell'Alfietto.
Mi piange il cuore, sento un gran peso dentro ma purtroppo ho altri impegni che mi impediscono di raggiungere Viterbo e tutti Voi.
Sento gia' che sara' una giornata piena di emozioni e ricca di ricordi che riempiranno i cuori di tutti i presenti e, fortunatamente, nel mio cuore sono custoditi ricordi che neanche il passare del tempo potra' scalfire.
Quindi sono qui per chiederti scusa se non potro' essere presente ma anche per ringraziarti per tutto quello che hai fatto nel poter far so' che il nostro Alfietto non venga dimenticato ma anzi, che venga onorato.
Un grande abbraccio, a presto
Rita Sisterkaya

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UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DEL PREFETTO DI VITERBO

Siamo assai grati della seguente lettera del Prefetto di Viterbo, che pur non potendo partecipare personalmente al convegno del 21 settembre ha voluto inviarci un cenno di riscontro al nostro invito.
Di seguito il testo integrale:
"il Prefetto Pomponio ringrazia per il gradito invito, ma e' spiacente di comunicare che non potra' essere presente all'evento in oggetto.
Cordiali saluti
Segreteria del Prefetto".

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IL MESSAGGIO DI SALUTO DI MASSIMO MECARINI, PRESIDENTE DEL SODALIZIO DEI FACCHINI DI SANTA ROSA, AL CONVEGNO DEL 21 SETTEMBRE 2025 IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA

Ringrazio per l'invito ma per impegni pregressi non potro' essere presente all'evento.
Colgo l'occasione per ricordare con affetto e nostalgia la figura del nostro caro Alfio.
Personalmente lo ricordo come un lavoratore instancabile, come una persona dotata di una grande cultura unita a doti umane non comuni, di grande bonta' nei confronti degli esseri umani e soprattutto degli animali, dei suoi cani che curava con grande amore.
La sua presenza ha sicuramente arricchito il tessuto sociale viterbese ed e' per questo che a distanza di tanti anni dalla sua morte ci manca ancora di piu'.
Quando ci e' stato proposto di ricordare il centenario della sua nascita durante la girata il 3 settembre, nessuno di noi ha avuto un attimo di esitazione, perche' il messaggio di pace da Alfio diffuso si e' ben coniugato con la nostra dedica del trasporto alla pace nel mondo.
Quindi viva la pace ed evviva sempre Alfio!

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IL MESSAGGIO DI SALUTO DI ENRICO PANUNZI, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO, AL CONVEGNO CHE SI SVOLGERA' A VITERBO IL 21 SETTEMBRE 2025 NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DEL POETA ANTIFASCISTA NONVIOLENTO VITERBESE ALFIO PANNEGA

Cari tutti,
e' con grande dispiacere che, a causa di impegni improrogabili gia' assunti, non posso essere tra voi oggi. Questa occasione, non e' soltanto un momento di memoria collettiva, ma un atto di rispetto verso cio' che Alfio Pannega ha rappresentato per la comunita' viterbese.
Quindici anni fa Alfio ci lasciava, ma la verita' e' che figure come la sua non se ne vanno mai davvero. Restano nelle strade della citta' che ha amato, nelle battaglie che ha portato avanti, nelle parole che ha saputo trasformare in poesia, nei gesti quotidiani che tenevano insieme semplicita' e grandi ideali.
Non ho avuto modo di conoscerlo o frequentarlo, ma l'ho incontrato solamente in alcune occasioni. Eppure la sua presenza era talmente riconoscibile e viva nella comunita' cittadina che, per molti di noi, Alfio e' sempre stato un volto familiare. La sua voce, la sua poesia e il suo impegno erano parte di un paesaggio umano e civile che non poteva passare inosservato.
Alfio e' stato un simbolo della Viterbo popolare, solidale e resistente. Un uomo buono, di quella bonta' rara che non cerca rumore ne' riconoscimenti, ma che lascia il segno.
Si e' speso ogni giorno per la pace, per i diritti di tutti, per la giustizia sociale, per la difesa della natura, senza mai cercare visibilita'. Antifascista, nonviolento, poeta, militante, ma soprattutto profondamente umano, nella dimensione piu' semplice e autentica della parola.
Quest'anno ricorrono anche i cento anni dalla sua nascita: un secolo da quando Alfio veniva al mondo, portando con se' quella luce che lo avrebbe reso una figura a volte scomoda, ma indispensabile. In un tempo come il nostro, che ha bisogno di memoria ma anche di futuro, il suo esempio ci parla ancora, chiedendo di non essere dimenticato.
Nella sua vita si sono intrecciati la poverta' e la poesia, il lavoro duro e la bellezza dei versi, il silenzio delle cose scartate e la voce forte di chi non si arrende. In un'epoca in cui il valore delle persone sembra misurarsi spesso dal successo, dal consumo, dalla visibilita', Alfio ha testimoniato un'altra via: quella della solidarieta', del dono, dell'attenzione agli ultimi e a chi resta ai margini.
Sono onorato di poterlo commemorare oggi insieme a voi, anche solo con queste parole. La sua figura resta un patrimonio comune, un punto di riferimento che ricorda a tutti noi quanto sia necessario difendere la dignita', la comunita', la memoria.
Enrico Panunzi, vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio

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IL MESAGGIO DI SALUTO DI GIAN CARLO MAZZA A NOME DE "L'ALTRO CIRCOLO" AL CONVEGNO DEL 21 SETTEMBRE IN RICORDO DI ALFIO PANNEGA

Un caro saluto giunga a tutti i partecipanti presenti al Convegno in ricordo del nostro amico Alfio Pannega.
Alfio era uno di Noi, un compagno, persona buona e brava, e poeta antifascista.
Lo ricordo sempre in giro per il centro di Viterbo con i suoi cani che raccoglieva cartoni stipati su un carretto adibito appositamente al trasporto della carta e e dei cartoni, carretto che spingeva passando per Valle Faul, arrivando fino alla strada Bagni al deposito per il macero di carta e cartoni. All'epoca carta e cartoni venivano pagati un tanto al chilo.
Nel 2019 al ricordo di Alfio Pannega ho dedicato la "Guida ai servizi assistenziali di prima accoglienza per le persone senza dimora".
In questo giorno particolare di ricordi resterai sempre vivo nei miei ricordi.
Ciao Alfio.

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IL TESTO DELL'INTERVENTO DI ARIANNA MARULLO AL CONVEGNO DEL 21 SETTEMBRE IN RICORDO DI ALFIO PANNEGA

Ho avuto la fortuna di conoscere Alfio nell'autunno del 1993, quando ho iniziato a frequentare il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul, un'esperienza che mi ha formato profondamente e che sono grata di aver potuto vivere. Un calderone di persone e di idee, di incontri inaspettati e importantissimi, di speranze e volonta' di farle divenire realta'.
La presenza di Alfio a Valle Faul ha avuto un ruolo importante in molte decisioni che definirono il centro sociale, una su tutte la scelta della nonviolenza come strumento di comunicazione e di lotta. Sono persuasa che la sua consapevole partecipazione all'esperienza del CSOA abbia contribuito a creare le basi per l'apertura della citta' a quell'esperienza, contribuendo a dissipare timori e pregiudizi. Sono allo stesso modo convinta che questo suo coinvolgimento abbia rivelato a molti viterbesi aspetti di Alfio che poco conoscevano: la militanza, la sete di giustizia e di verita', la capacita' di comunicare con le nuove generazioni e di condividerne sogni e lotte.
Le prime assemblee di autogestione erano occasione di accese discussioni tra gli occupanti: diverse anime politiche si confrontavano, ragazze e ragazzi di Viterbo e non, studenti e lavoratori. Tutti impegnati a capire insieme quale forma doveva assumere quello che unanimemente intendevamo divenisse uno spazio alternativo alle politiche economiche neoliberiste, libero da ogni forma di razzismo, antifascista e accogliente verso tutte e tutti, un luogo di socialita' e cultura indipendenti. A volte Alfio partecipava, sempre in attento ascolto, altre lo vedevamo dirigersi con la sua roncola in qualche angolo ancora invaso dai rovi e dalla vitalba, nella sua personale battaglia contro l'abbandono e l'incuria. E questo e' stato uno dei suoi primi insegnamenti: la concretezza, il costante impegno, che mai si stanca, per raddrizzare quello che non va, per liberare spazi (non solo fisici) e renderli accoglienti per l'altro.
La cosa che piu' mi colpi' allora era la naturalezza con la quale si rapportava a persone tanto piu' giovani di lui. In Alfio non c'era traccia di paternalismo ne' di giudizio, solo una grande curiosita' ed empatia. Ascoltava le storie e le ragioni di ognuno e ognuno si sentiva compreso dopo una conversazione con lui. Nonostante la sua vita travagliata non trasmetteva il disincanto e l'amarezza che spesso l'eta' che avanza porta con se', piuttosto la sua resistenza e il suo sguardo limpido sulle cose della vita ci insegnava la tenacia, la capacita' di non farsi indurire dalle ingiustizie subite e viste, di conservare intatta la propria umanita'.
Tutti conoscono il suo amore per gli animali e la bellezza della natura, il suo saperne essere custode e divulgatore, saggio conoscitore di erbe e frutti selvatici e di rimedi naturali. A Valle Faul in molti ci avvantaggiammo delle sue conoscenze ed era un piacere aiutarlo a curare l'orto ("per fare l'orto ce vole l'omo morto!" ci ammoniva) e osservare la cura con cui faceva seccare e poi metteva nei barattoli i fiori di tiglio e la finocchiella ("tieni Arianni', questo portalo alla tu' mamma"). Amava e conosceva profondamente il territorio viterbese, i punti in cui crescevano strigoli e asparagi selvatici, le more, i corbezzoli e cosi' via, e ci ha tramandato questo suo amore e questo rispetto.
Alfio aveva avuto fino ad allora una vita solitaria, il suo piu' grande affetto era stato quello per la mamma, Giovanna detta Caterina. Nato e cresciuto in un'epoca che aveva ben chiaro il ruolo della donna (l'angelo del focolare silenzioso e sempre subalterno all'uomo) aveva avuto una madre eccezionale, coraggiosa e piena di dignita', decisamente fuori dagli schemi. Forse per questo in lui e' sempre stato forte il rispetto per ogni donna che incontrava, riusciva a vedere oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, oltre i ruoli di genere. Ricordo che in una tenzone poetica a braccio con Ennio De Santis e Mauro Chechi presso il circolo Arci Il Mulino decise di interpretare il ruolo di una donna che difendeva la propria indipendenza contro un uomo geloso ed oppressivo: con il suo stile inconfondibile, facendoci sorridere e riflettere, una volta di piu' ci trasmise il suo insegnamento.
Ed eccoci all'Alfio che tutta Viterbo conosce, l'Alfio poeta. Alfio fine conoscitore di Dante e Ariosto, della letteratura italiana che aveva appreso per lo piu' da autodidatta, Alfio amante dei libri. Per molti, me compresa, fu una piacevolissima scoperta, una delle tante sorprese che questo uomo mite e battagliero, povero materialmente ma ricchissimo spiritualmente, che non aveva potuto studiare ma che era piu' colto di molti laureati, ci riservava. E Alfio era ben consapevole di quanto importante fosse la cultura, la possibilita' dello studio, la capacita' di padroneggiare le parole per esprimersi e comprendere la realta' per poter lottare contro il potere ingiusto, contro l'oppressione. Per questo incoraggiava tutti noi a studiare ("io ai tempi miei non l'ho potuto fare" ci ripeteva), per questo era emozionatissimo il primo giorno di scuola di Giselle, la sua nipote d'elezione. Questo e' forse uno dei suoi insegnamenti piu' grandi: la parola che nutre e difende, la parola che prefigura e costruisce una nuova realta', la parola che libera.
Chi ha conosciuto Alfio ha conosciuto anche la sua gioia di vivere, l'amore per la convivialita', le burle che faceva, e che subiva anche, con grande spirito, le sue danze scatenate e le lacrime di commozione che non si vergognava di versare.
Senza saperlo e senza volerlo Alfio e' stato un insegnante eccezionale. Come i migliori educatori infatti non insegnava con le parole, con i discorsi e gli intenti, ma con il limpido esempio della sua vita e del suo agire, con il suo stesso modo di essere.
Buon compleanno Alfio, Sindaco del nostro cuore!

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UN RICORDO DI ALFIO PANNEGA SCRITTO DA GERBERTO ROSCELLINI

Soffri' molto Alfio Pannega: sfruttato, emarginato, oppresso, a lungo incompreso.
Fu molto felice Alfio Pannega: nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; nella poesia infinitamente amata, vissuta e creata; nella vita in comune nel centro sociale occupato autogestito Valle Faul, la sua grande famiglia, la scuola in cui educo' al vero e al bene centinaia e forse migliaia di giovani viterbesi; nella testimonianza dell'umanita' come potrebbe e dovrebbe essere: generosa e accudente, responsabile e solidale, gentile e misericordiosa.
Il nostro fratello Alfio Pannega.
Il nostro compagno antifascista comunista libertario nonviolento Alfio Pannega.

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MARIELLA ZADRO: VITERBO RICORDA ALFIO PANNEGA A 100 ANNI DALLA NASCITA
[Da "TusciaTimes" del 22 settembre 2025]

VITERBO – La Sala delle Colonne di Palazzo dei Priori non riesce a contenere i tanti amici, responsabili dell'amministrazione comunale, associazioni con impegno sociale, che si sono ritrovati insieme domenica 21 settembre per ricordare i suoi 100 anni (era nato il 21 settembre 1925).
Alfio Pannega era una figura che ha insegnato l'importanza e il valore della cultura, infatti fu appellato: il poeta clochard; l'ultimo viterbese; padre, fratello e maestro; uno di noi.
Nell'incontro presentato da Antonello Ricci hanno portato la loro testimonianza Enrico Mezzetti, Domenico Arruzzolo, Luciano Bernabei, Antonella Litta, Fabrizio Fersini e Arianna Marullo, ricordando alcuni momenti della conoscenza avuta con Alfio.
L'assessore Katia Scardozzi, in rappresentanza della sindaca Chiara Frontini assente per motivi familiari, ha sottolineato: "Sono veramente orgogliosa di stare accanto a voi in questa giornata, perche' ho visto in voi l'impegno profuso per ricostruire il ricordo di questo personaggio, fatto di piccoli particolari, ma di grande valore. Alfio non chiedeva nulla, ma per la nostra citta' e' un personaggio da portare come esempio alle nuove generazioni".
E' stata data lettura dei messaggi di Massimo Mecarini, Enrico Panunzi, Gian Carlo Mazza, Valentina Bruno, Sergio Giovagnoli, Giulio Vittorangeli, Luciano Dottarelli e Rita Sisterkaya, che hanno voluto testimoniare con le loro proposte la vicinanza ad Alfio.
Inoltre, Marco D'Aureli, Linda Natalini, Paolo Henrici, Mario Di Marco hanno raccontato momenti "vissuti" con Alfio in diverse circostanze: manifestazioni, incontri politici e molto altro.
Erano inoltre presenti i sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini e l'assessore emerito Aldo Fabbrini.
In una sala attigua e' stata allestita una mostra fotografica curata da Sergio Insogna, grande assente anche lui per un grave lutto in famiglia, che ritrae Alfio in alcuni momenti del suo vissuto.
Ricordiamo che alcuni mesi orsono, l'Emporio Solidale, sito a Viterbo nel quartiere di Santa Barbara, e' stato intitolato ad Alfio, testimone di una vita vissuta ai margini, con dignita', rispetto per gli altri, per l'ambiente, e l'amore per gli animali.
In attesa dell'inaugurazione della targa ricordo nell'ultima abitazione di Alfio, sono stati diffusi materiali informativi, documentari e testimonianze (tra cui alcune edizioni rare di opere di e su Alfio) e la nuova edizione del libro "Alfio 100" di autori vari edito da David Ghaleb.
A conclusione del convegno una performance teatrale di Pietro Benedetti.

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GIOVANNI MARIA ARENA RICORDA ALFIO PANNEGA

Ieri nella sala delle Colonne a Palazzo dei Priori e' stato ricordato Alfio Pannega a cento anni dalla sua nascita.
Alfio ha condotto una vita umile con grande dignita', spingeva un carretto, pieno di cartone, accompagnato dai suoi cagnolini.
Parlando con lui venivi colpito dalla profondita' dei suoi pensieri che dimostravano una grande umanita'.
Alfio Pannega, un grande viterbese.

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EUSEBIO DEFORI RICORDA ALFIO PANNEGA

Cento anni fa, il 21 settembre 1921, nacque Alfio Pannega.
Anch'io l'ho conosciuto e gli sono stato amico e compagno di lotte nonviolente per la giustizia e per la liberta', per la pace disarmata e disarmante che salva tutte le vite, per la misericordia che ogni persona riconosce, soccorre, accoglie, conforta.
Ieri la citta' di Viterbo lo ha ricordato con un convegno a Palazzo dei Priori, sede del Comune, ed e' stata una cosa buona e giusta.
Cosi' come e' stata una cosa buona e giusta, e d'incomparabile valore, che i facchini di Santa Rosa - che del popolo viterbese sono il fiore e l'emblema - lo abbiano ricordato dedicandogli la "girata" della Macchina nel trasporto del 3 settembre scorso.
Mi commuove questo omaggio corale di un'intera citta' a un uomo che visse l'intera sua vita nella piu' profonda poverta', e che solo in eta' tarda, dopo decenni di solitudine, ebbe il sollievo e la gioia immensa di trascorrere gli ultimi diciotto anni della sua vita, dal 1993 al 2010, circondato ed amato dai ragazzi del centro sociale Valle Faul, che sono stati la sua grande famiglia, i suoi compagni di riflessioni e di lotte, i suoi allievi e compagni di viaggio sulla via del vero e del bene.
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che a quindici anni della sua morte il popolo viterbese non lo ha dimenticato, ma anzi gli rende un cosi' corale omaggio "tutti di un sentimento".
Quale felicita' sarebbe stata per Alfio sapere che nel centenario della sua nascita sarebbe stato unanimemente riconosciuto e onorato per quello che veramente era: un uomo sapiente e saggio, buono come il pane, che ha luminosamente testimoniato la dignita' e la solidarieta' umana; che ha educato innumerevoli giovani alla liberta' come bene comune indivisibile, all'uguaglianza di diritti nel riconoscimento e nel rispetto della diversita' di ogni persona, all'universale fraternita' e sorellanza, alla responsabilita', alla condivisione, alla generosita', alla nonviolenza che salva le vite; che ha dedicato l'intera sua vita ad opporsi a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violenze e le ingiustizie; a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; a difendere l'intero mondo vivente.
Che doni grandi ci hai lasciato, amico mio; che noi si sappia proseguire la tua lotta per la liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.

*
(parte prima - segue)

2. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

3. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 36 (speciale) del 20 novembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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