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[Nonviolenza] Oggi, 21 settembre 2025, Viterbo ricorda Alfio Pannega a cento anni dalla nascita. Il programma della giornata e tre contributi
- Subject: [Nonviolenza] Oggi, 21 settembre 2025, Viterbo ricorda Alfio Pannega a cento anni dalla nascita. Il programma della giornata e tre contributi
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 21 Sep 2025 06:58:49 +0200
OGGI, 21 SETTEMBRE 2025, VITERBO RICORDA ALFIO PANNEGA A CENTO ANNI DALLA NASCITA. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA E TRE CONTRIBUTI
Riportiamo di seguito il programma del convegno che si svolge oggi, 21 settembre 2025, con inizio alle ore 10, a Viterbo, preso Palazzo dei Priori, nella Sala delle Colonne, per commemorare il poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega nel centenario della nascita.
A seguire riportiamo anche tre ulteriori contributi all'incontro, e particolarmente:
1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo";
2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo;
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
* * *
Il programma del convegno del 21 settembre 2025 a Viterbo nel centenario della nascita di Alfio Pannega
Ricordando Alfio Pannega (1925-2025) nel centenario della nascita
Iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune di Viterbo, con il contributo del comitato provinciale dell'ANPI di Viterbo, dell'associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo e dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
Domenica 21 settembre 2025, ore 10
Sala delle Colonne, Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito, Viterbo
Nel centenario della nascita di Alfio Pannega, figura simbolica e indimenticata della citta' di Viterbo, la comunita' si riunisce per celebrarne la memoria con un'iniziativa pubblica aperta a tutti.
La mattinata si aprira' con i saluti istituzionali della sindaca Chiara Frontini e dell'assessora ai servizi, alla cultura e al terzo settore Katia Scardozzi.
Seguiranno gli interventi di Enrico Mezzetti, presidente del comitato provinciale ANPI di Viterbo; Domenico Arruzzolo, presidente di Viterbo con amore ODV; Luciano Bernabei, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul; Antonella Litta, referente dell'Associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo; Sergio Insogna, responsabile dello Spazio giovani "Il cielo in una stanza" di "Viterbo con amore"; Arianna Marullo, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul.
Marco D'Aureli presentera' la nuova edizione - ampliata e arricchita - del volume Allora ero giovane pure io (Davide Ghaleb Editore) pubblicato con il contributo della Fondazione Carivit. I sottoscrittori potranno ritirare la propria copia, mentre per tutti gli altri il libro sara' disponibile all'acquisto.
La mattinata sara' arricchita dagli intermezzi narrativi della Banda del Racconto (Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
Dopo eventuali interventi dal pubblico, l'iniziativa si concludera' con una breve performance di Pietro Benedetti, tratta dallo spettacolo "Alfio Pannega - Allora ero giovane pure io".
Mostra fotografica dedicata ad Alfio a cura di Viterbix.
A condurre l'incontro sara' Antonello Ricci.
*
Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Uscito nel 2010, ebbe un grande successo: 2000 copie vendute in poche settimane, eventi affollati, articoli e interviste, sottoscrizione pubblica per un'abitazione adeguata al centro sociale occupato autogestito Valle Faul e la celebre lectio magistralis a palazzo dei Priori, con il rifiuto simbolico di una targa onoraria. Alfio mori' nella notte il 29 e il 30 aprile dello stesso anno. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
*
Una breve notizia su Alfio Pannega
Nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche. Dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa nel 1974, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. Tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
*
Ricordando Alfio, per il bene comune dell'umanita'
Nel ricordo di Alfio Pannega, opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo di Alfio Pannega, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo di Alfio Pannega, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Alfio Pannega, proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
* * *
1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo" al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Un caro saluto giunga a tutti i partecipanti presenti al Convegno in ricordo del nostro amico Alfio Pannega.
Alfio era uno di Noi, un compagno, persona buona e brava, e poeta antifascista.
Lo ricordo sempre in giro per il centro di Viterbo con i suoi cani che raccoglieva cartoni stipati su un carretto adibito appositamente al trasporto della carta e e dei cartoni, carretto che spingeva passando per Valle Faul, arrivando fino alla strada Bagni al deposito per il macero di carta e cartoni. All'epoca carta e cartoni venivano pagati un tanto al chilo.
Nel 2019 al ricordo di Alfio Pannega ho dedicato la "Guida ai servizi assistenziali di prima accoglienza per le persone senza dimora".
In questo giorno particolare di ricordi resterai sempre vivo nei miei ricordi.
Ciao Alfio.
Gian Carlo Mazza
* * *
2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Ho avuto la fortuna di conoscere Alfio nell'autunno del 1993, quando ho iniziato a frequentare il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul, un'esperienza che mi ha formato profondamente e che sono grata di aver potuto vivere. Un calderone di persone e di idee, di incontri inaspettati e importantissimi, di speranze e volonta' di farle divenire realta'.
La presenza di Alfio a Valle Faul ha avuto un ruolo importante in molte decisioni che definirono il centro sociale, una su tutte la scelta della nonviolenza come strumento di comunicazione e di lotta. Sono persuasa che la sua consapevole partecipazione all'esperienza del CSOA abbia contribuito a creare le basi per l'apertura della citta' a quell'esperienza, contribuendo a dissipare timori e pregiudizi. Sono allo stesso modo convinta che questo suo coinvolgimento abbia rivelato a molti viterbesi aspetti di Alfio che poco conoscevano: la militanza, la sete di giustizia e di verita', la capacita' di comunicare con le nuove generazioni e di condividerne sogni e lotte.
Le prime assemblee di autogestione erano occasione di accese discussioni tra gli occupanti: diverse anime politiche si confrontavano, ragazze e ragazzi di Viterbo e non, studenti e lavoratori. Tutti impegnati a capire insieme quale forma doveva assumere quello che unanimemente intendevamo divenisse uno spazio alternativo alle politiche economiche neoliberiste, libero da ogni forma di razzismo, antifascista e accogliente verso tutte e tutti, un luogo di socialita' e cultura indipendenti. A volte Alfio partecipava, sempre in attento ascolto, altre lo vedevamo dirigersi con la sua roncola in qualche angolo ancora invaso dai rovi e dalla vitalba, nella sua personale battaglia contro l'abbandono e l'incuria. E questo e' stato uno dei suoi primi insegnamenti: la concretezza, il costante impegno, che mai si stanca, per raddrizzare quello che non va, per liberare spazi (non solo fisici) e renderli accoglienti per l'altro.
La cosa che piu' mi colpi' allora era la naturalezza con la quale si rapportava a persone tanto piu' giovani di lui. In Alfio non c'era traccia di paternalismo ne' di giudizio, solo una grande curiosita' ed empatia. Ascoltava le storie e le ragioni di ognuno e ognuno si sentiva compreso dopo una conversazione con lui. Nonostante la sua vita travagliata non trasmetteva il disincanto e l'amarezza che spesso l'eta' che avanza porta con se', piuttosto la sua resistenza e il suo sguardo limpido sulle cose della vita ci insegnava la tenacia, la capacita' di non farsi indurire dalle ingiustizie subite e viste, di conservare intatta la propria umanita'.
Tutti conoscono il suo amore per gli animali e la bellezza della natura, il suo saperne essere custode e divulgatore, saggio conoscitore di erbe e frutti selvatici e di rimedi naturali. A Valle Faul in molti ci avvantaggiammo delle sue conoscenze ed era un piacere aiutarlo a curare l'orto ("per fare l'orto ce vole l'omo morto!" ci ammoniva) e osservare la cura con cui faceva seccare e poi metteva nei barattoli i fiori di tiglio e la finocchiella ("tieni Arianni', questo portalo alla tu' mamma"). Amava e conosceva profondamente il territorio viterbese, i punti in cui crescevano strigoli e asparagi selvatici, le more, i corbezzoli e cosi' via, e ci ha tramandato questo suo amore e questo rispetto.
Alfio aveva avuto fino ad allora una vita solitaria, il suo piu' grande affetto era stato quello per la mamma, Giovanna detta Caterina. Nato e cresciuto in un'epoca che aveva ben chiaro il ruolo della donna (l'angelo del focolare silenzioso e sempre subalterno all'uomo) aveva avuto una madre eccezionale, coraggiosa e piena di dignita', decisamente fuori dagli schemi. Forse per questo in lui e' sempre stato forte il rispetto per ogni donna che incontrava, riusciva a vedere oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, oltre i ruoli di genere. Ricordo che in una tenzone poetica a braccio con Ennio De Santis e Mauro Chechi presso il circolo Arci Il Mulino decise di interpretare il ruolo di una donna che difendeva la propria indipendenza contro un uomo geloso ed oppressivo: con il suo stile inconfondibile, facendoci sorridere e riflettere, una volta di piu' ci trasmise il suo insegnamento.
Ed eccoci all'Alfio che tutta Viterbo conosce, l'Alfio poeta. Alfio fine conoscitore di Dante e Ariosto, della letteratura italiana che aveva appreso per lo piu' da autodidatta, Alfio amante dei libri. Per molti, me compresa, fu una piacevolissima scoperta, una delle tante sorprese che questo uomo mite e battagliero, povero materialmente ma ricchissimo spiritualmente, che non aveva potuto studiare ma che era piu' colto di molti laureati, ci riservava. E Alfio era ben consapevole di quanto importante fosse la cultura, la possibilita' dello studio, la capacita' di padroneggiare le parole per esprimersi e comprendere la realta' per poter lottare contro il potere ingiusto, contro l'oppressione. Per questo incoraggiava tutti noi a studiare ("io ai tempi miei non l'ho potuto fare" ci ripeteva), per questo era emozionatissimo il primo giorno di scuola di Giselle, la sua nipote d'elezione. Questo e' forse uno dei suoi insegnamenti piu' grandi: la parola che nutre e difende, la parola che prefigura e costruisce una nuova realta', la parola che libera.
Chi ha conosciuto Alfio ha conosciuto anche la sua gioia di vivere, l'amore per la convivialita', le burle che faceva, e che subiva anche, con grande spirito, le sue danze scatenate e le lacrime di commozione che non si vergognava di versare.
Senza saperlo e senza volerlo Alfio e' stato un insegnante eccezionale. Come i migliori educatori infatti non insegnava con le parole, con i discorsi e gli intenti, ma con il limpido esempio della sua vita e del suo agire, con il suo stesso modo di essere.
Buon compleanno Alfio, Sindaco del nostro cuore!
Arianna Marullo
* * *
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini
Soffri' molto Alfio Pannega: sfruttato, emarginato, oppresso, a lungo incompreso.
Fu molto felice Alfio Pannega: nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; nella poesia infinitamente amata, vissuta e creata; nella vita in comune nel centro sociale occupato autogestito Valle Faul, la sua grande famiglia, la scuola in cui educo' al vero e al bene centinaia e forse migliaia di giovani viterbesi; nella testimonianza dell'umanita' come potrebbe e dovrebbe essere: generosa e accudente, responsabile e solidale, gentile e misericordiosa.
Il nostro fratello Alfio Pannega.
Il nostro compagno antifascista comunista libertario nonviolento Alfio Pannega.
Gerberto Roscellini
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Riportiamo di seguito il programma del convegno che si svolge oggi, 21 settembre 2025, con inizio alle ore 10, a Viterbo, preso Palazzo dei Priori, nella Sala delle Colonne, per commemorare il poeta antifascista nonviolento viterbese Alfio Pannega nel centenario della nascita.
A seguire riportiamo anche tre ulteriori contributi all'incontro, e particolarmente:
1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo";
2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo;
3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 21 settembre 2025
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
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Il programma del convegno del 21 settembre 2025 a Viterbo nel centenario della nascita di Alfio Pannega
Ricordando Alfio Pannega (1925-2025) nel centenario della nascita
Iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune di Viterbo, con il contributo del comitato provinciale dell'ANPI di Viterbo, dell'associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo e dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
Domenica 21 settembre 2025, ore 10
Sala delle Colonne, Palazzo dei Priori, piazza del Plebiscito, Viterbo
Nel centenario della nascita di Alfio Pannega, figura simbolica e indimenticata della citta' di Viterbo, la comunita' si riunisce per celebrarne la memoria con un'iniziativa pubblica aperta a tutti.
La mattinata si aprira' con i saluti istituzionali della sindaca Chiara Frontini e dell'assessora ai servizi, alla cultura e al terzo settore Katia Scardozzi.
Seguiranno gli interventi di Enrico Mezzetti, presidente del comitato provinciale ANPI di Viterbo; Domenico Arruzzolo, presidente di Viterbo con amore ODV; Luciano Bernabei, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul; Antonella Litta, referente dell'Associazione Medici per l'ambiente - ISDE di Viterbo; Sergio Insogna, responsabile dello Spazio giovani "Il cielo in una stanza" di "Viterbo con amore"; Arianna Marullo, del Centro sociale occupato autogestito Valle Faul.
Marco D'Aureli presentera' la nuova edizione - ampliata e arricchita - del volume Allora ero giovane pure io (Davide Ghaleb Editore) pubblicato con il contributo della Fondazione Carivit. I sottoscrittori potranno ritirare la propria copia, mentre per tutti gli altri il libro sara' disponibile all'acquisto.
La mattinata sara' arricchita dagli intermezzi narrativi della Banda del Racconto (Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi e Alfonso Prota).
Dopo eventuali interventi dal pubblico, l'iniziativa si concludera' con una breve performance di Pietro Benedetti, tratta dallo spettacolo "Alfio Pannega - Allora ero giovane pure io".
Mostra fotografica dedicata ad Alfio a cura di Viterbix.
A condurre l'incontro sara' Antonello Ricci.
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Un libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi dei poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io", che inauguro' la collana "La Banda del Racconto" (Davide Ghaleb Editore) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Uscito nel 2010, ebbe un grande successo: 2000 copie vendute in poche settimane, eventi affollati, articoli e interviste, sottoscrizione pubblica per un'abitazione adeguata al centro sociale occupato autogestito Valle Faul e la celebre lectio magistralis a palazzo dei Priori, con il rifiuto simbolico di una targa onoraria. Alfio mori' nella notte il 29 e il 30 aprile dello stesso anno. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Una breve notizia su Alfio Pannega
Nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche. Dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa nel 1974, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. Tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
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Ricordando Alfio, per il bene comune dell'umanita'
Nel ricordo di Alfio Pannega, opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Nel ricordo di Alfio Pannega, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo di Alfio Pannega, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo di Alfio Pannega, proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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1. Il messaggio di saluto di Gian Carlo Mazza a nome de "L'altro circolo" al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Un caro saluto giunga a tutti i partecipanti presenti al Convegno in ricordo del nostro amico Alfio Pannega.
Alfio era uno di Noi, un compagno, persona buona e brava, e poeta antifascista.
Lo ricordo sempre in giro per il centro di Viterbo con i suoi cani che raccoglieva cartoni stipati su un carretto adibito appositamente al trasporto della carta e e dei cartoni, carretto che spingeva passando per Valle Faul, arrivando fino alla strada Bagni al deposito per il macero di carta e cartoni. All'epoca carta e cartoni venivano pagati un tanto al chilo.
Nel 2019 al ricordo di Alfio Pannega ho dedicato la "Guida ai servizi assistenziali di prima accoglienza per le persone senza dimora".
In questo giorno particolare di ricordi resterai sempre vivo nei miei ricordi.
Ciao Alfio.
Gian Carlo Mazza
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2. Il testo dell'intervento di Arianna Marullo al convegno del 21 settembre in ricordo di Alfio Pannega
Ho avuto la fortuna di conoscere Alfio nell'autunno del 1993, quando ho iniziato a frequentare il Centro Sociale Occupato Autogestito Valle Faul, un'esperienza che mi ha formato profondamente e che sono grata di aver potuto vivere. Un calderone di persone e di idee, di incontri inaspettati e importantissimi, di speranze e volonta' di farle divenire realta'.
La presenza di Alfio a Valle Faul ha avuto un ruolo importante in molte decisioni che definirono il centro sociale, una su tutte la scelta della nonviolenza come strumento di comunicazione e di lotta. Sono persuasa che la sua consapevole partecipazione all'esperienza del CSOA abbia contribuito a creare le basi per l'apertura della citta' a quell'esperienza, contribuendo a dissipare timori e pregiudizi. Sono allo stesso modo convinta che questo suo coinvolgimento abbia rivelato a molti viterbesi aspetti di Alfio che poco conoscevano: la militanza, la sete di giustizia e di verita', la capacita' di comunicare con le nuove generazioni e di condividerne sogni e lotte.
Le prime assemblee di autogestione erano occasione di accese discussioni tra gli occupanti: diverse anime politiche si confrontavano, ragazze e ragazzi di Viterbo e non, studenti e lavoratori. Tutti impegnati a capire insieme quale forma doveva assumere quello che unanimemente intendevamo divenisse uno spazio alternativo alle politiche economiche neoliberiste, libero da ogni forma di razzismo, antifascista e accogliente verso tutte e tutti, un luogo di socialita' e cultura indipendenti. A volte Alfio partecipava, sempre in attento ascolto, altre lo vedevamo dirigersi con la sua roncola in qualche angolo ancora invaso dai rovi e dalla vitalba, nella sua personale battaglia contro l'abbandono e l'incuria. E questo e' stato uno dei suoi primi insegnamenti: la concretezza, il costante impegno, che mai si stanca, per raddrizzare quello che non va, per liberare spazi (non solo fisici) e renderli accoglienti per l'altro.
La cosa che piu' mi colpi' allora era la naturalezza con la quale si rapportava a persone tanto piu' giovani di lui. In Alfio non c'era traccia di paternalismo ne' di giudizio, solo una grande curiosita' ed empatia. Ascoltava le storie e le ragioni di ognuno e ognuno si sentiva compreso dopo una conversazione con lui. Nonostante la sua vita travagliata non trasmetteva il disincanto e l'amarezza che spesso l'eta' che avanza porta con se', piuttosto la sua resistenza e il suo sguardo limpido sulle cose della vita ci insegnava la tenacia, la capacita' di non farsi indurire dalle ingiustizie subite e viste, di conservare intatta la propria umanita'.
Tutti conoscono il suo amore per gli animali e la bellezza della natura, il suo saperne essere custode e divulgatore, saggio conoscitore di erbe e frutti selvatici e di rimedi naturali. A Valle Faul in molti ci avvantaggiammo delle sue conoscenze ed era un piacere aiutarlo a curare l'orto ("per fare l'orto ce vole l'omo morto!" ci ammoniva) e osservare la cura con cui faceva seccare e poi metteva nei barattoli i fiori di tiglio e la finocchiella ("tieni Arianni', questo portalo alla tu' mamma"). Amava e conosceva profondamente il territorio viterbese, i punti in cui crescevano strigoli e asparagi selvatici, le more, i corbezzoli e cosi' via, e ci ha tramandato questo suo amore e questo rispetto.
Alfio aveva avuto fino ad allora una vita solitaria, il suo piu' grande affetto era stato quello per la mamma, Giovanna detta Caterina. Nato e cresciuto in un'epoca che aveva ben chiaro il ruolo della donna (l'angelo del focolare silenzioso e sempre subalterno all'uomo) aveva avuto una madre eccezionale, coraggiosa e piena di dignita', decisamente fuori dagli schemi. Forse per questo in lui e' sempre stato forte il rispetto per ogni donna che incontrava, riusciva a vedere oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, oltre i ruoli di genere. Ricordo che in una tenzone poetica a braccio con Ennio De Santis e Mauro Chechi presso il circolo Arci Il Mulino decise di interpretare il ruolo di una donna che difendeva la propria indipendenza contro un uomo geloso ed oppressivo: con il suo stile inconfondibile, facendoci sorridere e riflettere, una volta di piu' ci trasmise il suo insegnamento.
Ed eccoci all'Alfio che tutta Viterbo conosce, l'Alfio poeta. Alfio fine conoscitore di Dante e Ariosto, della letteratura italiana che aveva appreso per lo piu' da autodidatta, Alfio amante dei libri. Per molti, me compresa, fu una piacevolissima scoperta, una delle tante sorprese che questo uomo mite e battagliero, povero materialmente ma ricchissimo spiritualmente, che non aveva potuto studiare ma che era piu' colto di molti laureati, ci riservava. E Alfio era ben consapevole di quanto importante fosse la cultura, la possibilita' dello studio, la capacita' di padroneggiare le parole per esprimersi e comprendere la realta' per poter lottare contro il potere ingiusto, contro l'oppressione. Per questo incoraggiava tutti noi a studiare ("io ai tempi miei non l'ho potuto fare" ci ripeteva), per questo era emozionatissimo il primo giorno di scuola di Giselle, la sua nipote d'elezione. Questo e' forse uno dei suoi insegnamenti piu' grandi: la parola che nutre e difende, la parola che prefigura e costruisce una nuova realta', la parola che libera.
Chi ha conosciuto Alfio ha conosciuto anche la sua gioia di vivere, l'amore per la convivialita', le burle che faceva, e che subiva anche, con grande spirito, le sue danze scatenate e le lacrime di commozione che non si vergognava di versare.
Senza saperlo e senza volerlo Alfio e' stato un insegnante eccezionale. Come i migliori educatori infatti non insegnava con le parole, con i discorsi e gli intenti, ma con il limpido esempio della sua vita e del suo agire, con il suo stesso modo di essere.
Buon compleanno Alfio, Sindaco del nostro cuore!
Arianna Marullo
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3. Un ricordo di Alfio Pannega scritto da Gerberto Roscellini
Soffri' molto Alfio Pannega: sfruttato, emarginato, oppresso, a lungo incompreso.
Fu molto felice Alfio Pannega: nella lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita' intera e la salvaguardia dell'intero mondo vivente; nella poesia infinitamente amata, vissuta e creata; nella vita in comune nel centro sociale occupato autogestito Valle Faul, la sua grande famiglia, la scuola in cui educo' al vero e al bene centinaia e forse migliaia di giovani viterbesi; nella testimonianza dell'umanita' come potrebbe e dovrebbe essere: generosa e accudente, responsabile e solidale, gentile e misericordiosa.
Il nostro fratello Alfio Pannega.
Il nostro compagno antifascista comunista libertario nonviolento Alfio Pannega.
Gerberto Roscellini
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