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[Nonviolenza] Telegrammi. 5600
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5600
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 17 Jun 2025 18:20:18 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5600 del 18 giugno 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Fermare la guerra
2. Con Alfio contro la guerra. Otto ulteriori contributi per la lapide che ricordi Alfio Pannega sulla facciata della casa in cui visse. E due testimonianze di Luigi Andriani e Luca Noto
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. FERMARE LA GUERRA
Nulla e' piu' necessario, nulla e' piu' urgente che fermare la guerra.
Insorgano nonviolentemente i popoli per fermare tutti i governanti assassini che si stanno portando alla distruzione dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. AMICIZIE. CON ALFIO CONTRO LA GUERRA. OTTO ULTERIORI CONTRIBUTI PER LA LAPIDE CHE RICORDI ALFIO PANNEGA SULLA FACCIATA DELLA CASA IN CUI VISSE. E DUE TESTIMONIANZE DI LUIGI ANDRIANI E LUCA NOTO
Diffondiamo alcuni ulteriori contributi per la successiva realizzazione (col metodo della "scrittura collettiva" della scuola di Barbiana) della lapide in memoria di Alfio Pannega da collocare sulla facciata della casa adiacente Porta Faul in cui a lungo visse.
Invitiamo tutte le persone che hanno conosciuto Alfio e gli hanno voluto bene ad inviarci i loro ricordi a questi indirizzi di posta elettronica: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
Sabato 21 giugno presso la "Fattoria di Alice", in strada Tuscanese 20, a Viterbo, per iniziativa delle amiche e degli amici di Alfio in collaborazione con l'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") che generosamente ci ospita e ci sostiene si svolgera' un incontro in cui da tutti i contributi ricevuti si cerchera' di ricavare un testo unico da proporre al Comune come lapide per ricordare Alfio da collocare sulla facciata della casa in cui visse molti anni, dapprima in solitudine e poi con le sue compagne ed i suoi compagni del centro sociale "Valle Faul" al cui interno la casa si trovava (ricordiamo ancora una volta che "compagna, compagno" e' una parola che deriva dal latino medioevale e significa la persona che condivide il suo pane con le altre persone affinche' nessuno resti senza cibo).
Ricordiamo anche che prosegue la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010 presso la casa editrice Davide Ghaleb.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
Con Alfio contro la guerra e tutte le uccisioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Ricordare Alfio significa proseguire la sua lotta nonviolenta per la pace, la solidarieta', la difesa dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 16 giugno 2025
* * *
1. Otto ulteriori contributi
In questa casa visse Alfio Pannega
grande uomo, poeta a braccio
è nel ricordo di tutti noi
la sua memoria resta per sempre
nei nostri cuori viva e luminosa
Antonietta
***
In questa casa visse Alfio Pannega
che lottò per vivere, amò la sua gente e morì povero ma non solo.
Che non abbassò la testa di fronte alle asperità della vita, alla vacuità del potere, alla possibilità di un Dio.
La povertà gli fu compagna, la poesia amante.
I suoi amici sono il suo lascito.
Domenico
***
Qui visse Alfio Pannega
menestrello della strada
poeta della democrazia
e della gentilezza per tutti i viterbesi
Fabrizio
***
In questa casa visse Alfio Pannega, figlio di Caterina
libero pensatore e amico della città
appassionato della natura
amante degli animali
innamorato della poesia
costruttore di pace tra gli uomini
Gigi e Lella
***
In questa casa visse l'antifascista, poeta, nonviolento Alfio Pannega.
La poesia, che consente di trovare l'impossibile sintesi di fronte alla morte, è stata una delle sue compagnie sicure.
Giulio
***
In questa casa visse
Alfio Pannega
poeta
antifascista
attraversò la vita amandola
e amando tutte le creature
per ognuno ci fu lo sguardo dei suoi occhi di cielo
Linda
***
Mentre il mondo andava in pezzi
Qui viveva, amava, scriveva
Il poeta Alfio Pannega.
Ci insegnava come tenere insieme i cocci dell'umanità
nonostante le ingiustizie e le guerre.
Luca
***
In questa casetta dimorò per lunghi anni Alfio Pannega
che visse la vita pienamente,
libero dal sistema e capace
di regalare sorrisi e poesie a tutti i cittadini.
Uomo forte, coraggioso, amante
della natura e degli animali,
fece di questa casa un vero e proprio rifugio.
... questo è quello che, al momento, mi viene da scrivere senza farmi prendere dall'emozione. Alfio rappresenta, per me, un mondo a parte!
Rita
* * *
2. Contributi precedenti
In questa casa visse
Alfio Pannega,
Persona generosa,
Coscienza ecologica di questa città,
Poeta innamorato,
Amico di ogni forma di vita,
Bello come un bosco.
Alfonso
***
(prima stesura)
Alfio
Nutrito da un incantevole stupore
*
(seconda stesura)
Alfio Pannega
Poeta, antifascista
Ha diffuso l'anima dagli occhi al mondo
Cuore nutrito da incanto
Uomo raro
Andrea
***
Qui riposa Alfio Pannega
un uomo che non inseguì l'effimero,
ma accolse la vita così com'era,
scoprendo nella semplicità
il volto della saggezza
Davide
***
(prima stesura)
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare
Antifascista
Fratello
Bacca rossa fra le spine.
*
(seconda stesura: variazioni)
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare
Antifascista
Fratello
Bacca rossa fra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Bacca rossa fra le spine
Poeta popolare
Antifascista
Fratello degli ultimi.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta del popolo, voce libera
Antifascista, fratello.
Una bacca rossa tra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare, antifascista
Fratello degli ultimi
Rosso frutto nato tra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Bacca rossa tra le spine
Poeta popolare e spirito libero
Resistente
Fratello di lotte e di sogni giovanili.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta del popolo, voce antifascista
Fratello degli ultimi
Una bacca rossa tra le spine.
Giorgio
***
In questa casa visse
Alfio Pannega
Uomo libero
divideva il pane ed i versi
della natura conoscitore
soffiava vento di speranza
per un'umanità più giusta.
Marco e Paola
***
In questa casa visse Alfio Pannega
uomo semplice di spiccato senso morale e umano
gli animali e le piante suoi fratelli da rispettare
amo' la vita fino agli ultimi giorni
Mariella
***
Alfio, uomo del popolo
fiero poeta civile
amore per i compagni, le persone, gli animali
presenza consapevole
lucido testimone
Nicoletta
***
Basta una goccia per trasmettere tutta la memoria dell'oceano
Basta un fugace sguardo per indovinare una presenza
Basta un respiro per mescolare tutta l'aria del mondo
Basta una impronta per riconoscere un passaggio sulla terra
Basta un singolo pensiero per ritrovare Alfio Pannega
Paolo
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
Ha reso fertili terreni e cuori
Ha donato tutto di sé senza finzioni
Fiero compagno antifascista
Padre e figlio di questa dura città
Uomo dallo sguardo limpido come l'acqua.
Sara
***
In questa casa posta nella Valle Faul
lunga "una buona corsa di cavallo, e larga poco meno che la metà"
sede di attività economiche vitali per la città
tra gli orti irrigui che fiancheggiavano il fosso Urcionio
tra felci, pervinche, villucchioni, centauree, borraggini,
gioiose corone di succiamele e impenetrabili canneti
ha vissuto gran parte della propria vita Alfio Pannega
emblema di alacre lavoratore, di libero pensatore e di portatore di pace.
Note
riga 2: Feliciano Bussi "Istoria della città di Viterbo", p. 75.
riga 3: secondo me va contestualizzata la figura di Alfio e la sua casa attigua alle Officine del gas (piena di operai altrettanto alacri e disagiati) e di fronte al mattatoio comunale idem come sopra
riga 5 e 6: Antonelli G., L’Urcionio, in "Latina Gens - Rivista mensile del Lazio, dell'Umbria e della Sabina", Roma, 1930, pp. 387–390.
Silvio
* * *
3. Primi contributi del 7 giugno
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
poeta popolare
antifascista
strenuo difensore dei diritti umani
custode e innamorato della natura
stella polare per tutti
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
uomo del popolo
simbolo della cultura
che libera dalle costrizioni
in semplicita' e sensibilita'
fiamma d'amore per la natura
***
Qui visse Alfio Pannega
conoscenza nostra che non si nega
***
In questa casa
lungamente visse
Alfio Pannega
poeta antifascista
combattente per la giustizia
per l'umanita' intera
***
In questa casa visse Alfio
era una persona brava
era una persona umile
[qui tre righe che il trascrittore non e' riuscito a decifrare. Chiederemo di farlo all'autore il 21 giugno]
Alfio era amico di tutti
[qui una riga che il trascrittore non e' riuscito a decifrare. Chiederemo di farlo all'autore il 21 giugno]
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
un grande esempio da seguire
per tutti noi
***
In questa casa Alfio
ha abitato e vissuto
con i compagni e le compagne del centro
in particolare Lucianino
Mario Claudio Antonietta
Giselle e tutta la famiglia
Alfio era un signore
di spirito animo e cuore
e di grande spessore umano
***
...
hai respirato l'aria di Galiana
qualcuno certamente te lo disse
...
[il manoscritto e' incompleto e di difficile lettura, ma l'autore - drammaturgo, regista ed attore - ha improvvisato una perfetta ottava a braccio; contiamo quindi che lui stesso la trascrivera' e la mettera' a disposizione]
***
In questa casa lungamente visse
Alfio anima buona e gentile
simbolo
di amore per la natura
di liberta' dei giovani
di amore per la cultura
poeta libero
***
Qui visse Alfio con i suoi cani
grande amico compagno e poeta
con cui ebbi la fortuna di condividere
molti anni della mia vita
Ciao Alfio
***
Alfio Pannega in questa casa visse
donando amore a tutte le persone
agli animali alle piante al mondo intero
***
Questo abbiamo pensato
quando Alfio ci ha lasciato:
speriamo che vada dalla mamma
e possano per sempre stare insieme
***
In questa casa lungamente visse
il grande Alfio Pannega
ti ho conosciuto grazie ai tuoi cantastorie
e adesso anche io ti ricordo
affabile umile generoso di gran cuore
devoto alla cultura alla natura e ai giovani
***
Io non conoscevo Alfio Pannega
e dire qualcosa di lui lo trovo difficile
ma oggi sentendo parlarne ancora
ricordo che era un uomo buono
***
In questa casa visse Alfio Pannega
con noi passeggia ancora mano nella mano
con tanto amore tanta pace e tanta
serenita' ci vuole ancora bene
Alfio sei tra le nostre braccia
Alfio sei tra di noi
***
A uno dei miei padri
Un passo dietro ad un altro passo
a contare la vita dell'orto
curvo come torri centenarie
mani callose abbarbicate
alla Terra, e sudore di Alfio
che alimenta la vita
***
Alfio
che la natura gli animali e le piante
ti accompagnino nel tuo viaggio
e che il ricordo vivo
dei tuoi compagni rimanga nei cuori
salutami il veliero
auguri Alfio
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
che a nessuno nulla negava
con tutti legava e a tutti donava
Resta nel nostro cuore
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
uomo libero compagno combattente
resterai per sempre vivo
in ogni pensiero resistente
***
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
amante degli animali
- cani e gatti soprattutto -
e delle persone.
Poeta, se aveva un tozzo di pane
lo divideva con il prossimo. Amante
delle piante della natura e della vita.
***
Caro Alfio riposa in pace
perche' noi siamo tutti con te
sperando che Gesu' ti riporti in vita
noi tutti siamo vicino a te
pace e beatitudine
Ciao
***
In questa casa visse il signor Alfio
amante degli animali e delle persone e della vita
* * *
4. Due nuove testimonianze
Luigi Andriani ricorda Alfio Pannega
Ho conosciuto Alfio il giorno in cui occupammo il centro sociale.
Ricordo la gioia e la felicità di Alfio nel sapere che avevamo occupato Valle Faul.
Alfio fu uno dei primi nel darsi da fare nel ripulire il gazometro e da quel momento divenne uno del centro sociale.
Il resto è storia.
Luigi Andriani
***
Luca Noto ricorda Alfio Pannega
Conobbi Alfio quando a quattordici anni andai di nascosto da mia madre a lavorare alle giostre per comprare la prima chitarra.
In realtà lo conoscevo come lo conoscevano tutti, il barbone, il cartonaro... "Che vuoi finire come Alfio?" era un leitmotiv delle famiglie viterbesi, anche andare a Valle Favl, dove lui viveva, era uno spauracchio per ragazzini troppo curiosi.
Poi conoscendolo davvero mi accorsi che era invece una persona molto buona e cortese, che non è sempre quel che si trovava nell'ambiente giostraio del tempo, nonostante la differenza di età diventiamo amici presto.
Lui puliva il piazzale con la ramazza dei vecchi tempi, io lavoravo al bruco, ci incontravamo a fine lavoro mio che era inizio del suo, tarda notte a Valle Favl.
Quattro chiacchiere, un bicchierino, poi io a casa come tutti gli altri e lui rimaneva da solo a pulire per tutti, a finire il lavoro degli altri.
Poi ci reincontrammo qualche anno dopo nel 1993, quando occupammo il Centro Sociale limitrofo alla sua abitazione. Da quel momento non fu più lo spauracchio per gli sprovveduti, divenne parte integrante di un processo che, nel bene e nel male, cambio' profondamente questa città.
Ma questa è storia nota.
Personalmente posso affermare che Alfio è stato più del nonno che non ho avuto il piacere di avere essendo morti i miei prima della mia nascita, Alfio mi ha insegnato tante cose, non solo pratiche tipo come fare un orto, ma soprattutto, negli anni, come resistere alle tempeste della vita riservando sempre un sorriso ed una parola buona per tutti... Quasi tutti... Perché per la gente cattiva il suo bastone era sempre pronto alla difesa soprattutto dei più deboli, degli esclusi.
Alfio e' nel mio cuore esattamente come le mie nonne e tutte le persone che ho sentito volermi bene senza secondi fini... Poche ma importanti.
Luca Noto
3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]
Vietnam
Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.
*
Discorso all'Ufficio oggetti smarriti
Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.
*
Sulla morte senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.
Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.
*
La fine e l'inizio
Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.
C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.
C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
*
L'odio
Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
*
La veglia
La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.
Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.
Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.
Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.
Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.
Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.
La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.
Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.
*
Le tre parole piu' strane
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
*
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
*
Fotografia dell'11 settembre
Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
*
Tutto
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.
*
Esempio
Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.
Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.
*
Vermeer
Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Simone de Beauvoir, Anne, ou quand prime le spirituel, Gallimard, Paris 1979, 2006, pp. 368.
- Simone de Beauvoir, L'Amerique au jour le jour 1947, Gallimard, Paris 1954, 1997, pp. 540.
*
Riedizioni
- Patanjali, Yoga Sutra, Mimesis, Milano-Udine 2012, Rcs, Milano 2025, pp. 252, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Classici
- Bruno Migliorini, Storia della lingua italiana, Sansoni, Firenze 1960, 1987, Rcs, Milano 1994, pp. XXXVIII + 762.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5600 del 18 giugno 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5600 del 18 giugno 2025
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Fermare la guerra
2. Con Alfio contro la guerra. Otto ulteriori contributi per la lapide che ricordi Alfio Pannega sulla facciata della casa in cui visse. E due testimonianze di Luigi Andriani e Luca Noto
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. FERMARE LA GUERRA
Nulla e' piu' necessario, nulla e' piu' urgente che fermare la guerra.
Insorgano nonviolentemente i popoli per fermare tutti i governanti assassini che si stanno portando alla distruzione dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. AMICIZIE. CON ALFIO CONTRO LA GUERRA. OTTO ULTERIORI CONTRIBUTI PER LA LAPIDE CHE RICORDI ALFIO PANNEGA SULLA FACCIATA DELLA CASA IN CUI VISSE. E DUE TESTIMONIANZE DI LUIGI ANDRIANI E LUCA NOTO
Diffondiamo alcuni ulteriori contributi per la successiva realizzazione (col metodo della "scrittura collettiva" della scuola di Barbiana) della lapide in memoria di Alfio Pannega da collocare sulla facciata della casa adiacente Porta Faul in cui a lungo visse.
Invitiamo tutte le persone che hanno conosciuto Alfio e gli hanno voluto bene ad inviarci i loro ricordi a questi indirizzi di posta elettronica: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it
Sabato 21 giugno presso la "Fattoria di Alice", in strada Tuscanese 20, a Viterbo, per iniziativa delle amiche e degli amici di Alfio in collaborazione con l'Afesopsit ("Associazione familiari e sostenitori sofferenti psichici della Tuscia") che generosamente ci ospita e ci sostiene si svolgera' un incontro in cui da tutti i contributi ricevuti si cerchera' di ricavare un testo unico da proporre al Comune come lapide per ricordare Alfio da collocare sulla facciata della casa in cui visse molti anni, dapprima in solitudine e poi con le sue compagne ed i suoi compagni del centro sociale "Valle Faul" al cui interno la casa si trovava (ricordiamo ancora una volta che "compagna, compagno" e' una parola che deriva dal latino medioevale e significa la persona che condivide il suo pane con le altre persone affinche' nessuno resti senza cibo).
Ricordiamo anche che prosegue la raccolta di fondi per pubblicare la nuova edizione (molto ampliata) del libro di e su Alfio Pannega che usci' in prima edizione nel 2010 presso la casa editrice Davide Ghaleb.
Invitiamo tutte le persone interessate a ricordare (o a conoscere) il nostro compagno di riflessioni e di lotte nonviolente ad acquistare una o piu' copie del libro.
Per accedere direttamente alla pagina del sito della casa editrice attraverso cui effettuare l'acquisto il link e' il seguente:
https://www.ghaleb.it/pannega_prevendita.htm
Con Alfio contro la guerra e tutte le uccisioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Ricordare Alfio significa proseguire la sua lotta nonviolenta per la pace, la solidarieta', la difesa dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta contro la guerra, contro la militarizzazione, contro il riarmo.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio Pannega proseguiamo nell'azione nonviolenta per la salvezza, la liberazione, il bene comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Prendersi cura tutte e tutti di quest'unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Le amiche e gli amici di Alfio Pannega impegnati nelle commemorazioni in occasione del centenario della nascita
Viterbo, 16 giugno 2025
* * *
1. Otto ulteriori contributi
In questa casa visse Alfio Pannega
grande uomo, poeta a braccio
è nel ricordo di tutti noi
la sua memoria resta per sempre
nei nostri cuori viva e luminosa
Antonietta
***
In questa casa visse Alfio Pannega
che lottò per vivere, amò la sua gente e morì povero ma non solo.
Che non abbassò la testa di fronte alle asperità della vita, alla vacuità del potere, alla possibilità di un Dio.
La povertà gli fu compagna, la poesia amante.
I suoi amici sono il suo lascito.
Domenico
***
Qui visse Alfio Pannega
menestrello della strada
poeta della democrazia
e della gentilezza per tutti i viterbesi
Fabrizio
***
In questa casa visse Alfio Pannega, figlio di Caterina
libero pensatore e amico della città
appassionato della natura
amante degli animali
innamorato della poesia
costruttore di pace tra gli uomini
Gigi e Lella
***
In questa casa visse l'antifascista, poeta, nonviolento Alfio Pannega.
La poesia, che consente di trovare l'impossibile sintesi di fronte alla morte, è stata una delle sue compagnie sicure.
Giulio
***
In questa casa visse
Alfio Pannega
poeta
antifascista
attraversò la vita amandola
e amando tutte le creature
per ognuno ci fu lo sguardo dei suoi occhi di cielo
Linda
***
Mentre il mondo andava in pezzi
Qui viveva, amava, scriveva
Il poeta Alfio Pannega.
Ci insegnava come tenere insieme i cocci dell'umanità
nonostante le ingiustizie e le guerre.
Luca
***
In questa casetta dimorò per lunghi anni Alfio Pannega
che visse la vita pienamente,
libero dal sistema e capace
di regalare sorrisi e poesie a tutti i cittadini.
Uomo forte, coraggioso, amante
della natura e degli animali,
fece di questa casa un vero e proprio rifugio.
... questo è quello che, al momento, mi viene da scrivere senza farmi prendere dall'emozione. Alfio rappresenta, per me, un mondo a parte!
Rita
* * *
2. Contributi precedenti
In questa casa visse
Alfio Pannega,
Persona generosa,
Coscienza ecologica di questa città,
Poeta innamorato,
Amico di ogni forma di vita,
Bello come un bosco.
Alfonso
***
(prima stesura)
Alfio
Nutrito da un incantevole stupore
*
(seconda stesura)
Alfio Pannega
Poeta, antifascista
Ha diffuso l'anima dagli occhi al mondo
Cuore nutrito da incanto
Uomo raro
Andrea
***
Qui riposa Alfio Pannega
un uomo che non inseguì l'effimero,
ma accolse la vita così com'era,
scoprendo nella semplicità
il volto della saggezza
Davide
***
(prima stesura)
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare
Antifascista
Fratello
Bacca rossa fra le spine.
*
(seconda stesura: variazioni)
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare
Antifascista
Fratello
Bacca rossa fra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Bacca rossa fra le spine
Poeta popolare
Antifascista
Fratello degli ultimi.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta del popolo, voce libera
Antifascista, fratello.
Una bacca rossa tra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta popolare, antifascista
Fratello degli ultimi
Rosso frutto nato tra le spine.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Bacca rossa tra le spine
Poeta popolare e spirito libero
Resistente
Fratello di lotte e di sogni giovanili.
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
Poeta del popolo, voce antifascista
Fratello degli ultimi
Una bacca rossa tra le spine.
Giorgio
***
In questa casa visse
Alfio Pannega
Uomo libero
divideva il pane ed i versi
della natura conoscitore
soffiava vento di speranza
per un'umanità più giusta.
Marco e Paola
***
In questa casa visse Alfio Pannega
uomo semplice di spiccato senso morale e umano
gli animali e le piante suoi fratelli da rispettare
amo' la vita fino agli ultimi giorni
Mariella
***
Alfio, uomo del popolo
fiero poeta civile
amore per i compagni, le persone, gli animali
presenza consapevole
lucido testimone
Nicoletta
***
Basta una goccia per trasmettere tutta la memoria dell'oceano
Basta un fugace sguardo per indovinare una presenza
Basta un respiro per mescolare tutta l'aria del mondo
Basta una impronta per riconoscere un passaggio sulla terra
Basta un singolo pensiero per ritrovare Alfio Pannega
Paolo
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
Ha reso fertili terreni e cuori
Ha donato tutto di sé senza finzioni
Fiero compagno antifascista
Padre e figlio di questa dura città
Uomo dallo sguardo limpido come l'acqua.
Sara
***
In questa casa posta nella Valle Faul
lunga "una buona corsa di cavallo, e larga poco meno che la metà"
sede di attività economiche vitali per la città
tra gli orti irrigui che fiancheggiavano il fosso Urcionio
tra felci, pervinche, villucchioni, centauree, borraggini,
gioiose corone di succiamele e impenetrabili canneti
ha vissuto gran parte della propria vita Alfio Pannega
emblema di alacre lavoratore, di libero pensatore e di portatore di pace.
Note
riga 2: Feliciano Bussi "Istoria della città di Viterbo", p. 75.
riga 3: secondo me va contestualizzata la figura di Alfio e la sua casa attigua alle Officine del gas (piena di operai altrettanto alacri e disagiati) e di fronte al mattatoio comunale idem come sopra
riga 5 e 6: Antonelli G., L’Urcionio, in "Latina Gens - Rivista mensile del Lazio, dell'Umbria e della Sabina", Roma, 1930, pp. 387–390.
Silvio
* * *
3. Primi contributi del 7 giugno
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
poeta popolare
antifascista
strenuo difensore dei diritti umani
custode e innamorato della natura
stella polare per tutti
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
uomo del popolo
simbolo della cultura
che libera dalle costrizioni
in semplicita' e sensibilita'
fiamma d'amore per la natura
***
Qui visse Alfio Pannega
conoscenza nostra che non si nega
***
In questa casa
lungamente visse
Alfio Pannega
poeta antifascista
combattente per la giustizia
per l'umanita' intera
***
In questa casa visse Alfio
era una persona brava
era una persona umile
[qui tre righe che il trascrittore non e' riuscito a decifrare. Chiederemo di farlo all'autore il 21 giugno]
Alfio era amico di tutti
[qui una riga che il trascrittore non e' riuscito a decifrare. Chiederemo di farlo all'autore il 21 giugno]
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
un grande esempio da seguire
per tutti noi
***
In questa casa Alfio
ha abitato e vissuto
con i compagni e le compagne del centro
in particolare Lucianino
Mario Claudio Antonietta
Giselle e tutta la famiglia
Alfio era un signore
di spirito animo e cuore
e di grande spessore umano
***
...
hai respirato l'aria di Galiana
qualcuno certamente te lo disse
...
[il manoscritto e' incompleto e di difficile lettura, ma l'autore - drammaturgo, regista ed attore - ha improvvisato una perfetta ottava a braccio; contiamo quindi che lui stesso la trascrivera' e la mettera' a disposizione]
***
In questa casa lungamente visse
Alfio anima buona e gentile
simbolo
di amore per la natura
di liberta' dei giovani
di amore per la cultura
poeta libero
***
Qui visse Alfio con i suoi cani
grande amico compagno e poeta
con cui ebbi la fortuna di condividere
molti anni della mia vita
Ciao Alfio
***
Alfio Pannega in questa casa visse
donando amore a tutte le persone
agli animali alle piante al mondo intero
***
Questo abbiamo pensato
quando Alfio ci ha lasciato:
speriamo che vada dalla mamma
e possano per sempre stare insieme
***
In questa casa lungamente visse
il grande Alfio Pannega
ti ho conosciuto grazie ai tuoi cantastorie
e adesso anche io ti ricordo
affabile umile generoso di gran cuore
devoto alla cultura alla natura e ai giovani
***
Io non conoscevo Alfio Pannega
e dire qualcosa di lui lo trovo difficile
ma oggi sentendo parlarne ancora
ricordo che era un uomo buono
***
In questa casa visse Alfio Pannega
con noi passeggia ancora mano nella mano
con tanto amore tanta pace e tanta
serenita' ci vuole ancora bene
Alfio sei tra le nostre braccia
Alfio sei tra di noi
***
A uno dei miei padri
Un passo dietro ad un altro passo
a contare la vita dell'orto
curvo come torri centenarie
mani callose abbarbicate
alla Terra, e sudore di Alfio
che alimenta la vita
***
Alfio
che la natura gli animali e le piante
ti accompagnino nel tuo viaggio
e che il ricordo vivo
dei tuoi compagni rimanga nei cuori
salutami il veliero
auguri Alfio
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
che a nessuno nulla negava
con tutti legava e a tutti donava
Resta nel nostro cuore
***
In questa casa lungamente visse
Alfio Pannega
uomo libero compagno combattente
resterai per sempre vivo
in ogni pensiero resistente
***
In questa casa visse lungamente
Alfio Pannega
amante degli animali
- cani e gatti soprattutto -
e delle persone.
Poeta, se aveva un tozzo di pane
lo divideva con il prossimo. Amante
delle piante della natura e della vita.
***
Caro Alfio riposa in pace
perche' noi siamo tutti con te
sperando che Gesu' ti riporti in vita
noi tutti siamo vicino a te
pace e beatitudine
Ciao
***
In questa casa visse il signor Alfio
amante degli animali e delle persone e della vita
* * *
4. Due nuove testimonianze
Luigi Andriani ricorda Alfio Pannega
Ho conosciuto Alfio il giorno in cui occupammo il centro sociale.
Ricordo la gioia e la felicità di Alfio nel sapere che avevamo occupato Valle Faul.
Alfio fu uno dei primi nel darsi da fare nel ripulire il gazometro e da quel momento divenne uno del centro sociale.
Il resto è storia.
Luigi Andriani
***
Luca Noto ricorda Alfio Pannega
Conobbi Alfio quando a quattordici anni andai di nascosto da mia madre a lavorare alle giostre per comprare la prima chitarra.
In realtà lo conoscevo come lo conoscevano tutti, il barbone, il cartonaro... "Che vuoi finire come Alfio?" era un leitmotiv delle famiglie viterbesi, anche andare a Valle Favl, dove lui viveva, era uno spauracchio per ragazzini troppo curiosi.
Poi conoscendolo davvero mi accorsi che era invece una persona molto buona e cortese, che non è sempre quel che si trovava nell'ambiente giostraio del tempo, nonostante la differenza di età diventiamo amici presto.
Lui puliva il piazzale con la ramazza dei vecchi tempi, io lavoravo al bruco, ci incontravamo a fine lavoro mio che era inizio del suo, tarda notte a Valle Favl.
Quattro chiacchiere, un bicchierino, poi io a casa come tutti gli altri e lui rimaneva da solo a pulire per tutti, a finire il lavoro degli altri.
Poi ci reincontrammo qualche anno dopo nel 1993, quando occupammo il Centro Sociale limitrofo alla sua abitazione. Da quel momento non fu più lo spauracchio per gli sprovveduti, divenne parte integrante di un processo che, nel bene e nel male, cambio' profondamente questa città.
Ma questa è storia nota.
Personalmente posso affermare che Alfio è stato più del nonno che non ho avuto il piacere di avere essendo morti i miei prima della mia nascita, Alfio mi ha insegnato tante cose, non solo pratiche tipo come fare un orto, ma soprattutto, negli anni, come resistere alle tempeste della vita riservando sempre un sorriso ed una parola buona per tutti... Quasi tutti... Perché per la gente cattiva il suo bastone era sempre pronto alla difesa soprattutto dei più deboli, degli esclusi.
Alfio e' nel mio cuore esattamente come le mie nonne e tutte le persone che ho sentito volermi bene senza secondi fini... Poche ma importanti.
Luca Noto
3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]
Vietnam
Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.
*
Discorso all'Ufficio oggetti smarriti
Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.
*
Sulla morte senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.
Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.
*
La fine e l'inizio
Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.
C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.
C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
*
L'odio
Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
*
La veglia
La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.
Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.
Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.
Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.
Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.
Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.
La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.
Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.
*
Le tre parole piu' strane
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
*
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
*
Fotografia dell'11 settembre
Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
*
Tutto
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.
*
Esempio
Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.
Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.
*
Vermeer
Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Simone de Beauvoir, Anne, ou quand prime le spirituel, Gallimard, Paris 1979, 2006, pp. 368.
- Simone de Beauvoir, L'Amerique au jour le jour 1947, Gallimard, Paris 1954, 1997, pp. 540.
*
Riedizioni
- Patanjali, Yoga Sutra, Mimesis, Milano-Udine 2012, Rcs, Milano 2025, pp. 252, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Classici
- Bruno Migliorini, Storia della lingua italiana, Sansoni, Firenze 1960, 1987, Rcs, Milano 1994, pp. XXXVIII + 762.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5600 del 18 giugno 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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