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[Nonviolenza] Ebdomadario. 20
- Subject: [Nonviolenza] Ebdomadario. 20
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 22 Sep 2025 19:05:16 +0200
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 20 del 23 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Ancora un coro dei morti
2. Ancora due parole sulla nonviolenza
3. Oggi, 21 settembre 2025, Viterbo ricorda Alfio Pannega a cento anni dalla nascita. Il programma della giornata e tre contributi
4. Viterbo ha reso omaggio al suo poeta
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. ANCORA UN CORO DEI MORTI
Loro parlano d'immancabile vittoria
noi veniamo uccisi
Loro salmodiano fiat iustitia pereat mundus
e noi siamo il mondo che perisce
Loro urlano Dio Patria Famiglia
e noi veniamo falciati dalle bombe
Loro concedono interviste alla televisione
e noi crepiamo nel fango e tra i detriti
Loro sermoneggiano di democrazia e diritti umani
e noi siamo massacrati senza scampo
Loro siedono sui piu' alti scranni
noi imputridiamo tra le macerie
*
A chi ancora e' in vita chiediamo
pace disarmo smilitarizzazione
A chi e' ancora in vita diciamo
che salvare le vite e' il primo dovere
A chi e' ancora in vita facciamo appello
affinche' insorga nonviolentemente
per scacciare tutti i governanti assassini
e abolire tutte le guerre
Chi e' ancora in vita esortiamo
a insorgere nonviolentemente
per la salvezza dell'umanita' intera
dell'intero mondo vivente
2. L'ORA. ANCORA DUE PAROLE SULLA NONVIOLENZA
[Riproponiamo il seguente testo gia' apparso piu' volte sul nostro notiziario da molti anni a questa parte]
I. Una premessa terminologica
Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.
Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.
Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.
Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.
Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche' satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.
Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.
*
II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione
La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.
Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.
Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.
Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).
Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.
Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.
Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.
Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.
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III. Tante visioni della nonviolenza quante sono le persone che ad essa si accostano
Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.
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IV. La nonviolenza come insieme di insiemi
Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.
1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).
2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.
3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.
4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.
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V. Un'insistenza
Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.
Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.
Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.
Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
VI. Una grande esperienza e speranza storica
Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana.
3. INIZIATIVE. OGGI, 21 SETTEMBRE 2025, VITERBO RICORDA ALFIO PANNEGA A CENTO ANNI DALLA NASCITA. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA E TRE CONTRIBUTI
Riportiamo di seguito il programma del convegno che si svolge oggi, 21 settembre 2025, con inizio alle ore 10, a Viterbo, preso Palazzo dei Priori, nella Sala delle Colonne, per commemorare il poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega nel centenario della nascita.
A seguire riportiamo anche tre ulteriori contributi all'incontro, e particolarmente:
1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo";
2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo;
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
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Il programma del convegno del 21 settembre 2025 a Viterbo nel centenario della nascita di Alfio Pannega
Ricordando Alfio Pannega (1925-2025) nel centenario della nascita
Iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune di Viterbo, con il contributo del comitato provinciale dell'ANPI di Viterbo, dell'associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo e dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
Domenica 21 settembre 2025, ore 10
Sala delle Colonne, Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito, Viterbo
Nel centenario della nascita di Alfio Pannega, figura simbolica e indimenticata della citta' di Viterbo, la comunita' si riunisce per celebrarne la memoria con un'iniziativa pubblica aperta a tutti.
La mattinata si aprira' con i saluti istituzionali della sindaca Chiara Frontini e dell'assessora ai servizi, alla cultura e al terzo settore Katia Scardozzi.
Seguiranno gli interventi di Enrico Mezzetti, presidente del comitato provinciale ANPI di Viterbo; Domenico Arruzzolo, presidente di Viterbo con amore ODV; Luciano Bernabei, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul; Antonella Litta, referente dell'Associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo; Sergio Insogna, responsabile dello Spazio giovani "Il cielo in una stanza" di "Viterbo con amore"; Arianna Marullo, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul.
Marco D'Aureli presentera' la nuova edizione - ampliata e arricchita - del volume Allora ero giovane pure io (Davide Ghaleb Editore) pubblicato con il contributo della Fondazione Carivit. I sottoscrittori potranno ritirare la propria copia, mentre per tutti gli altri il libro sara' disponibile all'acquisto.
La mattinata sara' arricchita dagli intermezzi narrativi della Banda del Racconto (Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
Dopo eventuali interventi dal pubblico, l'iniziativa si concludera' con una breve performance di Pietro Benedetti, tratta dallo spettacolo "Alfio Pannega - Allora ero giovane pure io".
Mostra fotografica dedicata ad Alfio a cura di Viterbix.
A condurre l'incontro sara' Antonello Ricci.
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Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Uscito nel 2010, ebbe un grande successo: 2000 copie vendute in poche settimane, eventi affollati, articoli e interviste, sottoscrizione pubblica per un'abitazione adeguata al centro sociale occupato autogestito Valle Faul e la celebre lectio magistralis a palazzo dei Priori, con il rifiuto simbolico di una targa onoraria. Alfio mori' nella notte il 29 e il 30 aprile dello stesso anno. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Una breve notizia su Alfio Pannega
Nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche. Dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa nel 1974, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. Tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
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Ricordando Alfio, per il bene comune dell'umanita'
Nel ricordo di Alfio Pannega, opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo di Alfio Pannega, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo di Alfio Pannega, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Alfio Pannega, proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo" al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Un caro saluto giunga a tutti i partecipanti presenti al Convegno in ricordo del nostro amico Alfio Pannega.
Alfio era uno di Noi, un compagno, persona buona e brava, e poeta antifascista.
Lo ricordo sempre in giro per il centro di Viterbo con i suoi cani che raccoglieva cartoni stipati su un carretto adibito appositamente al trasporto della carta e e dei cartoni, carretto che spingeva passando per Valle Faul, arrivando fino alla strada Bagni al deposito per il macero di carta e cartoni. All'epoca carta e cartoni venivano pagati un tanto al chilo.
Nel 2019 al ricordo di Alfio Pannega ho dedicato la "Guida ai servizi assistenziali di prima accoglienza per le persone senza dimora".
In questo giorno particolare di ricordi resterai sempre vivo nei miei ricordi.
Ciao Alfio.
Gian Carlo Mazza
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2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Ho avuto la fortuna di conoscere Alfio nell'autunno del 1993, quando ho iniziato a frequentare il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul, un'esperienza che mi ha formato profondamente e che sono grata di aver potuto vivere. Un calderone di persone e di idee, di incontri inaspettati e importantissimi, di speranze e volonta' di farle divenire realta'.
La presenza di Alfio a Valle Faul ha avuto un ruolo importante in molte decisioni che definirono il centro sociale, una su tutte la scelta della nonviolenza come strumento di comunicazione e di lotta. Sono persuasa che la sua consapevole partecipazione all'esperienza del CSOA abbia contribuito a creare le basi per l'apertura della citta' a quell'esperienza, contribuendo a dissipare timori e pregiudizi. Sono allo stesso modo convinta che questo suo coinvolgimento abbia rivelato a molti viterbesi aspetti di Alfio che poco conoscevano: la militanza, la sete di giustizia e di verita', la capacita' di comunicare con le nuove generazioni e di condividerne sogni e lotte.
Le prime assemblee di autogestione erano occasione di accese discussioni tra gli occupanti: diverse anime politiche si confrontavano, ragazze e ragazzi di Viterbo e non, studenti e lavoratori. Tutti impegnati a capire insieme quale forma doveva assumere quello che unanimemente intendevamo divenisse uno spazio alternativo alle politiche economiche neoliberiste, libero da ogni forma di razzismo, antifascista e accogliente verso tutte e tutti, un luogo di socialita' e cultura indipendenti. A volte Alfio partecipava, sempre in attento ascolto, altre lo vedevamo dirigersi con la sua roncola in qualche angolo ancora invaso dai rovi e dalla vitalba, nella sua personale battaglia contro l'abbandono e l'incuria. E questo e' stato uno dei suoi primi insegnamenti: la concretezza, il costante impegno, che mai si stanca, per raddrizzare quello che non va, per liberare spazi (non solo fisici) e renderli accoglienti per l'altro.
La cosa che piu' mi colpi' allora era la naturalezza con la quale si rapportava a persone tanto piu' giovani di lui. In Alfio non c'era traccia di paternalismo ne' di giudizio, solo una grande curiosita' ed empatia. Ascoltava le storie e le ragioni di ognuno e ognuno si sentiva compreso dopo una conversazione con lui. Nonostante la sua vita travagliata non trasmetteva il disincanto e l'amarezza che spesso l'eta' che avanza porta con se', piuttosto la sua resistenza e il suo sguardo limpido sulle cose della vita ci insegnava la tenacia, la capacita' di non farsi indurire dalle ingiustizie subite e viste, di conservare intatta la propria umanita'.
Tutti conoscono il suo amore per gli animali e la bellezza della natura, il suo saperne essere custode e divulgatore, saggio conoscitore di erbe e frutti selvatici e di rimedi naturali. A Valle Faul in molti ci avvantaggiammo delle sue conoscenze ed era un piacere aiutarlo a curare l'orto ("per fare l'orto ce vole l'omo morto!" ci ammoniva) e osservare la cura con cui faceva seccare e poi metteva nei barattoli i fiori di tiglio e la finocchiella ("tieni Arianni', questo portalo alla tu' mamma"). Amava e conosceva profondamente il territorio viterbese, i punti in cui crescevano strigoli e asparagi selvatici, le more, i corbezzoli e cosi' via, e ci ha tramandato questo suo amore e questo rispetto.
Alfio aveva avuto fino ad allora una vita solitaria, il suo piu' grande affetto era stato quello per la mamma, Giovanna detta Caterina. Nato e cresciuto in un'epoca che aveva ben chiaro il ruolo della donna (l'angelo del focolare silenzioso e sempre subalterno all'uomo) aveva avuto una madre eccezionale, coraggiosa e piena di dignita', decisamente fuori dagli schemi. Forse per questo in lui e' sempre stato forte il rispetto per ogni donna che incontrava, riusciva a vedere oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, oltre i ruoli di genere. Ricordo che in una tenzone poetica a braccio con Ennio De Santis e Mauro Chechi presso il circolo Arci Il Mulino decise di interpretare il ruolo di una donna che difendeva la propria indipendenza contro un uomo geloso ed oppressivo: con il suo stile inconfondibile, facendoci sorridere e riflettere, una volta di piu' ci trasmise il suo insegnamento.
Ed eccoci all'Alfio che tutta Viterbo conosce, l'Alfio poeta. Alfio fine conoscitore di Dante e Ariosto, della letteratura italiana che aveva appreso per lo piu' da autodidatta, Alfio amante dei libri. Per molti, me compresa, fu una piacevolissima scoperta, una delle tante sorprese che questo uomo mite e battagliero, povero materialmente ma ricchissimo spiritualmente, che non aveva potuto studiare ma che era piu' colto di molti laureati, ci riservava. E Alfio era ben consapevole di quanto importante fosse la cultura, la possibilita' dello studio, la capacita' di padroneggiare le parole per esprimersi e comprendere la realta' per poter lottare contro il potere ingiusto, contro l'oppressione. Per questo incoraggiava tutti noi a studiare ("io ai tempi miei non l'ho potuto fare" ci ripeteva), per questo era emozionatissimo il primo giorno di scuola di Giselle, la sua nipote d'elezione. Questo e' forse uno dei suoi insegnamenti piu' grandi: la parola che nutre e difende, la parola che prefigura e costruisce una nuova realta', la parola che libera.
Chi ha conosciuto Alfio ha conosciuto anche la sua gioia di vivere, l'amore per la convivialita', le burle che faceva, e che subiva anche, con grande spirito, le sue danze scatenate e le lacrime di commozione che non si vergognava di versare.
Senza saperlo e senza volerlo Alfio e' stato un insegnante eccezionale. Come i migliori educatori infatti non insegnava con le parole, con i discorsi e gli intenti, ma con il limpido esempio della sua vita e del suo agire, con il suo stesso modo di essere.
Buon compleanno Alfio, Sindaco del nostro cuore!
Arianna Marullo
* * *
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini
Soffri' molto Alfio Pannega: sfruttato, emarginato, oppresso, a lungo incompreso.
Fu molto felice Alfio Pannega: nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; nella poesia infinitamente amata, vissuta e creata; nella vita in comune nel centro sociale occupato autogestito Valle Faul, la sua grande famiglia, la scuola in cui educo' al vero e al bene centinaia e forse migliaia di giovani viterbesi; nella testimonianza dell'umanita' come potrebbe e dovrebbe essere: generosa e accudente, responsabile e solidale, gentile e misericordiosa.
Il nostro fratello Alfio Pannega.
Il nostro compagno antifascista comunista libertario nonviolento Alfio Pannega.
Gerberto Roscellini
4. MEMORIA. VITERBO HA RESO OMAGGIO AL SUO POETA
Un'intera citta' ricorda con amore
La mattina di domenica 21 settembre 2025, nella storica Sala delle Colonne di Palazzo dei Priori, la citta' di Viterbo ha reso omaggio al suo poeta e costruttore di pace Alfio Pannega nel centenario della nascita.
Gremita all'inverosimile la sala, presenti le piu' autorevoli rappresentanze della societa' civile, delle istituzioni democratiche, della cultura e dell'educazione, dell'impegno morale e civile, sociale e politico, tante voci diverse si sono unite in un corale iridescente commosso ricordo di Alfio Pannega riconosciuto unanimemente come volto autentico delle migliori qualita' del popolo viterbese; come simbolo dell'antifascismo e della nonviolenza - ovvero dell'opposizione nitida e intransigente, concreta e coerente a tutte le violenze e le menzogne -; come esempio dell'umanita' come dovrebbe essere; come testimone della dignita' umana e del costante generoso operare per il bene comune dell'umanita' intera; come "vox clamantis" che convoca ogni persona alla solidarieta' e alla responsabilita', a dfendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a proteggere ed accudire l'intero mondo vivente, a salvare tutte le vite, e quindi ad opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni, ed anche a tutte le oppressioni, le segregazioni, le alienazioni, a tutte le umiliazioni, le offese, le riduzioni in servitu', a tutte le ideologie, le strutture e gli atti che violano o negano la dignita' umana, a tutte le devastazioni e le distruzioni che feriscono quest'unico mondo vivente unica casa comune dell'umanita', quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
*
Un sintetico resoconto del convegno
Al convegno sono interventi Katia Scardozzi, Antonello Ricci, Enrico Mezzetti, Domenico Arruzzolo, Luciano Bernabei, Antonella Litta, Fabrizio Fersini, Arianna Marullo, Marco D'Aureli, Linda Natalini, Paolo Henrici, Mario Di Marco.
E'stata data lettura dei messaggi di Massimo Mecarini, Enrico Panunzi, Gian Carlo Mazza, Valentina Bruno, Sergio Giovagnoli, Giulio Vittorangeli, Luciano Dottarelli e Rita Sisterkaya.
Erano inoltre presenti i sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini e l'assessore emerito Aldo Fabbrini.
Purtroppo assenti la sindaca Chiara Frontini ed uno dei promotori, Sergio Insogna, per due gravi lutti familiari; all'una e all'altro i partecipanti al convegno hanno espresso le loro sentite condoglianze.
Presenti molti altri rappresentanti della societa' civile, delle istituzioni democratiche, della cultura, dell'arte e della musica, dell'informazione e dell'educazione, dell'impegno morale, civile, sociale e politico.
Vi sono state letture di poesie di Alfio da parte della Banda del racconto (Michela Benedetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
A conclusione del convegno una performance teatrale di Pietro Benedetti.
Sono state inoltre presentate alcune delle opere artistiche e musicali ad Alfio dedicate, e sono state esposte alcune opere pittoriche e grafiche.
Nel corso del convegno e' stata esposta la bandiera della nonviolenza, a testimoniare l'impegno di Alfio e di ogni persona senziente e pensante in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Sono stati anche diffusi materiali informativi, documentari e testimoniali (tra cui alcune edizioni rare di opere di e su Alfio), e la nuova edizione del libro alla persona e alle opere di Alfio dedicato.
Un piu' dettagliato resoconto contiamo di diffondere successivamente; ci premeva adesso innanzitutto ringraziare di cuore tutte le persone che hanno partecipato e quelle che pur non potendo essere presenti hanno contribuito a questa straordinaria giornata.
Insieme alla dedica ad Alfio della "girata" della Macchina di Santa Rosa durante il trasporto del 3 settembre, il convegno odierno e' infatti stato il culmine di un anno intero di commemorazioni che hanno restituito al popolo viterbese il volto e la voce di uno dei suoi figli piu' generosi e piu' amati.
*
Con Alfio per la salvezza dell'umanita'
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: proteggere quest'unico mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi al male facendo il bene.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: la nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Lelio Basso, Socialismo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 368.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708.
- Antonio Machado, Juan de Mairena, Castalia, Madrid 1987, pp. 284.
- Bertrand Russell, Bertrand Russell dice la sua, Longanesi, Milano 1968, 1975, pp. 240.
- Bertrand Russell, Bertrand Russell in due parole, Longanesi, Milano 1968, 1977, pp. 208.
- Bertrand Russell, Il mio pensiero, Newton Compton, Roma 1997, pp. 770.
- Bertrand Russell, Pensieri, Newton Compton, Roma 1996, 1997, pp. 256.
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 20 del 23 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 20 del 23 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Ancora un coro dei morti
2. Ancora due parole sulla nonviolenza
3. Oggi, 21 settembre 2025, Viterbo ricorda Alfio Pannega a cento anni dalla nascita. Il programma della giornata e tre contributi
4. Viterbo ha reso omaggio al suo poeta
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. ANCORA UN CORO DEI MORTI
Loro parlano d'immancabile vittoria
noi veniamo uccisi
Loro salmodiano fiat iustitia pereat mundus
e noi siamo il mondo che perisce
Loro urlano Dio Patria Famiglia
e noi veniamo falciati dalle bombe
Loro concedono interviste alla televisione
e noi crepiamo nel fango e tra i detriti
Loro sermoneggiano di democrazia e diritti umani
e noi siamo massacrati senza scampo
Loro siedono sui piu' alti scranni
noi imputridiamo tra le macerie
*
A chi ancora e' in vita chiediamo
pace disarmo smilitarizzazione
A chi e' ancora in vita diciamo
che salvare le vite e' il primo dovere
A chi e' ancora in vita facciamo appello
affinche' insorga nonviolentemente
per scacciare tutti i governanti assassini
e abolire tutte le guerre
Chi e' ancora in vita esortiamo
a insorgere nonviolentemente
per la salvezza dell'umanita' intera
dell'intero mondo vivente
2. L'ORA. ANCORA DUE PAROLE SULLA NONVIOLENZA
[Riproponiamo il seguente testo gia' apparso piu' volte sul nostro notiziario da molti anni a questa parte]
I. Una premessa terminologica
Scriviamo la parola "nonviolenza" tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione "non violenza"; la locuzione "non violenza" significa semplicemente non fare la violenza; la parola "nonviolenza" significa combattere contro la violenza, nel modo piu' limpido e piu' intransigente.
Chiamiamo le persone che si accostano alla nonviolenza "amici della nonviolenza" e non "nonviolenti", perche' nessuno puo' dire di essere "nonviolento", siamo tutti impastati di bene e di male, di luci e di ombre, e' amica della nonviolenza la persona che rigorosamente opponendosi alla violenza cerca di muovere verso altre piu' alte contraddizioni, verso altri piu' umani conflitti, con l'intento di umanizzare l'agire, di riconoscere l'umanita' di tutti.
Con la parola "nonviolenza" traduciamo ed unifichiamo due distinti e intrecciati concetti gandhiani: "ahimsa" e "satyagraha". Sono due parole densissime che hanno un campo semantico vastissimo ed implicano una concettualizzazione ricca e preziosa.
Poiche' qui stiamo cercando di esprimerci sinteticamente diciamo che ahimsa designa l'opposizione alla violenza, e' il contrario della violenza, ovvero la lotta contro la violenza; ma e' anche la conquista dell'armonia, il fermo ristare, consistere nel vero e nel giusto; e' il non nuocere agli altri (ne' con atti ne' con omissioni), e quindi innocenza, l'in-nocenza nel senso forte dell'etimo. Ahimsa infatti si compone del prefisso "a" privativo, che nega quanto segue, e il tema "himsa" che potremmo tradurre con "violenza", ma anche con "sforzo", "squilibrio", "frattura", "rottura dell'armonia", "scissura dell'unita'"; in quanto opposizione alla lacerazione di cio' che deve restare unito, l'ahimsa e' dunque anche ricomposizione della comunita', riconciliazione.
Satyagraha e' termine ancora piu' denso e complesso: tradotto solitamente con la locuzione "forza della verita'" puo' esser tradotto altrettanto correttamente in molti altri modi: accostamento all'essere (o all'Essere, se si preferisce), fedelta' al vero e quindi al buono e al giusto, contatto con l'eterno (ovvero con cio' che non muta, che vale sempre), adesione al bene, amore come forza coesiva, ed in altri modi ancora: e' bella la definizione della nonviolenza che da' Martin Luther King, che e' anche un'eccellente traduzione di satyagraha: "la forza dell'amore"; ed e' bella la definizione di Albert Schweitzer: "rispetto per la vita", che e' anch'essa un'ottima traduzione di satyagraha. Anche satyagraha e' una parola composta: da un primo elemento, "satya", che e' a sua volta derivato dalla decisiva parola-radice "sat", e da "agraha". "Agraha" potremmo tradurla contatto, adesione, forza che unisce, armonia che da' saldezza, vicinanza; e' la forza nel senso del detto "l'unione fa la forza", e' la "forza di attrazione" (cioe' l'amore); e' cio' che unisce in contrapposizione a cio' che disgrega ed annichilisce. "Satya" viene tradotto per solito con "verita'", ed e' traduzione corretta, ma con uguale correttezza si potrebbe tradurre in modi molto diversi, poiche' satya e' sostantivazione qualificativa desunta da sat, che designa l'essere, il sommo bene, che e' quindi anche sommo vero, che e' anche (per chi aderisce a fedi religiose) l'Essere, Dio. Come si vede siamo in presenza di un concetto il cui campo di significati e' vastissimo.
Con la sola parola nonviolenza traduciamo insieme, e quindi unifichiamo, ahimsa e satyagraha. Ognun vede come si tratti di un concetto di una complessita' straordinaria, tutto l'opposto delle interpretazioni banalizzanti e caricaturali correnti sulle bocche e nelle menti di chi presume di tutto sapere solo perche' nulla desidera capire.
*
II. Ma cosa e' questa nonviolenza? lotta come umanizzazione
La nonviolenza e' lotta come amore, ovvero conflitto, suscitamento e gestione del conflitto, inteso sempre come comunicazione, dialogo, processo di riconoscimento di umanita'. La nonviolenza e' lotta o non e' nulla; essa vive solo nel suo incessante contrapporsi alla violenza.
Ed insieme e' quella specifica, peculiare forma di lotta che vuole non solo vincere, ma con-vincere, vincere insieme (Vinoba conio' il motto, stupendo, "vittoria al mondo"; un motto dei militanti afroamericani dice all'incirca lo stesso: "potere al popolo"); la nonviolenza e' quella specifica forma di lotta il cui fine e' il riconoscimento di umanita' di tutti gli esseri umani: e' lotta di liberazione che include tra i soggetti da liberare gli stessi oppressori contro il cui agire si solleva a combattere.
Essa e' dunque eminentemente responsabilita': rispondere all'appello dell'altro, del volto muto e sofferente dell'altro. E' la responsabilita' di ognuno per l'umanita' intera e per il mondo.
Ed essendo responsabilita' e' anche sempre nonmenzogna: amore della verita' come amore per l'altra persona la cui dignita' di essere senziente e pensante, quindi capace di comprendere, non deve essere violata (e mentire e' violare la dignita' altrui in cio' che tutti abbiamo di piu' caro: la nostra capacita' di capire).
Non e' dunque una ideologia ma un appello, non un dogma ma una prassi.
Ed essendo una prassi, ovvero un agire concreto e processuale, si da' sempre in situazioni e dinamiche dialettiche e contestuali, e giammai in astratto.
Non esiste una nonviolenza meramente teorica, poiche' la teoria nonviolenta e' sempre e solo la riflessione e l'autocoscienza della nonviolenza come prassi. La nonviolenza o e' in cammino, vale da dire lotta nel suo farsi, o semplicemente non e'.
Esistono tante visioni e interpretazioni della nonviolenza quanti sono i movimenti storici e le singole persone che si accostano ad essa e che ad essa accostandosi la fanno vivere, poiche' la nonviolenza vive solo nel conflitto e quindi nelle concrete esperienze e riflessioni delle donne e degli uomini in lotta per l'umanita'.
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III. Tante visioni della nonviolenza quante sono le persone che ad essa si accostano
Ogni persona che alla nonviolenza si accosta da' alla sua tradizione un apporto originale, un contributo creativo, un inveramento nuovo e ulteriore, e cosi' ogni amica e ogni amico della nonviolenza ne da' una interpretazione propria e diversa dalle altre. Lo sapeva bene anche Mohandas Gandhi che defini' le sue esperienze come semplici "esperimenti con la verita'", non dogmi, non procedure definite e routinarie, non ricette preconfezionate, ma esperimenti: ricerca ed apertura.
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IV. La nonviolenza come insieme di insiemi
Io che scrivo queste righe propendo per proporre questa definizione della nonviolenza cosi' come a me pare di intenderla e praticarla: la nonviolenza e' cosa complessa, un insieme di insiemi, aperto e inconcluso.
1. E' un insieme di concetti e scelte logico-assiologici, ovvero di criteri per l'azione: da questo punto di vista ad esempio la nonviolenza e' quell'insieme di scelte morali che potremmo condensare nella formula del "principio responsabilita'" in cui ha un ruolo cruciale la scelta della coerenza tra i mezzi e i fini (secondo la celebre metafora gandhiana: tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta).
2. E' un insieme di tecniche interpretative (il riconoscimento dell'altro, ergo il rifiuto del totalitarismo, della cancellazione o della sopraffazione del diverso da se'), deliberative (per prendere le decisioni senza escludere alcuno) ed operative (per l'azione di trasformazione delle relazioni: interpersonali, sociali, politiche); come esempio di tecnica deliberativa nonviolenta potremmo citare il metodo del consenso; come esempio di tecniche operative potremmo citare dallo sciopero a centinaia di altre forme di lotta cui ogni giorno qualcuna se ne aggiunge per la creativita' di chi contro la violenza ovunque si batte.
3. E' un insieme di strategie: e ad esempio una di esse risorse strategiche consiste nell'interpretazione del potere come sempre retto da due pilastri: la forza e il consenso; dal che deriva che si puo' sempre negare il consenso e cosi', attraverso la noncollaborazione, contrastare anche il potere piu' forte.
4. E' un insieme di progettualita' (di convivenza, sociali, politiche): significativo ad esempio e' il concetto capitiniano di "omnicrazia", ovvero: il potere di tutti. La nonviolenza come potere di tutti, concetto di una ricchezza e complessita' straordinarie, dalle decisive conseguenze sul nostro agire.
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V. Un'insistenza
Insistiamo su questo concetto della nonviolenza come insieme di insiemi, poiche' spesso molti equivoci nascono proprio da una visione riduzionista e stereotipata; ad esempio, e' certo sempre buona cosa fare uso di tecniche nonviolente anziche' di tecniche violente, ma il mero uso di tecniche nonviolente non basta a qualificare come nonviolenta un'azione o una proposta: anche i nazisti prima della presa del potere fecero uso anche di tecniche nonviolente.
Un insieme di insiemi, complesso ed aperto.
Un agire concreto e sperimentale e non un'ideologia sistematica e astratta.
Un portare ed agire il conflitto come prassi di umanizzazione, di riconoscimento e liberazione dell'umanita' di tutti gli esseri umani; come responsabilita' verso tutte le creature.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' questo cammino. Il cammino vieppiu' autocosciente dell'umanita' sofferente in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
VI. Una grande esperienza e speranza storica
Non patrimonio di pochi, la nonviolenza si e' incarnata in grandi esperienze e speranze storiche, due sopra tutte: la Resistenza, e il movimento delle donne; ed e' il movimento delle donne, la prassi nonviolenta del movimento delle donne, la decisiva soggettivita' autocosciente portatrice di speranza e futuro qui e adesso, in un mondo sempre piu' minacciato dalla catastrofe e dall'annichilimento della civilta' umana.
3. INIZIATIVE. OGGI, 21 SETTEMBRE 2025, VITERBO RICORDA ALFIO PANNEGA A CENTO ANNI DALLA NASCITA. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA E TRE CONTRIBUTI
Riportiamo di seguito il programma del convegno che si svolge oggi, 21 settembre 2025, con inizio alle ore 10, a Viterbo, preso Palazzo dei Priori, nella Sala delle Colonne, per commemorare il poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega nel centenario della nascita.
A seguire riportiamo anche tre ulteriori contributi all'incontro, e particolarmente:
1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo";
2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo;
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
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Il programma del convegno del 21 settembre 2025 a Viterbo nel centenario della nascita di Alfio Pannega
Ricordando Alfio Pannega (1925-2025) nel centenario della nascita
Iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune di Viterbo, con il contributo del comitato provinciale dell'ANPI di Viterbo, dell'associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo e dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
Domenica 21 settembre 2025, ore 10
Sala delle Colonne, Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito, Viterbo
Nel centenario della nascita di Alfio Pannega, figura simbolica e indimenticata della citta' di Viterbo, la comunita' si riunisce per celebrarne la memoria con un'iniziativa pubblica aperta a tutti.
La mattinata si aprira' con i saluti istituzionali della sindaca Chiara Frontini e dell'assessora ai servizi, alla cultura e al terzo settore Katia Scardozzi.
Seguiranno gli interventi di Enrico Mezzetti, presidente del comitato provinciale ANPI di Viterbo; Domenico Arruzzolo, presidente di Viterbo con amore ODV; Luciano Bernabei, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul; Antonella Litta, referente dell'Associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo; Sergio Insogna, responsabile dello Spazio giovani "Il cielo in una stanza" di "Viterbo con amore"; Arianna Marullo, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul.
Marco D'Aureli presentera' la nuova edizione - ampliata e arricchita - del volume Allora ero giovane pure io (Davide Ghaleb Editore) pubblicato con il contributo della Fondazione Carivit. I sottoscrittori potranno ritirare la propria copia, mentre per tutti gli altri il libro sara' disponibile all'acquisto.
La mattinata sara' arricchita dagli intermezzi narrativi della Banda del Racconto (Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
Dopo eventuali interventi dal pubblico, l'iniziativa si concludera' con una breve performance di Pietro Benedetti, tratta dallo spettacolo "Alfio Pannega - Allora ero giovane pure io".
Mostra fotografica dedicata ad Alfio a cura di Viterbix.
A condurre l'incontro sara' Antonello Ricci.
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Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Uscito nel 2010, ebbe un grande successo: 2000 copie vendute in poche settimane, eventi affollati, articoli e interviste, sottoscrizione pubblica per un'abitazione adeguata al centro sociale occupato autogestito Valle Faul e la celebre lectio magistralis a palazzo dei Priori, con il rifiuto simbolico di una targa onoraria. Alfio mori' nella notte il 29 e il 30 aprile dello stesso anno. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Una breve notizia su Alfio Pannega
Nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche. Dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa nel 1974, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. Tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
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Ricordando Alfio, per il bene comune dell'umanita'
Nel ricordo di Alfio Pannega, opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo di Alfio Pannega, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo di Alfio Pannega, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Alfio Pannega, proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo" al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Un caro saluto giunga a tutti i partecipanti presenti al Convegno in ricordo del nostro amico Alfio Pannega.
Alfio era uno di Noi, un compagno, persona buona e brava, e poeta antifascista.
Lo ricordo sempre in giro per il centro di Viterbo con i suoi cani che raccoglieva cartoni stipati su un carretto adibito appositamente al trasporto della carta e e dei cartoni, carretto che spingeva passando per Valle Faul, arrivando fino alla strada Bagni al deposito per il macero di carta e cartoni. All'epoca carta e cartoni venivano pagati un tanto al chilo.
Nel 2019 al ricordo di Alfio Pannega ho dedicato la "Guida ai servizi assistenziali di prima accoglienza per le persone senza dimora".
In questo giorno particolare di ricordi resterai sempre vivo nei miei ricordi.
Ciao Alfio.
Gian Carlo Mazza
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2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Ho avuto la fortuna di conoscere Alfio nell'autunno del 1993, quando ho iniziato a frequentare il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul, un'esperienza che mi ha formato profondamente e che sono grata di aver potuto vivere. Un calderone di persone e di idee, di incontri inaspettati e importantissimi, di speranze e volonta' di farle divenire realta'.
La presenza di Alfio a Valle Faul ha avuto un ruolo importante in molte decisioni che definirono il centro sociale, una su tutte la scelta della nonviolenza come strumento di comunicazione e di lotta. Sono persuasa che la sua consapevole partecipazione all'esperienza del CSOA abbia contribuito a creare le basi per l'apertura della citta' a quell'esperienza, contribuendo a dissipare timori e pregiudizi. Sono allo stesso modo convinta che questo suo coinvolgimento abbia rivelato a molti viterbesi aspetti di Alfio che poco conoscevano: la militanza, la sete di giustizia e di verita', la capacita' di comunicare con le nuove generazioni e di condividerne sogni e lotte.
Le prime assemblee di autogestione erano occasione di accese discussioni tra gli occupanti: diverse anime politiche si confrontavano, ragazze e ragazzi di Viterbo e non, studenti e lavoratori. Tutti impegnati a capire insieme quale forma doveva assumere quello che unanimemente intendevamo divenisse uno spazio alternativo alle politiche economiche neoliberiste, libero da ogni forma di razzismo, antifascista e accogliente verso tutte e tutti, un luogo di socialita' e cultura indipendenti. A volte Alfio partecipava, sempre in attento ascolto, altre lo vedevamo dirigersi con la sua roncola in qualche angolo ancora invaso dai rovi e dalla vitalba, nella sua personale battaglia contro l'abbandono e l'incuria. E questo e' stato uno dei suoi primi insegnamenti: la concretezza, il costante impegno, che mai si stanca, per raddrizzare quello che non va, per liberare spazi (non solo fisici) e renderli accoglienti per l'altro.
La cosa che piu' mi colpi' allora era la naturalezza con la quale si rapportava a persone tanto piu' giovani di lui. In Alfio non c'era traccia di paternalismo ne' di giudizio, solo una grande curiosita' ed empatia. Ascoltava le storie e le ragioni di ognuno e ognuno si sentiva compreso dopo una conversazione con lui. Nonostante la sua vita travagliata non trasmetteva il disincanto e l'amarezza che spesso l'eta' che avanza porta con se', piuttosto la sua resistenza e il suo sguardo limpido sulle cose della vita ci insegnava la tenacia, la capacita' di non farsi indurire dalle ingiustizie subite e viste, di conservare intatta la propria umanita'.
Tutti conoscono il suo amore per gli animali e la bellezza della natura, il suo saperne essere custode e divulgatore, saggio conoscitore di erbe e frutti selvatici e di rimedi naturali. A Valle Faul in molti ci avvantaggiammo delle sue conoscenze ed era un piacere aiutarlo a curare l'orto ("per fare l'orto ce vole l'omo morto!" ci ammoniva) e osservare la cura con cui faceva seccare e poi metteva nei barattoli i fiori di tiglio e la finocchiella ("tieni Arianni', questo portalo alla tu' mamma"). Amava e conosceva profondamente il territorio viterbese, i punti in cui crescevano strigoli e asparagi selvatici, le more, i corbezzoli e cosi' via, e ci ha tramandato questo suo amore e questo rispetto.
Alfio aveva avuto fino ad allora una vita solitaria, il suo piu' grande affetto era stato quello per la mamma, Giovanna detta Caterina. Nato e cresciuto in un'epoca che aveva ben chiaro il ruolo della donna (l'angelo del focolare silenzioso e sempre subalterno all'uomo) aveva avuto una madre eccezionale, coraggiosa e piena di dignita', decisamente fuori dagli schemi. Forse per questo in lui e' sempre stato forte il rispetto per ogni donna che incontrava, riusciva a vedere oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, oltre i ruoli di genere. Ricordo che in una tenzone poetica a braccio con Ennio De Santis e Mauro Chechi presso il circolo Arci Il Mulino decise di interpretare il ruolo di una donna che difendeva la propria indipendenza contro un uomo geloso ed oppressivo: con il suo stile inconfondibile, facendoci sorridere e riflettere, una volta di piu' ci trasmise il suo insegnamento.
Ed eccoci all'Alfio che tutta Viterbo conosce, l'Alfio poeta. Alfio fine conoscitore di Dante e Ariosto, della letteratura italiana che aveva appreso per lo piu' da autodidatta, Alfio amante dei libri. Per molti, me compresa, fu una piacevolissima scoperta, una delle tante sorprese che questo uomo mite e battagliero, povero materialmente ma ricchissimo spiritualmente, che non aveva potuto studiare ma che era piu' colto di molti laureati, ci riservava. E Alfio era ben consapevole di quanto importante fosse la cultura, la possibilita' dello studio, la capacita' di padroneggiare le parole per esprimersi e comprendere la realta' per poter lottare contro il potere ingiusto, contro l'oppressione. Per questo incoraggiava tutti noi a studiare ("io ai tempi miei non l'ho potuto fare" ci ripeteva), per questo era emozionatissimo il primo giorno di scuola di Giselle, la sua nipote d'elezione. Questo e' forse uno dei suoi insegnamenti piu' grandi: la parola che nutre e difende, la parola che prefigura e costruisce una nuova realta', la parola che libera.
Chi ha conosciuto Alfio ha conosciuto anche la sua gioia di vivere, l'amore per la convivialita', le burle che faceva, e che subiva anche, con grande spirito, le sue danze scatenate e le lacrime di commozione che non si vergognava di versare.
Senza saperlo e senza volerlo Alfio e' stato un insegnante eccezionale. Come i migliori educatori infatti non insegnava con le parole, con i discorsi e gli intenti, ma con il limpido esempio della sua vita e del suo agire, con il suo stesso modo di essere.
Buon compleanno Alfio, Sindaco del nostro cuore!
Arianna Marullo
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3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini
Soffri' molto Alfio Pannega: sfruttato, emarginato, oppresso, a lungo incompreso.
Fu molto felice Alfio Pannega: nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; nella poesia infinitamente amata, vissuta e creata; nella vita in comune nel centro sociale occupato autogestito Valle Faul, la sua grande famiglia, la scuola in cui educo' al vero e al bene centinaia e forse migliaia di giovani viterbesi; nella testimonianza dell'umanita' come potrebbe e dovrebbe essere: generosa e accudente, responsabile e solidale, gentile e misericordiosa.
Il nostro fratello Alfio Pannega.
Il nostro compagno antifascista comunista libertario nonviolento Alfio Pannega.
Gerberto Roscellini
4. MEMORIA. VITERBO HA RESO OMAGGIO AL SUO POETA
Un'intera citta' ricorda con amore
La mattina di domenica 21 settembre 2025, nella storica Sala delle Colonne di Palazzo dei Priori, la citta' di Viterbo ha reso omaggio al suo poeta e costruttore di pace Alfio Pannega nel centenario della nascita.
Gremita all'inverosimile la sala, presenti le piu' autorevoli rappresentanze della societa' civile, delle istituzioni democratiche, della cultura e dell'educazione, dell'impegno morale e civile, sociale e politico, tante voci diverse si sono unite in un corale iridescente commosso ricordo di Alfio Pannega riconosciuto unanimemente come volto autentico delle migliori qualita' del popolo viterbese; come simbolo dell'antifascismo e della nonviolenza - ovvero dell'opposizione nitida e intransigente, concreta e coerente a tutte le violenze e le menzogne -; come esempio dell'umanita' come dovrebbe essere; come testimone della dignita' umana e del costante generoso operare per il bene comune dell'umanita' intera; come "vox clamantis" che convoca ogni persona alla solidarieta' e alla responsabilita', a dfendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a proteggere ed accudire l'intero mondo vivente, a salvare tutte le vite, e quindi ad opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni, ed anche a tutte le oppressioni, le segregazioni, le alienazioni, a tutte le umiliazioni, le offese, le riduzioni in servitu', a tutte le ideologie, le strutture e gli atti che violano o negano la dignita' umana, a tutte le devastazioni e le distruzioni che feriscono quest'unico mondo vivente unica casa comune dell'umanita', quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
*
Un sintetico resoconto del convegno
Al convegno sono interventi Katia Scardozzi, Antonello Ricci, Enrico Mezzetti, Domenico Arruzzolo, Luciano Bernabei, Antonella Litta, Fabrizio Fersini, Arianna Marullo, Marco D'Aureli, Linda Natalini, Paolo Henrici, Mario Di Marco.
E'stata data lettura dei messaggi di Massimo Mecarini, Enrico Panunzi, Gian Carlo Mazza, Valentina Bruno, Sergio Giovagnoli, Giulio Vittorangeli, Luciano Dottarelli e Rita Sisterkaya.
Erano inoltre presenti i sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini e l'assessore emerito Aldo Fabbrini.
Purtroppo assenti la sindaca Chiara Frontini ed uno dei promotori, Sergio Insogna, per due gravi lutti familiari; all'una e all'altro i partecipanti al convegno hanno espresso le loro sentite condoglianze.
Presenti molti altri rappresentanti della societa' civile, delle istituzioni democratiche, della cultura, dell'arte e della musica, dell'informazione e dell'educazione, dell'impegno morale, civile, sociale e politico.
Vi sono state letture di poesie di Alfio da parte della Banda del racconto (Michela Benedetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
A conclusione del convegno una performance teatrale di Pietro Benedetti.
Sono state inoltre presentate alcune delle opere artistiche e musicali ad Alfio dedicate, e sono state esposte alcune opere pittoriche e grafiche.
Nel corso del convegno e' stata esposta la bandiera della nonviolenza, a testimoniare l'impegno di Alfio e di ogni persona senziente e pensante in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Sono stati anche diffusi materiali informativi, documentari e testimoniali (tra cui alcune edizioni rare di opere di e su Alfio), e la nuova edizione del libro alla persona e alle opere di Alfio dedicato.
Un piu' dettagliato resoconto contiamo di diffondere successivamente; ci premeva adesso innanzitutto ringraziare di cuore tutte le persone che hanno partecipato e quelle che pur non potendo essere presenti hanno contribuito a questa straordinaria giornata.
Insieme alla dedica ad Alfio della "girata" della Macchina di Santa Rosa durante il trasporto del 3 settembre, il convegno odierno e' infatti stato il culmine di un anno intero di commemorazioni che hanno restituito al popolo viterbese il volto e la voce di uno dei suoi figli piu' generosi e piu' amati.
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Con Alfio per la salvezza dell'umanita'
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: proteggere quest'unico mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi al male facendo il bene.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: la nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Lelio Basso, Socialismo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 368.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708.
- Antonio Machado, Juan de Mairena, Castalia, Madrid 1987, pp. 284.
- Bertrand Russell, Bertrand Russell dice la sua, Longanesi, Milano 1968, 1975, pp. 240.
- Bertrand Russell, Bertrand Russell in due parole, Longanesi, Milano 1968, 1977, pp. 208.
- Bertrand Russell, Il mio pensiero, Newton Compton, Roma 1997, pp. 770.
- Bertrand Russell, Pensieri, Newton Compton, Roma 1996, 1997, pp. 256.
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 20 del 23 settembre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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