[Nonviolenza] Il 12 agosto a Viterbo un incontro in memoria del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega: "opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le stragi, opporsi a tutte le uccisioni"



IL 12 AGOSTO A VITERBO UN INCONTRO IN MEMORIA DEL POETA ANTIFASCISTA NONVIOLENTO ALFIO PANNEGA: "OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, OPPORSI A TUTTE LE STRAGI, OPPORSI A TUTTE LE UCCISIONI"

La mattina di martedi' 12 agosto 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolto un nuovo incontro in memoria del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega.
L'incontro era parte di una serie di incontri presso la storica struttura nonviolenta viterbese che accompagna e sostiene tutte le iniziative di ricordo di Alfio nel corso di questo 2025, centenario della nascita (Alfio nacque a Viterbo il 21 settembre 1925 e a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010).
All'incontro hanno preso parte alcuni vecchi amici di Alfio Pannega che insieme a lui hanno partecipato all'esperienza di solidarieta' concreta del "centro sociale Valle Faul", alle attivita' di formazione alla nonviolenza che li' si sono svolte, alle azioni nonviolente per la pace, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, e in difesa del mondo vivente realizzate fin dagli anni Novanta per iniziativa del centro sociale e dei movimenti della societa' civile viterbese che con esso hanno interagito.
*
L'incontro si e' concluso, come di consueto, con un appello all'impegno nonviolento per la pace, che riproponiamo qui di seguito.
"Con Alfio Pannega contro la guerra e contro tutte le uccisioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell'intero mondo vivente
Ricordare Alfio Pannega significa proseguire la sua lotta nonviolenta per la pace, la solidarieta', la difesa dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere".
*
Tra le prossime iniziative di commemorazione di Alfio Pannega durante questo centenario segnaliamo particolarmente le seguenti:
- la pubblicazione della seconda edizione (assai ampliata ed arricchita di nuovi documenti) della raccolta delle poesie di Alfio;
- la collocazione di una lapide commemorativa di Alfio Pannega sulla casa a Porta Faul in cui abito' per molti anni (e che tutti i viterbesi abitualmente chiamano "la casa di Alfio");
- il convegno del 21 settembre 2025, nel centenario della nascita;
- in autunno una mostra fotografica e documentaria itinerante;
- un concerto dedicato ad Alfio conclusivo dell'anno di commemorazioni;
- la realizzazione di un archivio pubblico dedicato ad Alfio Pannega e di un sito internet in cui mettere a disposizione in formato digitale tutta la documentazione raccolta.
*
Alleghiamo ancora una volta in calce, oltre ad altri materiali d'informazione e di riflessione, il testo della lettera al Comune di Viterbo relativa alla collocazione di una lapide sulla "casa di Alfio" a Porta Faul; e il testo della lettera al Comune di Viterbo per richiedere l'uso della Sala Regia di Palazzo dei Priori per realizzarvi il 21 settembre 2025 un convegno commemorativo nel centenario della nascita di Alfio Pannega.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 12 agosto 2025

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

* * *

Allegato primo: una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.

* * *

Allegato secondo: richiesta di autorizzazione alla collocazione di una lapide in ricordo di Alfio Pannega su una parete esterna della casa adiacente a Porta Faul in cui lo stesso abitò lungamente

Alla Sindaca del Comune di Viterbo

e per opportuna conoscenza:
alle assessore ed agli assessori competenti
al dirigente dell'Ufficio tecnico comunale
al Segretario generale del Comune

e sempre per opportuna conoscenza:
a tutti i membri della Giunta Municipale
a tutti i membri del Consiglio Comunale

Oggetto: richiesta di autorizzazione alla collocazione di una lapide in ricordo di Alfio Pannega su una parete esterna della casa adiacente a Porta Faul in cui lo stesso abitò lungamente.

Gentilissima sindaca,
egregie signore ed egregi signori,

i promotori delle iniziative commemorative per il centenario della nascita di Alfio Pannega (Viterbo, 21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), di cui il Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo è associazione capofila, richiedono di poter collocare una lapide in ricordo di Alfio Pannega su una parete esterna della casa adiacente a Porta Faul in cui lo stesso abitò lungamente.
Ai fini del più agevole e sollecito svolgimento del processo autorizzativo che metta capo all'auspicato esito positivo, nel pieno rispetto della normativa e dei regolamenti comunali vigenti, si evidenzia quanto segue:
a) L'epigrafe da incidere sulla lapide, elaborata con un processo democratico partecipato di scrittura collettiva che ha coinvolto lungo un mese decine di persone amiche di Alfio Pannega ed alcune associazioni di volontariato della società civile viterbese, è la seguente:
"In questa casa visse Alfio Pannega
figlio di Caterina poeta antifascista
innamorato della natura e dell'umanità
della bellezza e della libertà
sempre lottò per la dignità di tutte le persone
e in difesa di tutte le vite"
b) Il materiale della lapide sarà il peperino, pietra caratteristica di Viterbo.
c) Le dimensioni della lapide saranno di 140 cm di larghezza per 55 cm di altezza e 3 cm di spessore.
d) La collocazione della lapide sarà sulla parete opposta alle mura cittadine, di fianco alla finestra al pianterreno: questa parete è l'unica della casa in cui sia possibile collocare la lapide ad un'altezza in cui sia agevolmente leggibile.
e) Per quanto a nostra conoscenza l'edificio è nella disponibilità del Comune di Viterbo; la presente vale quindi anche come richiesta di consenso dell'avente titolo come proprietario ovvero possessore dell'immobile su una cui parete esterna la lapide sarebbe collocata.
f) Il costo della lapide e della posa in opera della stessa sarà interamente sostenuto dalle associazioni proponenti.
g) Si segnala altresì che l'edificio è già noto come "la casa di Alfio", e nella stessa comunicazione del Comune (così come riportata dagli organi di stampa in numerosi articoli del 2024 e del 2025 riferiti ai lavori effettuati per il recupero dell'edificio e la sua utilizzazione per un "check point per i turisti") è definita come tale; cosicché la collocazione della lapide semplicemente ed opportunamente esplicita quanto già riconosciuto non solo dal comune sentire di tutti i viterbesi ma anche dall'istituzione rappresentativa della città.
Si richiede al Comune di effettuare tutte le verifiche, tutti gli adempienti e tutti gli atti di competenza al fine dell'autorizzazione alla collocazione della lapide; e si richiede quindi - al termine di tutti i passaggi procedurali previsti - l'autorizzazione stessa.

Restando a disposizione per ogni opportuna comunicazione, vogliate gradire distinti saluti.

per i promotori delle iniziative commemorative per il centenario della nascita di Alfio Pannega
il Presidente del Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo
avvocato Enrico Mezzetti

Viterbo, 23 luglio 2025

Mittente: Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo, via della Polveriera 10, 01100 Viterbo.
Per contatti telefonici diretti: Enrico Mezzetti (presidente del Comitato provinciale dell'Anpi), tel. 3355203866; Antonella Litta (referente del Comitato provinciale dell'Anpi per l'iniziativa), tel. 3383810091.
Per contatti attraverso posta elettronica: Enrico Mezzetti: mezzettienrico at libero.it; Antonella Litta: anpi.cpvt.comunicazione at gmail.com

* * *

Allegato terzo: richiesta di autorizzazione all’uso della Sala Regia di Palazzo dei Priori il 21 settembre 2025 per un convegno in ricordo di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita. Richiesta altresì del patrocinio del Comune di Viterbo

Alla Sindaca del Comune di Viterbo

e per opportuna conoscenza:
alle assessore ed agli assessori competenti
al dirigente dell'Ufficio tecnico comunale
al Segretario generale del Comune

e sempre per opportuna conoscenza:
a tutti i membri della Giunta Municipale
a tutti i membri del Consiglio Comunale

Oggetto: richiesta di autorizzazione all’uso della Sala Regia di Palazzo dei Priori il 21 settembre 2025 per un convegno in ricordo di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita. Richiesta altresì del patrocinio del Comune di Viterbo.

Gentilissima sindaca,
egregie signore ed egregi signori,

i promotori delle iniziative commemorative per il centenario della nascita di Alfio Pannega (Viterbo, 21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), di cui il Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo è associazione capofila, richiedono di poter utilizzare la Sala Regia di Palazzo dei Priori il 21 settembre 2025 per un convegno in ricordo di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita.
Richiedono altresì il patrocinio del Comune di Viterbo.
Come si ricorderà, nel 2010 la Sala Regia di Palazzo dei Priori, per iniziativa dell’Amministrazione Comunale, ospitò una lectio magistralis di Alfio Pannega in occasione della pubblicazione del libro Allora ero giovane pure io.
Nella ricorrenza del centenario della nascita di Alfio Pannega, ed anche per presentare la nuova edizione notevolmente ampliata del libro, si intende realizzare un convegno commemorativo con la partecipazione di autorevoli studiosi, artisti e testimoni, e con la preghiera di un intervento di apertura da parte sia della Sindaca che dell’Assessora che in questi mesi sta seguendo per il Comune con grande impegno e profonda comprensione le iniziative commemorative dell’indimenticabile poeta viterbese.

Restando a disposizione per ogni opportuna comunicazione, vogliate gradire distinti saluti.

per i promotori delle iniziative commemorative per il centenario della nascita di Alfio Pannega
il Presidente del Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo
avvocato Enrico Mezzetti

Viterbo, 8 agosto 2025

Mittente: Comitato provinciale dell'Anpi di Viterbo, via della Polveriera 10, 01100 Viterbo.
Per contatti telefonici diretti: Enrico Mezzetti (presidente del Comitato provinciale dell'Anpi), tel. 3355203866; Antonella Litta (referente del Comitato provinciale dell'Anpi per l'iniziativa), tel. 3383810091.
Per contatti attraverso posta elettronica: Enrico Mezzetti: mezzettienrico at libero.it; Antonella Litta: anpi.cpvt.comunicazione at gmail.com

* * *

Allegato quarto: Cinque minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo

Una caratteristica peculiare dell'esperienza del "centro sociale occupato autogestito Valle Faul" è stata la scelta teorica e pratica della nonviolenza, anche grazie alla presenza di Alfio Pannega, che da antifascista coerente fu sempre un amico della nonviolenza.
Questi testi, estratti da una piu' ampia raccolta, tutti già apparsi negli scorsi anni sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", vogliono essere un omaggio ad Alfio e al "centro sociale occupato autogestito Valle Faul", e forse anche un promemoria per la riflessione e la discussione e uno strumento di lavoro per un'adeguata impostazione delle lotte necessarie da condurre ancora contro la guerra, il fascismo, il razzismo, lo schiavismo, il maschilismo, la distruzione della natura; in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.
*
Indice
I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
2. Breve litania della nonviolenza
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
4. Ancora una schidionata della nonviolenza
5. Corta litania della nonviolenza e del nulla
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica è' il disarmo
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
3. In quanto le armi
4. Del non uccidere argomento primo
5. Poiché vi è una sola umanità

I. Cinque minime descrizioni della nonviolenza

1. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi è chi soffre, lì interviene la nonviolenza.
Dove vi è ingiustizia, lì interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove è lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza è dove c'è la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza è l'umanità in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla libertà del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male è nella ricchezza, sa che il bene è la condivisione;
sa che si può e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la libertà di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza è l'antibarbarie.
La nonviolenza è il riconoscimento della dignità di ogni essere vivente.
La nonviolenza è questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanità unita contro il male e la morte;
sì, se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza è la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verità ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verità e del bene.
Sa che il mondo è gremito di persone, così fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la più ferma; e deve essere la più delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: lì è la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, lì è la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanità di persone tutte libere ed eguali in diritti,
lì, lì è  la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza già ti viene incontro.

La nonviolenza è una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

2. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non è la luna nel pozzo.
La nonviolenza non è la pappa nel piatto.
La nonviolenza non è il galateo del pappagallo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non è il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non è il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non è il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non è la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non è il colpo di carambola.
La nonviolenza non è l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non è il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non è il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non è la sala dei professori.
La nonviolenza non è il capello senza diavoli.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non è l'albero senza serpente.
La nonviolenza non è il piagnisteo di chi si è arreso.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non è il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non è il vestito di gala.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non è il film al rallentatore.
La nonviolenza non è il semaforo sempre verde.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non è il buco senza la rete.
La nonviolenza non è il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non è il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non è il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza è la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non è niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non è niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non è niente che si serva al bar.
La nonviolenza è solo la lotta contro la violenza.

*

3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitù.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanità come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralità delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorità.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

*

4. Ancora una schidionata della nonviolenza

La nonviolenza è vecchia come il cucco
la nonviolenza è zoppa e comunista
svelta come l'antica tartaruga
arrotolata come una lumaca
ha come casa un sacco e una coperta
al fontanile beve con le bestie
campa mangiando foglie e radici
è sempre in marcia e non si ferma mai.

Veglia la notte e parla coi fantasmi
conosce tutte le canzoni e non le canta
s'accampa fuori mano e s'alza presto
saluta con la mano e s'allontana
non ama le cerimonie
si tiene lontana dai palazzi
ha sempre due o tre sassi nel fagotto
sa quando usarli e non sbaglia la mira.

Non fa ritorno dalla guerra di Troia
perché alla guerra non ha voluto andare
detesta gli indovini e gli officianti
chiama assassino chi invoca sacrifici
chiama assassino chi ha sete di sangue
tutti i potenti gli stanno sul gozzo
si fida solo della povertà
sa che il progresso conduce alla morte.

E' dalla parte dei morti di fame
organizza la lotta dei più miseri
chiama a condividere il bene e i beni tutti
oppresse e oppressi sono il suo partito
ogni privata proprietà abolisce
abbatte le caserme e le dogane
giammai permette che si escluda alcuno.

Abolisce le guerre e le armi
a tutti i fascismi si oppone
contrasta ogni potere oppressivo
resiste ad ogni inerzia e imposizione
grida forte il dolore del mondo
apre gli occhi a chi ancora non vedeva
smaschera le menzogne dei malvagi
tutto sa aggiustare e rompere sa tutto.

Ha volto e voce di donna
è fatta di sputo e di fango
tutte le vite vuole salvare
separa e unisce e poi separa ancora
e poi ancora unisce sa che una
è la via all'insù la via all'ingiù
e che tutti i destini sono uno
fa la sua lotta e poi continua il suo cammino.

*

5. Corta litania della nonviolenza e del nulla

"Se non è la lotta che libera tutte e tutti
la nonviolenza è nulla"
(Nereo Zuzzanghi, Lunghe storie dette in breve, Ferney, 1778)

Se non abbatte tutte le muraglie di tutti i luoghi di pena
tutte le gabbie tutti i recinti di filo spinato
tutte le stanze buie gli angoli della vergogna
i vagoni bestiame le baracche con le orchestrine

Se non abolisce tutti i plotoni d'esecuzione
se non chiude tutte le fabbriche d'armi
se non scioglie tutti gli eserciti

Se non demolisce tutte le istituzioni totali
se non demolisce tutte le ideologie totalitarie
se non è lo spazio dell'eguaglianza e della diversità
se non è la casa comune che include il mondo intero
dove vige la legge dell'universale solidarietà e responsabilità
se non è colloquio corale e dialogo infinito
passarsi il pane e il vino e la parola
nell'ospitalità che nulla chiede

Se non versa sabbia nei motori
se non dissoda le strade asfaltate
se non ruba tutte le gomme

Se non spezza tutte le catene
se non salva tutti i naufraghi
se non soccorre tutti i bisognosi

Se non fa crescere l'erba
se non resuscita ogni giorno il sole
se non colma ogni notte il cielo di stelle
se non nutre le anime come i corpi

Se non demolisce gli idoli e l'idolo della demolizione degli idoli
se non si oppone a tutte le demolizioni
se non restituisce la parola
se non impara e insegna ad ascoltare
e riscaldare senza dare fuoco

se non restituisce la libertà ad ogni persona oppressa
se non condivide tutto il bene e tutti i beni fra tutte e tutti
se non salva tutte le vite
se non è la coscienza e l'organizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta
per la liberazione dell'umanità intera e la difesa dell'intero mondo vivente
la nonviolenza è nulla.

*

II. Cinque perorazioni per il disarmo

1. La prima politica è il disarmo

La prima politica è il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta più i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto è vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite è il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

*

2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprietà nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti dà la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffè diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto è tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo è buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto è aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanità

*

3. In quanto le armi

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
è già una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanità all'umanità.

Solo con il disarmo
la civiltà rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

*

4. Del non uccidere argomento primo

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.

Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.

Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanità non sia disfatta.

Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone è di esecuzione.

Non c'è netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sarà la vittima, chi l'assassino.

*

5. Poiché vi è una sola umanità

Poiché vi è una sola umanità
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarietà
da chiunque altro sia essere umano.

Nessun confine può la dignità
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualità
umana propria di ogni essere umano.

Se l'edificio della civiltà
umana ha un senso, ed esso non è vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalità.

Se la giustizia e se la libertà
non ciancia, bensì pane quotidiano
hanno da essere, così il lontano
come il vicino merita pietà.

Nel condividere è la verità
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto è la felicità
ogni diritto è un diritto umano.

Se vero è che tutto finirà
non prevarrà la morte sull'umano
soltanto se la generosità
sarà la legge di ogni essere umano.

La nonviolenza è questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza è questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.

* * *